Bob Dylan incarna da più mezzo secolo lo spirito dell’America – e per suo tramite lo spirito del mondo. I suoi testi, fusi alle musiche cui hanno dato anima e senso, hanno generato canzoni che sono diventate le fondamenta di un sogno collettivo. I tre volumi di Lyrics (il terzo e ultimo uscirà nell’aprile del 2017) raccolgono tutta la produzione poetica di questa voce inimitabile e inconfondibile, organizzandola cronologicamente e arricchendola di una traduzione e un apparato di note, entrambi a cura di Alessandro Carrera, che non hanno eguali per finezza e capillarità nel panorama mondiale.
Bob Dylan incarna da oltre mezzo secolo lo spirito dell'America, e per suo tramite lo spirito del mondo. Nella memoria dei più, i suoi testi sono fusi alle musiche cui hanno dato anima e senso, facendo nascere canzoni che sono diventate le fondamenta di un sogno collettivo, oltre che successi mondiali che hanno dominato e dominano le classifiche e le radio di tutto il mondo. Ma da sempre i suoi testi sono anche letti e studiati con la passione e la serietà dovute alla grande poesia. Non poesia in musica, solo e pienamente: poesia. Quello che milioni di lettori nel mondo già sentivano e sapevano è stato riconosciuto universalmente quest'anno grazie al premio Nobel 2016 per la letteratura, attribuito a Dylan nel fragore di una discussione che ha travolto il mondo della cultura, "per aver creato una nuova espressione poetica nell'ambito della tradizione della grande canzone americana". I tre volumi di "Lyrics" raccolgono tutta la produzione poetica di questa voce inimitabile e inconfondibile, organizzandola cronologicamente e arricchendola di una traduzione e un apparato di note, entrambi a cura di Alessandro Carrera. Un patrimonio di informazioni che facilita al lettore l'impresa di addentrarsi tra gli innumerevoli riferimenti, richiami e citazioni di cui Dylan si serve liberamente, attingendo di volta in volta al patrimonio folklorico, alla Bibbia o alla poesia inglese e americana, da Shakespeare a Ginsberg.
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.
È il più famoso tra i racconti natalizi scritti da Dickens, nel 1843. Un racconto che ha avuto la forza di attingere all'immaginario popolare e a sua volta plasmarlo con forza. Per esempio, il personaggio di Paperon de' Paperoni in inglese si chiama Scrooge McDuck, lo stesso nome cioè dell'"avaro cattivo e senza cuore" di questo racconto dickensiano. Scrooge è talmente cattivo e avaro da rifiutare anche il calore del Natale, per lui solo una perdita di tempo e di soldi. Sarà il fantasma del suo ex socio Jacob Marley a visitarlo per primo. Poi lo visiteranno altri tre spiriti, che gli restituiranno in rapida sequenza la visione del suo Natale passato (di quando cioè lui era un bambino solo e triste), di quello presente (quello del suo contabile Cratchit e del figlio in predicato di morte per la mancanza di cure adeguate) e infine del Natale futuro, quello della sua morte, che verrà accolta con derisione e freddezza da tutti i suoi conoscenti. È in questo momento che il vecchio avaraccio si pente dei suoi comportamenti e cambia finalmente registro, ravvedendosi e celebrando in modo adeguato lo spirito del Natale, con generosità e trasporto per gli affetti familiari.
La Francia, i viaggi per mare, il profumo dei gelsi a Lavilledieu, i treni a vapore, la voce di Hélène. Hervé Joncour continuò a raccontare la sua vita, come mai, nella sua vita, aveva fatto. "Questo non è un romanzo. E neppure un racconto. Questa è una storia. Inizia con un uomo che attraversa il mondo, e finisce con un lago che se ne sta lì, in una giornata di vento. L'uomo si chiama Hervé Joncour. Il lago non si sa." Il testo del romanzo è qui ripubblicato insieme alla trama di immagini che, per certi aspetti, lo reinventano.
