C'è chi corre per passione e chi corre per dimagrire: questo libro è dedicato ai secondi, senza dimenticare i primi. L'ha scritto Daniel Fontana, il più forte triatleta italiano, che da pochi anni ha scelto di concentrarsi sulla distanza più massacrante, l'Ironman: 3,8 chilometri di nuoto in acque libere, 180 chilometri in bici e, per finire, una maratona. Come si riesce a compiere una simile impresa? Servono un allenamento graduale e mirato, un'ottimale condizione fisica e uno stile di vita sano e regolato, ma non può mancare l'atteggiamento mentale giusto, un mix di tenacia, determinazione e motivazione - tutte caratteristiche fondamentali anche per scegliere di alzarti dal divano e occuparti finalmente del tuo benessere. Nessuno come Daniel - che, oltre ad allenarsi, allena - è in grado di suggerirti le migliori strategie per cominciare a correre o per migliorare il tuo stile, le tue prestazioni e, perché no, la tua linea. "Dimagrire di corsa" è un vero e proprio manuale, che contiene informazioni adatte a principianti desiderosi di avvicinarsi alla corsa, ma anche perle di saggezza (e allenamento) rivolte a corridori più esperti: dai consigli sulla scelta delle scarpe e dell'abbigliamento agli esercizi di riscaldamento, potenziamento e stretching giusti, da poter fare anche a casa; dai trucchi motivazionali per sconfiggere la pigrizia a una varietà di tabelle di allenamento... Con il contributo della eat coach Elena Casiraghi.
Il cibo, i modi di cucinarlo e consumarlo possono narrare un paese meglio di tante cronache storiche. E proprio oggi che in Italia la cucina è la regina della programmazione televisiva, è importante ritrovarne la memoria. Perché la (buona) tavola è un fatto sociale e culturale, è appartenenza e ricordo, la rappresentazione più intima della nostra identità, tanto che non è azzardato affermare che molti mutamenti del nostro paese possono essere letti attraverso il cibo e la sua preparazione. "Fornelli d'Italia" è un viaggio nel tempo e nei tempi della nostra terra, alla scoperta di come e quanto sia cambiata l'Italia da quel fatidico 1861 in cui siamo diventati nazione. Un viaggio raccontato da un punto di vista originalissimo, quello delle molte straordinarie cuoche che si sono avvicendate nelle cucine delle nostre case. Infatti, mentre la gastronomia, colta e raffinata, è da sempre descritta da quegli stessi uomini che la interpretano (i grandi chef che oggi spopolano come vere star), il quotidiano "far da mangiare", costruito silenziosamente e meticolosamente dalle donne, non ha mai avuto celebri cantori. Con occhi femminili, quelli delle padrone dei fornelli, Stefania Aphel Barzini riscrive la storia d'Italia attraverso il cibo. Una storia che, come in un gioco di scatole cinesi, ne racchiude molte altre, ricche di personaggi sorprendenti, di aneddoti, di ricette narrate anche grazie all'aiuto della pubblicità, dei film, dei giornali e delle riviste dell'epoca.
Nell'aprile 2006 il mondo editoriale italiano è stato sconvolto da un bestseller clamoroso e inaspettato, trasformatosi in poco tempo in un terremoto culturale, sociale e civile: "Gomorra". Un libro anomalo in cui Roberto Saviano racconta la camorra come nessuno aveva mai fatto prima, unendo il rigore del ricercatore, il coraggio del giornalista d'inchiesta, la passione dello scrittore e, soprattutto, l'amore doloroso per una città da parte di chi vi è nato e cresciuto. Per scriverlo si è immerso nel "Sistema" e ne ha esplorato i mille volti. Ha così svelato come, tra racket di quartiere e finanza internazionale, un'organizzazione criminale possa tenere in pugno un'intera regione, legando firme del lusso, narcotraffico, smaltimento dei rifiuti e mercato delle armi. "Gomorra" è un libro potente, appassionato e brutale, un viaggio sconvolgente in un mondo in cui i ragazzini imparano a sparare a dodici anni e sognano di morire ammazzati, in cui i tossici vengono usati come cavie per testare nuove droghe. Pagine che afferrano il lettore alla gola e lo trascinano in un abisso dove nessuna immaginazione è in grado di arrivare.
