Felicemente percorsi e gustati cinquant'anni di servizio presbiterale, declinato in un appassionato ministero che lo ha visto Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" da 1997 al 2010, Mons. Giuseppe Liberto ci offre l'ennesimo dei suoi preziosi doni di scrittore. Il cristiano - come nell'intuizione carismatica di don Nicola giordano (1933-2019), fondatore del Movimento di Spiritualità «Vivere In» - non può che essere, nella sua natura più profonda, un contemplativo nel mondo, progressivamente assimilato al Cristo. È questa la mistica aspi-razione presbiterale che leggiamo nella vita pastorale e liturgica di Mons. Liberto: la storia insegna - egli ci ricorda - che la profezia, come anche la libertà di coscienza, comporta sempre il martirio.
La vita è fatta di sfide e trova una significativa corrispondenza nello sport, sua fedele metafora, terreno di scontro tra forza e fragilità, tra fatica e riscatto, tra senso del limite e finitezza e desiderio di speranza e di anelito all'infinito. Lo sport custodisce in sé un patrimonio antropologico da valorizzare secondo l'esortazione di Papa Francesco a "mettersi in gioco", nella vita come nello sport, "...dando il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre". Dall'analisi del sistema vigente che disciplina lo svolgimento dello sport, emerge una sostanziale inadeguatezza di quest'ultimo a favorire l'aspetto educativo rispetto a quello competitivo. L'Autore propone un diverso orientamento rispetto al mero raggiungimento del risultato: favorire una diversa etica sportiva nella quotidianità della vita, nella concreta pratica delle discipline sportive, può indurre la politica e gli organi di governo dello sport, ad adeguare norme e regolamenti in modo che, parallelamente al giusto riconoscimento delle prestazioni agonistiche, valorizzino e promuovano lo sviluppo e la crescita integrale della persona umana. È una sfida che riguarda ed interessa tutti; ancor più coloro che, fedeli laici, sentono la vocazione della presenza, nella vita storica, quali educatori, operatori, animatori sportivi.
L'indagine sulla speranza offre all'uomo e alla donna del nostro tempo la grammatica della speranza. Ad essa attinge senso e profezia nel suo adoperarsi categoriale e concreto, secondo la pluralità delle sue esigenze, delle relazioni, della solidarietà che coltiva e promuove. La speranza della fede è una fonte inesauribile cui attinge l'immaginazione creativa e inventiva dell'amore. La speranza provoca e produce costantemente un pensiero anticipatore, che è pensiero d'amore per l'uomo e per il mondo, affinché le nuove possibilità che emergono assumano una forma consona alle cose future promesse.
Il viaggio in cui l'autore ci accompagna è davvero un viaggio nella Bibbia, nell'analisi con lo sguardo del credente della sacra parola di Dio, dal punto di vista storico, filologico, esegetico. Il testo ci presenta il viaggio attraverso la storia dell'umanità con la visione biblica che per ogni cristiano è la bussola e la mappa del viaggio. Per questo l'autore, con scrupolo esegetico, accompagna l'analisi attenta del testo con la lettura dei versetti per avere una visione più chiara di quanto ha appreso, ha approfondito e intende comunicare. Il percorso della parola, tracciata in questo testo, può essere anche catechesi per adulti, fondata sulla lettura e sull'ascolto della parola, nella missione educatrice dell'annuncio ministeriale e dell'animatore biblico. Il punto di arrivo di questo percorso, di questo cammino, di questo viaggio è l'animazione biblica della pastorale di cui la Bibbia è il documento di fondazione della Chiesa stessa e della sua vita.
Don Nicola Giordano, entrato nella comunione piena con l'Amato del suo cuore, Lo ha sempre cercato per tutta la vita, "per monti e per colline", "per le strade e per le piazze", come dice il Cantico dei Cantici, per incontrarlo finalmente "nel suo giardino fra le aiuole del balsamo". Don Nicola ci ha insegnato che la vita è preghiera, è intimità vitale, incarnata, quotidiana. Gli avvenimenti, le persone, il creato ci parlano della presenza della SS. Trinità, una presenza che dice armonia, giustizia, verità, amore. Abbiamo voluto mettere insieme alcune delle sue preghiere per esprimere il nostro grazie non solo a don Nicola, nostro padre e maestro, ma, soprattutto al Signore che ci ha fatto dono di averlo incontrato. Alla sua scuola abbiamo appreso ad aprire la nostra mente e il nostro cuore a spazi di infinito, a trascendere ogni limite, portando sempre con noi il volto di tutti i fratelli che incontriamo quotidianamente, perché immagine vera di Gesù.
