Il volume, a cura di Giuseppe Possedoni, raccoglie i testi di tre importanti conferenze organizzate ad Ancona dall'Associazione culturale Oriente Occidente. L'argomento centrale delle tre conferenze, come espresso dal titolo del volume, è il vero significato della "misericordia", che costituisce il messaggio fondamentale di papa Francesco e lo spirito dell'anno santo in corso. Il cardinale Carlo Caffarra, già arcivescovo di Bologna e autorevole teologo moralista, chiarisce il rapporto tra misericordia e conversione; di seguito, il noto liturgista Nicola Bux, in relazione soprattutto al sacramento della riconciliazione, ricorda che con i sacramenti non si scherza; infine, il filosofo Antonio Livi parla de "La vita di fede del cattolico all'epoca della confusione dottrinale".
L'esperimento metodologico di Edith Stein che tentò di assumere le categorie metafisiche del pensiero di Tommaso d'Aquino senza abbandonare del tutto le categorie fenomenologie del pensiero di Edmund Husserl, viene qui valutato nei suoi esiti finali da Cornelio Fabro, autorevole interprete sia della metafisica di Tommaso d'Aquino che della fenomenologia di Husserl. In questo suo saggio del 1989, scritto prima che Giovanni Paolo II canonizzasse come martire Edith Stein, il pensatore friulano esamina con il massimo rigore epistemologico la consistenza speculativa della nuova filosofia cristiana proposta dalla pensatrice tedesca dopo la sua conversione dall'ebraismo al cattolicesimo. Fabro, pur riconoscendo ed esaltando la sincera passione per la verità che animava la santa (deportata e uccisa dai nazisti in odio alla fede), evidenzia il sostanziale fallimento del suo tentativo di conservare il valore realistico ed esistenziale della metafisica tommasiana una volta inserita nel contesto dell'analisi eidetica husserliana.
Questo trattato di Zarmati costituisce un felice tentativo di sintesi tra i dati in continuo sviluppo delle scienze della natura fisica (biologia, zoologia, psicologia, antropologia) e le risultanze pi√π certe delle ricerche filosofiche sulla natura metafisica dei viventi in rapporto con il proprio ambiente.
Vengono così a essere evidenziati e fondati i principi primi dell’etica, sia in relazione con i problemi della bioetica (aborto, eutanasia, manipolazioni genetiche) che in relazione con i problemi suscitati oggi dalla sensibilità ecologica (strategie globali dell’economia politica, uso e della condivisione delle risorse materiali, tutela dell’ambiente).
Al centro di tutta la trattazione di Zarmati sta la precisa individuazione dei valori fondamentali della vita umana in quanto vita propriamente spirituale (intellettiva), che include e trascende la vita meramente vegetativa e quella sensitiva. L’Autore non manca di segnalare opportunamente il ruolo non secondario che nell’insieme della vita spirituale svolgono le attività politiche, religiose e artistiche, tra le quali la poesia in tutte le sue forme, colte o popolari.
Dall’introduzione: «La cronaca dei nostri giorni ci presenta violenza contro se stessi, contro le proprie cose, contro le cose dell’altro, contro l’altro, bambino, anziano, donna, straniero, immigrato, di altra fede o di altra lingua. Paure, preconcetti, muri e recinzioni che tornano ad edificarsi, leggi ad personam o partitiche, ingiustizie sociali, presunti e presentati modelli alternativi di famiglia e di genere, insieme a tanto altro, denotano una profonda crisi antropologica. Verrebbe da dire, come Diogene di Sinope, «cerco l’uomo … l’uomo dov’è?». Si avverte l’assenza di una figura grande e umile al contempo, di un altro Dante […] Uomo di idee, ma anche di azione, amante della giustizia, della verità, della patria, della pace. Grande maestro, il Sommo Poeta, trentacinquenne pellegrino nei mondi dell’Oltretomba, è per me, trentacinquenne, guida nel mio viaggio reale terreno, lui che fu condotto da Virgilio nel suo viaggio immaginario ultraterreno. In suo onore, nel vasto panorama di illustri iniziative di vario genere in Italia e all’estero proposte e vissute, per festeggiarne ancora il compleanno, offro questo contributo che ha per titolo il primo cele- berrimo endecasillabo della Commedia, in una forma più «personalizzata»: «Nel mezzo del cammin de la mia vita…» e per sottotitolo, con la metafora sottesa del viaggio, «Percorsi di riflessione nel 750° della nascita di Dante Alighieri». Si tratta di un saggio che si compone di tre parti, tese a suscitare l’entusiasmo di incontrarsi con la Divina Commedia, presentandone aspetti noti e forse meno noti, numerici e fantasiosi, storici e leggendari, teologici e letterari, liturgici e religiosi, lirici e grotteschi. Percorsi, semplici percorsi, per mettere i nostri piedi sulle orme di un grande uomo, di un grande uomo di fede, di un grande italiano, «semplicemente» del Sommo Poeta, Padre della nostra Madre lingua. E come da più parti si sente dire: «Iddio ha voluto così bene all’Italia da regalarci Dante Alighieri!».
