L'interesse eccezionale delle Institutiones di Gaio è giustificato da diverse ragioni; tra le principali si possono citare l'enigma concernente la figura dell'autore, la straordinaria preservazione del testo pressoché integrale dell'opera di un giurista dell'epoca classica (caso praticamente unico), le circostanze del ritrovamento del palinsesto. Tuttavia il punto centrale resta il fatto che le Institutiones Gaiane ci trasmettono l'unica visione di insieme delle forme del diritto romano classico e repubblicano, delle genuine radici, cioè, del formante giuridico, che costituisce senza dubbio il contributo più significativo e rappresentativo della civiltà romana alla costituzione della cultura occidentale.
Il libro estrapola, dalla lunghissima relazione di Matteo Ripa (mille pagine) infarcita di particolari tecnici, quelle che sono descrizioni impagabili delle persone e dei luoghi incontrati durante il suo viaggio verso la Cina, e soprattutto dei tredici anni che trascorse alla corte dell'imperatore Kangxi. Sono descrizioni che portano molta attenzione al lato umano, tolgono l'imperatore Kangxi, uno dei più famosi della storia della Gina, dal trono e lo avvicinano come essere umano alla vita.
Leo Taxil è un personaggio leggendario, tanto che si parla di lui anche ne Il cimitero di Praga di Umberto Eco. Prima massone, poi fervente cattolico, è colui che più di ogni altro ha contribuito a creare l’immagine della masso-neria come “Sinagoga di Satana”. Giornalista e scrittore francese, prima di essere cacciato dalla loggia di cui faceva parte, fu critico nei confronti della Chiesa cattolica e, dopo la conversione, concentrò le sue calunnie nei con-fronti della massoneria. Questo libro è un vero classico; su di esso infatti si sono basate tutte le principali accuse rivolte alla massoneria; accuse spesso infondate e fantasiose, che hanno però contribuito a fissare l’im-magine del massone come cupo cospiratore, intento a praticare forme di occultismo di bassa lega. Un grande falso, quindi, forse “la più grande mistificazione antimassonica” e, anche per questo, un’opera imprescindi-bile per tutti gli appassionati di storia della massoneria. Sia perché con-tiene alcune autentiche rivelazioni sui rituali compiuti dagli iniziati, sia perché rappresenta il testo fondamentale per comprendere la genesi dei pregiudizi, ancora oggi molto diffusi, nei confronti dell’antica as-sociazione iniziatica.
Responsabilità è ciò che la gente chiede alla gente. Senso generatore di senso. Un senso che sembra esser perso nel tempo corrente. Una parola che sembra esser desueta e, così, non più collegata a Valore, Morale e Libertà. Fors'anche perché sostituita da sicurezza. Condizione, questa, che ci è posta come la soluzione alla vita non buona che viviamo. E spesso quello che sviluppiamo per arginarne il dilagare altro non è che resistenza. Ma la resistenza è logorante e deve far i conti con quella caratteristica umana che è la sofferenza. Occorre capacità di cura. Una cura che parta dal sé di ognuno ma non si esaurisca nello stesso. E dal sé di ognuno potrà estendersi verso il prossimo altro, a partire dal figlio. Una Responsabilità forte del vaglio operato dal dubbio, dal timore e dalla speranza. Responsabilità è ciò che connota la strada verso il miglioramento della propria umana Umanità allontanandoci dalla condizione di soggetti e spingendoci verso quella di Persone. Consci a sé di sé stessi all'interno delle formazioni sociali in cui ci esprimiamo. Ecco che la Responsabilità Personale si connota di Sociale. E quando è capace di contribuire a ciò che accade traccia con l'avvenire il futuro che sarà. E se la Politica non è l'amministrazione del presente bensì la progettazione di un futuro a cui tendere, dato da prosperità, libertà e democrazia, la Responsabilità di ogni Persona è anche Politica. Presentazione di Claudio Bonvecchio.
"La poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma". Così Nizar Qabbani, poeta siriano, considerato tra i più importanti poeti del mondo arabo moderno, apre questa raccolta di poesie, per la prima volta tradotte in italiano. Una raccolta speciale perché frutto di una selezione compiuta dallo stesso Qabbani. "Le mie poesie più belle" raccoglie, infatti, i componimenti che il poeta definì le sue poesie-chiave, "quelle che lasciano dietro di loro domande... fiamme... fuoco... e fumo". Postfazione di Paola Caridi.
In Italia esistono diffusi malintesi sul concetto di Destra, per cui molti cittadini, che pure condividono i principali valori di questo orientamento (meritocrazia, rispetto della legge, dignità della famiglia ecc.), sono esitanti a riconoscersi in esso. Ma cosa è stata in realtà, cosa è auspicabile che diventi in futuro la Destra? In questo saggio, Giorgio Corigliano traccia un sintetico excursus sull'effettivo ruolo della Destra dalla realizzazione dell'Unità a oggi e delinea il profilo di una Destra ideale, di stampo europeo, offrendo quindi al lettore l'opportunità di verificare le proprie opinioni alla luce di uno studio storico obiettivo e approfondito.
