
Nel 1906 il capitano Charles Clutterbuck, educato alla prestigiosa accademia reale di Sandhurst, abbandona la sua casa nel Leicestershire e si trasferisce in Kenia, portando con sé soltanto Beryl, la sua bambina di quattro anni. Beryl vivrà tutta la sua vita in Africa. Una vita cominciata in una capanna di fango, nella foresta che suo padre aveva deciso di disboscare per creare una fattoria, e terminata in una casetta vicina all'ippodromo di Nairobi. "A occidente con la notte" è il racconto di questa straordinaria esistenza in cui le ombre si dileguano dinanzi alle vette che essa fu in grado di raggiungere. Donna dalla meravigliosa andatura e dai lunghi capelli biondi che parlava lo swahili, il nandi e il masai, addestrava cavalli come pochi, volava come nessun'altra (fu la prima ad attraversare l'Atlantico da est a ovest in solitaria, decollando dall'Inghilterra e atterrando in Nova Scotia ventuno ore e venticinque minuti dopo), ebbe tre mariti e un figlio, inventò la caccia grossa con l'uso degli aerei, collezionò ogni sorta di trofei e finì i suoi giorni in un piccolo appartamento di Nairobi, dove fu anche percossa e rapinata, Beryl Markham fu una scrittrice di assoluto talento, capace di restituirci magnificamente l'Africa incantata della prima metà del secolo scorso.
È il 31 dicembre a Barcellona e Fernando, detto Fer, è seduto al tavolo della sala da pranzo di sua madre a piegare con cura i tovaglioli rossi. Amalia, la mamma, è nervosa e piena di gioia. Dopo tanti tentativi frustrati, tutti i suoi figli e parenti - il sangue del suo sangue - si siederanno a tavola per festeggiare l'ultimo dell'anno e brindare finalmente insieme.
Ci sarà lui, Fer, con Max, l'alano che dorme con la testa in una perenne pozza di bava, regalo d'addio che il suo ex compagno Andrés gli ha lasciato, giusto per non sentirsi in colpa per essersi innamorato di un altro.
Ci sarà Silvia, la figlia maggiore, che, dopo aver perduto la bambina che portava in grembo, mastica rabbia e nicotina, ed è come una pentola a pressione sempre sul punto di scoppiare.
Ci sarà Emma, la figlia più piccola, il disordine in persona, colei che ha sempre qualcosa che non va. E Olga, la sua compagna - l'"aggiunta" come la chiama Silvia-: naso all'insù, perle, tacchi, borsa di Louis Vuitton, e l'aria supponente di chi ripete come un mantra "lascia che ti dica.
Ci sarà, infine, l'eccentrico zio Eduardo, che l'anno prima si è presentato vestito da babbo natale e completamente ubriaco.
È un giorno importante, e Amalia non nasconde la sua gioia e le sue paure.
Silvia saprà stare al suo posto e non litigherà con Olga? E lo zio Eduardo non racconterà nessuna delle storie schifose dei suoi viaggi? E non busserà alla porta nessun vicino del palazzo, com'è accaduto anni prima, quando è comparso sulla soglia il signor Samuel in compagnia di una povera mulatta cubana mezza svestita?
Con un ritmo serrato e un impianto "teatrale" Alejandro Palomas mette in scena una memorabile cena di Capodanno in cui ciascuno vuole, dal suo angolo di vita, scacciare ogni pesantezza e trascorrere una serata leggera. Ma si sa, le feste in famiglia svelano puntualmente cose ignote, verità non ancora rifinite che affiorano improvvise, come la luce che sale dal mare all'alba del nuovo anno.
