Protagonista del libro è il poeta Nelo Risi, terzo marito della scrittrice, scomparso nel settembre 2015. Edith Bruck le è stata accanto sino alla fine, trascorrendo con lui, accanto a lui, gli anni della progressiva demenza, che lo ha allontanato dal mondo, dai suoi ricordi, dagli affetti, dal lavoro. Ne emerge non solo il ritratto di un grande poeta, ma quello di una donna straordinaria che, memore del dolore subito dai nazisti, ha deciso di rimanere al fianco dell'uomo amato. Così che il ritratto di un amore diventa l'occasione per fare un bilancio della propria vita e del proprio rapporto con l'amore e con gli uomini.
Crisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato… Questo è l’ambiente – ben noto – in cui ci muoviamo: una società liquida, dove non sempre è facile trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette). Di questa società troviamo qui i volti più familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilità che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. E naturalmente molto altro, che Umberto Eco ha raccontato regolarmente nelle sue Bustine di Minerva. È una società, la società liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalità, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. Confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. “Pape Satàn, pape Satàn aleppe”, diceva Dante nell’Inferno (VII, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia.
Quando, nel 1999, il Governo della Giordania concesse l'amnistia a un gruppo di prigionieri politici detenuti in un carcere di massima sicurezza in mezzo al deserto, non aveva la minima idea che tra di essi ci fosse anche Abu Musab al-Zarqawi, un terrorista capace di diventare in pochi anni l'architetto del movimento più pericoloso del Medio Oriente prima, e del mondo intero poi. "Bandiere nere" di Joby Warrick mostra come la determinazione di un solo uomo e gli errori strategici dei presidenti americani George Bush e Barack Obama abbiano permesso che le bandiere dell'ISIS si issassero sull'Iraq e la Siria, prima di spargere sangue in tutto il mondo. Sulla base di informazioni ad altri inaccessibili, ottenute sia da fonti giordane che della CIA, Warrick tesse una dettagliata cronaca - attimo dopo attimo, fatto dopo fatto - della nascita e crescita di un mostro che ha adepti in tutto il mondo, e che sta colpendo tanto l'Europa e gli Stati Uniti, quanto l'area mediorientale e oltre. Una storia raccontata dal punto di vista di spie, diplomatici, agenti dei servizi segreti, generali e capi di stato, molti dei quali compresero in anticipo la minaccia, ne intravidero la maggiore pericolosità rispetto a quella di al-Qaida, cercarono di arrestarne in tempo la violenza, ma non vennero ascoltati. "Bandiere nere" rivela il lungo arco di vicende che ha portato alla costituzione della trama terroristica più pericolosa che l'Occidente abbia mai conosciuto.
Giorgio Bassani è stato uno degli scrittori più importanti per la letteratura italiana contemporanea e in occasione del centenario dalla nascita, in un anno ricco di celebrazioni internazionali, questo libro raccoglie il racconto intimo, onesto e ricchissimo di Paola Bassani, la figlia primogenita. In dialogo con Massimo Raffaelli, docente e critico letterario, Paola Bassani, storica dell'arte e Presidente della Fondazione Bassani, compone con schiettezza, calore ed emozione, un ritratto sfaccettato e inedito di un padre tanto amato e tanto imponente. Dal racconto delle vicissitudini famigliari alle passioni sportive, dall'amore per lo studio e l'insegnamento ai rapporti preziosi con gli amici di una vita (Pasolini, Dessì Levi, Gnudi etc), dalle storie d'amore controverse all'impegno civile e politico, questo libro ripercorre i momenti fondamentali nel percorso dell'autore dei "Finzi Contini", intrecciando costantemente vita e letteratura, romanzo e realtà, grazie anche a un apparato iconografico con fotografie inedite e lettere autografe.
