Una raccolta di articoli pubblicati su L’Osservatore Romano che partendo dalle parole e dai gesti di papa Francesco affrontano la personalità storica e spirituale del Santo da cui egli ha preso il nome, Francesco d’Assisi, e la storia della famiglia religiosa che dalla sua esperienza prese origine. La figura del Santo viene trattata andando al di là dell’aneddotico e del devozionale con particolare attenzione alla sua eccezionale personalità. Gli articoli hanno come riferimento la cronologia della vita di Francesco e dispongono, al termine del percorso, un’analisi della visione francescana di papa Francesco.
NOTIZIE SULL’AUTORE
Felice Accrocca studioso di storia medievale, già docente nella “facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa” della pontificia Università Gregoriana di Roma, è autore di volumi e saggi su Francesco e Chiara d’Assisi e sul francescanesimo medievale e ha coordinato la sezione delle agiografie nella terza edizione delle Fonti Francescane (Editrici Francescane 2011). Il 18 Febbraio 2011 è stato nominato da Papa Francesco arcivescovo metropolita di Benevento
Un approfondimento al testo di Cor Orans, l’Istruzione applicativa della Costituzione Apostolica Vultum dei Quaerere sulla vita contemplativa femminile. I temi approfonditi sono: il monastero, la clausura, le Federazioni e la formazione.
NOTIZIE SULL’AUTORE
José Rodríguez Carballo, O.F.M, nato l’11 agosto 1953 a Lodoselo (Spagna), è Arcivescovo Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica
"L'ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio" (Rm 8,19)
La fede porta il credente a vedere nell'altro un fratello da sostenere e amare. Partendo da questo valore trascendente, questo documento ragionato con sincerità e serietà si evidenzia come una dichiarazione comune di buone e leali volontà, tale da invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazie divina che rende tutti gli esseri umani fratelli.
Una biografia sul Venerabile don Giuseppe Morgera, parroco di Casamicciola dal 15 dicembre 1883. Il Venerabile è descritto nel contesto della sua epoca, facendo riferimento ai vari ambiti storici locali e generali, e attingendo a una vasta e aggiornata bibliografia. In tal modo, don Giuseppe Morgera viene calato nella sua epoca storica e la sua figura viene inquadrata nelle complesse dinamiche che caratterizzarono il periodo tra il 1844 e il 1898: un arco di tempo importante e ricco di cambiamenti, che investirono il sacerdote di Casamicciola, che li sperimentò e li interpretò dall’osservatorio peculiare dell’isola d’Ischia.
Il volume propone per la prima volta la traduzione italiana del Discorso sulla Santa Pasqua a lungo attribuito a Giovanni Crisostomo e a lungo considerata una delle sue migliori opere oratorie. I temi trattati attingono al registro teologico sul significato che assume la risurrezione del Signore per l’umanità non senza tener conto dei riflessi etico-pratici che questo evento comporta sulla vita degli uomini: questo giorno infatti, in cui la morte è annichilita e il diavolo sconfitto, diventa per tutti «presupposto della pace, punto di partenza della riconciliazione, soppressione delle guerre» (dall’Introduzione).
El evento sinodal que hemos vivido 1. «Derramaré mi Espíritu sobre toda carne y vuestros hijos y vuestras hijas profetizarán, y vuestros jóvenes verán visiones y vuestros ancianos soñarán sueños» (Hch 2,17; cf. Jl 3,1). Esta es la experiencia que hemos hecho en este Sínodo, caminando juntos y disponiéndonos a la escucha de la voz del Espíritu. Él nos ha sorprendido con la riqueza de sus dones, nos ha colmado de su valentía y su fuerza para llevar la esperanza al mundo. Hemos caminado juntos, con el Sucesor de Pedro, que nos ha confirmado en la fe y nos ha fortalecido en el entusiasmo de la misión. Pese a provenir de contextos muy distintos, desde el punto de vista cultural y eclesial, hemos notado desde el inicio que había una sintonía espiritual, un deseo de diálogo y una verdadera empatía. Hemos trabajado juntos, compartiendo lo que más nos importaba, comunicando nuestras preocupaciones, sin esconder nuestras fatigas. Numerosas intervenciones nos han conmovido y nos han llenado de compasión evangélica: nos hemos sentido como un único cuerpo que sufre y se alegra. Queremos compartir con todos la experiencia de gracia que hemos vivido y transmitir a nuestras Iglesias y al mundo entero la alegría del Evangelio. La presencia de los jóvenes ha marcado una novedad: a través de ellos ha resonado en el Sínodo la voz de toda una generación. Caminando con ellos, peregrinos a la tumba de Pedro, hemos experimentado que la cercanía crea las condiciones para que la Iglesia sea un espacio de diálogo y testimonio de fraternidad que fascine. La fuerza de esta experiencia supera toda fatiga y debilidad. El Señor sigue repitiéndonos: No temáis, yo estoy con vosotros.
