È il 1975, una donna scompare, i suoi documenti vengono ritrovati sulla sponda del Tevere, il corpo no. Un commissario la cerca, scopre le origini di un dramma che sembra nascere da banali tradimenti e invece è più profondo e antico, ha origine nei giorni bui dei collaborazionisti e dei partigiani, delle ausiliarie e delle brigate nere. L'indagine sulla scomparsa, il dramma della protagonista in lotta solitaria con la propria malattia mentale e gli eventi storici che la travolgono sono i tre piani narrativi in cui si svolge il romanzo, nel sottofondo costante di un fragile ambiente domestico, la famiglia che la donna ha costruito - il marito, i figli, una vita borghese nella capitale degli anni Sessanta - e quella d'origine - la provincia del nord Italia negli anni della seconda guerra mondiale.
Il 20 maggio 2010, Craig Venter ha annunciato al mondo la creazione del primo essere vivente in laboratorio: una cellula sintetica - ottenuta cioè a partire da un cromosoma artificiale - in grado di dividersi e moltiplicarsi. Un'entità minuscola, che ha segnato nel profondo il cammino della ricerca scientifica, cambiando per sempre il nostro punto di vista sulla vita: le nostre conoscenze del genoma umano, per esempio, ci permetteranno presto di modificarlo per curare malattie e disfunzioni, aumentare la nostra resistenza in condizioni critiche e vincere i limiti imposti dalla natura. Eppure, al di là dei facili entusiasmi, resta la necessità di confrontarsi con le difficoltà di un campo di studi appena nato. Per esempio, siamo riusciti a sintetizzare una forma di vita molto primitiva a partire dai suoi elementi di base e da Dna sintetico, ma potremo mai fare lo stesso con le cellule recenti, che sono il risultato di miliardi di anni di evoluzione? Scienziato geniale e imprenditore spregiudicato, Craig Venter ci racconta la lunga strada che ha fondato l'ingegneria della vita: dai deliri di onnipotenza dei medici medievali alle prime ricerche di biologia molecolare, dalla scoperta negli oceani di microrganismi in grado di sopravvivere in situazioni estreme al recente sequenziamento del genoma umano, dalle prospettive straordinarie al pericolo di terrorismo biologico fino alle delicatissime questioni etiche, simili a quelle affrontate da Oppenheimer nei suoi studi sul nucleare.
"Ho bisogno della bellezza, così come amo ogni anelito dell'uomo per compararsi a essa. Rinuncerei a qualsiasi merito artistico pur di riuscire a fare della mia vita un'opera d'arte." È il principio che guida Ermanno Olmi in questa esplorazione di una vita, delle sue poche certezze e dei suoi molti incontri. Cresciuto nel pieno della disfatta fascista e testimone critico della rinascita nazionale, Olmi è stato giovanissimo fornaio, impiegato ragazzino, regista precoce. Ha vissuto direttamente l'abbandono delle campagne e l'esplosione della società dei consumi e per questo, divenuto protagonista della stagione d'oro del cinema italiano, ha scelto di rappresentare non i lustrini del Boom, ma la cecità di uno sviluppo che ha strappato il nostro Paese alle sue radici contadine. Proprio questa ferita è il cuore filosofico della sua illuminante autobiografia. L'"Apocalisse è un lieto fine" non è infatti solo il racconto di una vita densa e affascinante, degli incontri e dei successi che l'hanno segnata. È soprattutto la profonda, urgente riflessione con cui l'artista che ha saputo cogliere gli ultimi echi della civiltà rurale ci mette in guardia davanti al declino di un'altra epoca umana: la nostra. Abbiamo dimenticato cosa vuol dire "far bene" e coltivato a dismisura l'etica del male minore. Produttività, arricchimento e potere continueranno a rinchiuderci nelle loro gabbie fino a quando non saremo pronti a imparare l'eterna lezione della terra.
