
Nell’attuale sbandamento e disorientamento dottrinale e pastorale, la spiritualità monastica benedettina è un esempio che può tornare a dare sostanza al ministero sacerdotale, specie nel caso del prete diocesano che vive immerso nel mondo, in un contesto difficile. L’autore di questo libro, in una lettera a un immaginario sacerdote novello, spiega come tornare a vivere l’essenziale con lo sguardo rivolto al cielo e a Dio pur nella complessa quotidianità di questo secolo.
Una toccante testimonianza di un sopravvissuto allo scoppio della bomba atomica su Nagasaki, il dottor Takashi Nagai, battezzato con il nome di Paolo dopo la sua conversione al cristianesimo. Nonostante la perdita della moglie, uccisa dall’esplosione della bomba e la scoperta di avere pochi anni di vita a causa di una leucemia Nagai, non smise di assistere i suoi pazienti. Questo è il suo testamento spirituale indirizzato ai figli Makoto e Kayano perché si sentissero meno soli e potessero avere una guida e un riferimento morale dopo la sua scomparsa. Con un linguaggio colmo di affetto e tenerezza, il dottor Nagai testimonia la sua fede in Dio, mai venuta meno di fronte ai tragici fatti che hanno sopraffatto la sua vita, e trasmette valori come l’umanità, la solidarietà e il rispetto verso il prossimo.
Gli opposti caratteri e gli antagonismi tra un parroco e un sindaco in un paese al confine tra Francia e Svizzera, Lamotte. Un libro che, nel 1956, è stato alla base di un vero e proprio “caso”, tanto da far cadere su Giovannino Guareschi l’accusa di plagio per le somiglianze tra il suo Don Camillo e il romanzo di Helene Haluschka, scritto ben 25 anni prima. Le accuse furono subito ritirate ma le similitudini restano sorprendenti: anche ne Il parroco di Lamotte troviamo lo scontro senza tregua tra un parroco e un sindaco: in questo caso il parroco parla non con un crocefisso ma con la Madonna, mentre il sindaco, mangiapreti e fanatico sostenitore delle idee del suo partito, è socialista. Addirittura, anche in questo caso la campana della chiesa si mette a suonare mentre nessuno si trova nella chiesa e senza che lo stesso campanaro riesca a spiegarsi chi può essere stato. Proprio come Guareschi, Helene Haluschka fa muovere nel suo romanzo i personaggi dell’ambiente che conosce e in cui è vissuta, ricreando quel “mondo piccolo” tipico dello scrittore della Bassa.
In un futuro non troppo lontano fatto di cyborg e veicoli volanti, la Chiesa cattolica è cambiata, trasformata da una riforma interreligiosa e umanitaria che ha vietato il segno della croce e la preghiera alla Madonna in nome dell’ecumenismo, della tolleranza e della fratellanza universale. La teologia è smart, proliferano i papi emeriti che si ritirano a vita privata, la basilica di San Pietro è divenuta il Tempio Numero Uno, i preti possono sposarsi con altri uomini e si sono visti riconosciuto canonicamente il diritto ad avere dei figli. Il nuovo corso della Chiesa del dialogo e della misericordia nasconde però un volto spietato e crudele: da qui nasce l’alleanza tra un monsignore, un giornalista e il comandante delle guardie svizzere per rovesciare una situazione ormai intollerabile. Riuscirà questo “piccolo gregge” di fedeli, alle soglie di un nuovo conclave, a combattere la buona battaglia e salvare la vera fede sulla terra?
Un quasi secolare luogo comune fa del Cardinale John Henry Newman (1801-1890) il precursore, quasi il padre nobile, del modernismo classico e, quindi, della nouvelle theologie, fino ad attribuirgli le radici degli elementi più novativi del Concilio Vaticano II. Niente di più falso e di più distante dalla granitica, lucida e razionale Fede cattolica del grande convertito inglese, beatificato da Benedetto XVI il 19 settembre 2010: risposta alta e forte a quei vasti settori della Chiesa cattolica, non solo inglese, che antepongono il dialogo ecumenico alla riaffermazione del dogma. Il Cardinale Newman, infatti, combatté, sinceramente e lealmente il liberalismo, tracciando, con metodo sistematico e analitico, uno dei profili più reali dell'Europa in fase di corruzione, di abbandono della civiltà cristiana, di incalzante apostasia. Dal ponte della propria nave riuscì a identificare i connotati secolarizzanti e relativistici dei nostri giorni, anteponendo i luoghi comuni alla ragionevolezza della Tradizione. Che cosa vide questo "Dottore della Chiesa" nello specchio in cui si rifletté e di cui parla nella sua autobiografia? E che volto può riflettere, oggi, lo specchio di un cristiano e di un cattolico? Attraverso la lettura della vita del nuovo Beato si potrà scoprire. "Ex umbris et imaginibus in Veritatem" ("Dalle ombre e dagli spettri alla Verità"), così recita l'epitaffio della sua tomba, la cui vita è la prova più evidente e concreta che la ragione si unisce felicemente alla Fede.