In questo libro Recalcati offre al grande pubblico una serie di studi sulla pittura italiana contemporanea, mettendo a punto una riflessione lunga tutta la vita. Da Giorgio Morandi a Giovanni Frangi, da Emilio Vedova a Jannis Kounellis, Recalcati guida i suoi lettori in una ideale galleria del Novecento italiano, facendo emergere significati nascosti, mettendo in relazione vita e opere, restituendo la complessità e l'importanza dell'arte.
Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.
Una famiglia di quattro - madre, padre e i due figli - si trasferisce sull'isola di Tromoya, al largo della costa meridionale della Norvegia, in una casa nuova. Sono i primi anni settanta, i bambini sono piccoli, i genitori giovani e il futuro aperto. Dagli immensi boschi carichi di promesse e misteri, meta prediletta delle scorribande del piccolo Karl Ove, descritto con ossessiva meticolosità, si apre l'appassionato racconto delle sue esperienze e scoperte. La felicità della scuola e lo sforzo per trovarvi un proprio posto; le gratificazioni e le frizioni dell'amicizia; l'eccitazione della vita all'aria aperta con le sue avventure; l'incontro con l'amore, le sue gioie, le sue amarezze; i vestiti, la lettura, la musica, lo sport; e, soprattutto, la famiglia, con le sue due figure antagoniste, l'una più sfumata, l'altra onnipresente: confortevole e serena la madre, autoritario e terrificante il padre, sempre vigile, sempre pronto a esaminare e sanzionare con violenza qualsiasi scivolata.
Si parte dal gigantesco estuario del fiume Congo, come i colonizzatori, i missionari, i bianchi hanno sempre fatto. Un getto possente di detriti, terra, alberi che trasforma l'oceano in un brodo torbido per centinaia di chilometri: "Le immagini del satellite lo mostrano chiaramente: una macchia brunastra che, durante il picco della stagione dei monsoni, si estende verso ovest per ottocento chilometri. Quando ho visto per la prima volta delle fotografie aeree mi è venuta in mente una persona che si era tagliata i polsi e li teneva sotto l'acqua, ma per sempre. Così, quindi, comincia un paese: diluito in una grande quantità di acqua di oceano". E poi, attraverso centinaia di interviste con congolesi di tutte le età e le etnie, attraverso lo studio della storia, dell'archeologia, della geografia e della climatologia, attraverso una scrittura tersa e coinvolgente, si va alla scoperta di un paese, di un popolo, di un continente. Dai primi insediamenti preistorici agli orrori della dominazione coloniale belga, dall'indipendenza alle guerre civili, attraverso giungle e città, montagne di ghiacciai perenni e pianure rigogliose, miniere di ogni minerale prezioso e una natura ricchissima e incontaminata, un libro che davvero restituisce un mondo.
Martin Eden, un giovane marinaio di Oackland, salva la vita a un ragazzotto della buona borghesia di San Francisco, Arthur Morse. Per ringraziarlo, questi lo presenta alla famiglia e alla sorella, Ruth. Tra questa e il giovane marinaio scatta subito un'attrazione vitale, ostacolata però dalle differenze di classe e quindi dalla prevedibile resistenza della famiglia di lei. Un po' per farsi accettare socialmente, un po' perché sinceramente affascinato da quel mondo borghese, Martin decide di affinare la propria cultura. Da giovinastro un po' rozzo, in anni di studio forsennato, si trasforma alla fine in scrittore: dopo un inizio puntellato di rifiuti (tra cui l'abbandono di lei), improvvisamente gli arride la fama. Il suo saggio filosofico, "La vergogna del sole", gli apre le porte dei circoli più esclusivi di San Francisco. Tutti si contendono la sua presenza. Anche Ruth decide di tornare sui suoi passi. Ma questa volta Martin Eden sente di non essere più interessato a lei. Non è più interessato alla vanagloria di quel mondo, a cui pure era riuscito ad accedere...