
Un'accesa condanna della fede cieca nel sistema del libero mercato. Hans Kung torna a esercitare il suo acume critico contro un dogma del nostro tempo.
La notte del 27 gennaio 1967, Luigi Tenco fu ritrovato senza vita nella sua camera nella dépendance dell'Hotel Savoy a Sanremo. Un suicidio, apparentemente. Solo poche ore prima aveva presentato, in coppia con la cantante francese Dalida, Ciao amore, ciao al Festival della canzone ed era stato eliminato. L'improvvisa scomparsa di Tenco sconvolse l'opinione pubblica, lasciando un segno profondo nella memoria collettiva italiana. Eppure l'inchiesta venne chiusa in tutta fretta. Nelle luci sfavillanti del Casinò di Sanremo, dove all'epoca si svolgeva il Festival, nella celebrazione festosa della musica leggera, e dell'immenso business che essa portava con sé, quella scena di sangue, infatti, proprio non ci sarebbe voluta. A quarant'anni di distanza un giornalista francese, voce narrante di questo emozionante libro d'inchiesta, viene invitato a scrivere un reportage sul caso di Tenco e Dalida, anche lei suicida nel 1987. Superando presto l'iniziale disinteresse per avvenimenti così lontani, viene catturato dagli innumerevoli aspetti misteriosi. E così che si butta a raccogliere tutti i documenti e a cercare i testimoni ancora viventi. Ma, a ogni passo della sua indagine, vengono alla luce ulteriori buchi e contraddizioni nella versione ufficiale dei fatti. In "Ciao amore" Philippe Brunel scandaglia la vicenda tragica di Tenco che, con il passare del tempo, sembrava archiviata con una soluzione affrettata e di comodo
Nel 1944 il nobel per la fisica Erwin Schrödinger, in un libro divenuto fondamentale nella storia della biologia molecolare, s'interrogava sul mistero che più di tutti ha affascinato scienziati, filosofi, intellettuali e uomini comuni: Che cos'è la vita? A cinquant'anni dalla sua morte, il dibattito è tutt'altro che concluso. Certo, la scienza ha fatto progressi enormi: due secoli fa veniva sintetizzata in laboratorio la prima sostanza organica, aprendo la strada agli esperimenti successivi che hanno permesso di produrre ogni singola molecola. Ma, nonostante le conoscenze acquisite, la vita per alcuni sembra ancora qualcosa di indecifrabile e misterioso, inspiegabile senza postulare l'esistenza di un Dio che l'avrebbe creata. Eppure, nel 2010 il biologo statunitense Craig Venter ha annunciato al mondo di aver riprodotto l'intero genoma di un batterio - ovvero di avere, di fatto, creato la vita. Ma è davvero così? In un viaggio lungo quattro miliardi di anni, Edoardo Boncinelli esplora l'essenza più profonda dei viventi e ripercorre la nascita e gli sviluppi della biologia molecolare per rispondere a questa domanda. A partire dall'avvento della Teoria dell'evoluzione darwiniana fino alle più recenti scoperte, ci fornisce le chiavi interpretative per dissipare il velo di misticismo che ancora sembra avvolgere questo fenomeno, ridefinendo i confini spesso labili che separano la vita naturale da quella artificiale.
La guerra che infuria tra il popolo Eidr e l'Impero di Colvian, uno scontro di civiltà alimentato da uomini che l'odio ha reso belve assetate di sangue, sembra non avere fine. In un conflitto che non conosce regole né pietà, il legionario Yanvas conquista con coraggio e con la forza delle armi il rispetto e la gloria. Dopo vent'anni sui campi di battaglia, solo un'ultima missione lo separa dalla sua nuova vita, signore di una fortezza al fianco della splendida Sylia. Ma per chi trama all'ombra della Corona Nera, Yanvas, seppur valoroso, è una pedina sacrificabile. Ben presto vedrà il mondo come lo conosceva sgretolarsi sotto il peso di macchinazioni e tradimenti, terribili segreti e cupe verità che sembrano non risparmiare nessuno, nemmeno le persone a lui più care. E mentre il caos dilaga e l'Impero stesso minaccia di crollare, Yanvas dovrà decidere quale prezzo è disposto a pagare per salvare l'unica donna che abbia mai amato e ottenere vendetta. Rituali necromantici, spietati complotti, battaglie violente e sanguinarie, nel primo episodio di una nuova saga fantasy.