È il 22 marzo 1921. Davanti alle Piramidi d'Egitto tre turisti occidentali posano per una foto a dorso di un cammello. I primi due sono gli inglesi più famosi del XX secolo: il ministro delle Colonie, Winston Churchill, e lo scrittore paladino del nazionalismo arabo, Thomas Edward Lawrence. Il terzo è l'archeologa, poetessa, linguista e maggiore dell'esercito Gertrude Bell. Chi è quella donna così influente e talentuosa da essere paragonata a Elisabetta I? E perché ha scelto di "competere a condizioni maschili nel mondo maschile" delle imprese eroiche mediorientali di inizio Novecento? Dopo la laurea in Storia a Oxford, Gertrude rinuncia agli agi della vita in una delle famiglie più ricche d'Inghilterra e parte a esplorare i territori dell'Impero Ottomano. Ci vuole poco a capire di che pasta è fatta. Per prima cosa dice sempre quello che pensa e poi ha un'inesauribile sete di conoscenza e di giustizia, e detesta sentirsi vincolata a un unico luogo. Naturale, perciò, che l'ingresso nel controspionaggio inglese e la richiesta di Churchill di far parte del gruppo di "orientalisti" che traccerà il nuovo assetto del Medio Oriente, per lei non sia ancora abbastanza. Gertrude vuole afferrare le complesse contraddizioni di quella terra assolata. Parte alla volta della Palestina, visita la Turchia e la Grande Siria, finché, nel 1917, l'esercito britannico le ordina di stabilirsi a Baghdad nelle vesti di "segretaria orientale", dove rimane dieci anni, fino alla notte in cui morirà per un'overdose di farmaci...
Nel 1895 Heinrich Vogeler, giovane artista tedesco di belle speranze, compra una villetta a Worpswede nel nord della Germania, intenzionato a farne la sua personale dimora e un centro di ritrovo per artisti a lui affini. Vogeler battezza la casa Barkenhoff, la villetta delle betulle, dopo aver piantato nel giardino antistante l'edificio numerose betulle.
Nel giro di qualche anno Barkenhoff diviene uno dei centri artistici più vitali e noti in Germania, il luogo dove vive e crea un'originale colonia di artisti bohémien che ha al suo centro Heinrich Vogeler e Rainer Maria Rilke, il giovane poeta il cui talento è già noto nei maggiori salotti letterari europei. Ospite della casa, dei concerti e delle feste che vi si svolgono, è spesso anche Thomas Mann.
Nel 1905 Heinrich Vogeler è al culmine del successo e della fama. In giugno riceve uno dei maggiori premi artistici tedeschi per un quadro che gli ha richiesto cinque anni di lavoro, intitolato Il concerto a sera d'estate a Barkenhoff. Celebrata come un capolavoro, l'opera è in realtà, per Vogeler, il risultato di una triplice disfatta: la disfatta del suo matrimonio con Martha, della sua consapevolezza d'artista, della sua amicizia con Rainer Maria Rilke. Rilke e Vogeler sono ormai due estranei quando Vogeler dipinge Il concerto a sera d'estate a Barkenhoff. E l'opera finita lo mostra perfettamente: il posto di Rilke, tra le donne che egli ama, è vuoto. L'amore, l'arte e la politica hanno diviso i due.
Durante il viaggio per ritirare il premio, Vogeler ricorda l'intera vicenda : la nascita di Barkenhoff, la magia del primo incontro con Rilke a Firenze, le figure di Paula e Clara, le donne cui Rilke era legato in uno scandaloso triangolo.
Magnifico romanzo sulla nascita di un capolavoro, Concerto di una sera d'estate senza poeti illumina un'epoca di grandi passioni e amori.
Sul lettino di Freud è la storia di Seymour Trotter, Ernest Lask e Marshal Streider, tre psicoterapeuti che, in virtù della sorte connessa alla loro professione, si trovano a condividere trionfi e fallimenti, fatti e misfatti, onori e infamie della loro pratica terapeutica.
Seymour Trotter, settantun anni, un patriarca della comunità psichiatrica, venerato in tutto il Nord della California per la sua sagacia e il suo motto: «La mia tecnica consiste nell’abbandonare qualsiasi tecnica!», va incontro alla rovina dopo aver preso in analisi Belle Felini, una trentaduenne di gradevole aspetto, bella pelle, occhi seducenti, vestita con eleganza, ma con una lunga storia di autodistruzione alle spalle. Nell’istante in cui l’«alleanza terapeutica» con la sua paziente sembra dare frutti che nessun Prozac può procurare, Trotter viene accusato di comportamento sessuale inappropriato nei confronti della giovane donna e sottoposto ad azione disciplinare dal comitato etico per la medicina.
Incaricato del procedimento è Ernest Lask, assistente universitario presso la facoltà di psichiatria, studioso che ignora quasi tutto della psicoterapia. L’incontro con Trotter, tuttavia, lo affascina e seduce a tal punto che Lask diviene un affermato psicoterapeuta. Giorno dopo giorno, i suoi pazienti lo invitano nei luoghi più intimi delle loro vite. E giorno dopo giorno lui ringrazia i grandi progenitori dell’analisi: Nietzsche, Kierkegaard, Freud, Jung.
