
Suor Nazarena, monaca camaldolese morta a Roma nel 1990, ha vissuto per oltre 40 anni volontariamente reclusa in una cella non per una fuga o per disprezzo del mondo, ma per amore a Cristo e ai fratelli: «L'amore per Gesù e i fratelli divori il mio cuore in un martirio di amore ignoto anche a me stessa».
Poche righe, immagini, quasi istantanee. Marina Corradi racconta così una famiglia, la sua, la cui storia si dipana dall'inizio del Novecento a oggi. Una cronaca di eredità e memorie tramandate o perdute, in cui chi legge potrà forse riconoscersi. Come anelli di una catena ci perpetuiamo nei figli, e i padri si allontanano nell'oblio. La nostra storia scorre, breve. Solo voltandoci indietro ci pare di scorgere, dai padri ai figli, un filo: a volte doloroso, a volte imprevedibile. Ma, in fondo, misericordioso. Perché nascono e crescono, dopo guerre, povertà, dopo tutte le passioni e gli errori dei padri, i figli dei figli.
Samuele scopre di essere «una bomba che cammina».
Alla dottoressa che gli chiede se è disposto a lottare per la vita e quali motivazioni ha per farlo, risponde di sì, perché è marito e padre di due bambini ancora piccoli, ha ancora tante cose da fargli vedere, «e poi… devo andare sul Monte Bianco».
Un libro a più voci, in cui il dramma di Samuele è raccontato non solo dal protagonista, ma anche da quanti gli sono stati vicini e lo hanno accompagnato in un cammino sospeso tra la vita e la morte: la moglie, i figli, i medici, gli amici, visibili e invisibili.
Una storia che ha il sapore del miracolo e della gratitudine.
«Partecipare per affinità all’evento unico e singolare di Gesù Cristo in qualunque tempo e luogo – questa è l’esperienza cristiana – esprime la più imponente prova della credibilità della Chiesa».
Angelo Scola
In questi esercizi predicati a sacerdoti il cardinale Scola affronta il tema dell’annuncio di Cristo in un’epoca che ha già superato il secolarismo ed è entrata nella fase della deresponsabilizzazione: l’uomo non risponde più alla chiamata della vita. Ma l’uomo è definito da vocazione e compito. Per questo ogni tempo è propizio per annunciare Cristo, perché il cuore dell’uomo è sempre pronto per accogliere la vita nuova che sgorga da Lui.
Introduzione e conclusione di Julián Carrón
Che cosa ha da dire il monachesimo all’uomo di oggi la cui esistenza è spesso in frantumi?
In questa conversazione Madre Geltrude, alla luce di una lunga esperienza, ci guida a comprendere il senso di una vita rivolta a Dio per accogliere e donare speranza a chi desidera ritrovare sé stesso.
Dio infatti si china sulle ferite degli uomini per prendersene cura e rendere la vita di ciascuno unica, irripetibile e preziosa.
«Siamo amati non perché amabili,
ma perché Dio è amore».
Madre Geltrude
San Francesco di Sales vuol fare amare la vita cristiana in un’epoca in cui essa sembra essersi definitivamente separata dalla vita tout court. L’arte di san Francesco di Sales consiste proprio nel presentarci il Vangelo in modo da rendercelo attraente.
Questi testi intendono dare una risposta alle domande che ogni cristiano si pone in un mondo ridivenuto pagano. In sostanza: come vivere la propria fede con gioia e buonumore «in mezzo alle onde amare di questo secolo» in famiglia, sul lavoro, in politica o a scuola?
Madre Adalberta Hasmandová nacque nel 1914 in una famiglia di agricoltori, settima di otto figli. Fin da bambina sentì il desiderio di dedicare la sua vita al Signore ed entrò in convento all'età di appena tredici anni. Nel 1941 pronunciò le promesse perpetue. Erano gli anni della guerra, ai quali seguì uno dei periodi più bui per la Cecoslovacchia. I comunisti, al potere dal 1948, avevano ingaggiato un feroce braccio di ferro con la Chiesa nel tentativo di sottometterla. Anche suor Adalberta fu arrestata nel 1952 per aver dato asilo a un sacerdote sfuggito a una retata e dovette scontare otto anni di carcere duro. Eletta nel 1970 superiora generale del ramo cecoslovacco della Congregazione delle Suore di Misericordia di San Carlo Borromeo, vi portò uno spirito nuovo alla luce del Concilio. Sfidando i divieti del regime, accompagnò la vocazione religiosa di molte coraggiose giovani che dovettero percorrere clandestinamente l'intero itinerario di formazione religiosa. Morì nel 1988. Il 6 dicembre 2014 è stata dichiarata venerabile.
Nella Cappella degli Scrovegni Giotto ha dipinto la storia più bella del mondo, quella di Gesù, cominciando dai suoi nonni Gioacchino e Anna, i genitori di Maria.
Attraverso di lei Dio si fa bambino.
Tutti sono presi da stupore e restano a bocca aperta, perfino i cammelli.
Età: 4-8 anni
Gesù, il re dei re, entra a Gerusalemme sul dorso di un asino. Iniziano i giorni più importanti della storia: Gesù dona la vita sulla croce e dopo tre giorni risorge, vincitore sul male e sulla morte.
E ci invita a stare accanto a Lui, come gli angeli e i santi in paradiso.
Età: 5-8 anni
«La mia contraddizione era tutta lì, angelo e demone allo stesso tempo».
Fra le strade di Roma, il tarlo dell’autodistruzione scava un solco nella vita di Attilio – figlio modello in casa, criminale modello fuori – fino alla condanna per omicidio. La lunga carcerazione è il punto di svolta che lo costringe a riguardare sé stesso.
«Avevo distrutto tutto e tutti, ma volevo ricominciare».
Fabio Masi attinge a dieci anni di corrispondenza tra Attilio e l’amico Massimo, e racconta una potente storia di amicizia e cambiamento che ci parla del bene e del male, di incoscienza e riscatto, di sconfitta e rinascita.