La vita cristiana consiste in una intensa esperienza di Gesù, il Signore: esperienza relazionale di appartenenza profonda. La coscienza di questa appartenenza costituisce per il cristiano la sorgente di una grande speranza, la quale è fermento di vita e fonte di coraggio nell'affrontare le inevitabili difficoltà. La speranza nel Signore è la grande riserva e la forza propulsiva della libertà morale, nelle fedeltà del quotidiano e nelle prove sofferenti dei giorni. Essa è la passione del "nonostante tutto" della croce e del "molto di più" della grazia, che vince la rassegnazione e la resa.
L'autore ci fornisce in maniera sintetica ed efficace l'orizzonte complessivo e la chiave ermeneutica fondamentale per poter affrontare la singolare sfida pastorale posta oggi dall'omelia: «Da una parte, mantenere l'impostazione mentale analitica, inferenziale e prospettica del modello retorico; dall'altra, assumere le agili, multifunzionali, multimodali, integrative abilità di un'impostazione mentale digitale. Sapendo, dunque, che i due linguaggi concettuale e simbolico non debbano essere affatto separati tra loro ma, debbano essere usati sinergicamente ed efficacemente per la comunicazione del Vangelo, consapevoli dell'attuale priorità data al linguaggio simbolico». È chiaro, quindi, che non si intende in nessun modo ridurre la complessità e la profondità dell'omelia a una questione di tecniche comunicative, quanto piuttosto offrire un aggancio sufficientemente solido, concreto e il più possibile condiviso perché i ministri della Parola siano aiutati ad una presa di coscienza lucida della portata delle questioni in gioco senza lasciarsi scoraggiare dalla loro complessità. L'auspicio è che questo saggio, attento a mettere in luce la dimensione teologico-liturgica, catechetica e antropologica dell'atto omiletico, possa contribuire ad alimentare anche buone pratiche pastorali nelle quali l'omelia sia effettivamente proposta e recepita come "parte integrante della liturgia".
Come può un piccolo pastore con passione per la musica diventare re? Questo è il mistero che scopriremo lentamente leggendo questo testo. Forse ci aspetteremmo che Dio scelga per il suo popolo un re diverso, un guerriero forte e valoroso che sia d'esempio al popolo e lo guidi senza distrazioni! No. Dio sceglie un piccolo giovane pastore, scartato da tutti, anzi neanche preso in considerazione in un primo momento, il più piccolo tra i fratelli. «Dopo aver rimosso (Saul) dal regno, Dio suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse" (Sal 89,21), "uomo secondo il mio cuore" (1 Sam 13,14); "egli adempirà tutti i miei voleri"» (At 13,22). Ma perché Davide è stato definito re secondo il cuore di Dio? Eppure Davide non è solo un uomo che prega Dio, suona e loda il Signore, che sconfigge il gigante Golia, ma anche un peccatore capace di ravvedersi del suo peccato. Egli è secondo il cuore di Dio, perché nonostante tutte le vicende che vivrà rimarrà piccolo, pastore, pronto ad aver cura di chi gli è stato affidato, sarà un uomo in ascolto di Dio, capace di pentimento e di perdono. Con questa storia così bella e accattivante siamo chiamati a confrontarci e a provare a rileggere se la nostra vita è secondo il cuore di Dio.
Questa raccolta di catechesi intende rispondere ad una duplice esigenza. La prima è quella di riproporre la Parola di Dio come autentica fonte della vita cristiana ed ecclesiale, poiché "l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo", l'animazione biblica di tutta la pastorale ordinaria e straordinaria porterà ad una maggiore conoscenza della persona di Cristo, Rivelatore del Padre e pienezza della Rivelazione divina» (VD, 73). ...Una seconda esigenza, quella di una conversione pastorale a cui papa Francesco ci invita nell'Esortazione Apostolica Evangelii gaudium... «La Sacra Scrittura è fonte dell'evangelizzazione. Pertanto, bisogna formarsi continuamente all'ascolto della Parola... È indispensabile che la Parola di Dio "diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale". [...] Lo studio della Sacra Scrittura dev'essere una porta aperta a tutti i credenti. È fondamentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede».
Dedicati alla lectio delle divine Scritture; applicati a questo con perseveranza. Impegnati nella lectio con l’intenzione di credere e di piacere a Dio. Se durante la lectio ti trovi davanti a una porta chiusa, bussa e te l’aprirà quel custode, del quale Gesù ha detto: “il guardiano gliela aprirà”. Applicandoti così alla lectio divina, cerca con lealtà e fiducia incontrollabile in Dio il senso delle Scritture divino, che in esse si cela con grande ampiezza. Non ti devi però accontentare di bussare e di cercare: per comprendere le cose di Dio ti è assolutamente necessaria l’oratio. Proprio per esortarci ad essa il Salvatore ci ha detto non soltanto: “Cercate e troverete”, e “Bussate e vi sarà aperto”, ma ha aggiunto: “Chiedete e riceverete” (Origene, Lettera a Gregorio, 3 in Benedetto XVI, Verbum Domini, 86).