El evento sinodal que hemos vivido 1. «Derramaré mi Espíritu sobre toda carne y vuestros hijos y vuestras hijas profetizarán, y vuestros jóvenes verán visiones y vuestros ancianos soñarán sueños» (Hch 2,17; cf. Jl 3,1). Esta es la experiencia que hemos hecho en este Sínodo, caminando juntos y disponiéndonos a la escucha de la voz del Espíritu. Él nos ha sorprendido con la riqueza de sus dones, nos ha colmado de su valentía y su fuerza para llevar la esperanza al mundo. Hemos caminado juntos, con el Sucesor de Pedro, que nos ha confirmado en la fe y nos ha fortalecido en el entusiasmo de la misión. Pese a provenir de contextos muy distintos, desde el punto de vista cultural y eclesial, hemos notado desde el inicio que había una sintonía espiritual, un deseo de diálogo y una verdadera empatía. Hemos trabajado juntos, compartiendo lo que más nos importaba, comunicando nuestras preocupaciones, sin esconder nuestras fatigas. Numerosas intervenciones nos han conmovido y nos han llenado de compasión evangélica: nos hemos sentido como un único cuerpo que sufre y se alegra. Queremos compartir con todos la experiencia de gracia que hemos vivido y transmitir a nuestras Iglesias y al mundo entero la alegría del Evangelio. La presencia de los jóvenes ha marcado una novedad: a través de ellos ha resonado en el Sínodo la voz de toda una generación. Caminando con ellos, peregrinos a la tumba de Pedro, hemos experimentado que la cercanía crea las condiciones para que la Iglesia sea un espacio de diálogo y testimonio de fraternidad que fascine. La fuerza de esta experiencia supera toda fatiga y debilidad. El Señor sigue repitiéndonos: No temáis, yo estoy con vosotros.
Alfonso Giorgio all’interno del suo lavoro «accoglie l’invito di Papa Francesco a riscoprire la bellezza evangelizzante della liturgia e, inserendosi nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II, riporta al centro il tema dell’inculturazione della fede e dell’annuncio del Vangelo che una Chiesa “in uscita” realizza primariamente mediante la singolarità della liturgia, convinti che la bellezza non è un fattore decorativo dell’azione liturgica ma, piuttosto, suo elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua rivelazione» (dalla Presentazione di mons. Rino Fisichella).
«Siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). Dalle community alle comunità. Il tema sottolinea l’importanza di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione intesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro con l’altro. Si sollecita così una riflessione sullo stato attuale e sulla natura delle relazioni in Internet per ripartire dall’idea di comunità come rete fra le persone nella loro interezza. Alcune delle tendenze prevalenti nel cosiddetto social web ci pongono infatti di fronte a una domanda fondamentale: fino a che punto si può parlare di vera comunità di fronte alle logiche che caratterizzano alcune community nei social network? La metafora della rete come comunità solidale implica la costruzione di un “noi”, fondato sull’ascolto dell’altro, sul dialogo e conseguentemente sull’uso responsabile del linguaggio. Già nel suo primo Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, nel 2014, Il Santo Padre aveva fatto un appello affinché Internet sia “un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane”. La scelta del tema del Messaggio del 2019 conferma l’attenzione di Papa Francesco per i nuovi ambienti comunicativi e, in particolare, per le Reti Sociali dove il Pontefice è presente in prima persona con l’account @Pontifex su Twitter e il profilo @Franciscus su Instagram.