In breve
Le storie dell’antico Israele si assomigliano tutte perché tutte assomigliano alla storia contenuta nel testo biblico, ne assumono la linea narrativa, ne fanno propria la trama. Quest’opera riporta la vicenda della nascita d’Israele alla sua realtà storica, prende atto dei risultati della critica testuale e letteraria, dell’apporto dell’archeologia e dell’epigrafia ed è concepita secondo i criteri della moderna metodologia storiografica. Partendo dalla constatazione che il racconto biblico è frutto di una elaborazione molto tardiva, Liverani riporta i materiali testuali all’epoca della loro redazione, ricostruisce l’evoluzione delle ideologie politiche e religiose in progressione di tempo, inserisce saldamente la storia d’Israele nel suo contesto antico-orientale. Emergono così la ‘storia normale’ dei due piccoli regni di Giuda e d’Israele, analoga a quella di tanti altri piccoli regni locali, e la ‘storia inventata’, che gli esuli giudei costruirono durante e dopo l’esilio in Babilonia, proiettando indietro sulla loro storia i problemi e le speranze del loro tempo. Un libro importante che parla a tutti.
Indice
Prefazione - Abbreviazioni - Imprinting - 1. La Palestina nel Tardo Bronzo (secoli XIV-XIII) - Parte prima Una storia normale - 2. La transizione (XII secolo) - 3. La nuova società (ca. 1150-1050) - 4. Il processo formativo (ca. 1050-930) - 5. Il regno di Israele (ca. 930-740) - 6. Il regno di Giuda (ca. 930-720) - 7. L’impatto imperiale assiro (ca.740-640) - 8. Pausa tra due imperi (ca. 640-610) - 9. L’impatto imperiale babilonese (ca. 610-585) - Intermezzo - 10. L’età assiale - 11. La diaspora - 12. Il paesaggio desolato - Parte seconda Una storia inventata - 13. Reduci e rimanenti: l’invenzione dei Patriarchi - 14. Reduci e alieni: l’invenzione della conquista - 15. Uno stato senza re: l’invenzione dei Giudici - 16. L’opzione monarchica: l’invenzione del regno unito - 17. L’opzione sacerdotale: l’invenzione del tempio salomonico - 18. L’auto-identificazione: l’invenzione della Legge - Epilogo - 19. Storia locale e valori universali - Bibliografia - Indice dei nomi di personaggi e divinità - Indice dei nomi geografici - Indice dei termini citati - Indice dei testi citati - Indice delle tavole e delle figure - Fonti delle tavole e delle figure
Nel dossier di questo numero viene posta la questione della rappresentazione di Dio nell'arte. Perché alcune tradizioni rifiutano ogni rappresentazione divina e altre la incoraggiano? Si passano in rassegna la tradizione giudaica che propone risposte paradossali, il cristianesimo orientale che ha fatto dell'icona una teologia, il cristianesimo occidentale diviso tra cattolicesimo iconofilo e riformismo iconoclasta, la tradizione musulmana nelle sue differenze sunnite e sciite. E infine la questione dell'arte contemporanea di fronte alla rappresentazione di Dio, con le sue interpretazioni e le sue provocazioni. Completano il numero le consuete rubriche di "Studi Biblici" e "Bibbia e cultura".
La traduzione greca della Bibbia ebraica è, com'è noto, la prima e più importante traduzione apparsa nella cultura occidentale, il cui significato difficilmente potrebbe essere sottovalutato: senza Bibbia greca la storia europea sarebbe stata totalmente diversa, per non dire che nessun cristianesimo sarebbe mai stato possibile. Una delle novità dello studio di Tessa Rajak consiste nel mostrare come le traduzioni bibliche greche siano servite per secoli da dispositivi di sopravvivenza culturale delle comunità giudaiche, e come ciò implichi un profondo cambiamento di prospettiva che comporta di riscrivere tutto un periodo di storia culturale ebraica non di rado presentato come racconto cristiano. Ne emerge un'immagine del giudaismo della diaspora che spesso si trovò a dover cambiare atteggiamento nei confronti della cultura dominante e dei poteri imperialistici in cui via via venne a trovarsi, come del resto mostrano sia la lingua della traduzione greca della Bibbia, sia i testi che vennero a costituire la nuova raccolta biblica...
