Questo testo classico della spiritualità, attraversa i tempi con la sua dottrina fondata su san Benedetto e su tutti coloro che costituiscono ancora oggi un punto di riferimento per un cammino cristiano. L'ideale della santità cristiana consiste nell'accettare in modo sincero e totale Gesù Cristo, per mezzo della fede, la quale si integra con la speranza e la carità. La proposta che san Benedetto rivolge ai suoi è una proposta di vita cristiana: la fecondità soprannaturale straordinaria, propria della regola benedettina nel corso dei secoli, si spiega col carattere essenzialmente cristiano che ne forma l'impronta. La fecondità soprannaturale, straordinaria, propria della regola benedettina nel corso dei secoli, si spiega con il carattere essenzialmente cristiano che ne forma l'impronta.
Monaci e monache di tutte le razze e lingue si sentono profondamente legati. Ma cos'hanno veramente in comune? Già nel III secolo Clemente d'Alessandria segnalava la presenza, in questa città, di asceti indù e buddisti. Tuttavia i monaci delle diverse religioni non si sono incontrati che in questo nostro secolo, allorché il monachesimo cristiano si è impiantato in Asia e le religioni orientali si sono diffuse in Occidente. Dopo vari anni di ricerca, l'Autore confronta la Regola di s. Benedetto con le tradizioni ascetiche dell'Asia e quelle che l'hanno preceduta in Occidente. Il risultato di questo incontro e di questo scambio è un'emulazione reciproca nell'approfondimento della propria vita spirituale e della dottrina della propria religione. Per noi cristiani la questione della cultura e delle religioni nate fuori dall'Occidente ci invitano a precisare sempre meglio l'espressione della nostra fede, in modo da dare una risposta convincente ai nostri contemporanei.
Il volume che qui viene presentato costituisce la prima traduzione in lingua italiana di un testo che appartiene alle collezioni classiche degli scritti della spiritualità orientale. In questo volume (il primo di una serie di quattro vol.) vi è riprodotto quel laboratorio spirituale che nel deserto dei primi secoli trova il suo terreno più fertile. L'autore, Paolo Evergetis, ha raccolto con parole e fatti tutti gli esempi della santità cristiana di chi passò nel deserto una vita unita al Cristo, respiro della propria esistenza. Tutto ciò che vi si può ritrovare è anche un modello per ogni cristiano di oggi che desideri sinceramente imitare coloro che camminarono verso la perfezione spirituale. Nel testo sono trattati alcuni argomenti come la conoscenza di se stessi, l'umiltà, il lavoro manuale, il corretto uso dei beni materiali, la relazione tra lavoro e preghiera, la salmodia.
Il testo presentato costituisce la prima traduzione in italiano dell'encomio per il santo monaco Sergio di Radone. Il suo discepolo, Epifanij, che ne ha tracciato il profilo, sottolinea come l'igumeno di Radone svolse a più livelli un ruolo fondamentale per il destino della Russia. Sul piano religioso egli è concordemente considerato colui che ha provocato lo straordinario risveglio spirituale del paese dopo il lungo giogo tataro. Sergio di Radone partecipò attivamente alle vicende storiche della Russia, appoggiando il principato moscovita e sostenendo la sua candidatura a centro organizzatore della lotta per la liberazione del paese. Infine, il santo incise a lungo sullo sviluppo culturale russo tramite il monastero da lui fondato.
Nell'Antico Testamento, la via designa la condotta dell'uomo in cammino verso Dio. Questa accezione permane nel Nuovo Testamento (cf. Mt 22,16) là dove questa via regale è qualificata come stretta (cf. Mt 7,14), sempre da raddrizzare (cf. Mt 3,3). Il Cristo stesso si definisce come la Via (Gv 14,6). Anche negli Atti degli Apostoli la "via" designa la vita cristiana conforme all'evangelo (cf. 9,2; 18,25-26; 19,9.23; 22,4; 24,14). Secondo la lettera agli Ebrei è una "via nuova e vivente" (10,20).Come l'unica casa del Padre ha molti posti (cf. Gv 14,2), così l'unica via cristiana conosce diversi itinerari, aventi ciascuno punti di partenza e tappe differenti, ma un fine comune. La via monastica potrebbe essere paragonata ad un labirinto, un percorso disseminato di ostacoli e possibilità. Come colui che percorre un labirinto deve innanzitutto penetrarvi e percorrerlo fino al centro per poi uscirne, così il monaco che percorre la via monastica deve innanzitutto penetrare fino al centro di se stesso per poi uscire da sé.
La fortuna di questo volume, che ha avuto tre edizioni, sotto il titolo di Appunti per una scuola di preghiera, viene presentato ora con un nuovo titolo e con un importante contributo del card. C. M. Martini sulla preghiera di intercessione. Il libro presenta le varie forme di preghiera cristiana ed è utile per un approfondimento personale e di gruppo.
La Russia degli starcy rivive in questo volume che ci introduce nella conoscenza del santo monaco Amvrosij Grenkov la cui vita, trascorsa nel monastero di Optina Pustin’, ci fa conoscere il mondo spirituale del suo monachesimo.
La Vita copta di Pacomio costituisce l’eco fedele del monachesimo fiorito nel IV sec. in Egitto, nel profondo Sud, nella Tebaide, caratterizzato dal cenobitismo, cioè dalla vita fraterna ben organizzata sotto un superiore e secondo una disciplina comune. Questa seconda edizione si presenta riveduta nell'introduzione e con un'abbondante bibliografia pacomiana che rende il testo più completo e aggiornato.
Il testo fa sua la domanda dei pellegrini greci saliti a Gerusalemme: "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21). Accompagnato dall'evangelista Giovanni, l'autore si sofferma anzitutto sulla dinamica dell'incontro con Cristo (cfr. Gv 1,35-42), nella gioiosa scoperta che in lui Dio ha voluto stabilire lasua dimora (cfr. Gv 2,13-22). Se Gesù è colui che incarna il volto misericordioso di Dio (cfr. Gv 8,1-11), allo stesso istante non si lascia però restringere dentro le attese, spesso interessate, dell'uomo (cfr. Gv 6,16-21).Nella lettura del volumetto si coglie l'invito che Gesù rivolse ai discepoli a dimorare in lui (cfr. Gv 15,1-11); su questo invito Gesù attende una risposta totale e sincera: la risposta della fede.
Madre Mectilde vede vede uno strettissimo rapporto tra la vita monastica benedettina, l'Eucarestia e l'annientamento kenotico. La regola, come lei stessa afferma nell'inedito "Avant propos du Cérémonial, è il testo che meglio si addice ad una esistenza eucaristica in cui la "monaca-vittima.ostia" si offre quotidianamente in olocausto: così come l'eucarestia è la suprema forma di kenosi di Cristo "annientato" nel pane e nel vino, la vita monastica lo è del cristiano chiamato alla "conversio forum".