Educare significa aiutare ogni persona a esprimere il meglio delle proprie potenzialità. Un tale compito, sempre complesso, si misura oggi con un quadro socio-culturale particolarmente difficile, affollato da fattori ed esigenze molteplici. Questo volume esplora l'intero orizzonte del processo educativo, trattandone le dinamiche, i fattori, i contesti con attenzione tanto alle sue dimensioni classiche (educazione intellettuale, morale, estetica, fisica, tecnologica, professionale) quanto alle cosiddette nuove educazioni (ambientale, alla pace, alla salute, alla comunicazione). Particolare spazio è dedicato all'educazione interculturale e inclusiva, dimensioni trasversali e ormai strutturali in scenari sociali interessati da una irreversibile multiculturalità. Scuola e famiglia, i due agenti principali del processo educativo, trovano in questo libro ampio materiale di riflessione e valide coordinate di azione, utili a sostenere il difficile ma appassionante compito.
È bello e consolante "celebrare" i frutti di autentica vita cristiana della diocesi di Spoleto-Norcia attraverso il tempo: perché la grazia dello Spirito che vivifica e santifica la Chiesa è come un fiume carsico che scorre sotterraneo e di tanto in tanto appare in superficie, dando origine a figure particolarmente significative. L'800 è stato nella valle spoletina un tempo straordinario nel quale diverse figure di uomini e donne afferrati dallo Spirito hanno seguito il Signore con cuore indiviso e generosità apostolica, rendendo particolarmente visibile la fecondità del Vangelo.
Le pagine che seguono scaturiscono dal desiderio, o forse - di più - dal bisogno, di regalare ricordi, riflessioni, impressioni, testimonianze, da parte di chi, giunto ad un tornante significativo della propria vita, ne ha intuito la preziosità e ne vuole fare dono a chi ama. La meditazione nasce, in fondo, sempre dallo stupore e scegliere di condividere questa meraviglia, fissarla sulla carta, perché l'attimo in cui si è colto l'assoluto, la bellezza, la verità - talvolta sanguinosa - delle cose non vada smarrito, è gesto eroico - e mai abbastanza apprezzato - che riscatta l'intelligenza e risveglia la coscienza contro la soffocante banalità da cui siamo ogni giorno assediati. Pietro, nel momento in cui la vita gli ha squarciato una ferita, ha colto tutta la ricchezza, o meglio la fecondità del dolore e non ha mancato l'appuntamento con la verità, anzi, ha saputo cogliere l'attimo nel quale la sofferenza illumina di luce più intensa gli angoli dell'esistenza ed è riuscito a fotografarli.
La pubblicazione annuale dell'Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa quest'anno affronta le problematiche relative alle deposizioni, "abdicazioni", deportazioni e rinunce di papi e antipapi, in più di duemila anni di storia della Chiesa. I lavori hanno preso spunto dall'interrogativo posto dalla recente rinuncia di Joseph Ratzinger: "Papa Emerito" o "Vescovo Emerito di Roma"? Da qui una riflessione storico-giuridica più che mai attuale, da molti richiesta e sicuramente sentita, alla luce dei contributi di noti studiosi come Menniti Ippolito, Prinzivalli, Grohe, Canonici, Fantappiè, Rusconi.
L'esistenza umana è come una "navigazione" verso il Golfo eterno. Dio è, a un tempo, colui che ha creato il navigatore (l'uomo), colui che ha riempito il mare per far navigare (il tempo), colui che ha offerto il "legno" su cui solcarlo (la Croce di Cristo), colui che è lo stesso Porto a cui attraccare (il cuore del Padre).
