È nota la chiave ermeneutica proposta da Benedetto XVI per la retta interpretazione del Concilio Vaticano II: "Continuità nella riforma o nel progresso", contro l'interpretazione che vede nelle nuove dottrine del Concilio un adeguamento alla modernità, tale da smentire la dottrina cattolica precedentemente insegnata dal Magistero della Chiesa. Questa tesi della "rottura" appare una logica e normale risposta alla tendenza neomodernista e relativista che nega l'immutabilità della verità e sostiene la veritas filia temporis. Per questa corrente la verità è nel presente e negando quella del passato, che a sua volta sarà negata da quella del futuro. Dalla parte opposta abbiamo i lefebvriani, i quali, seppure consapevoli dell'immutabilità della verità di fede, non riescono a vedere nelle dottrine del Concilio una conferma ed uno sviluppo omogeneo della Tradizione, senza alcuna smentita o contraddizione. Non capiscono che la Chiesa dev'essere moderna, benché non modernista. Una distinzione da tenere presente è quella tra l'aspetto pastorale e l'aspetto dottrinale degli insegnamenti del Concilio. Mentre per quanto riguarda la dottrina si dà un'evoluzione omogenea, in quanto migliore conoscenza del dato rivelato, per quanto riguarda la pastorale esistono opportune e doverose "rotture" col passato e forse anche qualche sbaglio da correggere. Mentre il Magistero è infallibile nella dottrina, non lo è nella pastorale.
Il beato Antonio Rosmini è stato fra i più grandi pensatori italiani di ogni tempo. I Principi della scienza morale (1831), qui riproposti in forma antologica e commentata, non trattano di norme specifiche ma di giudizi universali. Superando ogni relativismo etico, si mostra la derivazione della morale da una fonte trascendente, necessaria all'individuazione ordinata del bene. Il senso ultimo della morale si compie solo alla luce del destino meta-storico dell'uomo, in vista di quella beatitudine che la congiunzione con il Bene-Assoluto (il Dio-Amore) può dare. Rosmini ci propone di riconoscere l'essere oggettivo delle cose (l'etica come "giudizio di verità") e ci propone di volergli bene secondo le sue perfezioni (l'etica come "amore"), contro ogni forma di egoismo che rifiuta colposamente il giusto e l'onesto per acquietarsi nei piaceri individuali: ecco l'origine del male, il disprezzo del prossimo e la negazione di quella "scintilla divina" che ognuno reca in sé.
Se la destra è un'invenzione della sinistra, non rimane che riconoscere, con Madiran, che fuori della sinistra non vi è che il Cristianesimo. Fuori dal mondo salvato dall'Uomo, dall'Utopia, dal messianismo politico comunista o nazionalsocialista, dalla statolatria, dallo scientismo, dall'ecologismo eccetera, non vi è che l'uomo creato da Dio e salvato da Cristo. Oltre la giustizia e l'eguaglianza imposte dall'alto, dallo Stato che prende il posto di Dio, non vi è che la rivoluzione "interiore e personale", la conversione dei cuori, la libertà cercata nel cammino spirituale. Fuori dalle religioni atee della politica, non c'è un altro partito, un'altra rivoluzione, un altro Potere mondano, perché "la porta stretta del Cristianesimo è - sicuramente di cercare dapprima il regno di Dio e la sua giustizia e il resto sarà donato in sovrappiù".
"In riferimento ad Assisi - tanto nel 1986 quanto nel 2002 - ci si è chiesti ripetutamente e in termini molto seri se questo sia legittimo. La maggior parte della gente non penserà che si finge una comunanza che in realtà non esiste? Non si favorisce così il relativismo, l'opinione che in fondo siano solo differenze secondarie quelle che si frappongono tra le "religioni"? Non si indebolisce così la serietà della fede [...]? Non si possono accantonare con leggerezza tali interrogativi. I pericoli sono innegabili, e non si può negare che Assisi, particolarmente nel 1986, da molti sia stato interpretato in modo errato." (J. Ratzinger) Sono questi gli interrogativi fondamentali alla base del Convegno tenuto il 1 ottobre 2011 a Roma, interrogativi che richiedono una risposta seria, fondata sul dogma, lontana da ogni esaltazione e da ogni polemica. I relatori ci guidano per mano a scoprire il senso autentico degli incontri di Assisi e a guardarci da pericolose interpretazioni sincretistiche e relativiste, che minerebbero la verità della fede, che è Gesù Cristo, Verbo di Dio.
