«Cristo con gli alpini non è un’opera qualunque. Non è, insomma, un diario, un resoconto, una cronaca, una confessione, ma è un atto di fede gettato nella follia della guerra, un gesto di speranza dedicato a coloro che ormai non ripetevano più questa parola, uno slancio d’amore che replica ai colpi della violenza. Per questo don Carlo porta Cristo al fronte, o meglio lo conduce nella disperazione degli accerchiamenti dove si consumavano le ultime forze. Prosa semplice, piccoli esempi e un cuore immenso fanno di questo libro un documento prezioso.
Le pagine dedicate a Giorgio, il bambino che ha perso tutto e poi muore, sono più eloquenti di tutte le analisi degli storici. Leggendole si capisce perché “tocca alla morte rivelare profonde e arcane somiglianze”.
Riproporre Cristo con gli alpini significa conoscere un po’ di più la guerra e la Russia; queste pagine spiegano l’inizio di un miracolo.»
Dalla prefazione di Armando Torno
Dall'ascesa di Mussolini alla disfatta del regime fascista: il Ventennio letto con gli occhi e la sensibilità di una donna autentica e forte, moglie del Duce e testimone di una delle pagine più importanti della storia italiana. Donna Rachele era una contadina di un piccolo paese delle colline romagnole che si trovò proiettata ai vertici del potere, accanto all'uomo più amato e odiato di quel periodo. Una donna come tante, semplice e legata alle sue umili origini anche nei momenti di massimo splendore, una donna carismatica che seppe affrontare con coraggio le circostanze più avverse. In gioventù sopportò la miseria e la fame, poi arrivarono quasi inaspettate la fama e la gloria, dalle quali tuttavia non si fece mai sedurre. La sua vita incredibile non le risparmiò nulla, né grandi gioie né tremendi dolori, eppure lei rimase sempre la stessa. La tragedia e la caduta vertiginosa, la diffamazione e la vergogna non la colsero impreparata, e unico fu il suo grande rimpianto: non essere potuta morire accanto all'uomo che aveva disperatamente amato.
Dire che Francesco d'Assisi sia stato un eroe romantico, un uomo socialmente virtuoso, un protagonista del suo tempo, un precorritore dell'Umanesimo, sarebbe riduttivo e ingiusto. Fare del suo ardore teologico l'unico argomento, esasperandone l'ascetismo, l'umiltà, la povertà, renderebbe d'altronde quasi inaccessibile la storia del santo. Raccontare del trovatore, del poeta, dell'amante, dimenticando tutto ciò che in lui era Passione per Dio, sarebbe ancora fargli un torto. Quello che invece Chesterton si propone è un profilo autentico di Francesco d'Assisi, né il materialismo degli scettici, né la semplice adesione del devoto, abituato ai paradossi della fede: il dialogo fra un indagatore moderno e un profano onesto. Francesco d'Assisi è per Chesterton non solo l'uomo che segnò la storia della sua conversione, ma il santo che con il suo romanticismo penetrò il razionalismo dell'età vittoriana.
La vecchia mamma con l'Alzheimer vede un angelo sopra la credenza, il papà ipocondriaco ingurgita pastiglie mentre ricorda la guerra di Russia, la zia ultranovantenne, pasticciona e iperattiva, tiranneggia tutti. In mezzo alle tre "vecchie canaglie" c'è lui: figlio e nipote sessantenne alle prese con la stralunata famiglia, dove i guai dell'età si trasformano ogni giorno in commedia dell'assurdo e i dialoghi in aforismi fulminanti. Storie di ordinaria vecchiaia raccontate con umorismo, che nasce da un grande amore filiale e dal rispetto profondo dell'antico comandamento "onora il padre e la madre". E ovviamente anche la zia, perché anche lei fa parte della famiglia e della catena solidale che lega una generazione all'altra.
Sin dalla sua prima pubblicazione, nel 1992, questo volume ha provocato un vivace dibattito per la quantità e la qualità dei documenti che vi sono raccolti e che mettono in luce la complessa trama della diplomazia vaticana durante la Seconda guerra mondiale. La Chiesa avrebbe potuto fare qualcosa per salvare la pace e per prevenire le persecuzioni, le deportazioni e i massacri nazifascisti? L'autore spiega in modo esauriente quali furono le problematiche e i condizionamenti che limitarono la libertà d'azione del pontefice nei sei anni del conflitto. Le pressioni degli anglo-americani per ottenere la condanna di papa Pacelli contro i crimini nazisti; i retroscena dei bombardamenti su Roma; il ruolo della Santa Sede per la pace negoziata tra Germania e Inghilterra; i rapporti diplomatici con Berlino. Questo libro, considerato da molti un contributo fondamentale alla riabilitazione di Pio XII, è ancora oggi un punto di riferimento per chiunque voglia capire il ruolo della Chiesa nella Seconda guerra mondiale.