Dal marciapiede, all'angolo tra corso Buenos Aires e piazzale Loreto, due senzatetto osservano l'affannata umanità che passa loro davanti. Moses, il più vecchio, è un ex bibliotecario; Camerata, il suo compagno, un tempo è stato uno scrittore di grande fama. Entrambi hanno un conto in sospeso con il passato e fantasmi più o meno morti: seminaristi plagiati, vecchi solitari, ragazzine smarrite, kebabbari e prostitute, un universo di dimenticati che ogni giorno si riunisce al bar Number One per il rito dell'Ora Felice. Ma quando il loro barista di fiducia si impicca nel retrobottega la routine si spezza: l'uomo è l'ennesima vittima della misteriosa epidemia di suicidi che sta contaminando Milano e l'Italia intera. L'unico modo per fare luce sulla faccenda è immergersi nel sottosuolo metropolitano che Moses e Camerata conoscono bene, fatto di miracoli e allucinazioni, dove tra culti pagani e fumi del peyote è possibile scorgere lo spettro di Mussolini e seguire Dostoevskij per le strade di Pietroburgo. Che forse non è Pietroburgo, ma solo piazzale Loreto, il luogo in cui tutte le storie si incontrano alla ricerca di un senso.
L'immagine più diffusa della Germania nazista è quella di uno Stato onnipotente che catalogò, represse e sterminò un'intera classe di cittadini. Eppure tutti i principali crimini tedeschi furono commessi in aree dove le istituzioni erano state distrutte, smantellate o gravemente compromesse: lo sterminio di cinque milioni e mezzo di ebrei, di oltre tre milioni di prigionieri di guerra sovietici e di circa un milione di civili nelle cosiddette operazioni antipartigiane si verificò sempre in zone di vuoto statale. Quando si scarica la responsabilità dell'Olocausto sullo Stato moderno, l'indebolimento dell'autorità appare come un bene: un'interpretazione errata che spiana la strada a crimini futuri. Avvalendosi di fonti mai consultate in precedenza e testimonianze inedite di sopravvissuti, uno tra gli storici più brillanti della sua generazione dimostra attraverso un'analisi originale e meticolosa che le motivazioni reali della catastrofe comprendono molti elementi ritenuti secondari per lungo tempo: dallo smantellamento degli Stati al panico ecologico di Hitler, pericolosamente vicino alla paura che proviamo oggi di fronte alla crisi ambientale e alla diminuzione progressiva delle risorse vitali. Non abbiamo alcun motivo di considerarci eticamente superiori agli europei degli anni Trenta e Quaranta, o meno vulnerabili a idee come quelle che Hitler riuscì a tradurre in realtà con tanta efficacia.
1407. È solo un bambino, il principe Marcus II di Saxia, quando nel cortile del castello di famiglia assiste impotente al massacro dei suoi cari, trucidati per ordine di Ojsternig, signore del regno vicino. La strage, in cui tutti lo credono morto, è la prima mossa dell'usurpatore Ojsternig per farsi riconoscere dall'imperatore come legittimo erede della terra di Raühnvahl. Ma qualcosa va storto, perché Marcus sopravvive a quella violenza sanguinaria grazie all'aiuto della piccola Eloisa, figlia della levatrice del villaggio. Così quel giorno ritornerà ogni notte nei suoi incubi come l'ultimo della sua agiata vita da nobile e il primo di quella da pezzente. Accolto nella casa della levatrice Agnete. Marcus perderà il suo nome - nessuno deve sapere che l'erede del principe della Raühnvahl è vivo - e diventerà Mikael. Ma soprattutto imparerà a vivere come un animale, forgiato dagli stenti e dalla fatica della vita da contadino, e a combattere come un guerriero, senza mai dimenticarsi chi è e cosa gli spetta di diritto. Non può immaginare, Mikael, che la sua nuova esistenza è destinata a fare di lui un eroe che conoscerà la forza inarrestabile dell'amore. E cambierà per sempre le sorti dell'Impero.
