Sergio Rizzo da molti anni racconta malefatte, scempi, collusioni e brutte figure della classe dirigente italiana. Il suo archivio pullula di episodi, ma la sua memoria ne conserva molti di più. È da questa esperienza che nasce "Il facilitatore". Chi è il facilitatore? È un uomo che sta al centro di una fitta rete di conoscenze, interessi, legami che uniscono il potere legale a quello illegale, l'imprenditoria e la politica alla mafia e alla massoneria. Il suo compito è portare ordine nel caos, mettere in contatto chi decide e chi esegue, chi propone e chi approva. E far funzionare le cose, facendole scivolare lungo il binario giusto. Adolfo Ramelli ha iniziato come giornalista all'"Eco del Valdarno" e ha perso l'innocenza ancora giovane quando un industriale gli ha mostrato un rotolo di banconote che valeva molte volte il suo stipendio: in cambio di un favore. Un giornalista conosce tanta gente e molto in fretta soprattutto se segue la politica in un paese dove la politica è tutto. E così Adolfo in poco tempo dalla provincia è proiettato a Roma: a ventisei anni, con una Fiat 124 spider blu Francia e un piccolo appartamento vicino a Campo de' Fiori, si sente arrivato, ma è ancora lontano dall'immaginare dove la corruzione potrà portarlo. Un affresco del potere italiano, una storia inventata in cui ogni particolare è tratto dalle inchieste di un grande giornalista, una ricostruzione impietosa della realtà con gli strumenti della fiction. Il romanzo-verità dell'autore de "La casta".
Nelle più disparate situazioni della nostra esistenza lasciamo che di volta in volta parti diverse della nostra personalità operino liberamente. Ma spesso il loro comportamento abituale può metterci in difficoltà: la loro reazione agli eventi può essere controproducente, inopportuna o, addirittura, del tutto sbagliata. Il gioco delle parti descrive il nostro mondo psicologico interiore, con il supporto di disegni talvolta evocativi, stimolanti, divertenti e spesso pungenti. Mostra come possiamo allontanarci da certi modelli consolidati che sono soliti crearci dei problemi e offre suggerimenti più efficaci per dare risalto al nostro specifico talento e al nostro personalissimo stile per vivere una vita più piena. Attraverso esempi pratici e storie di esperienze cliniche, il libro ci invita a ritrovare il nostro Sé più autentico, migliorando così anche il nostro rapporto con gli altri.
Nei due estremi e intensissimi anni della sua vita (1955-1957) Giuseppe Tomasi di Lampedusa mise insieme non solo le otto parti del "Gattopardo", ma anche tre racconti e uno scritto di carattere autobiografico. Solo di recente, però, in seguito al ritrovamento di alcuni manoscritti originali, è stato possibile sottoporre i testi brevi a una rigorosa verifica filologica e, in particolare, è stato possibile ricostruire nella loro interezza i "Ricordi d'infanzia", che ora acquistano una maggiore corposità. Il presente volume si apre appunto con i "Ricordi d'infanzia", scritti nell'estate del 1955, che come spiega Gioacchino Lanza Tomasi nella prefazione "ci schiudono il laboratorio dello scrittore al tempo del suo capolavoro". Segue "La gioia e la legge", un breve apologo, perfetto di tono e di misura. Ma il racconto più celebre della raccolta è "La sirena" (precedentemente con il titolo "Lighea", imposto dalla vedova dell'autore), scritto dopo una gita lungo la costa meridionale della Sicilia. Al centro della favola, al limite tra il reale e il surreale, spicca un personaggio formidabile: il vecchio professor La Ciura, che da giovane conobbe l'amore della Sirena e non potè più gustarne altro. Chiude il libro "I gattini ciechi", dei tre racconti il più vicino come materia al "Gattopardo", sebbene fosse nato come capitolo iniziale di un nuovo romanzo del quale ha mantenuto il titolo.
