Qual è stata la prima volta che ho incontrato Dio? Con questa domanda Paolo Curtaz apre una nuova serie di letture bibliche intorno al tema giubilare della misericordia. "Forse che la donna si dimentica del suo lattante, cessa dall'aver compassione del figlio delle sue viscere? Anche se si dimenticasse, io non ti dimenticherò". Dio è misericordia, una parola che sin dalle antiche Scritture sta a indicare la pietà e la compassione unite allo slancio fisico, all'azione in soccorso di colui per cui si provano questi sentimenti. Intrecciando la meditazione su testi dell'Antico e del Nuovo Testamento con testimonianze contemporanee di uomini e donne che hanno incontrato la misericordia del Signore nella propria vita, questo libro diventa un'ottima occasione per conoscere un po' più da vicino il vero volto di Dio.
Una rilettura della parabola evangelica del padre buono e dei due fratelli: del figlio prodigo e del figlio devoto. Un'analisi profonda della fede, di quel mistero complesso e meraviglioso che è il cuore umano, della profondità del peccato e della scoperta del perdono. Io sono fango porta il lettore a misurarsi con la terra da cui è tratto, terra che diventa fango quando si cede ai compromessi della vita e agli istinti promossi dall'egoismo più bieco. Ma è proprio in quel fango che l'uomo ritrova Dio, quel Dio che si fa carne, lasciandosi plasmare di quella stessa terra da cui il primo uomo è stato tratto.
Nel corso della nostra storia, tanti si sono interrogati sul vero volto di Dio. Le religioni hanno provato a definirne i lineamenti. In questa continua ricerca, i cristiani sono stati aiutati da Dio stesso, che si è fatto uomo per lasciarsi conoscere e toccare. Nella persona di Gesù incontriamo il nostro creatore: il suo amore ci abbraccia per sempre. È un privilegio che costa qualche responsabilità, la pazienza di vivere con speranza e il coraggio di rendere feconda di bene la propria giornata. Questo libro ci accompagnerà ad avvicinarci a Gesù, a sentire il desiderio di infilare i nostri piedi nelle impronte lasciate dai suoi passi. Una piccola guida cristologica per catechisti che si inserisce nel richiamo di papa Francesco a vedere nella vita di Gesù il "volto" della misericordia di Dio.
"Ricordo bene il suo sguardo e i suoi occhi che ti scrutavano in profondità, quasi per far emergere le cose più belle? In realtà padre Ghi è rimasto sempre un bambino, per il suo senso dello stupore, per la sua sensibilità estrema, per il suo sguardo innocente sulle cose e soprattutto per l'opera dello Spirito Santo. Più profondamente il suo essere bambino nasceva dalla sua fede di essere un "figlio del Padre dei Cieli". Nelle pagine del diario si incontra il poeta padre Ghi... Credo che il lato poetico di Padre Ghi stia nel suo tentativo di vedere le cose con gli occhi del Risorto. Si incontra la passione di padre Ghi per i sofferenti e gli ammalati. Nella semplicità e nella quotidianità Padre Ghi ha vissuto avvolto da una "grazia", ha percorso una strada di santità e ha voluto comunicare a tanti, soprattutto agli ammalati, la sua scoperta dell'amore di Dio." (Dalla Prefazione di Mons. Aldo Giordano)
Il Giubileo non è un evento mediatico, non può essere vissuto come qualcosa di virtuale. Il Giubileo è pellegrinare, incontrare altri in cammino, confessarsi, compiere opere di misericordia corporale e spirituale, celebrare la comunione tra fratelli. A partire da questa esigenza è nata la guida per i pellegrini di Andrea Lonardo. Il volume è scandito in sei parti: nella prima si delinea il pellegrinaggio alle quattro basiliche dove si trovano le Porte sante. La seconda propone alcuni itinerari verso "porte" di carità. La terza introduce al pellegrinaggio a piedi verso San Pietro a partire dalle tre chiese dalle quali esso avrà inizio nel Giubileo della Misericordia. La quarta illustra il pellegrinaggio delle Sette chiese. La quinta propone una visita alla Cappella Contarelli per contemplare la misericordia con gli occhi di Caravaggio. L'ultima presenta la Porta Santa del santuario del Divino Amore e gli itinerari a piedi valorizzati in occasione del Giubileo.
"Il miracolo della conversione che genera comunione rende possibile che, a pochi chilometri di distanza, oggi siano venerati sia l'ucciso che il suo assassino, diventati 'uno' in Colui che è il Volto stesso della misericordia". Così scrive il cardinale Angelo Scola nella prefazione al volume. In effetti della vita del beato Carino da Balsamo - che assassinò il domenicano Pietro da Verona, poi proclamato santo - abbiamo poche certezze, ma il messaggio spirituale che ci è stato lasciato è semplice e importante allo stesso tempo: chiunque è necessario per il Signore, anche un assassino, e la chiamata può avvenire in qualunque momento.
Il vangelo di Luca - conosciuto anche come Vangelo della Misericordia - nella nuova traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana da portare sempre con sé.
Il vangelo di Luca - conosciuto anche come Vangelo della Misericordia - nella nuova traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana da portare sempre con sé.
Le famiglie ferite sono al cuore dei problemi della chiesa e della società di oggi. Lo dimostra l'elevato numero di separazioni e di divorzi, con le conseguenti sofferenze dei coniugi e dei figli. Ma anche la consistente presenza e la costante crescita di coppie lacerate dalla crisi, di coppie conviventi e di unioni civili, soprattutto tra coloro che si professano credenti. La pastorale non può più ignorare questa realtà e così trascurare le evidenti fragilità che connotano la vita sponsale e il contesto familiare. Allo stesso tempo, non deve creare confusione e disorientamento con interventi poco chiari e ambigui. Di fronte a questo scenario complesso, gli autori, forti della loro esperienza di servizio presso l'Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia, tracciano un percorso nitido e incoraggiante. Partono dall'analisi storica e antropologica alla base della crisi coniugale e familiare attuale, e aprono una serie di piste di riflessione circa il modo di accogliere e accompagnare le famiglie in difficoltà.
Essere padri e madri oggi: è ancora possibile? Per rispondere a questo "ingombrante" interrogativo, Cantelmi ha provato a coniare un termine: genitorialità complesse. Esso aiuta a indicare situazioni "critiche" che nell'epoca definita come "postmodernità tecnoliquida" sembrano superare la cosiddetta "famiglia tradizionale". Questo libro non ha conclusioni, ma cerca di rendere un servizio alla verità dei dati e il lettore potrà formarsi un'idea personale. Da un lato genitori tecnoliquidi, adultescenti o dello stesso sesso, dall'altro la necessità di non distorcere la realtà dei fatti, il buon senso, l'equilibrio e la solidità della famiglia tradizionale.