"Trasformare le difficoltà in opportunità o, se si preferisce, discernere le energie di resurrezione che ogni passione vissuta alla sequela di Gesù Cristo contiene in sé: è di fronte a una sfida di questo tipo che si trova la Chiesa nel mondo contemporaneo. Condizione indispensabile per affrontare la difficile impresa di fare della crisi il punto di appoggio per un balzo innanzi è lo studio e la conoscenza della situazione, anche da un punto di vista sociologico e storico. Per questo il lavoro di Luca Diotallevi si rivela oltremodo prezioso, perché accetta di scavare nei meandri della crisi e di studiarne le componenti a partire da tre prospettive complementari: le difficoltà del ministero presbiterale, la fine di un mondo cristiano, la vicenda del laicato cattolico in Italia. Una disamina lucida, e a tratti anche tagliente, che non sfocia mai in cinismo o rassegnazione, ma anzi lascia sempre emergere la solidarietà, la comunione e l'amore che l'autore nutre per la Chiesa e il desiderio che possa ritrovare un'immagine e un'identità maggiormente conforme alle esigenze del Vangelo." (Enzo Bianchi)
La figura del monaco egiziano Matta el Meskin (1919-2006) rappresenta un punto di riferimento importante per cogliere le energie spirituali e di fede custodite dalla Chiesa copta, comunità dalle origini apostoliche. Queste pagine intendono presentare la sua aspirazione a un cristianesimo autentico e radicale, sulle orme degli antichi padri del deserto, la cui missione è predicare il Vangelo e curarsi della salvezza dell'uomo, anche a costo di entrare in attrito con i responsabili della Chiesa. L'autobiografia e altri suoi scritti, qui per la prima volta tradotti, svelano il ruolo della Chiesa copta nell'Egitto contemporaneo, e assurgono a modello di spiritualità interreligiosa nel contesto di un mondo arabo divenuto fulcro di cambiamenti. Il volume nasce dall'impegno della Comunità di Sant'Egidio per il dialogo fra le diverse religioni e confessioni, fra credenti e non credenti, e dall'attenzione per la storia delle radici cristiane nel Medio Oriente.
"Mi metto, idealmente, di fronte a un interlocutore incredulo che, giustamente, a buon diritto, mi domanda le ragioni del mio credere in Cristo. A questo interlocutore dovrò rivolgermi con 'dolcezza e rispetto' così come mi suggerisce Pietro, il primo papa. Devo infatti pensare che chi mi sta di fronte è forse più vicino a Dio di quanto lo sia io che cerco di convertirlo. Potrebbe essere più vicino in ragione di una sua maggiore carità che esercita nei confronti di quei poveri, affamati, infermi, carcerati, nei quali, secondo il vangelo (Mt 25), il Cristo e cioè Dio di fatto è presente. Potrebbe anche trattarsi di un inquieto ricercatore di assoluto, titubante sulla soglia della fede cristiana e disponibile a varcarla, ma soltanto in modo motivato e responsabile. Mi chiedo se potrò essere di aiuto a questi miei 'compagni di viaggio' per raggiungere insieme la meta che attende tutti noi, la verità che dà significato al nostro esistere nel mondo e nel tempo." (dalla Premessa)
Il tentativo di queste pagine è, insieme, disegnare l'itinerario di vita di Francesco di Sales nel suo confronto con i maggiori movimenti culturali e religiosi dell'epoca, e far luce sulla peculiarità della dottrina salesiana intesa non come fenomeno isolato ma come uno dei fermenti più significativi della civilizzazione moderna, declinatosi nell'immenso movimento del Rinascimento nutrendo generazioni di credenti. La vita, l'opera, la spiritualità, la fraternità, la missione di san Francesco sono qui osservate nell'unità inscindibile di contemplazione e azione, richiamate come opposti polari. Un modello che, amalgamando il suo percorso spirituale dalla formazione alla dottrina, fino a esprimersi nell'azione, prende il nome di dévotion: slancio teso verso quell'unità che si dà nella carità, mai pienamente raggiunta e sempre ardentemente perseguita. È appunto la dévotion la cifra e il segreto del fascino della personalità di Francesco di Sales, radice della fecondità della sua figura e del suo essere dottore dell'amore oltre lo spazio e il tempo della sua epoca, davvero estasi dell'azione e della vita.
La Storia dell'età barocca di Benedetto Croce (del 1929) è assunta in questa ricerca come un prisma da cui si irradiano, da una parte, il metodo storico e lo storicismo di Croce, dall'altra i suoi ideali, politici e religiosi, e le prese di posizione, pubbliche e civili. Una relazione dialettica tra pensiero e azione che diviene il presupposto ermeneutico per decifrare il suo stesso modello storiografico: più che una filosofia della storia, storiografia che ha uno specifico filosofico, il quale, a sua volta, va compreso a partire dallo specifico storico in cui si è generato. Sostando sulla elaborazione crociana del concetto di Controriforma - come sistema di potere teocratico e dunque paradigma teologico-politico - il saggio fa luce sul dilemma cristianesimo/libertà al cospetto dell'età moderna.
Ernst Cassirer fu uno dei pochi intellettuali che, negli anni della Repubblica di Weimer, si espresse a favore della Costituzione della Repubblica: il testo qui tradotto è la trascrizione di questa sua presa di posizione pubblica, nel 1928. Vi si respirano gli ideali dell'illuminismo e della Bildung, come formazione del carattere e educazione morale, che furono fondamentali per il processo di assimilazione degli ebrei in Germania. Alla crisi della cultura, della politica e dello Stato di quegli anni queste pagine oppongono il ruolo attivo della filosofia: certo non la sola necessaria, eppure una forza decisiva, a partire dal richiamo alla ragione, non solo per spiegare a posteriori gli eventi, ma per comprenderli e orientarli nel loro corso.
Centro urbano dall'assetto internazionale e microcosmo di una pluralità di gruppi etnico-religiosi al crocevia tra paganesimo, giudaismo e cristianesimo, Caesarea Maritima fu una metropoli di nome e di fatto, e tale si è rivelata archeologicamente. I contributi qui raccolti del Gruppo Italiano di Ricerca su Origene e la Tradizione Alessandrina offrono le più recenti prospettive di indagine, con approccio storico-critico e filologico, sulla complessità di questo contesto urbano alla luce dei modelli socio-antropologici di identità e di conflitto/competitività.
Accanto all'immagine cristiana di Caesarea Maritima derivante da ingegni eccellenti quali Origene, Panfilo ed Eusebio, emerge una polifonia di gruppi e culture in grado di sollecitarne l'attività di intellettuali e lo stesso ministero cristiano.
OSVALDA ANDREI è professore associato di Storia del cristianesimo e delle chiese all'Università degli studi di Siena. I suoi principali ambiti di ricerca sono: storiografia e cronografia giudaico ellenistica e cristiana (antica e tardo antica); modelli, fondamenti esegetici, strategie di costruzione ed espressione delle idee cristiane sul tempo (cronologie antiche e cronologia moderna); Eusebio di Cesarea e la tradizione alessandrina; cristianità e giudaismo. Tra le sue pubblicazioni: M'. Acilio Glabrione ed il leone. Domiziano tra ebraismo e cristianesimo (Torino, 2002).; Rileggere 'Roma' nell'Apocalisse. Una riflessione sul rapporto 'testo-contesto' (Arezzo-Avellino, 2007); Canons Chronologiques et Histoire ecclésiastique (in S. Morlet - L. Perrone [eds.], Eusèbe de Césarée. Histoire ecclésiastique. Commentaire, Tome I, Paris 2012, in corso di traduzione per Morcelliana).