Finché non viene il momento in cui nessuno dei grandi guaritori del passato può soccorrerlo. Lask applica un approccio radicalmente nuovo, basato su una forma di «alleanza terapeutica» con il suo paziente Justin. Ma quando quest’ultimo decide di abbandonare bruscamente la moglie, Lask è costretto a correre ai ripari il più in fretta possibile, poiché si rende conto di aver commesso un grave errore di valutazione e di essersi curato più di sé che di Justin nell’analisi.
Errore che confessa al suo supervisore Marshal Streider, il quale, benché abbia fatto suo il motto creativo di Trotter, non riesce a scrollarsi di dosso alcuni suoi comportamenti compulsivi, in particolare l’attrazione per il denaro che turba i suoi rapporti col mondo.
Dopo aver indagato i fantasmi della mente in e attraverso Nietzsche, Schopenhauer e Spinoza, Irvin Yalom, scrive un romanzo che può essere letto come una lettera aperta ai terapeuti e ai pazienti, una sorta di istruzioni per l’uso prima di avventurarsi sull’impervio sentiero dell’analisi, così come un avvincente racconto che svela al lettore comune che cosa accade realmente sul lettino di Freud.
I libri sui padri sono sempre una resa dei conti col morto che, in quanto tale, non parla. Non così questo libro, per metà puro romanzo e per l'altra metà memoir familiare, che parte invece dal giorno in cui il futuro padre nasce e ne reinventa la storia. Romana Petri racconta così i sessantatré anni di vita di un uomo, dal 1922 al 1985, ma anche quelli italiani, dal fascismo alla guerra alla ricostruzione al boom economico e oltre. C'è l'infanzia nell'Italia rurale nella campagna vicino a Perugia, e poi l'adolescenza condivisa con una banda di scavezzacollo in quella città allora poco più grande di un paese, tra serenate notturne al balcone della bella di turno ed esuberanti scazzottate coi soldati alleati giunti dopo la liberazione. E poi c'è una Roma carica di promesse, in anni in cui nessuna meta è preclusa: il benessere, le auto sportive, le villeggiature, le conquiste amorose, un successo che pare senza limiti. Infine, la realtà che cancella l'illusione di non poter mai più tornare indietro: la caduta, le crisi, le difficoltà da cui riemergere con la tenacia degli anni formativi. Mario Petri detto "Ciclone" è un padre ingombrante. È grande e grosso ma capace di coltivare una sua fine sensibilità. Ha l'animo di un cavaliere antico, e il suo futuro sarà quello di un uomo di spettacolo nato per vestire i panni di personaggi eroici tanto nell'opera lirica quanto nel cinema. Intorno a Mario e Lena e ai figli nati dal loro grande amore s'incontrano tanti personaggi famosi...
In una mite sera d'autunno, Natalia e Martin tornano in bicicletta da una cena al loro solito ristorante greco di Erlangen, in Germania. Ha piovuto e la strada è bagnata e buia. La ciclabile è troppo stretta per viaggiare affiancati. Martin, che ha bevuto tre ouzo, pedala forte e ogni tanto si mette a cantare. Natalia resta indietro, impacciata sulla bicicletta dell'ex fidanzata di Martin, troppo grande per lei. Nel buio, nota una sagoma scura sulla sua destra, un uomo incappucciato, avvolto in un cappotto nero, che saltella sul marciapiede. Continuando a saltellare, l'uomo la raggiunge, le taglia la strada e si allontana. Poco prima di frenare e poggiare i piedi per terra, Natalia si rende conto di avere una sostanza appiccicosa sulla faccia: uno sputo. Ore dopo, sotto shock, la ragazza ricorda agli inquirenti il tragico succedersi degli eventi: lei che urla a Martin di raggiungerla e, indignata, lo ragguaglia sull'offesa ricevuta, Martin che si lancia rabbiosamente all'inseguimento dell'uomo nero, Martin e l'incappucciato che lottano, Martin che si accascia al suolo, colpito mortalmente da numerose coltellate, l'incappucciato che fugge. Articoli a pagina piena sui giornali, servizi in tv, con i residenti della zona che piangono o mostrano flaconi di spray al pepe, e cani che annusano il punto in cui è avvenuto il crimine, il caso desta uno scalpore enorme in Germania...