Parigi. La neve cade dolcemente sulla città, ammantando di bianco la Tour Eiffel, Notre-Dame e il Panthéon, come in una cartolina. Un uomo passeggia lungo la Senna diretto verso casa, un elegante palazzo sull'Île Saint-Louis. È Frédéric Solis, avvocato di successo con la passione per i quadri impressionisti. Affascinante, ricco e talentuoso, Frédéric sembra avere tutto quello che si può desiderare dalla vita. Gli manca una famiglia, ma dopo essere stato abbandonato dal padre molti anni prima, ha preferito circondarsi di oggetti lussuosi e belle donne piuttosto che mettere ancora in gioco il suo cuore ferito. Fino a quando, un giorno, scopre di aver ricevuto una strana eredità, che consiste in una manciata di misteriosi biglietti e in un disegno che ha tutta l'aria di essere una mappa. Cosa nasconderanno quegli indizi? Convinto di essere sulle tracce di un quadro dimenticato di Monet, Frédéric decide di tentare di decifrare la mappa. Grazie all'aiuto della giovane e stralunata assistente Pétronille, inizia così un viaggio lungo i paesaggi innevati del Nord della Francia, tra i luoghi prediletti dai suoi amati impressionisti: Éragny, Vétheuil, il giardino di Monet, con una tappa d'obbligo al Musée d'Orsay. Di incontro in incontro, di sorpresa in sorpresa, torneranno a galla ricordi che Frédéric credeva di aver dimenticato, e un tesoro ben più prezioso di qualsiasi ricchezza.
Un'ultima notte da leoni con gli amici di sempre, una soltanto. Cosa può esserci di male? E invece il notaio Ranò, facoltoso borghese romano, si ritrova in cella, e poi davanti a un magistrato. E la verità viene fuori. Non solo il racconto della folle serata in cui è naufragata la reunion, ma, come un fiume in piena, la confessione di una vita, delle avventure di un ragazzo e del suo eterogeneo drappello di compagni. Con al centro di tutto lui, il grande amico che ce l'ha fatta, Marco Bonetti, famoso regista finito con lui in carcere... Nella "confessione" di Ranò si dipana così un percorso di formazione illuminato da una grande amicizia maschile, tra catastrofi sentimentali e bravate al limite del decoro, vacanze sbagliate e meravigliose, giri in motorino nel gelo di una Roma vissuta e amata. Come abbiamo perso di vista i sogni di quando eravamo giovani? Qual è il confine tra adolescenza e vita adulta, tra possibilità e rimpianto, tra successo e tradimento? E quando è troppo tardi per capirlo? La storia del notaio Ranò e del regista Bonetti è anche la storia di una generazione, i ragazzi degli anni ottanta: quelli del riflusso, della televisione commerciale, del pentapartito, del crollo delle ideologie mondiali. Ma anche quelli, forse gli ultimi, che hanno vissuto l'adolescenza come un periodo magico e pieno di possibilità, con l'idea di potercela fare, contando solo sulle proprie forze.
In tutto il mondo di Tyme, dalle Terre Rosse al Regno Grigio, nessuna ragazza ha la fortuna di Rapunzel: vive in una torre magica che esaudisce ogni suo desiderio, legge libri meravigliosi di cui lei è la protagonista, i suoi sono i capelli più lunghi e i più lucenti di sempre. E lei lo sa, perché glielo dice la sua adorata Strega, che la protegge dai principi crudeli, dal mondo pericoloso, là fuori, e addirittura dai pensieri tristi. Finché un ladruncolo di nome Jack non si arrampica fino in cima alla torre e ruba una delle sue rose fatate. Rapunzel s'infuria, non tanto per il furto, ma perché è la prima volta che qualcuno non rimane incantato alla sua vista. E s'infuria ancora di più quando il ragazzo insinua che Strega le stia nascondendo la verità e che non sia la sua vera madre. Ma quando Jack le rivela che le fate hanno poteri più forti e che potrebbero fare del male a Strega, Rapunzel si convince a seguirlo giù dalla torre, nel mondo che non ha mai conosciuto in quindici anni... Comincia così il suo fantastico viaggio alla ricerca delle proprie origini e della propria identità. Un romanzo denso di suggestioni, che racconta il passaggio dall'innocenza alla consapevolezza, che parla di amore e fedeltà, di egoismo e coraggio, del dolore di ogni scelta e della forza necessaria per essere davvero liberi. Età di lettura: da 8 anni.
