
«La Chiesa ha molto bisogno di essere conosciuta per essere amata e seguita» (Benedetto XVI). È quanto si propongono queste conversazioni sulla storia della Chiesa che, con stile semplice e a tutti accessibile, offrono una efficace sintesi, utile a chiunque voglia avere un quadro d'insieme di una storia affascinante, ricca e complessa. Questo secondo volume percorre i cinque secoli che vanno dall'inizio del secondo millennio fino al concilio di Trento. Sono i secoli delle lotte tra Chiesa e impero, dello scontro con Arabi e Turchi, delle crociate, dell'inquisizione, della riforma protestante e di quella cattolica. Sono i secoli in cui sorgono le cattedrali, le università, e la fede cristiana dà vita a una civiltà, quella medievale, che da essa prende forma in ogni aspetto dell'esistenza, unendo i popoli in un vincolo assai più efficace dell'antica e pur gloriosa lex romana. Sono i secoli in cui, frantumata l'unità dell'Europa a causa delle divisioni religiose, nasce e si consolida l'assolutismo del principe moderno. Diverse le zone d'ombra, che coinvolgono uomini di Chiesa fino ai più alti livelli, ma ben più impressionante è lo spettacolo della santità che sempre si rinnova, facendo fiorire la fede e la carità.
Le fiabe sono una grande parabola sul mistero che è la vita. L'uomo, ascoltandole, impara sé stesso. Gli parlano della sua casa perduta, del suo errare e del dolore, del suo desiderio di tornare all'antica condizione e di Colui che si svela in un modo che sconvolge totalmente l'uomo e gli offre una mano di aiuto. Le fiabe aprono all'uomo gli occhi e quindi lo educano. Perché «il discorso spiega, la legge dà ordini e il racconto converte». Nel paese dell'infanzia la gerarchia dei valori è imperniata sulla priorità del dono. Il bambino spontaneamente coglie la realtà del mondo umano nel suo aspetto più essenziale che è la gratuità... Del bel mondo del dono parla la poesia. La fiaba è il suo aspetto primario e forse quello che più profondamente penetra nella verità dell'essere umano.
Un grande fuoco nel cuore è il racconto della vita di Van Gogh, quale risulta dallo studio delle lettere e dalla contemplazione di alcune tele. Due strade che portano all'incontro con la sua vibrante umanità. Emerge l'esperienza di un uomo bruciato da «un grande fuoco nel cuore», teso a scrutare e a rappresentare il mistero che sta al fondo di ogni persona e della realtà tutta: «Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l'aureola».
Volume che accompagna la mostra "Sulla via di Damasco. L'inizio di una vita nuova" realizzata in occasione dell'anno paolino (28 giugno 2008 - 29 giugno 2009).
L'autore ci consegna il frutto di uno studio lungo e appassionato della storia della Chiesa per farcela conoscere e amare nella sua verità, oltre ogni censura e falsità. Ogni capitolo è corredato da un'ampia documentazione. Un volume indispensabile per una memoria viva delle radici su cui costruire il nostro futuro. «Non ho inteso occuparmi di tutta la storia della Chiesa, ma soltanto dei periodi più significativi del suo ricco percorso, come pure degli avvenimenti più chiacchierati da parte di coloro che pubblicano con molta disinvoltura, esponendo non tanto i fatti nella loro verità, ma piuttosto le loro interpretazioni ideologiche. Capita così che non infrequentemente si incontrino nei libri di testo, che corrono fra le mani inesperte degli allievi delle scuole medie, sia inferiori che superiori, notizie sui fatti che hanno coinvolto la Chiesa, o di cui la Chiesa stessa è stata protagonista lungo i secoli, tutt'altro che conformi alla verità. Mi sono quindi proposto di fare opera di divulgazione sintetica e chiara e di fornire al lettore una veridica comunicazione degli avvenimenti, guardati e interpretati con l'occhio di chi ama la Chiesa e perciò la presenta come essa è stata voluta dal suo Fondatore, Gesù Cristo. Una Chiesa che, grazie ai suoi santi, è lievito nella pasta del mondo; che riscatta la storia dell'umanità dalle sue trasgressioni e dai suoi delitti; che riporta la luce dove dimoravano le tenebre, seguendo fedelmente la sua vocazione missionaria sulle tracce del suo Fondatore e Maestro».
La diffusione del simbolismo vegetale, e in particolare dell.albero, non conosce confini spaziotemporali; ogni civiltà infatti ne ha conosciuto la presenza nei testi sacri, cosmologici, teologici, nel mito e nel folklore, e quindi nell'iconografia. Per gli uomini primitivi l'albero ha avuto un'importanza fondamentale: segnalava la presenza dell'acqua, offriva ombra, forniva il legno che serviva per la costruzione di utensili e abitazioni e per accendere il fuoco, era fonte di nutrimento con i suoi frutti. L'albero diventa sacro in virtù della sua potenza perché manifesta una realtà extra-umana, perché si presenta in una certa forma, porta frutti, si rigenera. E per questo può diventare simbolo dell'Universo, sino a divenire l'Albero Cosmico che si erge al centro dell'Universo e costituisce il punto di intersezione delle tre regioni cosmiche: Cielo, Terra, Inferno. Con queste caratteristiche troviamo il simbolo dell'albero presente in tutte le grandi civiltà, da quelle mesopotamiche all'Egitto, dall'India alla Cina, dalla Grecia a Roma, per assumere nella tradizione giudaico-cristiana la valenza salvifica legata alla Croce. Il volume presenta le testimonianze iconografiche dell'albero della vita nelle diverse civiltà, legandole alle fonti letterarie proprie delle stesse civiltà. La ricca galleria di immagini e testi offre un affascinante viaggio alle radici del senso religioso dell'uomo di ogni tempo.
Nicola Fambri è morto il 24 novembre 2006 all'età di 22 anni. Era iscritto al IV anno del corso di laurea in fisica presso l'Università di Trento. Colpito da grave malattia ancora adolescente ha vissuto la propria esistenza con straordinaria intensità come documenta questa raccolta di lettere agli amici. «La guarigione non era più il primo problema, non mi sembrava per nulla una risposta adeguata a riempire il mio cuore... volevo solo essere felice. Sentivo l'urgenza di essere veramente felice. Ciò mi ha permesso di attaccarmi al presente in un modo che mai avevo sperimentato prima e domandare. Non avevo mai vissuto, nemmeno i momenti più belli, così intensamente. Da quel giorno è un crescendo continuo. In ogni cosa cercavo qualcosa che fosse per me, per il mio compimento, per riempire la sete di felicità che avevo.