Fuga senza fine fu pubblicato nel 1927 e rispecchia il clima tra le due guerre mondiali facendo presagire l'avvento del nazismo. Le vicende di Tunda sono il pretesto narrativo di cui Roth si serve per dipingere con ironia gli squarci della società europea dell'epoca. Tunda, ben lungi dall'essere un eroe positivo, è un uomo in balia degli eventi, rassegnato alla propria sorte. Tunda è un "sintomo" della malattia che altri hanno già contratto. I ricevimenti mondani, la folla per le strade, le conversazioni piatte e superficiali, il denaro che conferisce valore all'esistenza e un generale senso di fugacità sono resi da Roth in modo davvero avvincente. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.
Nel mondo dell'"upper class" britannica, l'aristocratica Guendalina manifesta la sua predilezione per il nome Ernesto (Ernest, nella lingua inglese, si pronuncia come la parola earnest, aggettivo utilizzato per indicare colui che è serio, coscienzioso, franco) e il giovane Giovanni Worthing (Nino) ha assunto tale nome allo scopo di farle la corte, inventandosi pure un fratello scapestrato, impersonato dall'amico Algernon, che ama a sua volta la piccola Cecilia e che approfitta dall'inganno escogitato dal primo per starle accanto. La vicenda, da sempre rappresentata sui palcoscenici di tutto il mondo, si snoda in maniera quanto mai brillante, sospesa com'è fra equivoci geniali e dialoghi superbi che Wilde sa abilmente condurre sino a un lieto fine che, ancora una volta, conferma il paradosso della superiorità delle parole sui fatti anticipando tutte le risultanze del teatro dell'assurdo.
Passati alla storia come "l'età del jazz", gli anni Venti furono, secondo Fernanda Pivano, «il decennio di tutte le proteste e di tutte le rivolte, delle utopie più ottimistiche e delle delusioni più spietate». Immagine e frutto di quegli anni sono i racconti di questa raccolta: le voci, i gesti, gli emblemi esteriori ed effimeri di quel mondo di "belli e dannati" appaiono qui come riflessi in uno specchio deformante. I protagonisti dei "Racconti dell'età del jazz" diventano quindi simbolo di un'epoca storica che vide nello scrittore e in sua moglie Zelda la personificazione di un tipo ideale, ma anche della condizione umana universale, oscillanti tra opposti sentimenti e opposte situazioni, sempre costretti dagli imprevisti della vita all'improvvisazione, come in un ritmo jazz.
Luigi Pirandello, assimilando e oltrepassando la lezione di rigore, oggettività, impersonalità lucida e feroce, impartitagli dal verismo di Verga e Capuana, seppe introdurre nei genere novellistico le note stridenti e dolorose dell'angoscia che attanaglia l'uomo contemporaneo, posto impietosamente di fronte allo specchio che illumina senza velo e senza appello le sue finzioni, le sue ipocrisie, i suoi inganni agli altri e a se stesso, le sue maschere fragili e fittizie.
Gestire i propri risparmi è sempre di più di un lavoro, a tratti addirittura una guerra che va combattuta utilizzando gli strumenti giusti. Immagino che avrai sognato più volte di ottenere rendimenti a doppia cifra, ma quante ore di studio e di ricerca hai speso per raggiungere questo obiettivo?
Qualunque sia la tua risposta hai capito che sui mercati finanziari nessuno regala niente per niente. Informarsi e acquisire conoscenza però non significa necessariamente che l'investitore si debba cimentare con il fai da te perché potrebbe limitarsi a stimolare con domande intelligenti il suo consulente finanziario di fiducia.
Questo libro è pensato proprio per tutti quegli investitori che non vogliono firmare deleghe in bianco. Non c'è bisogno di essere guru o esperti per leggerlo, è ricco di immagini illustrate che guideranno il lettore attraverso la conoscenza guidata di terminologie complesse quali asset allocation o absolute return fino a ieri appannaggio solamente di pochi eletti.
Questa raccolta di aforismi, tratta dai "Parerga e Paralipomena" e pubblicata nel 1821, riscuote sin dal primo momento un successo insperato da parte del filosofo. È propriamente un trattato sulla vita felice, un insieme di fulminanti riflessioni che aiutano a rendere la vita il più piacevole possibile. Introduzione di Mauro Conti.
Scritti in uno dei periodi più sereni della vita di Oscar Wilde, questi racconti sono favole tenere e sentimentali, nate probabilmente per essere raccontate ai figli piccoli, nei confronti dei quali egli era padre affettuoso e compagno di giochi, storie che hanno il pregio di toccare con la stessa forza l'animo dei lettori maturi e di quelli più giovani, attraverso mirabili personaggi: dal Principe felice, una meravigliosa statua che rinuncia alla sua bellezza materiale solo per il desiderio di fare del bene, all'Usignolo che si sacrifica inutilmente in nome dell'Africa, al Gigante che, pentitosi del suo egoismo, apre il suo giardino ai bambini e, una volta diventato vecchio, viene accompagnato in Paradiso dal bambino che aveva amato di più. Con il suo inconfondibile talento e la sua malinconica ironia, Oscar Wilde regala al lettore grandi fiabe, narrate con uno stile leggero, in esatto equilibrio fra necessità e divagazione, sintesi e ricchezza immaginativa.
L'opera, forse la più completa ed emblematica di Franz Kafka, narra la drammatica storia di K., accusato ingiustamente e condannato a morte. L'uomo non ha vie d'uscite, non ha scampo, nonostante egli si batta per dimostrare la propria innocenza. Ma se un potere irrazionale, perfino illegale, procede inesorabilmente verso la sua condanna, una parte oscura dello stesso K. giustifica, a dispetto della propria buona coscienza, questa colpa inesistente eppur realissima nella psicologia del giovane e valente impiegato di banca. La resa del protagonista è già nelle premesse, in quel suo difendersi senza passioni e senza speranza, senza momenti di autentica fiducia in se stesso e nella giustizia umana; la sua lotta rassegnata, marchiata da un indistruttibile senso di colpa, anticipa già l'assurda conclusione della vicenda. Introduzione di Casini Leonardo.
Maestro del genere gotico, Poe fece della paura il suo tema per eccellenza, nonché lo strumento principe per la comprensione delle dinamiche psicologiche. Caratterizzati da un'inconfondibile atmosfera onirica e visionaria, i racconti di Poe racchiudono verità che risiedono oltre l'apparire: la visione non è reale, ma nonostante ciò è vera.
L'irrequietudine dell'animo: come riconoscerla, diagnosticarla, curarla. Solo dopo queste fasi si potrà arrivare alla tranquillità dell'animo. Ma attenzione: tranquillitas non è possesso definitivo, dal quale nulla e nessuno possa allontanarci, ma equilibrio continuamente raggiunto, perduto, recuperato, nella consapevolezza che l'animo umano vacilla facilmente di fronte alle molte, troppe insidie che sono in noi e fuori di noi. Tranquillitas quindi non sarà assenza di movimento, ma incessante attività dello spirito, in continua dialettica con se stesso.