Il volume ha peso e formato serioso e grande; quasi possa essere destinato appunto a servizio di testo di preghiera liturgica. I suoi 50 salmi sono infatti meditazione e poesia insieme; come del resto lo sono molti salmi biblici e liturgici. Non una sfida al Salterio biblico, ma una sua esemplare continuazione. Lirismo accentuato; ma anche adesione intensa alla storia. Meditazione ma insieme adorazione, glorificazione di Dio, invocazione. Addirittura, queste, paiono risultare quasi intrise dentro le stesse mura dell'abbazia; a rendere totalmente comunitario e infinito il cantico orante, ed anche in dimensioni di ampiezza cosmica. Come a dire che non basta pregare; bisogna "diventare preghiera".
Nel IV secolo, il retore Procopio di Gaza (465-530 ca.) diede inizio a un genere nuovo di letteratura patristica che chiamiamo oggi catene. Se gli interi codici contenenti i testi dei più noti Padri e scrittori ecclesiastici non erano a portata di tutti, anche per motivi economici, era tuttavia possibile offrire i testi scritturistici corredandoli di un commento antologico formato da piccoli o lunghi estratti di commenti di diversi Padri, copiati dai redattori in modo ordinato accanto o sotto a ciascun versetto biblico. Ne risultò un genere nuovo di esegesi, un genere "corale", dove la voce di grandi autori offriva una valida interpretazione per ogni versetto dei singoli libri della Scrittura. La "Catena palestinese", è un testo di primaria importanza perché raccoglie estratti di quanto resta degli antichi commenti sui salmi, in massima parte andati perduti.
Con questo secondo volume dei Discorsi e dialoghi spirituali, si va delineando la figura di Macario/Simeone, autore siriaco del IV sec., padre spirituale di gruppi di monaci. Da questi discorsi egli appare come il monaco di provata esperienza che diventa consigliere di altri; talvolta menziona, per lo più indirettamente, proprie esperienze; e i suoi interlocutori permettono a Macario/Simeone di esplicitare tutta la sua libertà di parola. Come in san Basilio, cui per molti aspetti Macario/Simeone è vicino, - mancano i termini monachos o monazin, e gli asceti sono chiamati "fratelli" o "cristiani" -, i suoi scritti rivelano anche una certa affinità con Gregorio di Nissa. In questo volume sono presenti anche brani del cosiddetto Asceticon (domande e risposte), in cui ritornano i temi consueti della presenza nell'uomo del peccato e dello Spirito, delle lotte spirituali, della perfezione.
La "Regula Monachorum" è un documento spirituale di straordinaria importanza, nel quale è confluito il meglio delle tradizioni monastiche occidentali e orientali che la precedono. Adattandolo alle necessità del suo tempo, Benedetto ha saputo armonizzare il tutto in un felice equilibrio caratterizzato da esemplare discrezione: discretione praecipua, come la definisce nei Dialoghi san Gregorio Magno. Quello che san Benedetto presenta nella sua Regola è un cammino ben orientato, con una meta ben precisa. È un cammino di ritorno presentato con i tratti specifici della conversione, che si muove in continua tensione verso Dio. È un cammino di salvezza di cui la Regola costituisce lo strumento pedagogico. È il cammino della vita cristiana, che si muove entro e in forza della signoria di Dio: per ducatum Evangelii.
Il volume dà conto dell'attività di restauro del libro antico che si è compiuta nei primi cinquant'anni della sua esistenza. Quando il monachesimo si impianta in Occidente, fanno il loro ingresso le lettere in monastero, e con le lettere i libri. Nasce una passione per la Parola che si fa passione per il testo e da esso non si può più svincolare dalla passione per i libri. Innestata su questa feconda tradizione l'Abbazia di Praglia vuole vivere ancora di questa stessa passione: per la cultura e per il libro. Il laboratorio di restauro del libro antico è espressione di un desiderio di consegnare alle generazioni future un patrimonio che è valore per il nostro Paese. Salvare e conservare il patrimonio librario e documentario del passato è soprattutto contribuire a custodire e tramandare la testimonianza di una civiltà, di una cultura, di un'arte, del culto del bello, che sono alla radice della nostra società e della nostra storia.
Uno dei frutti più belli che lo Spirito ha suscitato nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II è la riscoperta della Parola di Dio. Oggi sono sempre più numerosi i cristiani che desiderano accostarsi a questa "sorgente d'acqua viva". Il volume contiene tre contributi essenziali per capire la "lectio divina": la Lettera sulla vita contemplativa di Guigo II certosino, testo divenuto classico nella tradizione; una ricca bibliografia la quale, senza pretendere di essere completa, dà però una panoramica su quanto di valido è stato scritto intorno a questo argomento; uno studio che presenta una sintesi dei vari studi sul tema e riflette sul come si possa attuare oggi.