La coscienza è la parte più evanescente dell'essere umano e il cuore della vita interiore di ciascuno. Nel tempo, la filosofia e la religione cristiana hanno creato un deposito di idee sulla coscienza che ha finito con il formare il senso comune occidentale sui tratti più caratteristici della nostra specie. Oggi la scienza della mente promette di rendere conto di tale fenomeno alla luce delle nuove conoscenze, in un quadro sperimentale e coerente con le scienze naturali. Interpellando insieme la riflessione filosofica e la scienza contemporanea, l'autore ci mostra che la coscienza è un fenomeno genuino, introspettivamente saldo e fondato nella costituzione del nostro corpo. La coscienza non è un mistero, né qualcosa di sacro, ma una facoltà naturale, che condividiamo con altre specie animali e che forse in futuro potremo osservare nei robot.
Pietro Perconti insegna Filosofia della mente nell'Università di Messina. Fra i suoi libri, "Leggere le menti" (Bruno Mondadori, 2003), "E-mail filosofiche. Di grandi idee e problemi quotidiani" (con S. Morini, Cortina, 2006) e "L'autocoscienza. Cosa è, come funziona, a cosa serve" (Laterza, 2008). Per il Mulino ha curato anche "Le scienze cognitive del linguaggio" (con A. Pennisi, 2006).
Dai moti di piazza Tien an Men al crollo del Muro di Berlino e alle proteste contro il G8 e il WTO, l'età globale è contrassegnata dalla disobbedienza, tornata sulla ribalta della storia dopo lunghi anni di silenzio. Il volume offre una ricostruzione sistematica dei modi in cui la disobbedienza è stata elaborata, sostenuta e criticata nella storia del pensiero politico occidentale. In un percorso che va da Antigone agli hacker contemporanei ne è esaminata la comparsa nel lessico politico e ne sono ricostruite le diverse manifestazioni, nell'intento di mostrare come la sua ricchezza semantica sia ben più ampia della lettura "liberale" con cui essa è stata identificata, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Non un'alternativa moderata della rivoluzione e della ribellione, ma un diverso modo di intendere la politica radicale, fondato sulla sottrazione e la defezione dall'ordine costituito.
Raffaele Laudani è assegnista di ricerca presso l'Università di Bologna. Ha insegnato alla Columbia University di New York. Con il Mulino ha pubblicato "Politica come movimento. Il pensiero di Herbert Marcuse" (2005).
Con una nuova introduzione di Michele Salvati, si ripropone qui uno dei testi che hanno segnato il dibattito sul ripensamento della politica nel mondo globalizzato. Giddens si interroga sui caratteri e sul ruolo che deve avere oggi una politica radicale, dopo il declino della prospettiva socialista e il progressivo svanire dei profili tradizionali della destra e della sinistra. Alla crisi di un mondo che ha sfidato i limiti dell'ordine naturale e sociale è possibile rispondere soltanto con una politica che vada oltre contrapposizioni ormai fuori corso, e che, attingendo dal conservatorismo filosofico alcuni principi di base (protezione, conservazione, solidarietà), li metta al servizio di obiettivi appartenenti al patrimonio tradizionale della sinistra: la liberazione, l'emancipazione, l'uguaglianza.
Anthony Giddens, fra i maggiori sociologi del nostro tempo, ha insegnato nell'Università di Cambridge ed è stato direttore della London School of Economics. Le sue opere edite dal Mulino sono: "Le conseguenze della modernità" (1994), "Durkheim" (1998), "Il mondo che cambia" (2000), "La trasformazione dell'intimità" (1995) e "Fondamenti di sociologia" (2006).
Storico, intellettuale, politico, Pietro Scoppola (1926-2007) è stato una delle massime figure del cattolicesimo democratico italiano. Alcuni suoi libri, come "La proposta politica di De Gasperi" e "La repubblica dei partiti", hanno costituito pietre miliari nella storiografìa sull'Italia repubblicana. Agostino Giovagnoli compie la prima analisi complessiva dell'opera di Scoppola, di cui è stato allievo. Ripercorrendo la sua formazione intellettuale e spirituale, rileggendo i suoi interventi pubblici e la sua ricerca storica, Giovagnoli individua l'asse della riflessione scoppoliana nel tema della convivenza di Stato e Chiesa dopo la grande frattura fra società civile e religiosa rappresentata dalla Rivoluzione francese e sottolinea come sia nel suo lavoro di storico del movimento cattolico, sia nel suo impegno civile e politico il punto cruciale per Scoppola sia stato il rapporto fra Chiesa e democrazia.
Il volume fornisce una ricostruzione storica delle istituzioni politiche presenti nei vari stati della penisola tra la fine del Settecento e l'Unità d'Italia. L'attenzione al mutamento delle forme istituzionali (apparati statali, amministrazioni locali, rappresentanze di corpo o territoriali) offre la possibilità di indagare le peculiarità della transizione italiana dall'antico regime allo stato di diritto ottocentesco. Ne esce tratteggiata l'"infanzia" di quel forte policentrismo a timbro municipalista o generalmente localista che ha poi rappresentato uno dei tratti della storia italiana unitaria, fino ai giorni nostri. Ma si ricostruiscono anche le prime fasi di sperimentazione del modello liberale che costituì il punto d'approdo della vicenda risorgimentale.
Marco Meriggi insegna Storia delle istituzioni politiche nella Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Napoli "Federico II". Con il Mulino ha pubblicato anche "Amministrazione e classi sociali nel Lombardo-Veneto 1814-1848" (1983).
