Un conflitto che ha accatastato venti milioni di morti, probabilmente il più sanguinoso dell'intera storia umana (per non parlare delle epidemie collegate, altrimenti si superano i sessanta milioni), è nato dalle menzogne di un duplice omicidio e dalla fucilazione di 50 innocenti. Un conflitto che decisero economia, politici e un manipolo di invasati... ma poi a combattere dovettero andarci i soldati. E fu una carneficina. Lettere e diari dal fronte sono stati sempre trascurati - al più lasciati alle cure delle Pro Loco che, di tanto in tanto, potevano scoprire qualche scritto di un loro concittadino. Ma quei fogli raccontano un'altra guerra. Una guerra insensata, da combattere con armi vecchie, indumenti inadeguati, cartine sbagliate. Con i piedi a mollo nel fango delle trincee, i gomiti appoggiati sulla neve, facendo colazione a un passo dai corpi dei caduti. Altro che l'epica e l'eroismo, altro che medaglie al valore. Dalla voce dei soldati traspare il dolore, la sofferenza, la necessità di obbedire a ordini spesso insensati e la voglia di mandarli tutti a quel paese. "Il nostro peggior nemico era Cadorna" dichiara efficacemente uno di loro. Rivelando segreti, Lorenzo Del Boca racconta l'altra faccia della Prima guerra mondiale, quella che la retorica ufficiale e i libri di scuola nascondono. Perché dovremmo deciderci finalmente a onorare il debito di riconoscenza nei confronti dei nostri nonni.
Il lupo carpisce il nostro sguardo e ce lo restituisce. Simbolo spirituale per i nativi indiani, cacciatore alla pari per gli eschimesi, ricettacolo di paure irrazionali per molti popoli, il lupo occupa un posto speciale nel nostro immaginario. Da sempre il suo rapporto con l'uomo è un rapporto complesso, fatto di paura e di ostilità, ma anche di sorprendenti affinità. Barry Lopez traccia un ritratto inedito di questo straordinario animale. Ci conduce in un appassionante viaggio alla scoperta dei suoi comportamenti, della sua psicologia, della complessa struttura sociale del branco e del difficile rapporto con l'uomo.
Ora che il Re Malvagio e il Principe senza Nome sono addormentati nella Rocca del Sonno, un'epoca di prosperità si annuncia per il Grande Regno. Proprio quando tutto sembra procedere al meglio, un'ombra si profila all'orizzonte; le Streghe Grigie sono tornate. Antiche alleate del Re Malvagio, queste creature senza tempo sono determinate a combattere le Principesse con le armi della Magia senza Colore. Nel corso di uno scontro senza precedenti, le cinque figlie del Re Saggio scopriranno che c'è qualcosa nel passato delle streghe, un segreto riposto tra le pieghe del tempo, che andrà svelato per poterle sconfiggere. Età di lettura: da 10 anni.
"Avevo letto da qualche parte che il primo muscolo che un bambino sviluppa è quello che gli permette di puntare lo sguardo su qualcosa. Prima che Andre uscisse dalla maternità, progettai un attrezzo speciale per la sua culla: una palla da tennis appesa a una racchetta di legno. Ogni volta che qualcuno passava vicino alla culla, toccava la racchetta. E ogni volta gli occhi di Andre seguivano la palla. La mia teoria era che per lui sarebbe divenuto naturale, crescendo, vedere una palla da tennis che gli veniva incontro." Per tutti coloro che hanno letto "Open", Mike Agassi è il padre padrone ossessionato dall'idea di fare del figlio Andre un campione di tennis a tutti i costi, anche a quello di rubargli l'infanzia. È colui che ha costruito il terribile drago sparapalle che il figlio doveva affrontare ogni giorno per ore invece di giocare con i compagni. Insomma, quasi un mostro. Ma è proprio così? Questa è la verità di Mike, armeno nato e cresciuto a Teheran in grande povertà ed emigrato in America dove ha coltivato il sogno di fare di uno dei suoi quattro figli un grande tennista. È davvero tutto sbagliato quello che ha fatto, considerando che oggi abita nel punto in cui Andre Drive si immette in Agassi Court?
"È lo sguardo della donna in copertina che mi sembra famigliare. Sono nella Biblioteca Centrale di Amburgo con un libro in mano. Ha una copertina rossa con la foto in bianco e nero di una donna di mezza età. Il suo sguardo è pensoso. Addolorato e spento. Sembra infelice. Leggo il sottotitolo: 'La vita di Monika Göth, figlia del comandante del campo di concentramento di Schindler's List'. Conosco Monika Göth. È mia madre". Anche Jennifer ricorda la scena del film "Schindler's List" in cui il comandante nazista interpretato da Ralph Fiennes appena sveglio dall'alto del balcone sceglie prigionieri a caso nel campo di concentramento e spara con il fucile. Come tutti, anche lei nel vederla è inorridita. E ancora non sapeva che quell'uomo, Amon Göth, era suo nonno. Lo scopre per caso quel giorno in biblioteca. Scopre che Monika, la madre che l'aveva avuta da un soldato nigeriano e l'aveva data in adozione a poche settimane, era la figlia di Amon e della sua amante Ruth Irene. Quindi il responsabile di migliaia di morti nel campo di concentramento di Plaszów era suo nonno. In un secondo il mondo le crolla addosso. Nonostante l'amore della famiglia adottiva, mille dubbi l'assalgono. Inizia a interrogarsi, a cercare in sé tracce del male, come fosse ereditario. Si rende conto che, per il suo sangue misto, forse suo nonno l'avrebbe uccisa. Si chiede se i suoi amici in Israele la considererebbero una traditrice.
