La vicenda di Carlo Saronio, giovane ingegnere rapito e ucciso da un gruppo di estremisti, è tra le più emblematiche di quel clima di ambiguità e terrore che ha sconvolto l'Italia negli anni Settanta. L'Autore, nipote di Saronio, ripercorre, attraverso la vita della propria famiglia, questa vicenda. Scrivere e raccontare la propria storia diventa un modo per fare un salto nel passato e, al tempo stesso, nel futuro del nostro Paese. Un'avventura iniziata nel 2019, quando l'Autore si trovava in missione ad Algeri: è lì che ha iniziato la sua ricerca e ha visto nascere un'amicizia con Mario Calabresi che ha raccontato la storia di Carlo Saronio, in Quello che non ti dicono: «la ricerca che abbiamo svolto e che sta dietro a quel testo, è stata ricca, ampia, feconda, tanto che quel libro mi è sembrato la punta di un iceberg. E sott'acqua, che cosa nasconde l'iceberg?» Questo nuovo libro, quasi un prequel a quello di Calabresi, che ne firma la prefazione, cerca la risposta a quella domanda. Prefazione di Mario Calabresi.
Serve una mobilitazione civica condotta attraverso gli strumenti dell'economia civile, le leve del consumo critico e il risparmio responsabile. Il libro illustra caratteristiche e potenzialità di questa rivoluzione.
Cosa significa essere leader in un tempo di radicali cambiamenti. Prefazione Antonio Spadaro.
E se la miglior immagine per definire il credente fosse quella dell'acrobata, colui che capovolge il proprio sguardo per osservare il mondo secondo un'altra logica, in questo caso quella della fede, pur restando appoggiato alla terra? Papa Francesco ha sancito che «la cristianità è finita»: in Occidente è tramontata l'epoca in cui la fede cristiana sembrava qualcosa di acquisito, quando la religione era un comun denominatore e credere poteva costituire un dato di fatto acclarato. Con la sagacia che i suoi affezionati lettori gli riconoscono, Adrien Candiard inizia proprio da qui, per parlare di speranza: dal vedere in faccia la realtà, senza trastullarsi in falsi teoremi, bensì partendo da quel che abbiamo sotto gli occhi. Perché è qui che Dio chiama il credente a diventare un acrobata, ovvero a guardare il mondo e i giorni con gli occhi della fede. Praticando così la vera speranza, alla scuola del profeta Geremia, maestro nello scrutare il bene presente oltre ogni desolazione. Questo libro ci insegna una prospettiva diversa: il cristiano ha come orizzonte l'eternità, che inizia «qui e ora», spiega Candiard, nelle nostre occupazioni più normali. Prefazione di Erio Castellucci.
La crisi è sotto gli occhi di tutti: è sociale ed ecologica, si esplica nelle disuguaglianze planetarie e nell'insostenibilità di un modello economico predatorio dell'ambiente. Che cosa ha causato questo? Nel serrato dialogo fra Gaël Giraud e Felwine Sarr, due intellettuali capaci di spaziare con sagacia dall'attualità alla filosofia, dalla teologia all'economia, la risposta emerge limpidamente: tutto deriva da «quell'utopia mortifera di privatizzazione integrale del mondo e di riduzione di ogni risorsa a un capitale», ovvero l'ideologia postliberale che ha conquistato la nostra immaginazione e colonizzato la prassi politica. La ragione strumentale, denunciano i due autori, ha occupato completamente la scienza economica, riducendola ad un'asfittica pratica contabile di stampo razionalistico, che non tiene in conto altre variabili: culture, popoli, pensieri, desideri... Appoggiandosi a pensatori come Jacques Derrida, Paul Ricoeur e Christoph Theobald, attingendo alla saggezza delle grandi spiritualità religiose, in queste pagine colte e appassionanti Giraud e Sarr disegnano un'altra mappa dell'economia. Una mappa più disordinata di quella che si studia nelle facoltà universitarie, spesso schiava di un sapere di tipo strumentale típico dell'homo homini lupus, ma molto più necessaria per la realtà in cui viviamo. Segnata da una pandemia da cui possiamo ripartire solo con un nuovo immaginario.