La Via Crucis è l'accompagnamento di Gesù lungo il suo percorso dal luogo del processo fino al Calvario. Ci si immedesima, riflettendone e assimilandone le tappe, sulla via dolorosa che Egli ha voluto percorrere per la nostra slavezza. In questo libretto mediteremo ogni singola stazione con l'aiuto di un episodio della vita di San Francesco di Paola.
Abbiamo dimenticato che Dio riempie di significato la nostra vita. Senza fede molto nella nostra esistenza sarebbe impossibile; ne basterebbe veramente così poca; basterebbe una fede piccola capace di compiere gesti stra-ordinari. Tutto impallidisce di fronte alla sua Parola. Quando qualcuno l'ascolta ne rimane colpito e nulla può più essere paragonato ad essa. Quando l'uomo si lascia affascinare dalla sua Parola, dai suoi gesti, dal suo Vangelo e scopre tutta la ricchezza che esso racchiude, l'abbondanza di Vita (vera) che in esso è contenuta, allora non si lascerà sfuggire l'occasione. Bisogna imparare a giocarsi la vita, per questo occorrono occhi e cuore sempre ben aperti. Il volumetto è rivolto ai ragazzi ai quali, con un linguaggio diretto, semplice e stimolante, è indirizzata una esortazione a giocarsi bene la vita.
Tutti vorrebbero costruire una famiglia felice e vivere relazioni positive. Molti vorrebbero conservare o riscoprire la freschezza del primo amore. Tanti, purtroppo, credono che questa felicità sia impossibile. Ci hanno provato in tanti modi, ma sembra non funzionare. Pare un copione già visto e decidono di gettare la spugna. Queste pagine raccolgono elementi preziosi: non solo spirituali, ma anche psicologici, letterari e sapienziali per offrire ingredienti provati, l'ABC, per riuscire la gioia dell'amore, in famiglia, e non solo.
Papa Francesco non ti parla della sua Chiesa. Basta ideologie. Ti mostra la Chiesa, che "non è un'idea astratta, ma una realtà concreta con cui Dio rivela il suo amore, come quello di un padre e di una madre, che si commuovono fin dal profondo delle viscere per il proprio figlio". Non la Chiesa del teologo di moda, ma la Chiesa di Cristo. Te la mostra: "figlio, ecco tua madre". La Madre Chiesa. "Ci genera nel Battesimo come cristiani, facendoci rinascere in Cristo; veglia sulla nostra crescita nella fede; ci accompagna fra le braccia del Padre, per ricevere il suo perdono; prepara per noi la mensa eucaristica, dove ci nutre con la Parola di Dio e il Corpo e il Sangue di Gesù; invoca su di noi la benedizione di Dio e la forza del suo Spirito, sostenendoci per tutto il corso della nostra vita e avvolgendoci della sua tenerezza e del suo calore, soprattutto nei momenti più delicati della prova, della sofferenza e della morte". Nell'epoca in cui "la madre di tutte le crisi è spirituale", ricorda ai suoi figli che c'è una madre ed è santa. La Chiesa è la misericordia permanente. Il libretto parla della Chiesa nel sogno di Papa Francesco, presentandola come una madre che, fecondata da Dio, genera i propri figli a vita nuova.
Quando si recita il Santo Rosario si contempla tutto il Vangelo perché si meditano i misteri principali della vita di Gesù e nel ripetere le Ave Maria, noi chiediamo alla Vergine Santa di ottenere la forza e la grazia necessaria per camminare nella via del Signore e di compiere la sua volontà. Pertanto, il Santo Rosario recitato con fede e amore diventa per noi lo "scudo" che ci protegge dal male e "l'arma" che ci aiuta a combattere la buona battaglia della fede. In questo opuscolo vengono commentati con semplicità i venti misteri del Santo Rosario e attraverso alcune semplici domande, il lettore viene aiutato ad esaminare la propria vita, la propria fede e il cammino spirituale.
Le vicende storiche che legano la realizzazione della basilica di S. Pudenziana al pontificato di papa Siricio (384-399) per opera dei presbiteri Ilicio, Massimo e Leopardo sono ben note grazie ad una serie di testimonianze archeologhe ed epigrafiche che, per molti versi, consentono di ricostruire un quadro nitido e dettagliato dei modi e dei tempi con cui, allo scadere del IV secolo, si impiantò, alle pendici dell'Esquilino e a ridosso del vicus Urbanus, la chiesa di Pudente. Più problematico risulta invece il quadro cronologico relativo al mosaico del catino absidale, poiché se, da una parte, varie testimonianze epigrafiche suggeriscono di ricondurre la sua realizzazione nell'ambito del primo progetto edilizio promosso dai tre presbiteri durante l'età siricana, dall'altra, invece, alcune iscrizioni, ora perdute, spingono la datazione della decorazione absidale oltre l'età di Siricio, superando le soglie del IV secolo, sino ad arrivare al pontificato di papa Innocenzo I (401-417).
