Il racconto dell'incontro inatteso tra il Signore risorto e i due discepoli in cammino da Gerusalemme a Emmaus, «il primo giorno della settimana», è una delle gemme narrative e spirituali del Vangelo di Luca (Lc 24), privo di miracoli o monologhi, che comprende un viaggio di andata e uno di ritorno, ed è interamente dedicato alla conversazione tra i tre attori. Le tappe del racconto sono numerose e il libro analizza da vicino come sono state rappresentate nell'arte cristiana dalle origini a oggi, non facendo scorrere le opere in ordine cronologico, bensì seguendo le fasi del racconto lucano passo dopo passo; una scelta molto più coinvolgente. «Come una guida sapiente, Boespflug accompagna il lettore nelle stanze di un museo senza spazio e senza tempo, pronto ad accogliere tutti. Forse proprio qui risiede uno dei meriti più importanti di questo libro, quello di proporre l'arte, in questo caso l'arte che illustra la Parola di Dio, come strumento di umanizzazione. Di fronte a queste opere, tutti possono riconoscersi fratelli, nello stupore per tanta bellezza e nella contemplazione di un Dio che ha offerto come dono supremo il perdono e la pace».
Questo secondo numero della collana Kratèr. Quaderni di culture e tradizioni spirituali è dedicato a un tema a lungo trascurato o sottovalutato negli studi sulla letteratura moderna e contemporanea, ma di rilevante interesse storico-critico: i suoi rapporti con le organizzazioni e le correnti esoteriche coeve (società rosacrociane e neognostiche, teosofismo, antroposofia e altri movimenti occultistici). In realtà questi rapporti sono molteplici e sovente strettissimi, riguardando molti dei più importanti scrittori degli ultimi due secoli. Il presente volume, che si avvale dei contributi di alcuni fra i migliori specialisti di questa tematica, costituisce al tempo stesso un primo bilancio di queste ricerche e una apertura di nuove prospettive, affrontando l'opera di numerosi autori dalla fine del '700 a oggi: Casanova, Pascoli, Yeats, Pound, Marinetti, Pirandello, Evola, Onofri, Meyrink, Cirlot, Eliade, Montale, Mishima.
Il libro "Viva il Talmud, viva Mymonide, viva Israele" contiene venticinque brevi testi, distribuiti in tre sezioni, corrispondenti a tre diverse epoche: talmudica, medioevale, moderna e contemporanea. Il tema principale della prima sezione è dedicato al mondo del lavoro e alle sue dinamiche, ai diritti e ai doveri dei suoi protagonisti, ai mutati rapporti tra la campagna e l'urbanizzazione, il privato e il pubblico, la formazione dei monopoli, ecc. Altri temi vengono affrontati nel contesto dell'epoca in questione: il valore dello studio (talmud Torah) in rapporto a quello del lavoro, il confronto con l'altro, il rapporto tra la Torah di Israele e la Sapienza dei popoli. La seconda sezione contiene cinque testi su Maimonide, il grande maestro della tradizione ebraica medioevale, come filosofo della storia e come esegeta, come leader religioso e come pensatore speculativo. Seguono alcuni studi che hanno come tema il rapporto tra Israele e le genti, tra gli ebrei e i cristiani, tra le religioni monoteiste; la cittadinanza (sinaitica) e l'inclusione dello straniero. La terza sezione contiene testi su André Neher, una gloria dell'ebraismo francese del dopoguerra, dedicati alla tensione tra esegesi canonica e confessionale, scientifica ed esistenziale ebraica, con le tante implicazioni epistemologiche, filosofiche, politiche e soprattutto identitarie.
