Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, mutilava e uccideva nei modi più orrendi almeno cinquantasei persone. Le sue vittime bambini e ragazzi di entrambi i sessi, ma anche donne - avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell'Idea comunista, sintomi dell'imminente crollo del Socialismo reale. Questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del Novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all'arresto. E fa di più. Osa raccontare l'orrore e il fallimento in prima persona: Cikatilo, infatti, in questo libro dice "io". È lui stesso a farci entrare nella propria vita e nella propria testa, a svelarci le sue pulsioni più segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. "Il giardino delle mosche" è un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un'anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male.
In un dialogo appassionato, Noam Chomsky e Andre Vltchek, osservatori acuti e partecipi di ciò che accade in ogni angolo del globo, affrontano senza pregiudizi i peggiori crimini compiuti dall'Occidente dal secondo dopoguerra a oggi. Muovendosi nelle diverse aree geopolitiche, dall'Europa orientale al Sudest asiatico all'Africa al Medio Oriente al Sudamerica, il grande studioso e il giornalista d'inchiesta svelano gli interessi dell'imperialismo che sempre si celano dietro a guerre, massacri, miseria. Ma se entrambi hanno dedicato la vita alla lotta, scontrandosi continuamente con la censura dei paesi "liberi", è perché sanno anche cogliere, nello scenario desolante del mondo governato dall'Occidente, motivi di rinnovamento e di speranza in un mondo finalmente libero dal terrore e dalle sue cause.
Chi è Demetrio Rota? Un sonnambulo? Un poeta? Uno spostato? Sappiamo che per vivere fa il netturbino di notte, in una Buenos Aires onirica, avvolgente, quasi viva. Che ha una relazione illecita, furtiva e sensuale e senza futuro. E che di giorno, quando non lavora, compone puzzle - forse un tentativo di dare un senso a un travolgente amore di gioventù, soltanto sfiorato sotto i cieli di una Patagonia mitica e di una bellezza lancinante. Con un linguaggio lirico e allo stesso tempo concretissimo, la narrazione oscilla tra le promesse degli inizi e il disincanto del presente, tra l'idealizzazione della campagna e l'asfissia della città, tra le origini e lo sradicamento, dandoci un'immagine unica della vita, di quello che è e di quello che potrebbe essere. Prefazione di Roberto Bolaño.
Non sempre la matematica è complicata e oscura. Esiste anche una matematica semplice ma profonda che aiuta a orientarsi nella vita, e con "I numeri non sbagliano mai" Jordan Ellenberg ci guida alla scoperta del suo potere: come una lente magica, il ragionamento matematico penetra la superficie caotica della realtà per rivelarci ciò che l'intuito e il buonsenso non ci permettono di cogliere. Esiste un sistema di voto equo? Qual è stato il peggior genocidio del XX secolo? Che cosa lega la geometria non euclidea alla pittura rinascimentale? Tra trent'anni saremo tutti obesi? A queste e a tante altre domande Ellenberg risponde con grande competenza, elevando un inno originalissimo e a tratti poetico alla bellezza della matematica e ad alcuni dei suoi più geniali cultori del passato e del presente.
Sapevate che la frequenza dei rapporti sessuali è maggiore all'interno di una stanza a dominante rossa invece che grigia? E che l'arancione stimola i rapporti sociali e l'apprendimento dei bambini? Che uno schermo del computer in blu influisce positivamente sulla creatività, e che più un ketchup è scuro più vi sembrerà speziato? Queste e molte altre le curiosità contenute in questo libro, che attinge dalla lunga esperienza di color designer del suo autore, suffragata da studi scientifici ed esperimenti sorprendenti. Allargando la riflessione agli ambiti più disparati della vita - la psicologia, l'apprendimento, l'arredamento d'interni, la moda, la creatività, la produttività, il marketing, il desiderio sessuale - Causse ci guida alla scoperta del magico potere del colore e del suo straordinario influsso sulle nostre scelte. Con tono leggero e divertente, questo libro ci insegnerà ad apprezzare sempre più il colore nella nostra quotidianità, ne diventeremo più consapevoli e arriveremo a conoscerne e sfruttarne le numerose proprietà non solo estetiche, per accrescere il nostro benessere fisico e mentale.
Ma che cosa è mai la musica classica? Sappiamo darne una definizione? In che cosa è diversa dalla musica tout court? Se pensate che in questo libro troverete le risposte a queste domande, ecco, vi state sbagliando. L'autore non ha queste certezze, non dà definizioni: il suo mestiere è quello di scrivere musica (classica) e dunque in un certo senso lavorare per le nostre orecchie. Così in questo Nicola Campogrande ci regala una riflessione contemporanea e appassionata sulla dimensione dell'ascolto e del silenzio, sui concerti e i loro luoghi, sulle esecuzioni e sugli esecutori. Ma soprattutto sulle nostre - e le sue - emozioni di ascoltatori, attenti e innamorati, distratti o svogliati, colti o impreparati, ma in ogni caso felicemente avvolti e travolti dalla magia della musica.