Il cammino nella fede cristiana è una conversione che interessa il cuore e l'anima di ogni cristiano, e in questo movimento di crescita, la preghiera è il fondamento perché si possa crescere e rimanere saldi alla Parola di Dio. Pregare nello Spirito Santo è iniziare un volo dell'anima nell'Amore del Padre e del Figlio. Abbiamo ricevuto i doni dello Spirito Santo nel Battesimo, ma molto spesso...troppo spesso li abbiamo accantonati in un cassetto, dimenticando, che basta una semplice invocazione "Vieni Spirito Santo!" e lo Spirito accorre come una mamma al grido del suo bambino! Il volume offre una raccolta di preghiere inedite sullo Spirito Santo composte dall'autrice, attiva nel movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Fra queste pagine brevi meditazioni ci introducono progressivamente alla preghiera, secondo l'insegnamento dei mistici. Ci viene in soccorso l'immagine dell'aquila che, con il suo "volo" maestoso e alto ci indica come vorremmo fosse la preghiera. Guidati dai preziosi consigli dei grandi Maestri della preghiera, troveremo un valido sussidio per l'orazione mistica. In appendice i nove modi di pregare di San Domenico di Guzmán, fondatore dell'Ordine domenicano, di cui è membro l'Autore. Questi possono giovare all'eucologia di cui la preghiera necessita. Anche il corpo, infatti, partecipa della preghiera e favorisce il necessario raccoglimento.
"Ho scritto la biografia di un bandito vissuto nel XVI secolo, il duca di Montemarciano Alfonso Piccolomini, inquadrata nel periodo storico in cui visse. Su questo turbolento e affascinante personaggio che finì giustiziato a Firenze per ordine del granduca Ferdinando I dei Medici, ho compiuto una vasta ricerca su fonti documentarie inedite, da cui a suo tempo trassi un breve saggio pubblicato sulla rivista "Ricerche Storiche" intitolato "Alfonso Piccolomini, duca e bandito del secolo XVI". Mai come alla fine del Cinquecento il fenomeno del banditismo assunse proporzioni così imponenti da spaventare il Papato, la Spagna e il Granducato di Toscana e da divenire strumento di ricatto nella politica internazionale. Evidentemente una sorta di rivoluzione parallela allo smantellamento della società di stampo medioevale si manifestava nelle sedi del potere. L'aristocrazia prendeva il posto dei cavalieri e degli ecclesiastici che avevano dominato per secoli, ma la politica accentratrice dei pontefici, che si accentuò sotto il pontificato di Gregorio XIII, inevitabilmente avrebbe determinato un nuovo sistema sociale, nel quale i feudatari avrebbero perso molte delle loro prerogative. Così in quest'epoca di mutamenti tra i banditi non c'erano soltanto contadini, braccianti, delinquenti comuni, per i quali il banditismo si presentava come l'unica alternativa alla sopravvivenza, ma anche esponenti della classe feudale in rivolta contro l'autorità sempre più pressante dei papi. Il più autorevole e temibile bandito dello Stato Pontificio e dell'intera Italia fu appunto un nobile, il duca di Montemarciano Alfonso Piccolomini, discendente di papa Pio II Piccolomini. Nella sua breve e tumultuosa esistenza difese strenuamente i suoi diritti e le sue prerogative cosicché a ragione si può considerare una sorta di "ultimo feudatario" di un mondo destinato a scomparire sotto l'avanzata dell' accentramento dell'autorità statale."
"Ite, inflammate omnia", ricordava sempre Ignazio di Loyola ai membri della Compagnia di Gesù. Ebbene, Francesco ha fatto esattamente questo: ha infiammato il mondo. Ha infiammato gli animi, ha acceso passioni, ha suscitato affettività, simpatia, empatia. E, ritenendo urgente che la Chiesa e i cristiani tornassero al Vangelo, e che perciò il Vangelo dovesse essere liberato da quel sovraccarico secolare di "pesi" che aveva finito per offuscarlo, per soffocarlo, Francesco ha dato alle fiamme l'ammasso enorme di loglio e di sterpaglia che impediva la semina e la crescita del buon grano: cioè, uscendo fuor di metafora, ha cominciato a destrutturare dalle fondamenta il vecchio sistema clericale. Con il risultato di provocare uno sconvolgimento tellurico, mettendo in crisi anche molti credenti, e infoltendo i gruppi degli oppositori.