Per molto tempo, nella cultura teologica italiana, la dimensione liturgica, spirituale e mistica dell'esperienza protestante è stata lasciata sullo sfondo, se non del tutto trascurata, determinando in molti la convinzione di un'assenza di tali dimensioni nel vissuto evangelico. Questo saggio sopperisce a tale vuoto, mettendo in luce il patrimonio spirituale dei protestanti, espresso particolarmente nella tradizione luterana e riformata. Partendo dai principi fondamentali teologici, il testo ripercorre le riforme liturgiche di Lutero e Calvino, e apre un'ampia finestra sul profondo rinnovamento degli ultimi decenni. La ripresa dello spirito vitale dei riformatori rende oggi la celebrazione liturgica, centrata sulla Parola e la Santa Cena, espressione di una spiritualità protestante fortemente dinamica, che sta allargando il ventaglio delle sue manifestazioni sia personali che comunitarie. Lo dimostrano la riscoperta del canto e della musica, della ritualità e della gestualità, del culto familiare e della confessione privata, il ricorso alla preghiera, al silenzio e alla contemplazione personale, l'esperienza monacale, gli Esercizi e ritiri spirituali, la Liturgia delle Ore. Anche la valorizzazione del corpo e delle emozioni, in ambito liturgico e in incontri comunitari, evidenziano lo sforzo di coniugare in modo innovativo interiorizzazione e manifestazioni esterne, recuperando fortemente anche il senso della festa.
Il libro offre uno sguardo complessivo sulla teologia di Le Saux attraverso la visione fondamentale di Tracy, e una ricerca che ne mostri la profondità di senso e di prospettiva storica. Il vasto studio si propone come un'interpretazione del ricco e complesso tragitto compiuto da Le Saux, secondo la lezione di Tracy: dopo il corpo a corpo con i suoi testi e l'evidenziazione dell'organicità del suo pensiero. L'itinerario teologico di Le Saux costituisce un classico religioso moderno, la cui caratterizzazione principale è nell'essere magistrale e profetico per l'epoca contemporanea quanto al dialogo interculturale e interreligioso: gettando le basi per un nuovo modello di cristianesimo con una teologia revisionista e pneumatica, dove la questione ermeneutica è decisiva ed ha al suo centro l'esperienza advaitica.
I testi delle preghiere di Agostino non sono composizioni a sé stanti, ma s'intrecciano con i suoi discorsi sull'uomo e su Dio, sulla sua vita, sui suoi peccati, sulle sue esperienze di misericordia. In esse Dio appare costante interlocutore della sua esistenza, presenza viva e costante. Una preghiera intessuta di pensieri e di sentimenti, di luci e di ombre, costantemente aperta al futuro pur nutrita di mille memorie. Egli un giorno, volendo riassumere il nocciolo di ogni preghiera, scriverà che essa è tendere con amore a Dio, alla vita eterna, cioè all'incontro svelato e definitivo con lui, espressione del desiderio più profondo del cuore umano. Questo radicamento degli interrogativi, dei pensieri e della stessa preghiera nel cuore degli uomini ha reso Agostino nel corso dei secoli vicino anche alle persone che si ritengono lontane da Dio, ma che sono pensose. Le parole di Agostino fanno per così dire corpo con la sua persona, con la sua esperienza, con la sua lingua, con i vari tempi della sua vita; per questo risulta difficile la loro traduzione, anche perché egli costantemente allude sia ad espressioni della sacra Scrittura che non sempre cita in modo esplicito, sia ad esperienze della sua esistenza che richiama solo in forma allusiva.
Breviario esicasta si compone di due preziosi saggi di Dumitru Staniloae, uno dei maggiori teologi ortodossi rumeni del XX secolo, considerato "la colonna della teologia ortodossa contemporanea" e il "teologo dell'amore" per eccellenza. Il primo contributo, che dà il titolo al libro, raccoglie gli esercizi spirituali che padre Staniloae predicò ai monaci della comunità monastica benedettina di rito bizantino, presso l'Abbazia di Chevetogne, la cui principale vocazione è quella di mantenere vivo il dialogo ecumenico con la tradizione ortodossa. Queste meditazioni tenute nel settembre 1974, ci consegnano un limpido distillato del suo insegnamento sulla preghiera. In filigrana emerge una dottrina che è il frutto di un'assidua frequentazione della grande tradizione patristica-esicasta e filocalica. La riflessione è incentrata sull'esichia, ovvero su una particolare modalità di contemplazione orante connotata da uno stato di profonda pace del cuore. Il secondo contributo, "La ricezione della tradizione nel mondo di oggi", scritto nel 1979, si concentra sul significato della tradizione cristiana nel mondo contemporaneo, con il preciso intento di presentare una risposta alla ricorrente domanda: la cultura contemporanea può ancora far tesoro della tradizione? I due brevi saggi riflettono una profonda sensibilità maturata nei confronti della "preghiera del cuore" radicata intimamente nella teologia orientale, cui si aggiunse l'esperienza spirituale personale di un sapiente testimone della spiritualità cristiana del Novecento, tale da rendere preziosa questa traduzione italiana di Staniloae, anche nell'intento di celebrarne i centoventi anni dalla sua nascita.
