Comprendere è comprendersi; a partire da questa prospettiva il saggio affronta il linguaggio della morale e della spiritualità islamiche. La "scoperta" attraverso il linguaggio arabo-islamico dei valori morali e spirituali intende anche pagare il debito che il cattolicesimo deve all'islam dopo secoli non solo di disattenzione a questo patrimonio ma anche di contrapposizione rivolta a negare molti aspetti nobili della religione. Il saggio si propone di portare, mediante un primo approccio, alla conoscenza dei termini e delle formule strutturali con cui sono stati espressi interrogazioni, aspettative, orientamenti, linee di forze della virtuosità e della spiritualità della comunità e dei singoli soggetti. Due dimensioni parallele, spiritualità di base e spiritualità sufica, ma tendenti ad interagire, in quanto fondate ambedue sulle fonti coraniche e profetiche, sebbene orientate ad esperienze a diverso livello. Cogliere la specificità del linguaggio islamico significa anche prendere atto delle differenti prospettive (islamiche e cattoliche) e incrementare la volontà di ricerca degli uni verso gli altri.
Onorio "di Autun", vissuto in un periodo imprecisato a cavallo fra XI e XII secolo, è un personaggio alquanto misterioso per noi (non conosciamo neppure il luogo di nascita), ma molto fecondo e celebratissimo al suo tempo. Il Sigillum Beatae Virginis Mariae è la sua seconda opera: un breve trattato per spiegare a una comunità di monaci benedettini come mai il Cantico dei Cantici era stato scelto come lettura liturgica per la solennità dell'Assunzione di Maria, recentemente introdotta. Sotto l'aspetto didattico, l'autore - con tutta probabilità monaco a sua volta - ne approfitta per proporre una attualissima lezione di spiritualità, tutta centrata sull'Incarnazione di Cristo e sulla valorizzazione delle realtà create.
Jean Baptiste Saint-Jure gesuita scrisse la vita di Gaston de Renty nel 1651 a soli due anni dalla morte del barone di cui fu direttore spirituale. Figura straordianria, discendente di una nobile casata, sposato e padre di quattro figli, superiore della Compagnie du Saint Sacrament, instancabile animatore di opere caritative e sociale. L'esperienza spirituale di Renty non separa in alcun modo l'unione mistica con Dio e l'azione concreta verso il prossimo.