Il testo riportato in questo volume è stato ricavato dalla trascrizione di una lettura del Cantico dei Cantici sviluppata oralmente presso una parrocchia romana, ripresa poi nel contesto di diversi impegni pastorali con gruppi di laici e di preti. Questa piccola impresa editoriale dipende dall’iniziativa intelligente e umilissima dell’amico Pino Trotta, che fu il primo paziente e generoso trascrittore del testo. Ora essa è un debito d’amore alla sua memoria. Il commento del Cantico accompagna la lettura continua e puntuale dello scritto biblico, così da rintracciare in esso i temi, i volti e i segreti della relazione d’amore che è il filo conduttore della storia della salvezza. In modo esplicito, talora interlocutorio e sempre suggestivo, la lettura del Cantico si svolge come ricerca di un discernimento teologico sul vissuto del popolo di Dio nella storia dell’evangelizzazione di ieri e di oggi. Nella “fiamma del Signore” (Cant 8,6) si consuma la vita cristiana, mentre è scandito il ritmo pasquale della storia umana, che l’evangelo va ricapitolando nel grembo del Dio vivente.
Pino Stancari, nato nel 1946, è entrato a diciotto anni nella Compagnia di Gesù. Dal tempo dell'ordinazione (1975) vive in una piccola residenza della Compagnia a Castiglione Cosentino Scalo, dedicandosi all'esegesi, alla predicazione, agli esercizi spirituali.
Da questo impegno quotidiano al servizio della parola di Dio, che costringe Stancari ad una continua "itineranza evangelica" per le strade d'Italia, sono nati anche i suoi pochi testi pubblicati: Lettura spirituale dell'Esodo (Borla 1979); Commento alla lettera ai Romani (Cens 1992); I Patriarchi (Cens 1994); La Calabria tra il sottoterra e il cielo (Rubbettino).
Nel corso di una notte Claudia Serena Procula, moglie di Ponzio Pilato, confida all'amico Lucio Anneo Seneca l'antefatto e il seguito della condanna a morte di Gesù di Nazareth. Tratto dalla raccolta "Morte di Adamo", riconosciuto capolavoro di Elena Bono, "La moglie del Procuratore" è un romanzo breve e intenso, che a tratti sconfina nella suspence del giallo, intessuto sulla lucida esposizione di fatti di cronaca: un racconto a tinte fosche costruito sul susseguirsi di scene impreviste e di personaggi vividi e reali tratteggiati con perizia magistrale. Una storia che rimane nel cuore anche a fine lettura e continua a interrogare.
Dall'autrice di "Ho sete, per piacere, Perché ti amo e Chi sei tu che mi guardi?" un nuovo appassionato contributo che desidera essere un valido supporto alle mille domande dei genitori per il rapporto con i figli: come orientarsi nel labirinto complesso di esigenze, problemi, sollecitudini, angosce, disorientamenti? Un libro dove la domanda non è solo esigenza di risposta ma metodo adeguato alla vita, soprattutto alla vita della famiglia.
La Lettera ai Romani, uno degli scritti paolini più importanti del cristianesimo nascente, è molto ampia e ricca di tematiche complesse, con passi di ardua interpretazione. Fin dalle origini è divenuta uno dei capisaldi di quella teologia della sostituzione per la quale l'ebraismo e tutti i suoi valori fondanti erano ritenuti il "vecchio" da cui liberarsi per fare posto al "nuovo", ossia la fede cristiana. Come hanno già fatto per la Didachè (2009), per la Lettera di Giacomo (2011) e per la Lettera agli Ebrei (2013), anche con la Lettera ai Romani i curatori si sono proposti di offrire un contributo per una sua reinterpretazione che ne metta in luce i profondi legami con l'ambiente ebraico d'origine. Secondo questa nuova lettura, Shaul/Paolo appare come colui che ha cercato di raggiungere fuori della Terra d'Israele coloro che sono fuori della Torah, poiché Ha-Shem, il Signore, non è solo il Dio d'Israele ma di tutta l'umanità. È significativo che, quando il Concilio Vaticano II con la Dichiarazione Nostra Aetate volle ridefinire in modo più positivo i rapporti con l'ebraismo, si sia ispirato proprio alla Lettera ai Romani per riconoscere che «gli Ebrei, in grazia dei Padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento» (Rm 11,28-29).
