L'ironia come misura del "vero" e come conoscenza del "cuore", é forse la protagonista dei promessi sposi, e all'ironia fanno da supporto, rendendola ancora più efficace, parecchi comprimari reali. Quali? La polenta in casa di Tonio, lo stufato all'Osteria della luna piena, i raveggioli, il pane e la farina, il vino e altri cibi ancora abbondanti o scarsi, tutti fieramente attivi nel romanzo di Manzoni.
L'idea di fondo é quella di immaginare di essere portati a spasso per bistrot, brasserie, café e ristoranti della ville lumiere da Maigret in persona. Al centro tutte le ricette amate da Maigret.
Il sesto volume di questa collana riunisce tre testi brevi di Sulami, incentrati sulla comune tematica dell'estremo limite della santità nell'Islâm: i cosiddetti Custodi del Segreto. I tre trattati appartengono ad un genere classico di letteratura, quello dell'istruzione dei discepoli, e sono lo specchio di un metodo di trasmissione della conoscenza e di un sistema di istruzione ancora attuale nel mondo islamico. Essi espongono in modo magistrale, sia per sintesi che per chiarezza espositiva, i principi fondamentali che l'aspirante deve conoscere per il suo progresso spirituale.
Come ogni capolavoro, anche l'odissea ha avuto tante chiavi di lettura, ma quella che viene proposta in questo libro è particolare: il cibo. Ulisse, il mitico viaggiatore, che conosce tanti popoli, che scopre tante terre, sopravvive solo se trova il cibo, che rappresenta non soltanto l'alimento necessario al corpo, ma il grado di civiltà e di benessere di ogni popolazione che incontra. Mitiche ricette accompagnano il suo viaggio.
Culla delle aspirazioni buone e malvagie dell'uomo, sede dello spirito e fonte di conoscenza, il cuore è l'essenza dell'uomo, e in quanto tale è in grado di cogliere - al termine di un arduo quanto affascinante percorso interiore - il Principio eterno. La religione si configura pertanto come esperienza intima in cui la ricerca di Dio avviene attraverso l'introspezione, perché "chi ignora il proprio cuore ignora se stesso e chi ignora se stesso ignora il suo Signore".
Per Virginia Woolf la casa fu essenzialmente studio e rifugio, ma anche accoglienza e ospitalità. Gli amici frequentavano la casa della scrittrice per il tè o per il pranzo con cadenza quasi quotidiana e Virginia, che disponeva di cuoca e domestica, ma all'occorrenza cucinava da sé (aveva preso anche lezioni di cucina), affermava che "non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene". In questo libro il lettore troverà le ricette di parecchi dei piatti menzionati da Virginia Woolf nelle sue opere, dove scene di pranzi e di ricevimenti sono sovente centrali.
Parlando della "Divina Commedia", gli aspetti gastronomici e culinari hanno una loro collocazione e un loro rilievo anche per il fatto che all'Inferno il trattamento riservato ai dannati è sovente suggerito alla fantasia creativa di Dante da preparazioni gastronomiche di cui si può trovare attestazione e documentazione in coevi manuali di cucina.
L'affascinante e avventurosa vita dell'autore di uno dei libri più noti e amati di tutti i tempi ("Il Profeta"), scritta con stile e amore da un suo conterraneo. Alexandre Najjar, suo connazionale, ci narra l'eccezionale destino di quel visionario ribelle che emancipò la letteratura araba e seppe usare con eleganza la lingua inglese. Un uomo segnato dalle tragedie familiari, ma sempre pronto a difendere le proprie convinzioni per amore della vita, che ci ha trasmesso un messaggio di pace e di speranza.