Ibn Sayyar al-Warraq, libraio e uomo di lettere versato nella conoscenza di tutte le arti, raccolse in un'unica opera il patrimonio culinario della sua epoca e della sua terra, così da esaltare i fasti della dinastia califfale degli Abbasidi anche nell'arte gastronomica. Egli collezionò in un solo testo venti antichi libri di cucina, andati perduti, tra tutti quello di Ibrahim ibn al-Mahdi, il più celebre cuoco arabo, principe abbaside e famoso quanto il fratellastro Harun al-Rasid, il califfo delle Mille e una notte. Si tratta del più antico Trattato di cucina arabo-musulmano a oggi noto e conservato nella sua interezza, risalente al X secolo (il Kitàb al-tabih, da cui è tratto il presente volume). Le ricette spaziano dai primi piatti ai dolci, dai secondi alle bevande, dalle salse alle erbe, corredate da un'accurata analisi dei procedimenti, dei dosaggi, dell'uso di spezie e accompagnate da una sapiente esposizione delle proprietà dietetiche dei piatti e delle nozioni per una corretta igiene degli alimenti e degli utensili da cucina. Al-Warraq arricchì l'esposizione di alcune ricette con poesie e racconti, così da stuzzicare non solo il palato ma anche la fantasia del lettore. Sono proprio tali ricette a costituire l'oggetto del Simposio dei sultani, con l'auspicio di offrire la scoperta sia delle stravaganze gastronomiche tipiche delle cucine dei califfi sia di un testo antico, di importanza capitale, ancora sconosciuto al grande pubblico.
Irene di Bisanzio, unica donna ad assumere il titolo imperiale maschile, è conosciuta soprattutto per aver sconfitto l'iconoclastia, riportando la Chiesa d'Oriente in comunione con tutte le altre. Per questa ragione venne proclamata Santa e ricordata come colei che salvò l'unità del mondo cristiano. Forse non tutti sanno però che Irene fu anche e principalmente una donna di governo e di guerra, che non esitò a uccidere il figlio e altri nemici politici per perseguire quello che riteneva essere il bene dell'Impero. Una donna di potere e di fede che può essere compresa a fondo solo prescindendo dalla mentalità moderna e cercando di interpretare lucidamente una società estinta, quale quella bizantina. Nicola Bergamo, dottorando presso l'EHESS di Parigi, racconta in questo libro la vita di un'imperatrice, Santa e madre figlicida.
Mori Ogai fu un grande scrittore e saggista giapponese e svolse un ruolo di primo piano nel rinnovamento culturale del Paese alla fine del XIX secolo. Introdusse in Giappone alcuni dei più importanti autori europei, da Goethe a Rilke e Ibsen. "Come Se", racconto presentato in questa edizione, narra la travagliata indagine del protagonista Hidemaru alla ricerca del significato della vita. Un significato sfuggente in cui individuo, storia e mito s'intrecciano con il profondo senso del dovere, che permea la cultura giapponese e la vita del protagonista, alter ego dello stesso Mori Ogai. Uno scritto di grande modernità, che trova il suo fulcro nel tema dell'individualismo. La dolorosa lacerazione tra singolo e società è infatti il tema centrale di tutta la riflessione di Ogai, nonché la chiave con cui accedere al suo modo di scrivere, che sotto le metafore e le espressioni poetiche, nasconde un profondo realismo critico.
L'identità islamica, nel tritacarne della globalizzazione, è in via di ridefinizione. "L'islam nudo", in equilibrio fra cronaca e divulgazione, racconta alcuni aspetti sorprendenti e inaspettati di questo processo, concentrandosi infine sul nascente "islam del mercato" i cui effetti sulla vita dei singoli credenti e delle diverse comunità musulmane sono spesso dirompenti. È un mondo fatto di grandi multinazionali che hanno fiutato l'affare del "next 1 billion market", produzioni hollywoodiane milionarie islamizzanti e operatori di mercato di mezzo mondo impegnati a impacchettare prodotti "islamicamente corretti" o a farsi la guerra, ma anche di "pollimaiali" industriali, certificazioni sospette, città storiche come la Mecca rase al suolo e ricostruite da capo per fare spazio al business. Le prime vittime di quella che in Europa e Nordamerica viene spesso percepita come una minacciosa invasione islamica sono i musulmani stessi che, sempre più, sono pensati e gestiti dagli attori del mercato globale come muti e manipolabili "consumatori islamici".