Si tratta di una selezione di scritti su alcune figure chiave della letteratura tedesca. Scritti durante l'esilio americano, i saggi scoprono una tradizione diversa da quella fissata dalla letteratura nazionale. La maliziosa ironia di Heinrich Heine, la lotta esistenziale di Franz Kafka con le idee del mondo della vecchia Europa, si ricompongono lungo la corrente della "tradizione nascosta" che è quella della coscienza ebraica, della esclusione che non rinnega la propria storia in cui il futuro era precluso dal passato. Accanto ad essi, altre figure che hanno illuminato con il loro scrivere i tempi oscuri della loro epoca: l'intelligenza erudita e ribelle di Walter Benjamin, il poeta e politico Bertolt Brecht e un piccolo e gustoso ritratto di Charlie Chaplin.
Da più di sessant'anni è, insieme al Wto e alla Banca mondiale - le altre due organizzazioni nate dagli accordi di Bretton Woods nel 1944 -, un pilastro dell'ordine economico internazionale. Ne sono prova gli interventi messi in atto dal Fondo monetario in molti paesi per fronteggiare la crisi dei mutui subprime, e il sostegno fornito alla Grecia, che nel maggio 2010 ha rischiato una bancarotta dello stato. Nel volume si spiega che cosa è e come funziona il Fondo monetario internazionale, qual è il ruolo che ha svolto finora e come si è trasformato nell'età della globalizzazione fino alle ultime crisi finanziarie.
Giuseppe Schlitzer è direttore per gli Affari economici della Federazione Abi-Ania e docente di Prospettive macroeconomiche globali nell'Università Luiss di Roma. E' stato consigliere del direttore esecutivo italiano presso il Fondo monetario internazionale e ha ricoperto vari incarichi in Banca d'Italia e in Confindustria.
Le scienze del cervello ci sorprendono ogni giorno con straordinarie scoperte, mettendo in discussione numerose idee correnti. Le nostre scelte morali sembrano non essere del tutto figlie di riflessioni e di ragioni; le nostre credenze sono influenzate non solo dalla cultura, ma anche - ci piaccia o no - dall'architettura della nostra mente, su cui non abbiamo alcun controllo. La nostra stessa autocoscienza e il concetto di persona vacillano sotto i colpi della ricerca sulle basi cerebrali della vita mentale. In questo volume, alcuni fra i maggiori esperti italiani della materia fanno il punto su una nuova disciplina, la neuroetica, chiamata a fare i conti con le acquisizioni delle neuroscienze e le loro ricadute sulla cultura e la vita pratica.
Andrea Lavazza è studioso di filosofia della mente e di scienze cognitive. Fra le sue pubblicazioni: "L'uomo a due dimensioni" (Bruno Mondadori, 2008) e "Siamo davvero liberi?" (curato con M. De Caro e G. Sartori, Codice, 2010). Giuseppe Sartori è professore ordinario di Neuroscienze cognitive presso l'Università di Padova, dove dirige anche il Master in Psicopatologia e neuropsicologia forense e la Scuola di specializzazione in Neuropsicologia.
Camillo Cavour e Otto Bismarck sono i costruttori degli Stati nazionali italiano e tedesco, e due grandi modelli di leadership politica. Esercitando una guida politica secondo la logica parlamentare liberale, in una dinamica politica carica di contrasti, dura e vivace, Cavour è leader risoluto nel parlamento e in forza del parlamento. Si crea così il "modello Cavour" che diventa attraente per i liberali tedeschi. Ma l'unità tedesca segue altre strade grazie a Bismarck che incarna il principio d'autorità monarchica, pur utilizzando in modo spregiudicato strumenti democratici. In costante tensione e conflitto con il parlamento, dispone del formidabile strumento militare dell'esercito prussiano. Sullo sfondo degli avvenimenti italiani del 1859-61 e di quelli tedeschi del 1866-67, il volume ripercorre i processi di decisione politica di Cavour e di Bismarck, i loro stili di governo tra liberalismo e cesarismo in una dialettica tuttora presente nella vita politica contemporanea.
Gian Enrico Rusconi è professore emerito dell'Università di Torino, Gastprofessor nella Freie Universität di Berlino ed editorialista della "Stampa". Con il Mulino ha pubblicato tra l'altro "Rischio 1914" (1987), "Se cessiamo di essere una nazione" (1993), "Resistenza e postfascismo" (1995), "Patria e repubblica" (1997), "L'azzardo del 1915" (2005).
Circa il 15% delle coppie italiane non riesce ad avere figli; a questa percentuale si aggiunge un altro 5% dovuto a sterilità secondarie, insorte cioè dopo una gravidanza. Quali risposte può fornire la scienza medica a queste persone? Uno tra i maggiori esperti di fisiopatologia della produzione umana traccia una sintesi aggiornata delle tecniche di fecondazione assistita e dei protocolli più avanzati - oggi meno aggressivi che in passato e con meno rischi di complicazioni - nonché delle diverse concezioni etiche e giuridiche in materia, fino alle limitazioni imposte dalla legge 40 del 2004.
Carlo Flamigni ha diretto l'Istituto di clinica ostetrica e ginecologia dell'Università di Bologna e fa parte del Comitato Nazionale di Bioetica. Tra le sue numerose pubblicazioni: con Mondadori "Il libro della procreazione" (II ed. 2003); con Utet "Il controllo della fertilità" (2006) e con Dalai editore "La questione dell'embrione" (2010).