Una nuova edizione del più grande classico di Walter Bonatti. Dal Monte Bianco alla Patagonia, fino alla salita in solitaria della parete Nord del Cervino, il racconto di "Montagne di una vita" procede attraverso le parole dell'alpinista affiancate dalle sue fotografie. Ad arricchire il tutto sono stati inseriti anche alcuni brani inediti tratti dai dattiloscritti autentici di Bonatti.
Principi e regine, serpenti e draghi, spiriti magici e diavoli, personaggi indimenticabili come la strega Baba Jaga, la bella Vassilissa, Finist falco lucente o la piccola Masha e l'orso, protagonisti di un antico racconto recentemente riscoperto da un'amatissima serie televisiva. L'universo delle fiabe russe, disseminato di cupole d'oro e capanne sperdute nel folto di boschi secolari, costituisce da sempre un'inesauribile fonte di fascino e stupore per grandi e bambini. In questo volume, che affianca le più belle storie tratte dalla celebre raccolta di Aleksandr Afanasev a quelle rese immortali dal genio di Aleksandr Puskin, il mondo fantastico delle fiabe prende forma nelle incantevoli tavole di Ivan Bilibin. tra i più grandi artisti russi di inizio Novecento: contraddistinte da una perfetta osmosi fra tradizione e stile moderno, le sue illustrazioni ritraggono zar inflessibili e streghe spaventose, animali magici e giovani coraggiosi, immergendoli in paesaggi fantastici e in interni riccamente decorati. Età di lettura: da 6 anni.
La mattina del 5 marzo 2003 il piccolo Colton Burpo, che non ha ancora compiuto quattro anni, entra in sala operatoria per essere sottoposto con urgenza a un intervento delicatissimo. Ha l'appendice perforata e gli errori commessi dai medici prima di arrivare alla diagnosi corretta non lasciano molte speranze. Todd, il padre, si ritira a pregare in una stanzetta dell'ospedale, mentre la mamma, Sonja, cerca conforto al telefono nelle parole dei parenti e degli amici più stretti. La tensione è altissima, per tre lunghissimi minuti i medici "perdono" Colton. Ma come per miracolo l'esito dell'operazione è positivo e il bambino guarisce perfettamente. Passeranno anni prima che i genitori attoniti si trovino ad ascoltare i racconti, del tutto spontanei e tranquilli, di ciò che Colton ha visto in quei tre minuti e dell'incredibile viaggio che ha compiuto, fino al Paradiso e ritorno. Lì stava in braccio a Gesù, che lo ha accolto sul suo cavallo color arcobaleno e "ha detto agli angeli di cantare, perché avevo tanta paura", ha incontrato Dio, che è "grandissimissimo e ci vuole veramente bene", ha visto la luce "sparata" dallo Spirito Santo sugli uomini, ha conosciuto la sorellina mai nata, di cui nessuno gli aveva parlato prima, ha osservato "dall'alto" il medico che lo "aggiustava" e i suoi genitori in pena per lui. In questo libro è suo padre, Todd, a raccontarci la storia di una famiglia normale toccata da un'esperienza straordinaria.
È la prima volta che i cambiamenti della società sfuggono completamente al controllo della politica. L'innovazione si sviluppa lontano dai Parlamenti, i nuovi protagonisti sono troppo potenti e globali per essere affrontati da piccoli Stati. Uber liberalizza il trasporto pubblico, Spotify regala musica invece di venderla, AirBnB vanifica i tentativi degli albergatori di fare cartello, Facebook e Google iniziano a comportarsi come Stati del web, gli utenti sono i loro cittadini. Oggi gli utili si fanno conquistando miliardi di consumatori a cui migliorare la vita offrendo prodotti e servizi quasi gratis. Ma non di solo profitto si tratta: mentre i governi tagliano su welfare e investimenti, i nuovi modelli di business hanno reso conveniente per i privati cercare di risolvere alcuni grandi problemi del mondo. Allora la politica è diventata inutile? Forse sì, almeno nella forma in cui l'abbiamo conosciuta finora. E non è detto che sia una cattiva notizia. Se le scelte collettive, quelle dei governi, sono sempre meno rilevanti, cresce il preso delle scelte individuali. In questi anni difficili abbiamo quindi due possibilità: continuare a lamentarci dei politici che non ci aiutano, aspettando che le cose cambino e arrivi "la ripresa". Oppure prendere atto delle enormi opportunità che la fine della politica tradizionale sta aprendo e provare a sfruttarle, prendendo in mano il nostro destino.