Si vive in un mondo fatto di regole e molte nemmeno conosciute. Comunemente si parla di regole religiose, morali, etiche, giuridiche per giungere a quelle di quotidiano uso come le regole di educazione. Ma quale ne sia la fonte e lo scopo e soprattutto se sia ipotizzabile una loro comune origine, è questione complessa e poco affrontata. In questo libro, con linguaggio asciutto si cerca di dare una risposta al quesito giungendo alla conclusione che la tradizionale suddivisione delle regole è frutto più di una superficiale qualificazione che di una sostanziale diversità della loro natura. Forse tale impostazione serve a renderle meglio comprensibili ai più, ma diviene elevato il rischio che molte di esse vengano o non comprese o respinte solo perché erroneamente considerate appartenenti ad un mondo estraneo. Invece, da una attenta analisi si nota che le regole prive di etichetta sono concatenate da una rigorosa logica riconducibile ad una visione unitaria della realtà a sua volta ben governata da princìpi. Questi ultimi, contenuti nelle regole che li sintetizzano donando loro esecutività, sono tutti finalizzati al raggiungimento di un unico ed onnicomprensivo scopo finale.
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d'uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1Cor 2,9). La bellezza della vita terrena e del creato non sono che una parte delle meraviglie di grazia che Dio ha preordinato per gli uomini. Nonostante gli inganni del mondo vorrebbero portarci a credere che il tutto della nostra esistenza si svolga su questa terra, non possiamo perdere di vista che la vita eterna nella beatitudine del Paradiso è la meta definitiva e più interessante da conseguire per ognuno di noi. Questo testo offre una lettura agile e allo stesso tempo profonda e appassionata di riflessioni che sgorgano dalla fede della Chiesa, circa le realtà future verso cui la nostra vita è in cammino.
C'è diversità tra le manifestazioni dovute all'azione del maligno e i soli problemi psicologici, episodi avvenuti durante terapie di liberazione tramite esorcismi e tramite preghiere di liberazione: questo libro di approfondimento medico, pratico, biblico, antropologico, è una rivolto a coloro che vogliono capire meglio come portare il Regno di Dio nel mondo attraverso l'insegnamento di Gesù liberatore e redentore.
La nuova terra, dove cessino le sofferenze e sia possibile trovare la serenità, è raggiungibile? Quello che appare essere un male può rivelarsi un bene? Esiste una prospettiva superiore che dà senso alla vita? Questo romanzo, ambientato nel Sudafrica dell'apartheid e poi nella multietnica Londra, offre una risposta positiva a tutte queste domande.
Le riflessioni svolte da Roberto de Mattei a Radio Maria sul problema del male e dei castighi divini, dopo il terremoto in Giappone del marzo 2011, hanno suscitato violenti attacchi mediatici da parte degli ambienti laicisti e vivaci polemiche anche all'interno del mondo cattolico. Alle considerazioni teologiche e spirituali sul mistero del male del prof. de Mattei si accompagnano in questo volume gli interventi di alcuni autorevoli esponenti della cultura cattolica, tra i quali mons. Antonio Livi, padre Giovanni Cavalcoli O.P., padre Serafino M. Lanzetta F.I., Corrado Gnerre, Cristina Siccardi. Da questa pluralità di contributi si sviluppa l'approfondimento di un punto centrale della teologia e della filosofia cristiana della storia.
Agli ospedali siamo tutti abituati. Diamo per scontato che ogni città ne abbia più d'uno, e che funzioni. Ma difficilmente ci si chiede: come sono nati gli ospedali, che origine hanno? Quando sono divenuti un fenomeno diffuso, importante? Sono propri di tutta la storia dell'umanità, o caratterizzano soprattutto un determinato periodo? E in quale cultura hanno visto la luce, prima di diffondersi in tutto il mondo? Questo studio è il tentativo di rispondere a queste domande, per giustificare, alla luce della storia, della filosofia e della teologia, il perché l'ospedale sia stato, come le università, un fiore sbocciato dalla civiltà cristiana. In questa storia troveremo ricche matrone romane come Fabiola e Marcella, ascetici monaci medievali, papi e ricchi mercanti, ma anche pellegrini e viandanti, poveri, orfani, appestati e lebbrosi. Troveremo "case di Dio", hospitalia, xenodochi, orfanatrofi... non solo in Europa, ma anche fuori, laddove uomini straordinari giunsero a portare un nuovo sguardo sull'uomo, sulla sua carne soffrente, sulla sua passione. Prefazione di Giancarlo Cesana.