Sanremo. A poche ore dalla serata finale del Festival della Canzone, un clamoroso omicidio scuote il mondo dello spettacolo e l'Italia intera: uno dei cantanti più amati dal pubblico è stato ucciso nella sua lussuosa suite con un colpo di pistola al volto. Delle indagini è incaricato il commissario Oscar Borrani - qualche chilo di troppo, un matrimonio fallito che brucia ancora e una gran voglia di chiudere il caso nel minor tempo possibile: in vent'anni di carriera, di morti ne ha già visti abbastanza, e sa che portano sempre rogne. Ma i morti non sono tutti uguali, ed Enrico Bertini in arte Chico non è mai stato un uomo come gli altri. Sregolato, geniale, eccessivo in tutto nell'amore per le donne, il rischio, il successo - ha vissuto bruciando ogni tappa, spingendo sempre al massimo, lasciandosi alle spalle un esercito di nemici. E di segreti che soltanto il sangue della vendetta potrà lavare via. "La confessione" di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è un thriller che ci trascina nel mondo sfavillante dello spettacolo, mostrandoci dall'interno la sua anima nera.
"Dalle numerose lettere che da tempo mi inviano i lettori, mi sono reso conto che fra tante passioni quella per il mare è tra le più forti e profonde. Leggendo le testimonianze della gente si intraprende un viaggio senza fine che ci porta in paesi lontani al di là del mare, per scegliere la rotta che ci porterà in salvo dalle tempeste della vita. Il mare è protagonista di questo libro dove si narra la storia di un uomo che si salva quando tutto pareva ormai finito. Carol Wilson, un londinese cui è stato diagnosticato un male incurabile, decide di finire i suoi giorni nel mare che ama. Parte con il suo veliero e si affida al vento che portandolo di isola in isola lo condurrà attraverso incontri con persone straordinarie, a ripensare alla sua vita e a riconciliarsi con essa, gli farà ritrovare la salute, la serenità e conoscere il vero amore. La storia dell'avventuroso viaggio pieno di sorprese, di prodigi, in un continuo dialogo con gli abitanti e la natura dei luoghi, è quella che Carol rivela a un giovane amico incontrato nel paese di Portovenere dove è giunto insieme a Sanja, la ragazza che lo ama e che, appassionata di lettura, aveva avuto notizia, nella sua terra lontana, di questo paese d'amore e di poesia." (Romano Battaglia)
In novant'anni di storia, dal 1922 al 2011, abbiamo avuto il Ventennio fascista e il quasi-ventennio berlusconiano: per poco meno di metà della nostra vicenda nazionale abbiamo scelto di farci governare da uomini con una evidente, e dichiarata, vocazione autoritaria. Perché? Una risposta possibile è che siamo un popolo incline all'arbitrio, ma nemico della libertà. Vantiamo record di evasione fiscale, abusi edilizi, scempi ambientali. Ma anche di compravendita di voti, qualunquismo: in poche parole una tendenza ad abdicare alle libertà civili su cui molti si sono interrogati. Da Leopardi a Carducci che dichiarava "A questa nazione, giovine di ieri e vecchia di trenta secoli, manca del tutto l'idealità", fino a Gramsci che lamentava un individualismo pronto a confluire nelle "cricche, le camorre, le mafie, sia popolari sia legate alle classi alte". Per tacere di Dante con la sua invettiva "Ahi serva Italia, di dolore ostello!" e di Guicciardini con la denuncia del nostro amore per il "particulare". Con la libertà vera, faticosa, fatta di coscienza e impegno sembriamo trovarci a disagio, pronti a spogliarcene in favore di un qualunque Uomo della Provvidenza. Questo libro, un'indagine colta e curiosa su una pericolosa debolezza del nostro carattere, è anche un appello a ritrovare il senso alto della politica e della condivisione di un destino. La libertà, intesa come il rispetto e la cura dei diritti di tutti, non è un'utopia da sognare ma un traguardo verso cui tendere.