Oggi le strade di Felicittà sono davvero affollate: c'è chi guida l'auto, chi va a scuola, chi pulisce e chi... combina guai! Gioca con i personaggi di Richard Scarry e riempi le strade della città con tanti coloratissimi adesivi. Età di lettura: da 4 anni.
Transilvania, 1939. Josef ha solo cinque anni quando la Guardia di Ferro romena uccide brutalmente tutta la sua famiglia. Sopravvive per miracolo. A trovarlo, terrorizzato sotto il tavolo, vivo, è la domestica cristiana che lo ha allevato e che non esita a prenderlo con sé, crescendolo assieme al proprio figlio. Cinque anni dopo, un identico massacro colpisce un'altra famiglia ebrea e anche questa volta a salvarsi è solo una bambina, la piccola Mila. Sola e senza nessuno a occuparsi di lei, Mila riesce però a trovare una via di salvezza nella casa del rabbino Zalman, che la accoglie offrendole protezione, una rigida educazione hassidica e l'amicizia con sua figlia Atara. Le due bambine crescono come sorelle anche se non potrebbero essere più diverse: Mila è una credente devota e scrupolosa, Atara invece è curiosa, appassionata al mondo dei libri e della conoscenza, pronta a spingersi lontano dai dettami dell'ortodossia che si respira in famiglia. E quando le due ragazze, per sfuggire al regime comunista, decidono di rifugiarsi a Parigi, sotto le seduzioni e le attrazioni della capitale le loro strade si separano definitivamente. Ormai adulte, in America, andranno incontro alla rottura definitiva: Mila sposerà Josef, profondamente religioso, e costruirà la propria vita nella comunità hassidica di Brooklyn, Atara abbandonerà la religione rivendicando una libertà emotiva e intellettuale senza obblighi di appartenenza e riconoscimento con nessuna comunità, con nessuna religione.
Quando "Mai ci eravamo annoiati" balzò sulla scena editoriale americana, alla fine degli anni Settanta, a nessun lettore era mai capitato di leggere niente di simile. Un libro che faceva saltare tutte le regole e imponeva con leggerezza un'irresistibile carica di novità e anticonformismo, una boccata d'aria fresca nei locali chiusi di una festa mondana dove gli elegantissimi ospiti hanno iniziato da un po' ad annoiarsi. Soprattutto è la voce a incantare, la voce della giovane Jen Fain, una ragazzina di provincia appena sbarcata a New York e decisa a conquistarsi il suo posto sul palcoscenico più desiderabile dell'epoca, sotto le mille luci di una città che non è mai stata così scintillante. Ci sono le feste nei loft di Brooklyn dove si incontrano galleristi, intellettuali francesi, editori spregiudicati, l'intero bel mondo della cultura. E poi le esercitazioni di volo con biplano, i molti amori fugaci e turbolenti, i viaggi, le lunghe serate nelle redazioni dei giornali, e una certa nostalgia per le notti in collegio con le amiche quando il mondo era più piccolo. Renata Adler, autrice icona della cultura newyorkese degli ultimi cinquant'anni, ci stuzzica riuscendo a essere allo stesso tempo amorevole e sfuggente. E ci racconta, in questo romanzo-non-romanzo, il nostro tempo frammentario, le nostre molteplici identità, le idee, le esperienze e le emozioni della contemporaneità - feroce, amara e in tutto e per tutto splendida.
La storia dei paesi del Mediterraneo, favoriti da un clima mite e fecondo, è stata segnata dalla produzione dell'olio d'oliva, tanto che diverse città sono nate e si sono sviluppate proprio grazie al commercio di questo antichissimo e pregiato prodotto della civiltà umana. Così, quando si parla di cultura mediterranea, si parla anche di cultura dell'olio: una cultura radicata e condivisa da diversi popoli, per i quali l'olivo è sempre stato oggetto di cure amorevoli e simbolo di valori preziosi. Carlos Falcò, celebre produttore spagnolo di vino e olio, ci accompagna in questo viaggio alla scoperta della cultura dell'"oro liquido", partendo dalle prime testimonianze scritte sulla coltivazione dell'olivo, risalenti al III millennio a.C., per arrivare ai giorni nostri. E quello che ci presenta è un quadro esauriente dell'"universo olio", capace di soddisfare ogni curiosità: dalle sue origini alle diverse tecniche produttive, dalle varietà esistenti alle loro numerose proprietà e applicazioni - in gastronomia, nella cosmesi, come fonte d'illuminazione -, dal significato del termine "extravergine" ai modi per riconoscere un olio di qualità superiore. Con la stessa passione con cui illustra ogni fase del processo che trasforma le olive nel più apprezzato dei condimenti, l'autore denuncia la frode che inquina parte del vastissimo e ricco mercato dell'olio, fornendo al lettore importanti strumenti per orientarlo verso un consumo consapevole.