Parigi, prigione di Saint-Lazare, 1917. Una donna attende con fierezza la propria esecuzione. Le rimane un solo desiderio: che sua figlia sappia la verità; che la figlia, che lei non vedrà mai crescere, non creda ad altri che a sua madre. E così prende carta e penna per raccontarle la sua vita avventurosa e controversa. Lei, che attende la fine a Saint Lazare, è Mata Hari, la donna più desiderabile e desiderata del suo tempo: ballerina scandalosa, seduttrice degli uomini più ricchi e potenti del suo tempo, capace di diventarne cortigiana, amante e fidata confidente; e, forse per questo, di suscitare gelosie e invidie nelle donne e mogli della aristocrazia parigina. Lei è la donna dai molti nomi: Margaretha, il nome di battesimo; Mrs McLeod, come la chiamavano aJava; H2T, il nome in codice che i tedeschi le avevano dato in guerra. Il passato di Mata Hari è oscuro, il presente pericoloso: ha dedicato la sua vita alla libertà e al desiderio, ha sfidato i pregiudizi della società. E ora sconta l'accusa infamante di spia. Ma la sua unica colpa è stata di essere una donna libera.
Il destino dell'economia mondiale è in bilico, e l'Europa sta facendo tutto il possibile per minarlo: la tensione tra i paesi membri è altissima, e il rapporto con l'alleato di sempre, gli Stati Uniti, molto compromesso. In questo drammatico racconto dell'ascesa e del colossale crollo dell'economia europea, Yanis Varoufakis spiega come le radici del collasso vadano rintracciate molto più a fondo di quanto i nostri leader siano disposti ad ammettere - e come finora non sia stato fatto nulla per porvi rimedio. Da quando l'uragano della crisi economica si è abbattuto sull'Europa, infatti, i leader degli stati membri hanno scelto di rispondervi con una miscela di misure votate all'indebitamento e all'austerità invece di mettere in piedi un sistema di riforme, lasciando così che fossero i cittadini più poveri delle nazioni più povere a pagare il prezzo degli errori commessi dalle banche, e non facendo nulla per prevenire la prossima crisi. Al contrario, le politiche di austerity ricadute sulle nazioni più deboli, già colpite dalla recessione, hanno favorito l'insorgere di sentimenti estremisti e razzisti. Già ministro delle Finanze nel governo Tsipras, Varoufakis ha un posto in prima fila nelle stanze dove si decide la politica economica europea, e svela come la zona euro, senza un radicale cambiamento di direzione, rappresenti un castello di carte destinate a cadere e una minaccia per se stessa e la stabilità globale.
Questo volume rappresenta una delle pietre miliari del percorso filosofico di Umberto Eco e una delle pietre miliari della riflessione semiotica internazionale tout court. Eco torna alla filosofia (ammesso che mai se ne sia distaccato), per confrontarsi soprattutto con l'ontologia e le scienze cognitive in materia di percezione, realismo, iconismo. Confrontandosi con i nodi fondamentali della filosofia di ogni tempo, da Aristotele a Heidegger, Eco discute i problemi dell'essere, della verità, del falso, del riferimento, della realtà, dell'oggettività della conoscenza e della congettura. Con straordinaria lucidità, Eco anticipa così, nel 1997, temi destinati a diventare cruciali nel dibattito filosofico attuale - prima fra tutte la questione del realismo.
Organizzati secondo una logica tematica, questi saggi, apparsi su quotidiani e riviste tra il 1973 e il 1976, ripropongono Eco come semiologo del quotidiano, attento e curioso critico del costume e del linguaggio dei mezzi di comunicazione di massa. Eco riferisce quanto avviene alla periferia dell'impero americano, cioè nei paesi dell'area mediterranea, analizzando in modo apparentemente divagante gli slogan pubblicitari, le conversazioni della gente in treno, il discorso di Paolo VI sulla pillola, le invettive di Fanfani contro la pornografia. Tanti brevi racconti di un'Italia in trasformazione, ma ancora un po' bigotta e provinciale.
Uscito nel 1968, questo libro poneva il problema di una teoria semiologica unificata, quando la discussione sui fondamenti e i limiti di questa disciplina erano ancora agli inizi. In un secondo luogo, nel vivo del dibattito sullo strutturalismo, criticava gli abusi e le degenerazioni "ontologiche" di quello che veniva riproposto come un metodo: e così facendo lasciava intravedere quale sarebbe stata la sorte dell'ondata strutturalista, la sua crisi e il suo riflusso, "La struttura assente" ha suscitato un vivace dibattito nel nostro paese ed e stato tradotto in francese, tedesco, spagnolo, portoghese, serbo-croato e polacco, in questa edizione il testo è corredato da un'ampia introduzione che ne ricostruisce i punti di partenza storico-culturali e riassume i problemi emersi dalle discussioni che suscitò al suo apparire.