Uno studio dedicato alla prima opera di narrativa di J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit (1937), da cui poi nacque il suo capolavoro, Il Signore degli anelli (1954-1955). La prima parte del volume ricostruisce il contesto storico e letterario in cui Lo Hobbit è nato, mentre la seconda è una lettura dettagliata dell'opera. Il testo è analizzato nella sua struttura letteraria e interpretato, con l'ausilio della psicologia junghiana, come un meraviglioso percorso verso la maturità del protagonista, Bilbo Baggins.
Con una Bibliografia relativa ai principali lavori sull'opera e la filosofia di sant'Agostino aggiornata alla primavera 2013
Chi si è impegnato nello studio e nel tentativo di comprendere la cultura del periodo patristico e medievale conosce la serietà e l’importanza dell’opera di Gilson.
Quest'opera, poi, ha in sé un significato particolare poiché il pensiero e il mondo di Agostino restano per ogni epoca punti inevitabili di riferimento, tanto più nella temperie culturale che viviamo.
Non la vita o il pensiero di Agostino, ma una introduzione allo studio di sant'Agostino. Il filo conduttore di un'esistenza, di un destino; di un travaglio e di un'appassionata ricerca dove l'uomo occidentale si ritrova e si confronta con ciò che resta essenziale e decisivo.
Étienne Gilson (1884 - 1978), formatosi alla Sorbona, subì l’influsso di H. Bergson e di L. Lévy-Bruhl. Insegnò presso le Università di Lilla (1913) e di Strasburgo (1919); dal 1921 fu professore alla Sorbona e nel 1923 titolare della cattedra di filosofia medievale al Collège de France. Visiting professor ad Harvard nel 1927, divenne poi direttore del Pontificio Istituto di Studi Medievali di Toronto. Accademico di Francia, è da considerarsi come uno dei maggiori storici del pensiero filosofico medievale.
Con il suo savoir faire e la sua stupefacente erudizione Manasse Bueno Barzillai Azevedo da Costa merita il titolo di re degli schnorrer per la sublime maestria nell'arte di scroccare ai ricchi della comunità con ingegno e "aristocrazia". Impareggiabile modello di letteratura umoristica, "Il re degli schnorrer" è una sequenza ininterrotta di situazioni e dialoghi esilaranti, scaturiti dalla penna del creatore della narrativa ebraica moderna.
La domanda sull'identità genitoriale si fa sempre più urgente. Dopo dieci anni dalla prima edizione, continua il dialogo attraverso la parola scritta sui grandi temi della nostra persona e della nostra vita. Oggi più che mai l'identità genitoriale rivela la ferita, la confusione, la crisi in cui la persona è immersa. L'amore per il figlio rappresenta ancora una risorsa per recuperare l'energia di un amore per la propria vita. Questa nuova edizione si propone ancora una volta come una tenera compagnia allo sforzo del genitore di essere vero.
"La poesia di Péguy è mistica e popolare. Lo si vede anche in queste pagine apparentemente 'minori' e invece capaci di accensioni di brio, di sperdutezza. Voce che parla di qualcosa che riguarda tutti...". (Dalla prefazione di Davide Rondoni)
L' uomo e lo Stato, l'opera politica più nota e sistematica di Maritain, pubblicata in inglese nel 1951, è il risultato di sei conferenze tenute a Chicago nel 1949. Accolto come testo di grande spicco e tradotto in molte lingue, il libro costituisce il momento conclusivo di ricerche iniziate oltre vent'anni prima. Con questo volume - un classico del pensiero politico, e una delle maggiori espressioni della scuola democratica - l'autore prende posto nella galleria dei pensatori moderni insieme con Hobbes, Rousseau, Locke, Hegel. Le sue idee hanno ispirato la formulazione di varie Carte costituzionali, nonché personalità, movimenti e partiti in più continenti: A. De Gasperi, G. La Pira, G. Dossetti, A. Moro in Italia; E. Frei, R. Caldera, N. Duarte in America Latina; R. Shuman, la resistenza francese, E. Borne, St. Mazowieski in Europa. Per Maritain lo Stato ha per contenuto il bene comune e nella sua azione deve portare alla solidarietà in una democrazia che pone al centro delle relazioni sociali la persona con i suoi diritti e doveri.
GLI AUTORI
Jacques Maritain (Parigi 1882 - Tolosa 1973). Dopo aver aderito in gioventù al socialismo rivoluzionario, si convertì al cattolicesimo sulla spinta del pensiero di Léon Bloy. Insegnò filosofia all'Institut Catholique di Parigi e venne poi chiamato in varie università americane. Dal 1945 al 1948 fu ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Tutti i suoi scritti hanno notevolmente contribuito alla apertura del cattolicesimo sul piano morale, pedagogico e politico.