"È stato come se cinque grossi camion, pur partiti in tempi diversi, fossero alla fine tutti insieme venuti a passare su di uno stesso ponte, già per suo conto pericolante: la 'democrazia del deficit', origine, a partire dagli anni Settanta, del terzo debito pubblico del mondo, la nostra maledizione nazionale; la decostruzione-privatizzazione dello Stato, con la creazione a fianco dello Stato di uno 'Stato parallelo' ancora più grande, costoso e paralizzante; il folle cumulo del decentramento amministrativo e del federalismo costituzionale; la forzatura sui tempi e sui modi dell'ingresso dell'Italia nell'euro; infine la globalizzazione. Nell'agosto-novembre 2011, mossa da enormi interessi esteri, una 'quinta colonna' ha infine minato il pilone portante di quello stesso ponte. Oggi in Italia non si compra, non si assume, non si investe. Una volta, a fianco dei costi c'erano anche i ricavi, oggi ci sono solo i costi. In queste pagine si formulano molte proposte concrete, come per esempio il 'rimpatrio' del debito pubblico, libera impresa in libero Stato, una fiscalità avveniristica nella sua semplicità. Ma tutto ciò potrà realizzarsi solo se il Paese saprà riappropriarsi della sua sovranità nazionale, eleggendo un governo che sia espressione di una vasta maggioranza popolare e perciò abbastanza forte da compiere, senza avventurismi e senza traumi, i passi necessari per ridare ai cittadini fiducia nel presente e speranza nel futuro." (Giulio Tremonti)
La lettura dei vangeli è per gran parte dei cristiani prevalentemente liturgica. Ci siamo dimenticati che i vangeli sono anzitutto un grande racconto della vita di Cristo e che solo leggendoli in questa prospettiva essi potranno liberare il loro messaggio e illuminare la nostra concreta esperienza esistenziale. In particolare ciò che caratterizza il vangelo di Marco analizzato in queste pagine è l'eccezionale tensione che lo percorre: è un testo costruito a incastro, una struttura in cui due episodi possono ricevere luce l'uno dall'altro, con brevi e incalzanti unità narrative, in cui Gesù è continuamente in movimento, inafferrabile nella sua identità, non racchiudibile in schemi classici e spiazzante per il lettore. Con il suo commento puntuale e illuminante Enzo Bianchi ci svela come il messaggio universale del vangelo possa divenire per ciascuno un'intensa occasione di confronto con la propria storia.
Fervono i preparativi per la festa dei settant'anni di Warren Barron, influente avvocato newyorkese e padre orgoglioso di tre figli ormai adulti. Beth, sua moglie, sta organizzando in grande stile il ricevimento nella splendida casa su Central Park, per celebrare il marito e insieme il dono della loro unione capace di resistere a vento e tempeste. È sera quando Beth riceve una telefonata. La voce di Luis, l'uomo con il quale ha vissuto una travolgente storia d'amore quarant'anni prima, la raggiunge attraverso il filo e con il timbro di un tempo la chiama "Liz", "gazzella mia". Luis è il solo a usare quel nome, che nessuno ha mai più pronunciato per lei. Luis, sparito per lunghissimi anni, non ha mai smesso di amarla. E mentre i primi ospiti iniziano ad arrivare, Beth compie un viaggio a ritroso nel tempo, ripercorrendo le tracce di un amore irripetibile, inconsapevole e glorioso come l'America di quegli anni lontani. Facendo il bilancio della propria vita, Beth ci parla di noi, della nostra vita che corre nelle città luminose e brulicanti che ogni giorno attraversiamo, e in punta di piedi, con la grazia propria di una signora di classe come lei, ci fa riflettere su ciò che si perde, e su ciò che si diventa, ogni volta che si compie una scelta.