Nello sforzo di tradurre in linguaggio canonistico l'ecclesiologia conciliare, le categorie di universale e particolare, che appartengono all'essenza stessa della Chiesa come dimensioni di una reciproca immanenza nella sua realtà misterica, non si presentano semplicemente come modalità giuridiche di tipo organizzativo ma esprimono le esigenze dell'unica Chiesa che al tempo stesso vive in un mosaico di realtà "nel quale sono raffigurati i volti di tutti i fedeli, laici e Pastori, e di tutte le comunità" (Benedetto XVI).
Il volume presenta gli Atti del XI corso residenziale del Centro Studi di Spiritualità di Milano, tenutosi nel luglio 2012 a Bienno (BS). Esso punta l'attenzione su ciò che, dai racconti evangelici, da Paolo e da altri ancora, costituisce l'aspetto cruciale del cristianesimo: la croce, la fede nel Crocifisso e la sequela del Crocifisso. Ora, sebbene questa verità non venga espressamente messa in dubbio, si avverte oggi il forte rischio di ridurre la croce a puro simbolo culturale, a mero repertorio e reliquia del passato della quale fare uso archivistico e museale o semplicemente espressivo. Qual è allora il valore della croce come simbolo e quale legame esiste fra questo simbolo esteriore e l'identità cri-stiana? Come riprendere e rivedere seriamente il valore della croce nell'esistenza cristiana? Rispondono a queste domande i saggi raccolti nel volume: per l'aspetto filosofico A. Fabris, per quello biblico R. Vignolo (vangelo di Giovanni) e F. Bargellini (letteratura paolina), per quello iconografico/artistico A. Montanari, per quello sistematico A. Cozzi e per quello spirituale (con riferimento all'e-sperienza di E. Stein) L.E. Bolis.
Giona è come "Il Piccolo Principe" biblico, dal linguaggio semplice, da favola sapienziale, dal potenziale di una parola ironica, mite e leggera, capace di illuminare e guarire. La vicenda (parodistica) di un profeta fuggiasco dalla propria missione a Ninive, cupamente adirato e intristito per non condividere la volontà salvifica di Dio verso la capitale assira, responsabile tra le peggiori crudeltà perpetrate nel Medio Oriente Antico, ci dà una lucida diagnosi dei nefasti inconvenienti del risentimento. E insieme ci regala anche il brillante rimedio in due tempi, escogitato da Dio per questo suo "antiprofeta": prima una terapia umida, incalzante e terrificante, di una tempesta e di un pesce di enormi proporzioni -, che poi diventa una più ordinaria e minimale terapia secca - un alberello contro il sole cocente, un vermicello roditore, e infine il vento afoso, che fanno dire a Giona: "per me, meglio morire che vivere!". Chissà che quei sentimenti di Dio - grande e misericordioso per Ninive -, intollerabili agli occhi di Giona, in realtà possano risultargli assai più compatibili di quanto non pensi.
Aprendo solennemente il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII segnalava come l'oggetto dell'attesa ecclesiale fosse "un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze" (Gaudet mater ecclesia, EV 1/55). Il "balzo innanzi" in quella direzione ha richiesto e richiede ancora un "balzo innanzi" della teologia stessa. L'Associazione Teologica Italiana, intende partecipare alle celebrazioni per i cinquant'anni dall'apertura del Concilio con la presente pubblicazione dedicata a ricostruire l'impatto del Vaticano II sul modo di fare teologia. La verifica del 'nuovo paradigma teologico' inaugurato dal Concilio è accompagnata da alcuni sondaggi relativi a temi particolari (il ritorno alle fonti, l'ecumenismo, la teologia della fede, la cristologia, il linguaggio, le reazioni nella teologia evangelica), proposti da teologi italiani che appartengono alla generazione successiva a quella di coloro che più direttamente hanno vissuto l'evento conciliare. Seguono poi alcuni saggi dedicati alla recezione del paradigma conciliare nella teologia italiana, nei paesi dell'Est-Europa dopo il 1989 e nell'area latinoamericana.
La tradizione cristiana ha a lungo riflettuto sui sensi spirituali che, come oggi appare chiaro, non vanno intesi in alternativa ai sensi corporei, ma co-stituiscono l'affinamento dei quegli stessi sensi, illuminati dalla luce dello Spirito. È noto che la tradizione cristiana occidentale e filosofica ha gradualmente manifestato anche una diffidenza nei confronti del sensibile, che ha portato all'inaridimento e all'estenuazione che l'egemonia della ragione ha imposto all'elemento sentimentale, affettivo ed emotivo dell'esperienza umana. Il volume presenta il risultato di una ricerca promossa dal Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale (Milano), che ha inteso sviluppare un confronto interdisciplinare a tutto campo, con l'intento di offrire una percezione più completa dell'uomo concreto e della qualità spirituale della sua esperienza.
Il volume raccoglie le riflessioni tenute dall'Autore in occasione della visita di papa Benedetto XVI per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano nel giugno 2012. La famiglia è da sempre al centro dell'attenzione e della cura pastorale della Chiesa cattolica. Lo è in particolare nella stagione contemporanea; la causa della famiglia è stata più volte difesa dalla Chiesa, in particolare nei confronti di decisioni politiche e legislative, che parevano penalizzarla e sancirne la progressiva e inesorabile marginalità nella società presente. Tale difesa della famiglia si è prodotta tuttavia a procedere da un assunto di fondo, che appare sempre meno scontato, quello cioè che la natura della famiglia e dei suoi compiti siano subito a tutti evidenti. Urgente diventa dunque produrre una riflessione esplicita sulla famiglia; per rapporto a un tale obiettivo assai illuminante appare la testimonianza della Scrittura. Appunto la congiuntura storica e culturale sollecita una riflessione teologica e biblica sulla famiglia che l'A. svolge limpidamente in quattordici densi capitoletti.