Mikael Blomkvist è tornato vittorioso alla guida di Millennium, pronto a lanciare un numero speciale su un vasto traffico di prostituzione dai paesi dell'Est. L'inchiesta si preannuncia esplosiva: la denuncia riguarda un intero sistema di violenze e soprusi, e non risparmia poliziotti, giudici e politici, perfino esponenti dei servizi segreti. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia all'uomo: l'attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth Salander, la giovane hacker, "così impeccabilmente competente e al tempo stesso così socialmente irrecuperabile", ora principale sospettata. Blomkvist, incurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un'indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth, "la donna che odia gli uomini che odiano le donne". È lei la vera protagonista di questo nuovo episodio della Millennium Trilogy, un thriller serrato che all'intrigo diabolico unisce un'acuta descrizione della società moderna, con le sue contraddizioni e deviazioni, consegnandoci con Lisbeth Salander un personaggio femminile unico, commovente e indimenticabile.
E questo lo scenario in cui compaiono tormentose storie d'amore, inconfessabili segreti di fanciulle, burrascose vicende marinare, prepotenze e punizioni d'una ciurma allo sbando. E soavi momenti di quiete degli undici superstiti, accuditi per cento giorni dalle disinibite donne dell'isola norvegese. Piero Quirino è il nobiluomo veneziano capitano della nave partita da Creta nel 1431 e scomparsa all'imbocco della Manica. A Venezia lo si crede morto annegato, ma sorprendentemente diciannove mesi dopo la sua partenza ritorna in patria con i pochi compagni d'avventura rimasti, dopo un lungo percorso a piedi attraverso la Svezia e la Germania. Scrive delle sue peripezie in un dettagliato, minuzioso resoconto, oggi conservato nella Biblioteca apostolica vaticana. Rispettati gli avvenimenti e la cronologia del viaggio, Giliberto e Piovan costruiscono Alla larga da Venezia addomesticando il linguaggio di seicento anni fa, innovando e ampliando vari sviluppi narrativi di quell'antico testo.
Con i suoi sedici anni e la sua incantevole bellezza, quando conquista il cuore dell'uomo promesso alla sorella, Sharan ancora non sa che il destino unisce le vite in modi imprevedibili e, con altrettanta casualità, le separa. Affascinata dal nuovo mondo che il marito le offre, lascia con lui il minuscolo villaggio sikh di Panjaur, nel nord dell'India, alla volta del Canada, pensando che la sua vita si è realizzata. Ma la "piccola colpa" di Sharan non rimarrà senza conseguenze: quella terra dove Kanwar, la sorella cui ha rubato il futuro, rimane al suo posto, sarà presto scossa dalla furia delle divisioni e della guerra. Panjaur svanirà inghiottita dai nuovi confini tracciati dal filo spinato della Spartizione. A Vancouver, l'amicizia di Leela, la donna indù dagli occhi chiari, riporterà Sharan sulle tracce della figlia di Kanwar, legando per sempre i loro destini. Nate in una nazione piena di contraddizioni, dove feste e agitazioni fanno parte della fatica quotidiana della vita, accanto all'amore tenero e profondo della famiglia, le tre donne conosceranno il furore del fondamentalismo, coinvolte loro malgrado in una scia di odio che culminerà nell'esplosione di un drammatico attentato terroristico.
Molto si discute di capitalismo ma raramente ci si domanda cosa sia il capitale. Perché? Si tratta di un concetto che non si lascia afferrare, e disorienta mutando continuamente forma. Tuttavia, affrontarlo è un passaggio obbligato per capire l'economia moderna. La tesi di questo libro è che si possa pensare il capitale come un mezzo oppure come un fine. Nel primo caso esso acquista una valenza sociale, nel secondo risulta svuotato di ogni istanza di giustizia. Boldizzoni ripercorre la storia di una dicotomia che ha lacerato l'Occidente dal Rinascimento ai nostri giorni istituendo una relazione sistematica tra la dimensione intellettuale e le trasformazioni materiali e culturali di scenario. L'altalena delle grandi potenze: dalla Spagna degli Asburgo alla Francia di Luigi XV, dall'Inghilterra vittoriana alla Germania del Terzo Reich, entra in gioco con un peso a volte decisivo nello spiegare il successo o la sfortuna di ciascuna visione teorica. La centralità dell'Europa rispetto a questo dibattito viene bruscamente meno con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Un'analisi disincantata del primato culturale degli USA nei successivi decenni apre uno scorcio imprevedibile sulla crisi del pensiero economico contemporaneo.