Esiste una relazione fondamentale tra l’organizzazione della vita monastica e la struttura intima della famiglia cristiana: la Regola di San Benedetto è un tale tesoro di sapienza, prudenza e santità che può essere riproposta come modello di riferimento applicato anche ad altri stati di vita, laicale o clericale, celibataria o coniugale. L’insegnamento del Vangelo richiama infatti tutti gli uomini a rinunciare a se stessi, a diventare cristiani e a essere santi nel contesto storico-sociale contemporaneo nel quale sono inseriti. Solo così la vita della famiglia potrà essere rivitalizzata sulla base della Regola di San Benedetto e l’insegnamento perenne della Chiesa cattolica.
In poche parole: Come l’Anticristo irrompe nella storia dell’uomo ormai desacralizzata e priva di trascendenza causandone l’epilogo.
Scritto nel 1899, I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo è l’ultima opera di Vladimir Solov’ëv, concepita come risposta allo sterile razionalismo della filosofia europea, alla desacralizzazione mascherata da nuova religione, al problema del male e alla falsificazione del bene. Scegliendo la forma di un dialogo polemico e ironico, l’Autore profetizza l’epilogo del nostro processo storico attraverso la parabola dell’Anticristo: un uomo di genio, convinto spiritualista, pacifista, ecologista, filantropo e animalista, dal linguaggio inclusivo, antropocentrico e libertario, capace di ridare unità ai cristiani divisi da secoli di separazioni e scismi. Il suo avvento nel mondo ammalia religiosi, intellettuali e governanti, e irrompe in una storia umana desacralizzata e priva di trascendenza: uno scenario quanto mai attuale nel deserto di senso e di valori che ci troviamo a vivere oggi.
Nel 1300 gli scozzesi cercavano (e ottenevano) l’indipendenza dall’Inghilterra con la spada in sanguinose ed eroiche battaglie iscritte nell’epopea nazionale, come si vede nel kolossal cinematografico Braveheart. Nel 1707, attraverso l'Atto di Unione approvato dai Parlamenti inglese e scozzese, la Scozia cessava di essere una nazione libera ed indipendente, ricadendo sotto il governo di Londra. Non è però stato possibile mettere da parte le spinte indipendentiste della regione, basate su una forte e persistente identità culturale e religiosa. Questo libro ripercorre le fasi salienti della storia scozzese, dalla cristianizzazione ai nostri giorni, passando per l’organizzazione dei clan, le guerre contro i re inglesi, il genocidio culturale causato dal protestantesimo, le rivolte giacobite, la pulizia etnica settecentesca, fino alla devolutiondel 1997, il referendum per l’autonomia del 2014 e i possibili scenari causati dalla Brexit.
La Sindone è davvero il lenzuolo funebre di Gesù oppure si tratta di un falso medievale? I Vangeli narrano fatti realmente accaduti oppure sono semplici leggende? La risposta a queste domande non è secondaria, perché coinvolge profondamente la nostra vita. Di certo la Sindone è il reperto archeologico più studiato al mondo e i Vangeli ne costituiscono l’unica chiave interpretativa. Questo legame tra Sindone e Vangeli ha quindi suggerito agli Autori di affiancare le più recenti ricerche scientifiche sul telo sindonico a un’indagine altrettanto scientifica e documentata sull’attendibilità dei Vangeli, riassumendo in un unico testo i risultati delle scienze naturali e di quelle storiche, in forma breve e con un linguaggio accessibile, in modo da offrire una sintesi indispensabile per l’uomo moderno che non vuole rimanere analfabeta sugli interrogativi più profondi.
La teologia cristiana contiene già tutti gli elementi affrontati dalla psicanalisi, ma a differenza di quest’ultima redime veramente l’uomo e lo porta a Dio.
Tutti gli uomini sono turbati nell’anima e desiderano la pace: Fulton Sheen invita il lettore a smettere di incolpare l’inconscio per i propri mali e a esaminare invece la propria coscienza, ad allontanarsi dalla psicanalisi e rivolgersi a Dio. Infatti, i temi affrontati dalla psicanalisi (il conflitto, la repressione, il rimorso, la morbosità, il sesso) sono tutti risolti dal cristianesimo, alla luce dell’intervento divino e della libertà dell’uomo: occorre partire dall’ottica e dalle problematiche dell’uomo moderno per parlare un linguaggio nuovo, tenendo però ben presente che non c’è pace della mente senza pace dell’anima e che la psicanalisi non può in alcun modo sostituirsi al sacramento della confessione o ricondurre l’uomo a Dio. Acquistando qui l'ebook riceverai anche il formato Kindle (attualmente non disponibile su Amazon Kindle).