Se dico 'Francesco d'Assisi' cosa ti viene in mente? Un frate. Un monaco? Un cavaliere. Un mistico? Un santo. Da quando Francesco ha vestito il saio, sembra abbia indossato una coperta ambita, è corta, e tutti lo strattonano, chi da una parte e chi dall'altra, ciascuno verso di sé. Ne hanno fatto ciò che hanno voluto. C'è chi ha fatto diventare pacifista il cavaliere, chi altruista e filantropo il santo, chi eretico il cattolico. Chi è veramente Francesco? Non ti piacerebbe seguire il frate come una storia? Vedrai l'iniziale indifferenza alla preghiera, il gesto spavaldo e arrogante davanti al padre, la paura e la fuga nel piviale del vescovo, l'incertezza della vita spogliata, i tentativi di rimediare ad una scelta avventata; sentirai lo schifo che lo ritrae e la voce interiore che lo vince davanti alle mani lebbrose, il ribrezzo quando tocca la povertà, il pensiero di ritornare tra le stoffe e il desiderio di sceglierla comunque; vedrai la superbia di umiliare e subito dopo il pentimento, le scuse, il cambio d'idea; vedrai la rabbia in pubblico e l'ansia in privato, il desiderio di stare solo con Cristo, di ascoltare la messa, di confessarsi spesso. Cristo: gli viene voglia di farsi vedere da Lui, di incontrarlo, di voler sapere cosa pensa di sé, cosa vuole che faccia. Un uomo che fa fatica immane a lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, eppure d'accordo con Lui. Come è diventato santo? Come Cristo è riuscito a renderlo santo? Una vita diventata diversa.
All’inizio del cap. 20, il testo giovanneo presenta una dettagliata descrizione della visita compiuta alla tomba di Cristo da parte di due suoi discepoli, Pietro e «il discepolo che Gesù amava» (cfr. Gv 20,3­10). Questo racconto, che può senz’altro essere definito l’ultimo evento storico della vita di Gesù Cristo, riporta alcune informazioni determinanti per la decisione che prenderà il giovane discepolo che accompagna Pietro. Infatti, dopo l’attenta verifica dello stato della tomba in cui era stato sepolto Gesù fatta dai due discepoli, il testo afferma con decisione che «il discepolo che Gesù amava» «vide e credette» (Gv 20,8). Cosa ha visto il discepolo? Non certamente il Risorto. Da questo punto di vista egli sta vivendo la stessa situazione vissuta da ogni credente la cui beatitudine viene proclamata in Gv 20,29, in quanto crede senza vedere il risorto. Ma se il credente in Cristo crede sulla base della testimonianza dei primi discepoli, «il discepolo che Gesù amava» crede alla vista delle tracce rinvenute nella tomba.
La storia qui raccontata è innanzitutto la storia di un uomo, di un cristiano, di un sacerdote e non per ultimo di un Missionario del Preziosissimo Sangue, la famiglia religiosa voluta e fondata da San Gaspare del Bufalo. Don Giovanni Merlini ha testimoniato con la sua vita uno straordinario attaccamento a Cristo e un'immensa passione per la Chiesa e per le anime. È fortissimo il profumo di santità che emana la sua lunga e intensa vita. La bellezza di questo libro sta in una cosa semplice: potrete leggere una storia vera che vi farà venire voglia di tornare a sognare in grande (don Luigi Maria Epicoco).
Il volume raccoglie tutte le conoscenze relative al comprensorio callistiano, dalla riscoperta di Giovanni Battista de Rossi negli anni centrali dell'Ottocento fino ai nostri giorni, ma vuole, specialmente, rendere note le scoperte effettuate in seguito al restauro e allo scavo del cubicolo di Orfeo, nell'Area I del complesso. Lo studio propone anche la collezione del nuovo museo della Torretta, dove sono presentati un centinaio di frammenti marmorei (sarcofagi ed epigrafi) accuratamente restaurati ed utili a costituire un polo museale aggiornato e realizzato secondo i più recenti criteri espositivi, tale da rappresentare il centro ideale del grande "museo diffuso" del comprensorio callistiano.
"C'è luce sufficiente per chi desidera vedere; e oscurità sufficiente per chi non vuole vedere". Questo noto "pensiero" di B. Pascal, filosofo francese del Seicento, esprime il tentativo che vogliamo compiere con questo nostro semplice testo: guardare alla luce, senza restare ingabbiati dall'oscurità; provare, come suggeriva lo stesso Pascal, che a scommettere su Dio ci si guadagna in questa vita senza perdere nulla, e ci si guadagna dopo questa vita una beatitudine infinita.