La Bibbia non è nata già fatta. Né l'Antico né il Nuovo Testamento hanno avuto una storia anche solo vagamente lineare. In effetti, tutta la vicenda di come la Bibbia è giunta a essere il testo che noi oggi conosciamo - fissato nel canone ebraico e in quello cristiano - è molto più affascinante di quanto ci si potrebbe aspettare. Quella che narra Michael Satlow è dunque la storia altamente romanzesca di un certo numero di testi, scritti in periodi storici differenti, da persone differenti, in lingue differenti e per scopi differenti, che per una serie di contingenze storiche alla fine sono diventati il primo libro dell'umanità. In maniera inaspettata e unica, questi testi dopo secoli di dibattiti e di intricate vicende, e dopo essere rimasti dormienti e impolverati negli archivi di un tempio periferico del Medio Oriente - sono stati infine riconosciuti come vera "parola di Dio" da ebrei e cristiani. Ma questo è avvenuto solo molto tempo dopo: almeno mille anni dopo le prime composizioni. I protagonisti di questa epopea sono molti e spesso oscuri e anonimi; ci sono gli scribi, i traduttori, gli stranieri e le guerre, i sacerdoti, i re e i profeti, i babilonesi, gli assiri, gli egizi, i greci e i romani. Finché, per motivi sostanzialmente politici, il partito dei sadducei decise di dare alle parole rinvenute nel Tempio di Gerusalemme un valore di legge, coinvolgendo in questo anche il neonato movimento cristiano, fino ad allora pressoché inconsapevole dell'esistenza delle Scritture.
La Bibbia non è nata già fatta. Né l'Antico né il Nuovo Testamento hanno avuto una storia anche solo vagamente lineare. In effetti, tutta la vicenda di come la Bibbia è giunta a essere il testo che noi oggi conosciamo - fissato nel canone ebraico e in quello cristiano - è molto più affascinante di quanto ci si potrebbe aspettare. Quella che narra Michael Satlow è dunque la storia altamente romanzesca di un certo numero di testi, scritti in periodi storici differenti, da persone differenti, in lingue differenti e per scopi differenti, che per una serie di contingenze storiche alla fine sono diventati il primo libro dell'umanità. In maniera inaspettata e unica, questi testi dopo secoli di dibattiti e di intricate vicende, e dopo essere rimasti dormienti e impolverati negli archivi di un tempio periferico del Medio Oriente - sono stati infine riconosciuti come vera "parola di Dio" da ebrei e cristiani. Ma questo è avvenuto solo molto tempo dopo: almeno mille anni dopo le prime composizioni. I protagonisti di questa epopea sono molti e spesso oscuri e anonimi; ci sono gli scribi, i traduttori, gli stranieri e le guerre, i sacerdoti, i re e i profeti, i babilonesi, gli assiri, gli egizi, i greci e i romani. Finché, per motivi sostanzialmente politici, il partito dei sadducei decise di dare alle parole rinvenute nel Tempio di Gerusalemme un valore di legge, coinvolgendo in questo anche il neonato movimento cristiano, fino ad allora pressoché inconsapevole dell'esistenza delle Scritture.
Un viaggio negli abissi del mare permette al profeta Giona di conoscere le fondamenta del cosmo e l'imminente fine dei tempi. Un miracoloso ringiovanimento di Abramo e Sara accompagna la storia della vocazione del patriarca in chiave etica. La vita di Mosè, ripresa dal libro dell'Esodo, viene narrata in una forma molto vicina al puro intrattenimento. Nella "Bibbia raccontata", i rabbi cercano di offrire al lettore del proprio tempo risposte a problemi che il testo biblico lascia irrisolti, ma la cui soluzione si rende necessaria per una coerente visione d'insieme. Tale tradizione, che si è affermata già con il Secondo Tempio ma che raggiunge una nuova fioritura solo in epoca araba, rielabora in forma più attraente il grande patrimonio della tradizione per metterlo a disposizione di un vasto pubblico.
obiettivo di questa monografia e`valutare le trasformazioni della festa nel giudaismo antico: lo sviluppo della celebrazione nelle diverse epoche e soprattutto la galvanizazione di nuovi significati che vi si sono aggiunti.
Recensione : a differenza di quanto accade con pasqua e pentecoste, non esiste una monografia dedicata allo studio delle interpretazioni antiche di questa festa delle capanne, probabilmente per il fatto di essere scomparsa dall'orizzonte liturgico cris tiano. la selezione degli aspetti festivi e`fatta a partire dal testo biblico, vedendo la sua risonanza ed elaborazione attraverso i diversi campi del giudaismo antico. e`interessante vedere quali sono le concezioni religiose che si sviluppano intorno a sukkot, che derivano dal testo biblico e dalla stessa pratica festiva. l'autore mostra come l'interp retazine della scrittura si trovi gia nelle versioni antiche e traspare come tendenza che accompagna le diverse fasi della redazione biblica, raggiungendo un maggiore sviluppo nella letteratura intertestamentaria e la sua massima liberta redazionale nei midrashim. lo studio di questa festa ci mostra la vitalita del testo biblico immerso in una tradizione celebrativa e interpretativa. infatti, se e`vero che il termine midrash deve essere riservato per le elaborazioni rabbiniche su un testo della scrittura, non bisogna dimenticare gli esempi di un atteggiamento midrashico nel processo stesso della redazione del testo biblico, ebraico e greco, e non solo nelle ultime fasi.