C'era una volta uno stagno. E sul fondo soffice di questo stagno vivevano piccole larve di libellula. Il paesaggio in cui si muovevano era un bosco di piante acquatiche sempre in movimento, sui cui steli le larvette si dondolavano come in una culla. Ogni tanto una larva diventava un po' più grande delle altre e veniva presa dalla voglia di salire in superficie. Le compagne la vedevano arrampicarsi su uno stelo d'erba e sparire per sempre. Questo le rendeva molto tristi ma anche molto curiose. Una piccola larva coraggiosa promise che, quando fosse stato il suo turno, sarebbe tornata sott'acqua a raccontare alle compagne la sua avventura. E il grande giorno arrivò... Età di lettura: da 5 anni.
Da una parte, i palestinesi. Dall'altra, gli israeliani. In mezzo, un muro in costruzione e le ricerche di una giovane e ambiziosa giornalista americana, Susan Foster. Grazie al suo mentore e caporedattore, Susan ottiene l'incarico di corrispondente da Gerusalemme ed entra così in contatto con le profonde contraddizioni della Città Santa e di quella terra bellissima e maledetta che fa da teatro al conflitto israelo-palestinese. Catapultata in una realtà ambigua e feroce, sembra trovare un po' di stabilità quando inizia una relazione con un collega, ma l'illusione di armonia dura poco. Tra i vicoli polverosi della Città Vecchia e lungo la linea verde del confine tra Israele e Cisgiordania, c'è chi si batte per un processo di pace, ma anche chi è disposto a tutto pur di proteggere quello in cui crede, con mezzi leciti e illeciti. Il gioco si fa sempre più grande, troppo grande per Susan: la destra sionista, Hamas, il Mossad e gli scandali della corruzione. Ben presto la giovane si trova coinvolta in oscure trame di potere che, in un crescendo di colpi di scena, la spingeranno ad adoperarsi con sempre più veemenza per denunciare gli orrori a cui assiste. Fino forse a intravedere, non senza aver pagato un caro prezzo, un debole raggio di speranza.
L'epica storia d'amore tra la giovane Alma Belasco e il giardiniere giapponese Ichimei: una vicenda che trascende il tempo e che spazia dalla Polonia della Seconda guerra mondiale alla San Francisco dei nostri giorni.
Le piane dell'Allaro sono un giardino delle meraviglie, la terra è rossa e grassa, la grande azienda agricola dà impiego all'intero paese e le stagioni si inseguono tra le sfide a saltozoppo dei bambini, il lavoro dei padri e la festa del santo patrono. Crescono così, in quel "composto di razze diverse costrette a vivere in un fazzoletto di argilla", Julien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime. Crescono e si legano fra loro, come se fosse possibile per un Dominici e per una Therrime essere amici e poi amarsi. Solo i bambini possono crederlo, solo le donne. I Therrime, che conquistarono l'Aspromonte al seguito degli Aragonesi, e i Dominici, che su quei monti videro nascere i propri avi, non sono destinati a condividere la terra. E infatti il passato ritorna puntuale con violenza, spazzando via con il suo vento nero famiglie intere, spingendo gli uomini a uccidersi in faide senza fine e le donne a fuggire al Nord con i figli. Quel vento, tuttavia, per quanto forte, non può spezzare il filo di seta che lega Agnese al suo uomo. A Milano i due giovani sembrano finalmente liberi di amarsi, anche se i conti non sono ancora chiusi, non possono chiudersi. Il mostro che abita Julien è tutt'altro che sopito, si muove come un lupo seguendo sentieri di vendetta e giustizia immutati nei secoli, che lo conducono a incrociare inaspettatamente la via della Triade.