Anche questo volume dell'Annale "Parola e Tempo", come i precedenti, raccoglie i testi più pregevoli e significativi delle principali esperienze di studio, ricerca e confronto promosse dall'ISSR nel corso dell'ultimo anno accademico. La raccolta si conferma come strumento di conoscenza e formazione culturale, teologica e spirituale, ma anche di ricerca e confronto sulle scienze religiose (le scienze bibliche, teologiche, morali ...) in dialogo con le scienze umane e il pensiero contemporaneo, concentrando la sua attenzione sulle grandi sfide antropologiche del tempo presente. L'Annale è un luogo di elaborazione, confronto e discernimento delle principali sfide che attraversano la cultura contemporanea nell'intento di tenere insieme "cose eterne" e "cose attuali", nel tentativo di rigenerare un dialogo fecondo tra vangelo e cultura, tra chiesa e mondo. La raccolta in volume è strutturata in sette parti, anticipate da un'ampia trattazione monografica dedicata alla recezione dell'enciclica di papa Francesco Laudato Si' in ambito educativo e didattico (Custodire il creato. Educare alla cura della casa comune secondo la "Laudato Si'"). Seguono le altre sezioni (Chiesa e Teologia, Studi e articoli, Agorà: città e cultura, Arte e teologia, ecc.) tra le quali spiccano gli atti del convegno su "La Stella della redenzione", un secolo dopo. L'attualità del pensiero di Franz Rosenzweig.
Il celibato ecclesiastico è attualmente al centro di tantissimi dibattiti all'interno della Chiesa Cattolica. Non solo a causa della diversità di interpretazione dei suoi fondamenti biblici e della disparità con cui esso è vissuto dalle varie Chiese Cristiane, ma anche perché non pochi cattolici ed ecclesiastici sono convinti che una delle spinte più forti verso le revisione della disciplina del celibato ecclesiastico venga proprio dal Concilio Vaticano II. La verità invece è che il Vaticano II ha sostenuto e raccomandato il celibato ecclesiastico, fino a presentarlo come una virtù sacerdotale irrinunciabile per coloro, sia celibi che sposati, che in Oriente o in Occidente sono chiamati al sacerdozio cattolico. Per molti questa può essere una grande sorpresa, ma è un dato di fatto che merita di essere sottolineato e propriamente spiegato a tutti coloro che sono interessati al tema del celibato. Proprio per questo la presente pubblicazione si sviluppa su due assi principali: da una parte l'analisi del pensiero conciliare sul "celibato ecclesiastico" e dall'altra l'approfondimento magisteriale fattone da Paolo VI, sulla base della dottrina e della storia bimillenaria della Chiesa. . Questa breve pubblicazione viene offerta come aiuto a chi deve affrontare con competenza i dibattiti in corso sulla legge del celibato/continenza ecclesiali, ma soprattutto a coloro che stanno percorrendo con grande generosità il cammino del celibato ecclesiastico, o che, come i seminaristi, si stanno preparando a percorrerlo.
È stato scritto moltissimo sulla vicenda del sequestro di Aldo Moro e della strage degli uomini della scorta, molto sulla sua attività politica e qualcosa sulla sua spiritualità. Questo libro prova a definire cosa debba intendersi per spiritualità e a delinearne i tratti in Aldo Moro analizzando le lettere che egli scrisse nei giorni della sua prigionia. Ne emerge un uomo animato da una profonda spiritualità, dagli anni della formazione, attraverso la vita politica, fino agli ultimi, drammatici giorni e al tragico epilogo che cambiò la storia d'Italia.