Dopo il successo di 'Una nuova laicita'', un confronto tra l'ateo e il credente sui temi dell'attualita': scienza, evoluzione, fede, liberta'.
La vicenda che Giampaolo Rugarli racconta in questo "II buio di notte" offre un grottesco spaccato della società italiana all'inizio del secolo nuovo, quando tutti i valori che hanno regolato le relazioni tra gli uomini sono stati irrisi e travolti dall'ansia della trasgressione, dal desiderio di una libertà sfrenata, della ricerca di un benessere e di un piacere egoisti e immediati. Nonostante tutto, nonostante, cioè, che istituzioni laiche e devote, che ministri di Chiesa e di Stato abbiamo completamente perso qualsiasi senso della misura e forse persine il ben dell'intelletto, la speranza che un Dio misericordioso alla fin fine dia un senso alle cose prova a resistere a ogni assalto, persine di chi dovrebbe esserne il testimone in terra. La tentazione di cedere rassegnati, riconoscendo che il caos l'ha avuta vinta e non c'è più niente da fare, serpeggia insinuante, ma basta la scelta di mettersi a raccontare per dover riordinare gli accadimenti e le memorie, le versioni e le fonti. Così il disastro della deriva in cui siamo sì trasforma in un vero e proprio romanzo giallo, con tanto di morto e assassino, perché una responsabilità e un colpevole devono pur esserci e si tratta soltanto di individuarli.
Un uomo e una donna sono al centro di questo libro. Si potrebbe dire che si tratta di una storia comune, ma in realtà il racconto della relazione amorosa che intercorre tra i due ha qualcosa di straordinario: lui è un sacerdote, ottuagenario, esiliato in Brasile, tra i poveri, dalla Chiesa; lei una giovane donna che sembra caparbiamente impegnata nella costruzione di una comunità di pace. Tra i due scorre una fitta trama di parole, lettere, incontri che sembra trascendere il desiderio e la passione e, giorno dopo giorno, si colloca sul piano della scoperta. "Racconto questa esperienza della relazione - scrive Arturo Paoli - perché, mi pare, illumini un tema al centro della vita ecclesiale". Questo racconto/confessione non cerca lo scandalo, nemmeno quando muove da affermazioni forti come questa: "Ti desideravo e avevo paura di te". Proprio con questa esperienza della relazione, "l'impossibile è avvenuto". Una messa in gioco radicale del ruolo della donna nella Chiesa e nella ricerca della verità che avvicina l'essere umano a Dio.
Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L'incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.
Stefano Lorenzetto raccoglie una serie di dialoghi con i camici bianchi sui dilemmi che la bioetica pone alla società. Ma presenta anche le drammatiche testimonianze di persone comuni che sono state duramente provate dal destino, che hanno toccato con mano la forza del soprannaturale, che si sono interrogate sul senso dell'esistere: la focomelica vittima del talidomide che ha perso tragicamente i genitori e il fratello, la paralitica che ha ripreso a camminare davanti alla grotta di Lourdes, l'imbalsamatore dei pontefici che si occupa delle salme senza nome, l'operaio che vive per accudire la moglie lobotomizzata, l'uomo senza desideri che rifiutava ogni contatto col mondo. Mentre l'ingegneria genetica galoppa verso l'ibridazione uomo-animale, sulla bioetica l'autore giunge a una conclusione di esemplare linearità: "È venuto il tempo che chi armeggia con provette, pipette e bisturi si conformi a una semplice, primordiale verità, anteriore al diritto positivo: nessuno può mettere le mani su una vita che non gli appartiene, neppure se mosso dal nobile intento di salvare altre vite o far progredire la scienza".
Un catechismo epistolare scritto con stile completamente diverso dal catechismo ufficiale. Smontando col Vangelo alla mano qualche vecchio pregiudizio, ad esempio che la religione cattolica sia sessuofobica, il volume dimostra quanto la parola di Cristo, in forma scritta nel Nuovo Testamento e in forma orale, musicale e teatrale nella messa, sia indispensabile per vivere liberi. Perché lo Spirito che si fa carne valorizza sia l'anima che il corpo, reclamando dignità per la persona nella sua interezza: Gesù, secondo l'autore, non si atteggiava ad asceta, frequentava donne chiacchierate, offriva il vino e non era neanche vegetariano. Sono tante le domande, i dubbi e gli interrogativi che in tanti si pongono di fronte alla religione e Langone risponde in modo brillante e divertente con dotta devozione.