"Mio padre ha due cuori: la figlia o l'onore? In questo momento dice che vuole la figlia, però dentro di lui c'è anche quell'altro fatto." Queste parole le pronuncia Maria Concetta Cacciola, trent'anni, tre figli, colpevole di aver tradito il marito e di aver deciso di collaborare con la giustizia seguendo l'esempio di Giuseppina Pesce, anche lei giovane madre, anche lei di Rosarno. E poi ci sono Rosa Ferraro, Simona Napoli, tutte 'fimmine ribelli' che hanno osato dire di no a padri, mariti, fratelli. Come nell'Afghanistan dei talebani, in Calabria la donna che "disonora" la famiglia deve morire, meglio se con un suicidio che tutela dalle conseguenze penali. Attraverso le storie di queste donne, Lirio Abbate racconta uno spaccato di apparente normalità dietro cui si nascondono una frenetica attività criminale, patrimoni immensi e un radicamento a una cultura patriarcale antiquata e retriva. Ma la ribellione delle donne che oggi si affidano "allo Stato, ovvero al nemico" per cercare di scampare a un destino infernale, produce un effetto dirompente. Perché sgretola l'immagine di compattezza del clan, mette in dubbio i valori del sistema 'ndrangheta, rivela l'impotenza dei boss incapaci di "tenere in riga" le loro donne. E, soprattutto, accende nelle altre 'fimmine' la consapevolezza della propria condizione e il desiderio di scrollarsela di dosso, facendo nomi e cognomi e aprendo crepe in un universo inconcepibile ma fin troppo vero.
Per Rose Hathaway è arrivato il giorno del diploma. Da oggi non sarà più un'allieva della St. Vladimir, ma un guardiano a tutti gli effetti. Dove andrà? Chi sarà chiamata a proteggere? Lei spera di essere assegnata alla custodia della sua migliore amica Lissa, ma non sembrano esserci molte possibilità. Rose ha commesso tanti errori, è fuggita due volte dalla scuola. Non dà l'idea di essere la persona giusta cui affidare l'ultima discendente di una nobile famiglia Moroi. E adesso sta per lanciarsi nell'ennesimo e più grave azzardo: ha scoperto che c'è un modo per far tornare umano il suo grande amore Dimitri, diventato un sanguinario Strigoi. Per riuscirci dovrebbe mettere in pericolo la vita di Lissa. Davvero potrebbe sacrificare la sua migliore amica per amore?
Sotto la cupola di vetro della Royal Albert Hall, nel cuore pulsante di Londra, due uomini giocano a tennis nel silenzio di una sala da cinquemila persone, vuota. Derek Morgan, trader di una grande banca americana, può avere per sé qualsiasi posto. È uno che può tutto. All'italiano che saltella dall'altra parte della rete, Massimo De Ruggero, sta per annunciare che tornerà alla casa madre di New York e che ha scelto lui come successore: significa cinquanta milioni di dollari all'anno e un potere enorme, superiore a quello di qualunque politico. Quando è partito da Roma, Massimo voleva salire in alto, fino alla cima della piramide, e vedere il futuro prima degli altri. Adesso ce l'ha fatta, la City è ai suoi piedi. È arrivato il momento di volare, ma la caduta è iniziata da tempo, e lui lo sa bene. Ha capito che la finanza non è soltanto un vertiginoso gioco di prestigio, il livello dello scontro si è alzato oltre i limiti, e quello per cui si lotta non è più un profitto con molti zeri. È la sopravvivenza dell'Occidente così come lo conosciamo. Si dice sempre che i tessitori del nostro destino non hanno volto, che il loro trucco più diabolico è farci credere che non esistano. Guido Maria Brera ce li mostra per la prima volta da vicino, portandoci esattamente al centro della zona grigia dove nascono le decisioni, dove si esercita l'unico vero potere del nostro tempo. Questo è il romanzo che vi fa vedere dall'interno il ciclone che sta arrivando e dal quale nessuno potrà ripararsi.
Quando tutti mentono o indossano una maschera, la verità sembra una meta irraggiungibile. Ma a volte è sufficiente il passo falso di uno solo per svelarla. È questa l'unica certezza del commissario Ernesto Campos, un ex avvocato di origini spagnole, anima inquieta in una città abbagliante di false speranze. Nelle vie centrali di Milano si lavora fino a tardi. E in un grigio venerdì sera, mentre la pioggia cade dura e incessante, il noto pubblicitario Marcello Luccioli viene assassinato nella sua agenzia. Viaggi in giro per il mondo, palco alla Scala, ragazze bellissime, un'affascinante ex moglie dell'alta borghesia milanese... Una volta morto, però, ricchezza e successo non contano più niente, e i trofei ricevuti per la brillante carriera smettono di luccicare, anzi, possono perfino diventare l'arma del delitto. E in un ambiente popolato da professionisti della dissimulazione, anche la vittima può rivelarsi un acrobata del falso. In questo tempio dell'interesse personale, del lusso e dell'avidità, Ernesto Campos è paradossalmente a suo agio, perché i tormenti degli altri pesano sempre meno dei propri. Ma la notte, quando il caos si ferma, per il commissario arriva il momento di fare i conti con se stesso, e con il ricordo di quell'istante che gli ha cambiato la vita per sempre. Antonio Steffenoni ci conduce nel soffocante e frenetico mondo della pubblicità, mettendo in scena un gioco delle parti in cui sesso, vizi e bugie la fanno da padroni. E l'anima di Milano, è l'anima di tutti.
