La Società elettrica cooperativa Alto But di Paluzza (Secab), sorta nel 1911 dall'iniziativa di un gruppo di carnici guidati da Antonio Barbacetto, fu la prima impresa friulana per la produzione e distribuzione di energia elettrica strutturata in forma cooperativa, ed e ancor oggi, a distanza di un secolo dalla costituzione, la più importante della regione. Il volume, che prosegue idealmente gli studi avviati da Andrea Cafarelli e confluiti nella monografia 'I signori della luce', pubblicata in questa collana, documenta l'attività della Secab tra il 1939 e il 1963. Specifica attenzione è riservata alla fase della ricostruzione postbellica e all'esigenza di fronteggiare sul piano tecnico e finanziario l'incremento della domanda di energia, sostenendo la crescita industriale della Carnia, creando nuove opportunità imprenditoriali e tentando di colmare il profondo divario esistente tra le condizioni di fatto e le potenzialita di sviluppo dell'Alto But. Viene pure illustrata l'azione svolta dalla Società negli anni del "miracolo economico" per fronteggiare l'azione invasiva della Sade e, dal 1962, per escludere le cooperative elettriche dal provvedimento della nazionalizzazione.
La monografia esamina i diversi aspetti statistici ed economici della Legge regionale 47 del 1996 relativa alla riduzione dei carburanti nella regione Friuli Venezia Giulia. Tre le esperienze di ricerca legate alla manovra analizzate: lo studio sulle fasce e sul sistema di sconti in fase di avvio; la stima dell'impatto finanziario sui bilanci regionali del primo decennio di applicazione della normativa; l'indagine sulla mobilità, nazionale e transnazionale, delle famiglie per l'acquisto di carburanti per autotrazione verso Slovenia, Austria e Veneto. Carburanti, statistiche e prezzi sono il filo conduttore del volume, che ribadisce la validità dell'approccio quantitativo come supporto alle decisioni razionali dell'operatore pubblico.
Autore di una poetica che Adam Michnik ha definito una misteriosa commistione di metafisica ed eroismo etico, Krynicki è il destinatario della bellissima Lettera a Ryszard Krynicki, in cui il poeta Zbigniew Herbert inviava al più giovane collega i suoi «enigmi della civetta», gli interrogativi sul potere salvifico della bellezza e sul rapporto tra etica ed estetica. Forse la poesia, si chiede Krynicki facendo eco a Czeslaw Milosz, non salva i popoli, ma deve essere voce della coscienza. E così il poeta riceve segnali di civiltà scomparse, la sua immaginazione gira intorno al punto mistico dell.Esplosione primordiale, ma egli vede anche il vagabondo che dispone i suoi cartoni per la notte, si inchina davanti al suo simile diseredato, accosta lo spazio abissale delle galassie, sede del divino, a quello minimo del singolo uomo.
Il volume, basato su una ricca selezione documentaria e su un approccio di storia sociale e culturale, ripercorre, in modo agile e sintetico, le vicende dell'Istria dalla preistoria fino a oggi e descrive le complesse stratificazioni attraverso cui ha preso forma l'identità culturale, sociale ed economica di questa regione plurietnica e di confine, dove sussistono elementi di varia provenienza, dal mondo alpino a quello mediterraneo. Per il rigore metodologico e la ricchezza delle problematiche trattate, il volume si colloca come un punto fermo negli studi sulle realtà plurietniche di confine.
Sullo sfondo del passaggio dal regime borbonico a quello piemontese, le lettere che un padre gesuita invia al fratello, farmacista in Melfi. Partito da Napoli nel 1855 poco più che ventenne, esercita il suo ministero di insegnante e sacerdote in varie città della Spagna, dopo aver rinunciato ai propri beni secondo i precetti della sua religione. Inviato in missione in Argentina, vi rimarrà per quasi trent'anni e sarà amato dal popolo fino alla morte, avvenuta a Cordova nel 1900. Onorato per il suo apostolato, per la dedizione verso gli orfani e i bisognosi, padre Carlucci sarà ricordato come fondatore della comunità dei Giuseppini. La scrittura, non sempre assidua, è il suo legame indissolubile con la famiglia e con la patria: molto è l'interesse per la salute dei suoi cari, per le «domestiche cose», per i fatti politici, e sempre raccomanda preghiere, devozione e prudenza.
Un secolo di storia, di partenze e di ritorni degli emigranti che lasciarono le terre nord-orientali d'Italia tra la metà dell'Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento. Un'analisi di Gian Carlo Bertuzzi sulle "grandi emigrazioni" in Europa ed oltreoceano. Una ricostruzione dei viaggi per mare dai tempi della vela al secondo dopoguerra in un testo di Francesco Fait. Il volume è bilingue (italiano e inglese) ed è corredato da alcune fotografie tratte dall'Archivio Ammer.