Negli ultimi secoli la medicina ha considerato il cervello come un organo immutabile e incapace di guarire. Le malattie neurologiche e degenerative erano viste come una condanna senza appello per il malato, i trattamenti farmacologici e riabilitativi poco efficaci o inutili. Ma la visione introdotta dalla neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di modificare la propria struttura e il proprio funzionamento, ha aperto la strada a possibilità terapeutiche rivoluzionarie, già presentate da Norman Doidge in «Il cervello infinito». A distanza di qualche anno, l'autore approfondisce il tema della guarigione neuroplastica, descrivendone due elementi centrali: l'esercizio fisico e mentale, e il ricorso all'energia, sotto forma di luci, suoni, vibrazioni. Il cervello non è più una scatola impenetrabile, ma un organismo in grado di connettersi al mondo esterno tramite i sensi, e sono proprio questi ultimi i canali da sfruttare per intervenire in modo non invasivo e del tutto sicuro sulle strutture neuronali, così da ricuperarne le funzioni. Una vera e propria rivoluzione copernicana, che allevierà le sofferenze di moltissimi pazienti, e che Doidge racconta con grande ricchezza di particolari, attraverso numerose storie reali. «Le guarigioni del cervello» è un saggio pieno di speranza, che viene a dirci che il cervello può guarire, anzi, di più: è in grado di curarsi da solo.
La caduta del Muro di Berlino venne descritta come la fine della Storia, la porta aperta verso un paradiso lastricato dal capitalismo. Ma che fine ha fatto questo paradiso? Lo vedete da qualche parte? La crisi globale produce da noi gli eterni precari, la tragica disoccupazione giovanile la demolizione del welfare, la gigantesca evasione fiscale, la crescita di povertà e disuguaglianza; altrove, decine di guerre, centinaia di milioni di schiavi (letteralmente schiavi, più che in qualsiasi altro periodo dell'umanità) e miliardi di sfruttati. Slavoj Zizek, secondo molti il più influente filosofo al mondo, non ha dubbi: è arrivate il momento di svelare le menzogne del capitalismo e di lavorare per superarlo. Ma come? Esaminando le caratteristiche della globalità capitalista, le costrizioni ideologiche entro cui ci dibattiamo ogni giorno, le ben magre prospettive che la persistenza del sistema lascerebbe all'umanità; esplorando le potenzialità e le trappole delle nuove lotte d'emancipazioni sparse per il mondo; sostenendo con forza che una fuoriuscita dal capitalismo si potrà avere solo attingendo all'ispirazione, storica e ideale, delle lotte comuniste, socialiste, comunitarie. È quanto fa in questo libro, immergendo nel fuoco dell'argomentazione materie così diverse come il Cangnam Style e Marx, la Thatcher e i film di Hollywood. "Problemi in paradiso" è dunque un'acuta (e godibile) analisi del mondo in cui viviamo e una felice prefigurazione di quello che, speriamo, verrà.
"'Il giardino che vorrei' mi sarebbe piaciuto leggerlo all'inizio, quando ho avuto a mia disposizione un podere: ero piena d'amore e d'entusiasmo, ma le mie idee erano quanto mai vaghe. Adesso sarei pronta a ricominciare da capo, non fosse che - nel frattempo - mi sono affezionata al mio, seppure imperfetto, giardino". Così Pia Pera racconta cosa l'ha spinta a scrivere queste pagine: accompagnare chi intraprende l'avventura con la terra considerando nove scenari possibili: acqua, sole, ombra, mare, pianura, collina, montagna, città e orto. A ciascuna evocazione di queste nove "scene primarie" segue un "dietro le quinte" dove si suggerisce come realizzare i nostri desideri botanici: che piante scegliere, come ospitarle al meglio. Sono i consigli e i punti di vista di una scrittrice che trafficando all'aria aperta ha trovato serenità e saggezza, desiderio e appagamento, spiritualità e concretezza. E l'ispirazione più potente per la sua straordinaria e sensuale produzione letteraria.
Da oltre centocinquant'anni, gli anarchici si battono per ottenere libertà ed eguaglianza senza la mediazione di capi, politici e burocrati, iscrivendosi in una tradizione di pensiero, il socialismo libertario, che affonda le sue radici nell'Illuminismo. Da sempre, Noam Chomsky vi attinge per denunciare le manipolazioni mediatiche, gli orrori dell'imperialismo, lo sfruttamento e l'oppressione in tutte le sue forme. Questo libro, che abbraccia quarant'anni di impegno civile del più importante linguista della nostra epoca, smentisce il pregiudizio di chi associa l'anarchia al caos e alla distruzione all'incapacità di cogliere processi che caratterizzano il mondo contemporaneo. Al contrario, gli anarchici sono stati spesso protagonisti di eroici tentativi di sviluppare al massimo grado le potenzialità della civiltà industriale e della cooperazione fra gli uomini, testimoniando che cosa sono in grado di realizzare i lavoratori quando si organizzano per gestire i propri affari senza alcuna forma di coercizione e controllo. Una lettura fondamentale per i nostri giorni: nella speranza che presto non vi sia "più legittimazione per i commissari politici, i vertici aziendali e culturali, o per chiunque rivendichi il diritto di manipolarci e controllarci, in genere con argomenti pretestuosi".