Zareen è orgogliosa d'essere una parsi e di abitare in una fiorente metropoli con otto milioni di abitanti, qual è Lahore, in Pakistan. Certo, è arduo vivere in un paese in perenne conflitto con un altro. Durante la famigerata guerra dei Diciassette Giorni tra Pakistan e India - era il 1965 e il pomo della discordia era come sempre il Kashmir - mentre le granate esplodevano a soli diciotto chilometri di distanza, Zareen fu costretta a prendere le sue bambine e a raggiungere Rawalpindi. Duecentottanta chilometri percorsi in otto ore. Grazie alle preghiere rivolte a Sarosh Ejud, l'Angelo del successo zoroastriano che protegge l'umanità, lei, Feroza, la figlia maggiore, e Parizad, la minore, giunsero a Pindi sane e salve. Ora, però, più di bombe, granate e colpi di cannone, qualcosa di inaspettato, crudele, insensato sta per sconvolgere l'esistenza di Zareen: sua figlia Feroza, che soggiorna da un paio d'anni a Denver, negli Stati Uniti, sta per sposare un non-parsi, un americano figlio di genitori ebrei, un ragazzo con gli occhi azzurri, i capelli lunghi e dei frivoli colpi di sole. Vi può essere disgrazia maggiore di una figlia che non avrà più accesso al Tempio del Fuoco? E che sarà espulsa dalla comunità, come succede a ogni ragazza parsi che sceglie un marito di altra nazionalità? ...
Gonna e maglioncino da ragazza perbene, stile Sylvia Plath allo Smith College, ogni mattina Joanna Rakoff si reca sulla Quarantanovesima ed entra nel palazzo stretto e anonimo in cui ha sede l'agenzia letteraria dove lavora. Un'agenzia antica, prestigiosissima, probabilmente la più antica tra quelle ancora in attività nella metà degli anni Novanta a New York. Lì sta seduta tutto il giorno, con le gambe accavallate su una poltroncina girevole a rispondere agli ordini del suo capo, la "direttrice" dalle dita lunghe, snelle, bianche che si accende una sigaretta dietro l'altra con un'enfasi degna di Lauren Bacali. Ogni frase, ogni gesto e commento della direttrice, e di Olivia, Max e Lucy gli agenti, un distillato del fascino démodé dell'Agenzia con le loro presentazioni al KGB Bar, e la loro vita fatta di una sequenza infinita di feste - le rammentano che l'agenzia non è solo un'azienda, ma uno stile di vita, una cultura, una comunità, una casa. Qualcosa di più simile a una società segreta o a una religione, con dei rituali ben definiti e delle divinità da adorare: Fitzgerald, una sorta di semidio; Dylan Thomas, Faulkner, Langston Hughes e Agatha Christie, divinità minori e, alla guida del pantheon, la più pura, assoluta divinità, lo Scrittore rappresentato da sempre dall'agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger. Avvezza già all'era digitale dei Macintosh nella New York della metà degli anni Novanta, Joanna viene spedita davanti a un dittafono, un aggeggio degli anni Cinquanta...
È una fredda giornata di aprile del 1854 alla stazione King's Cross di Londra quando Effie Gray, moglie di John Ruskin, il celebre critico d'arte, prende posto sul treno diretto in Scozia, a Bowerswell, la casa dei suoi. La giovane donna stringe tra le mani una busta in cui vi sono la sua fede nuziale e alcuni biglietti indirizzati agli amici, brevi righe che annunciano la decisione che desterà scandalo e scalpore nella buona società londinese: la sua separazione da John Ruskin, un gesto rovinoso per la reputazione di un uomo al culmine della sua fama. John Ruskin non è, infatti, un critico d'arte qualsiasi. Dall'estate del 1843, quando è uscito il suo tributo a Turner in Pittori moderni, è diventato il critico d'arte per eccellenza, un uomo amato e ammirato nei salotti letterari londinesi. Dopo averlo letto, Charlotte Bronté ha esclamato: "È come se finora avessi camminato bendata: questo libro mi ha restituito la vista!" Ispirato, brillante, Ruskin è invitato ai ricevimenti più esclusivi, dove è corteggiato dalle donne più avvenenti e adulato dagli uomini più in vista. La sola idea che qualcuno possa scappare da lui sgomenta. Figuriamoci il doloroso segreto che Effie Gray si appresta a svelare al mondo: che John Ruskin, cioè, l'astro nascente della Londra vittoriana, non ha mai consumato il suo matrimonio...