«A questo tende tutta la teologia di San Tommaso: a condurci a vivere una vita intima con Dio». Questa frase di papa Pio XI può servire a sintetizzare il percorso di ricerca qui intrapreso dall’Autore. Infatti, la Summa contra Gentiles è considerata spesso come una sorta di manuale filosofico-teologico, povero di spiritualità, e invece in quest’opera si può rinvenire una ricchezza spirituale il cui fulcro è la riflessione di Tommaso sulla felicità, che si potrà avere in pienezza solo quando godremo della visio Dei per essentiam e ciò sarà concesso all’uomo unicamente da Dio stesso. Per illustrare questa verità Tommaso utilizza lo schema di exitus-reditus, ripercorrendo “a ritroso” l’itinerario di ricongiungimento a Dio dopo la separazione ad opera del peccato. Nella Summa contra Gentiles Tommaso si rivela un abile pedagogo: non ci parla ex cathedra, ma ci prende per mano e ci conduce alla scoperta della dignità di essere persone e della bellezza di essere creature amate da Dio. Non ci insegna a contemplare, ma ci rivela l’importanza della contemplazione. Non ci spiega come essere felici, ma ci dice in cosa consista la vera felicità. Non ci spiega come giungere alla beatitudine, ma afferma che solo questa è il fine ultimo dell’esistenza umana. In nessun caso si impone sul lettore chiedendogli di abdicare al suo desiderio di ricerca e di conoscenza della verità, ma lo sprona e percorrere questo cammino di contemplazione e di conoscenza mistica.
Editor's Foreword
La necessità di recuperare la teologia naturale come vertice della metafisica, by Giovanni Covino.
Metaphysical Overview
Trascendenza metafisica, analogia, divenire, by Dario Sacchi.
L'esperienza umana come metafisica dell'esperienza, by Massimo Roncoroni.
Dal tempo all'eterno. Riflessioni a partire dall'antico per una "via nova", by Marco Bracchi.
Historical Overview
Logica aletica e diversi livelli epistemici nella conoscenza di Dio in Aristotele, by Thomas Rego.
L'illuminazione divina come prova dell'esistenza di Dio. I "Soliloquia" e il "De Ma- gistro" di Agostino d'Ippona, by Luca La Monica.
La noción tomista del ente en cuanto „primum cognitum", by Fabrizio Renzi.
Dagli enti finiti all'Ente infinito nel „De primo Principio" di Giovanni Duns Scoto, by Marcella Serafini.
Critique of Sartre's Atheistic Existentialism, by Paul Gerard Horrigan.
Martin Heidegger e il rifiuto della teologia naturale, by Antonio Livi.
Final Conclusion
L'importanza della filosofia, oggi, by Giovanni Covino.
Il volume intende offrire ai fedeli una guida sicura per interpretare rettamente la discussione in atto tra quanti sono favorevoli alle tesi “pastorali” del cardinal Kasper (tra questi, il cardinale Marx) e quanti invece (come i cardinali Müller, Caffarra, Brandmüller e Sarah) propongono una pastorale che applichi efficacemente la dottrina della Chiesa sulla sessualità umana e sul matrimonio.
Il valore primario della persona, la sua libertà, l’uguaglianza di tutti gli uomini, umili o potenti, famosi o sconosciuti; il valore provvidenziale della storia, la giustizia e la misericordia divina: sono valori che costituiscono l’humus cristiano dell’opus magnum di Dante, che, uniti ai valori della patria, della pace, della famiglia,della lealtà, del rispetto dell’autorità, mutuati dal mondo classico, gettano le basi per il vivere civile che ha caratterizzato per secoli il nostro “Occidente” e che oggi, più che mai, alcuni gruppi di violenti vorrebbero minare con le loro azioni folli. Letta e tradotta in tutto il mondo, la Divina Commedia è uno dei libri più letti dopo la Bibbia. E poiché tanta Bibbia è citata nel “Poema Sacro”, questo lavoro vuole essere una “passeggiata” con Dante pellegrino nei tre Regni ultraterreni, non per obbligo di urgenze scolastiche ma ma nella serena certezza di essere in compagnia di uno tra i più grandi uomini, e uomini credenti, che mai siano stati: Desiderando rendere ragione dell’imponente presenza della Sacra Scrittura nella Divina Commedia, l’Autore augura a tutti coloro che vorranno fare questo e altri cammini con lui, di essere guidati dall’Alighieri, il quale, se da Virgilio, Beatrice e Bernardo di Chiaravalle fu condotto nel suo viaggio immaginario ultraterreno, può ora condurre o continuare a condurre noi nel nostro viaggio reale terreno».
Vincenzo Massimo Majuri (1980), sacerdote della diocesi di Messina, insegna Filosofia teoretica e Antropologia filosofica presso l’Istituto teologico “S. Tommaso” ed è docente di Storia della filosofia e di Filosofia sistematica nell’ISSR di Messina. È autore di diverse pubblicazioni, tra le quali L’amicizia è ancora possibile oggi?, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2013.
E' il primo commento teologico-spirituale al Diario di Eugenia von der Leyen (1867-1929), dove la principessa tedesca riferisce delle visioni da lei avute in un periodo di circa otto anni (1921-1929). Presentazione di Antonio Livi.