Cos'è successo all'uomo, alla civiltà? Concentrati su un qui e ora puramente corporei, abbiamo ucciso tutti gli dei e reso la bellezza l'unica nostra religione. Non abbiamo più sogni, non coltiviamo progetti, non sopportiamo il silenzio, facciamo rumore per vincere la solitudine, sradicati come siamo dalle nostre origini, incapaci di amare, di insegnare ai nostri figli e di imparare dai nostri padri. E siamo pieni di paura. Vittorino Andreoli, che non distoglie mai l'attenzione dal destino dell'uomo contemporaneo, ripercorre la parabola della propria vita per descrivere, nel modo più personale e insieme collettivo, l'importante mutamento cui stiamo andando incontro. Dall'emergenza parsimoniosa e crudele della guerra, dove tutta la famiglia sedeva intorno al piatto in cui campeggiava un'unica grande aringa annegata nell'olio, al boom economico, in cui il dilagare del benessere ha condotto in fretta all'eccesso, alla saturazione, all'inutile; dall'entusiasmo delle scoperte scientifiche, che ci hanno permesso di rimuovere il dolore, di controllare le nascite, di nascondere ma non cancellare la morte, alle crisi, sempre uguali e sempre diverse, della Repubblica. Andreoli non dà giudizi né offre ricette, non ha certezze né dogmi da imporre. Ha però uno sguardo profondamente umano, e la consapevolezza della sua e nostra fragilità, l'unica meravigliosa forza su cui possiamo e dobbiamo contare per risorgere.
Il 25 gennaio 2011 piazza Tahrir straripa di dimostranti. È ormai chiaro che le difese del potere si stanno sgretolando, la gente si è svegliata, l'esercito interverrà. Wael Ghonim scrive su Twitter: "Buongiorno, Egitto! Mi sei mancato negli ultimi trent'anni". La scintilla della rivolta l'ha accesa lui, su facebook, coordinando la protesta dalla sua pagina "Siamo tutti Khaled Said", dedicata al giovane torturato e ucciso dalla polizia nel giugno 2010. La reazione dei giovani egiziani, nauseati da decenni di soprusi e sfiancati da un regime inamovibile, è quasi miracolosa. E Wael finisce in prigione, arrestato con l'accusa di fomentare il dissenso. La sua prima intervista dopo il rilascio, appena emerso dall'incubo degli interrogatori, farà il giro del mondo: in lacrime davanti alle telecamere incita i suoi connazionali a continuare a manifestare. La ribellione riprende vigore e poche ore dopo Mubarak si dimette. "Non sono io l'eroe: voi siete gli eroi!" grida il giovane blogger alla folla, ed è per tutti il nuovo leader del movimento. A un anno da Piazza Tahrir, Wael Ghonim racconta quei giorni, le piazze affollate, il carcere, riflette sulle proteste popolari che oggi stanno percorrendo il pianeta, ma soprattutto ci ricorda come Internet sia stata fondamentale per abbattere un potere autocratico e violento. Come è accaduto? Come potrebbe accadere ancora, con altri poteri, in altre parti del mondo?
Roma, 2011. Irene, una donna non più giovane, si distende sul lettino di una psicoanalista per affrontare il disagio che la tormenta da tempo. "Fingo di appartenere, ma in realtà non appartengo mai. Sento estranea la città dove vivo da quarant'anni, mi sono occupata intensamente di politica ma ho rifiutato l'iscrizione al partito, non sono mai riuscita a sentire il famoso 'noi' che unisce le persone di una stessa azienda, mi piacciono più gli alberghi delle case in cui ho abitato... Non riesco a mettere radici, e la sola idea di poterle mettere mi dà angoscia... " E così... rewind. La mente di Irene corre all'indietro fino agli albori del secolo breve, a rivedere personaggi immortalati nella loro vitalità autentica: Natalia, madre a sedici anni ma spirito per sempre indomito, suo fratello Umberto, educato alla maschile tracotanza ma punito da una moglie troppo bella e troppo audace, e poi Renzo che, al ballo sfavillante del circolo ufficiali, con un giro di valzer trascina Rosa in un amore bello e rispettoso che porterà in frutto proprio Irene... Su questi uomini e queste donne si abbatte d'improvviso una bufera implacabile: l'esperienza dell'esodo forzato dalla loro Istria. Con un inedito di Nelida Milani.