Il testo presenta i manoscritti delle origini della Massoneria, costituendone pertanto la Storia e la Memoria. Il Poema Regius è il più antico documento massonico che si conosca e dà l'avvio a un fenomeno di rilevanza storica, considerando che fino al XIII-XIV secolo all'interno della Libera Muratoria vigeva la regola della tradizione orale. L'adozione della forma scritta si andò praticando parallelamente in tutti i Paesi europei, manifestandosi non solo come una novità formale ma anche come strumento sostanziale di evoluzione e veicolo di contenuti e di esigenze peculiari del momento storico. La comparsa dei manoscritti infatti non fu un fenomeno casuale; anzi è configurabile addirittura un'"epoca dei manoscritti", che segna un'importante fase di evoluzione delle compagnie muratorie, contraddistinta dalla esigenza di stabilire regolamenti generali per tutta la categoria a guisa di legge universale. La tendenza alla codificazione di principi generali acquista propri o nei manoscritti un carattere spiccatamente universalistico, idoneo a sviluppare significati altamente educativi che vanno certamente oltre i confini di una semplice etica di mestiere.
L'uomo è tra le cose ma nello stesso tempo è intenzionalmente distinto da esse. Se l'interrogato è l'ente stesso in forza di ciò la pre-comprensione è già un compito ontologico e per filosofare con una giusta via d'accesso all'ente occorre superare ciò che è condizionato e limitato per liberare la potenza del pensare, restituendo al filosofare quella "visione originaria" che essendo ascolto è svelamento di pienezze. L'indicibile Uno è il centro di tutte le "cose d'amore" e da esso proviene ed è attratto l'uomo che attraverso questo rapporto è in grado di intendere il molteplice ricomponendolo all'Uno. Relazionare l'uomo al puro Bezug, cioè a una costituzione percettiva, è compito di "ininterrotti sentieri" frutto sia del cammino della ricerca naturale come anche di un progresso spirituale che è smarrimento nella luce dell'Oltre. Ogni cammino è superamento che attraverso la pausa dal dolore del mondo abbandona un uso profano del sapere per accedere a un pensare in ciò che è bene per sempre.