A Tangeri chi si arrampica sugli scogli di fronte allo Stretto può seguire il viavai dei traghetti che fanno la spola con la Spagna. Su quegli scogli Bassam sogna di andarsene. Lakhdar no, l'Europa non lo attira: e invece sarà proprio lui a partire. Il suo viaggio comincia a diciassette anni, quando il padre, musulmano ortodosso, lo sorprende a letto con una cugina e lo caccia di casa. Da lì in poi la sua vita è vagabonda, ormai Lakhdar può fare affidamento solo su se stesso. Sfiora un gruppo di estremisti islamici in cui l'amico Bassam rimarrà impigliato, passa da un lavoro all'altro e, assoldato da una compagnia di traghetti, approda in Spagna. Conosce i bassifondi e legge gialli, cerca il sesso in un bordello e brucia d'amore per una studentessa spagnola. Ovunque la violenza pervade l'aria, pare inevitabile che prima o poi Lakhdar ne sia contagiato. Dalla Primavera Araba alla Spagna degli indignati, ancora una volta Énard fa sentire la sua voce autentica e irriducibile.
Nel 1945 Douglas Kelley vegliò sulla salute mentale dei gerarchi nazisti, seguendoli dall'istruzione fino alle prime fasi del processo di Norimberga. Potè studiarli da vicino, li sottopose a un'imponente mole di test e raccolse interi quaderni di appunti rimasti finora inediti, prese nota di vezzi, debolezze e meschinità: dalla falsa amnesia di Rudolf Hess alle farneticazioni mistiche di Alfred Rosenberg, dagli strani effetti personali portati alla luce dalle perquisizioni ai capricci del vero coprotagonista di questo libro: il pachidermico, fatuo, narcisista e magnetico Hermann Göring, il maresciallo del Reich. "La personalità più interessante del carcere", annotò Kelley sul proprio quaderno, il solo detenuto che avrebbe potuto guidarlo verso quell'abisso dell'animo umano che era impaziente di esplorare. Le conclusioni della sua indagine furono sorprendenti: i nazisti non erano fantocci che "obbedivano agli ordini", ma persone ambiziose, aggressive, intelligenti e spietate "come uomini d'affari". Il "germe" nazista che aveva sperato di trovare non esisteva: "Sono certo che anche in America ci siano persone disposte a scavalcare i cadaveri di metà della popolazione americana pur di ottenere il controllo dell'altra metà" concluse, senza mai riuscire a lasciarsi davvero alle spalle quell'esperienza che aveva scosso nel profondo i suoi presupposti e gettato i semi della sua stessa rovina.
Cinque ex agenti dei servizi di Gheddafi devono essere eliminati per facilitare la transizione democratica nel Paese e, soprattutto, per evitare che rivelino informazioni riservate sul conto del dittatore defunto che potrebbero imbarazzare le democrazie occidentali. Jack Ryan jr, figlio del presidente degli Stati Uniti Jack Ryan, ha già concluso la missione quando scopre di essere stato filmato. Chi lo sta facendo pedinare? Chi vuole ricattarlo? Intanto, il clima politico fra Stati Uniti e Cina - alle prese, quest'ultima, con le avvisaglie della prima crisi economica della sua storia recente - si fa di ora in ora più delicato. Infatti c'è chi, sfruttando come pretesto i problemi di confine nel mar della Cina, trama per scatenare una escalation che possa ridare vigore alla fiaccata potenza orientale. In quest'opera l'attualità si intreccia con la fantasia per evocare lo spettro di un futuro fin troppo probabile.