Il volume, pubblicato in elegante veste editoriale, racconta attraverso le parole dello stesso Puccini, il lungo e tormentato iter per la scelta del nuovo soggetto che, alla fine del 1910 quando fu portato sulle scene, fece vivere al celebre compositore lucchese "il più grande successo personale mai raccolto in teatro dopo una prima". Per raccontare la genesi dell'opera, Rubboli si serve, infatti, dell'epistolario di Puccini per poi prendere per mano il lettore e portarlo nell'America del Nord di quegli anni in mezzo agli sceriffi, ai banditi, che hanno fatto quella storia e non dimentica neppure le tribù dei pellerossa. Il volume narra poi, sempre con documenti epistolari e cronache giornalistiche d'epoca, il successo del debutto e mette a fuoco i primi interpreti dell'edizione americana e di quelle che immediatamente dopo vennero organizzate in Europa ed in particolare in Italia. "Profondo conoscitore dell'opera pucciniana, attento osservatore e protagonista del mondo del teatro musicale, grande appassionato di musica e amico del Festival Puccini, Daniele Rubboli regala alla bibliografia pucciniana un saggio di grande valore scientifico e culturale.
Il volume rappresenta un tassello prezioso nel mosaico di studi dedicati alla storia della nostra emigrazione. La Garfagnana, infatti, ha largamente vissuto l'esperienza migratoria che, conosciuta in tutte le sue fasi - dalla "grande emigrazione" a quella del Secondo Dopoguerra - ha portato gli abitanti di questa terra a vivere e a lavorare in molti paesi d'Europa e d'oltreoceano. Questa lunga "epopea", fatta certamente di sofferenza e di sacrificio, ma anche di coraggio e successi, è qui rigorosamente ricostruita. Quasi due secoli di storia ripercorsi attraverso capitoli tematici, grazie ai quali possiamo conoscere e comprendere gli specifici caratteri del fenomeno migratorio in Garfagnana. Le condizioni di vita di partenza, le "informazioni" disponibili sulle nuove destinazioni, le pratiche burocratiche affrontate, la realtà del viaggio e quella dell'arrivo, e poi la "nuova vita", i lavori svolti, le attività intraprese... Un processo di "dissezione" analitica, frutto anche di una accurata e meritoria indagine delle fonti, che ci consente di andare oltre l'immagine un po' convenzionale e stereotipata che in molti casi conserviamo dell'emigrazione.
Il volume si compone degli scritti dei sei relatori del convegno "La via del Volto Santo in Garfagnana": Renato Stopani, Lorenzo Angelini, Fabio Baroni, Luciano Bassini, Fabrizzio Vanni e Matteo Rossi che ha anche curato l'edizione. Il tema delle vie di pellegrinaggio viene affrontato nelle sue problematiche storiche, dalla nascita alle diverse trasformazioni che la via ha subito sia nel proprio tracciato, sia nella sua funzione durante i secoli. Infatti, la via del Volto Santo, da strada di pellegrinaggio si è oggi trasformata in attrazione turistica e il suo studio, la riscoperta dei suoi tracciati, delle sue emergenze archiettoniche e delle caratteristiche e curiosità dei territori attraversati possono senza dubbio contribuire alla riscoperta di luoghi carichi di storia e al loro mantenimento nel tempo.
Lo studio di un sito preistorico, non è mai fine a se stesso: ogni elemento, ogni reperto, ogni scoperta, anche la più piccola e apparentemente poco importante, ci consentono di aggiungere un tassello a quell'immenso mosaico che è la Preistoria. L'uomo del Paleolitico non ci ha lasciato documenti scritti ma solo tracce delle sue attività quotidiane. Non vive in un contesto sociale complesso, ma è immerso nella natura, dalla quale deve prendere e dalla quale deve difendersi. I suoi bisogni sono elementari: mangiare, procreare, sopravvivere. Siamo di fronte al paradigma umano: l'uomo nella sua fase più semplice, agli albori della sua lunga storia. Sarà poi l'evoluzione a coniugare questo paradigma, a porre l'uomo di fronte a nuovi scenari e di conseguenza a nuovi bisogni.