A Topinfjord è arrivata una lettera misteriosa e Geronimord è l'unico che può decifrarla! Ma purtroppo l'intellettualingo non ci capisce una crosta: è sicuramente un messaggio degli Uffa Uffa, i topinghi più pigri di tutta l'isola, ma... il resto non è più leggibile. Potrebbe essere una richiesta d'aiuto! Il capovillaggio Topinghiuz l'Urlatore organizza subito una spedizione ufficiale a bordo dei drakkar, trascinando Geronimord in un mare... di guai! Età di lettura: da 7 anni.
Quella mattina mi sono alzato e i pantaloni non si allacciavano più... avevo bisogno di rimettermi in forma! Fortunatamente a scuola di Benjamin ho incontrato la dottoressa Bilancina Pesogiusto, che ci ha spiegato tutto quello che occorre sapere sull'alimentazione e sul nostro corpo: di quante calorie abbiamo bisogno, quali cibi è meglio mangiare e quando. È stata un'avventura stratopica! Già pubblicato col titolo "Non abbuffarti, Geronimo Stilton!" Età di lettura: da 6 anni.
L’estate che cambierà per sempre la sua vita, quella del 1943, inizia con un lungo viaggio, dal Garda, dov’è nata e cresciuta, a Marina di Ravenna, dove per tre mesi dovrà esercitare la sua professione; sola, per la prima volta. Sa che spostarsi è pericoloso, ma il suo lago è divenuto ormai troppo stretto e ha bisogno di andarsene per dimostrare a se stessa, più che agli altri, chi desidera diventare. Un medico. Una donna. Entrambe le cose.
Ma anche così lontano da casa, il pregiudizio l’ha seguita. Quando compare sulla soglia del sanatorio, infatti, le infermiere, le suore, comprendono che, a dispetto del suo nome, Andrea Zanardelli non è il dottore che si aspettavano. C’è stato un errore, a cui però è impossibile porre rimedio. Unico rimprovero, il loro sguardo muto e sorpreso. Comincia quindi nel silenzio quell’estate. Un silenzio spezzato solo dall’inquieto moto delle onde del mare che Andrea non ha mai visto e dalle grida dei bambini che deve curare. Un silenzio lontano anni luce dalla guerra, dalla fine delle illusioni imperiali, dai proclami gridati, dalle divise e dai morti.
Ma che non durerà a lungo. Perché quell’estate segnerà una svolta per la storia del paese e per la sua vita. E non sarà più possibile tornare indietro.
«Tiri su il suo body count o ha chiuso». Il generale Ewell incalzava senza pietà i suoi sottoposti in Vietnam con la conta dei morti. Era ossessionato. Nessuno doveva permettersi di abbassare il livello della sua divisione. 6.000 morti al mese come minimo, era l’obiettivo. Ne andava della sua reputazione di “macellaio” del Delta del Mekong. Tutto in Vietnam ruotava intorno al body count. Sulle pareti della mensa campeggiavano i punteggi settimanali di ogni soldato, in modo che tutti vedessero. E si regolassero di conseguenza. Se eri tra i primi avevi premi, licenze, casse di birra e altre piacevolezze. In caso contrario, stavi molto molto scomodo. Il sergente Roy Bumgarner pare ne abbia uccisi 1.500 da solo. E come lui, ce n’erano decine.
«Uccidi, uccidi, uccidi», urlavano le reclute per tutto l’addestramento. «Spara a tutto ciò che si muove» era l’ordine dall’alto per le missioni. Disobbedire non era contemplato. La retorica della guerra in Vietnam ha riconosciuto My Lai come l’unico crimine di guerra commesso dai soldati americani. La strage di 500 donne, anziani e bambini, tutto un villaggio, compiuta nel 1968 è definita un caso isolato, opera di mele marce.
Non è così. Basandosi su documenti riservati e sulle voci di testimoni oculari americani e vietnamiti, Turse costruisce un racconto mozzafiato e definitivo della “sporca guerra”.
A Milano ci aspettava un grande evento: la presentazione di un’antica pergamena con la ricetta del panettone... Ma chi pensava che l’avrebbero rubata? Così abbiamo dovuto inseguire il ladro per tutta la città: Milano è davvero stratopica!