Se l'uomo di Musil si è caratterizzato per "la mancanza di qualità" quello di Andreoli descritto in questo romanzo è un uomo privo di identità. Un uomo stanco della follia del mondo e del suo rumore, che fugge in una baia sperduta della Scozia affacciata sull'oceano Atlantico. Circondato solo da uccelli di mare, Franz Gustav farà i conti con i fantasmi del passato e con le molte relazioni che attende ancora di vivere. "L'uomo senza identità" è dunque la narrazione di un uomo solo che però trova dentro di sé non un doppio ma addirittura una frammentazione, che lo porta a smarrire persino il significato di che cosa voglia dire Io. In quel luogo disabitato nasce la storia di un uomo che appare più ricca ma anche più confusa di quella di una grande metropoli. L'identità, la coerenza, il riconoscimento di principi, tutto diventa indefinibile e Franz Gustav tenterà di immergersi nel proprio profondo fuggendo persino dalla propria sensorialità, chiudendo gli occhi. E in questa immersione incontrerà il vuoto e il nulla. Dopo aver raccontato la fragilità dell'essere umano nei suoi saggi, Vittorino Andreoli mette in scena la frantumazione dell'individuo, la moltiplicazione in frammenti di io che si sdoppiano per imporre il proprio mistero.
"Ibsen, Shakespeare, Brecht..." Quando gli insegnanti del Centro universitario teatrale gli sottoposero una lista di autori da portare in scena, il giovane Luigi Proietti per poco non svenne: non ne aveva mai sentito nominare nessuno. Come tanti ragazzi cresciuti nella periferia della capitale, all'ombra del boom economico, Proietti pensava soprattutto alla musica e guardava all'America. Per lui l'unico palco era quello dei night club, dove suonava e cantava insieme agli amici di sempre. Si era iscritto per gioco a quel corso di recitazione, spinto dalla voglia di qualcosa di diverso: non poteva immaginare che quel "gioco" gli avrebbe cambiato la vita. Il "cantante dalla voce ritmico-melodica-moderna" dimostra subito una versatilità senza precedenti, un potenziale che esprimerà al meglio in "A me gli occhi, please" e negli altri one-man show scritti con Roberto Lerici, dei tour de force nei quali salta dal dramma al varietà lasciando il pubblico a bocca aperta. E in cinquant'anni di carriera Proietti ha conquistato generazioni di spettatori, contaminando la cultura "alta" e quella "bassa" senza pregiudizi. In "Tutto sommato" ci restituisce quella voglia di mischiare le carte in tavola, intrecciando le gioie della vita a quelle del palco e lasciando sempre sullo sfondo la sua Roma, città eterna e fragile, tragica e ironica, cinica e innamorata.
Dalla pubblicità a internet, dalla televisione al cinema, nella nostra società il sesso è presente ovunque, e per i più giovani è sempre più alto il rischio di vivere la sessualità in modo affrettato e inconsapevole. Gli stessi adulti, che dovrebbero guidare i figli alla scoperta del proprio corpo e dei propri sentimenti, si trovano spesso disorientati di fronte alle trasformazioni vissute dalla sessualità infantile e adolescenziale. Eppure, come dimostra in questo libro la psicologa Anna Oliverio Ferraris - da sempre attenta al tema della sessualità nei giovani -, con il giusto approccio è possibile gestire con serenità le diverse fasi dello sviluppo sessuale: la scoperta delle sensazioni del corpo nei primi mesi di vita, gli innamoramenti, le trasformazioni della pubertà, la fatidica "prima volta", i rischi associati a fenomeni perturbanti come gli abusi o la pornografia. Un libro ricco di storie e consigli pratici per aiutare genitori ed educatori a guidare i più giovani alla scoperta del sesso. Perché, come ci ricorda la Oliverio Ferraris, "educare alla sessualità significa aiutare bambini e adolescenti a compiere il loro percorso con positività e naturalezza". Senza timori, nemmeno per gli adulti.