Don Tonino Bello, come Martin Luther King, aveva un sogno. Sognava un mondo senza guerre e una società senza sfruttatori e oppressi. Non avrebbe però mai sognato che un papa sarebbe andato in Puglia, a riconoscere la sua voce profetica, come Francesco nell'aprile 2018. Dal Luogo-non luogo che i vivi possono sognare ma non vedere, Tonino dunque fa festa insieme alle anime che abitano un aldilà dove finalmente non c’è più sangue né violenza né prepotenza, ma tutti gli spiriti sono attraversati e riempiti dalla luce amorosa di Dio.
Così nasce questa visione sul sentiero di Isaia, il profeta delle spade trasformate in falci di pace. Da Maria Maddalena a Francesco d’Assisi, da Kapuscinski a Sophie Scholl, da Anne Frank ad Alex Langer, cantano i beati. Quelli che hanno avuto la forza di sognare.
Nella considerazione dell'autore e della comunità a cui è preposto in Gradisca d'Isonzo, la presenza di don Tonino Bello è costante. Ogni anno, in occasione del "dies natalis", la riflessione sulla sua persona ringiovanisce la fede dei cristiani lì riuniti. Le pagine documentano il fervore e l'intensità di questo appuntamento "primaverile". Dalla figura dell'amato Pastore sgorgano doni spirituali offerti ad ampie mani. È giovane, don Tonino. È vent'anni che ha vent'anni.
Nel corso dell’episcopato don Tonino Bello ha testimoniato Cristo morto e risorto: la dimensione patibolare e quella liberante della fede, legandole strettamente alla vita. In questa chiave ermeneutica va riletto anche lo stile pastorale e la sua caratterizzazione comunicativa, sintetizzabile in tre efficaci espressioni: Etica del volto, insieme, pedagogia dei gesti.
"Oggi - diceva don Tonino Bello, esperto e funambolo della lingua italiana - le parole sono diventate così multiuso che non puoi più giurare a occhi bendati sull'idea che esse sottendono, [...] un guaio che è capitato soprattutto ai termini più nobili; alle parole di serie A; a quelle cioè che esprimono i sentimenti più radicati nel cuore umano come pace, amore, libertà." Una stessa parola può essere un seme luminoso di bene oppure un atomo opaco del male. Una pietra per costruire ponti o per innalzare muri, per edificare la casa dei sogni oppure caserme in cui sequestrare gli spartiti della verità e le ali della libertà. Questo agile strumento di lavoro potrà servire ai giovani a ritrovare il gusto di alcune parole nobili ma a rischio di usura, di fraintendimento e di oblio, a identificare meglio la parola Pace, la cui nobiltà va dalla A di audacia alla Z di Zeta passando dalla D di Danza e dalla S di Speranza. Sono pagine chiave intese come piste di partenza per ulteriori arricchimenti di pensiero affidati alla riflessione personale e di gruppo e alla rielaborazione attiva e creativa. Le parole così rigenerate potranno ancora fecondare i sogni diurni della speranza e dare respiro a più sana e conviviale umanità.
Un'eredita' plurale e interconnessa con l'ampia famiglia della pace: Mazzolari, Del Vasto, Capitini, La Pira, Giovanni XXIII, Milani, Luther King, Romero, Garcia Villas, Turoldo, Balducci, Mayr, Langer, Giovanni Paolo II, Bettazzi e papa Francesco.
Ci sono modi diversi per raccontare le storie di vita di persone che sentiamo... Ecco forse basta scrivere solo "sentiamo" per avvertire tutto intero il movimento che alcuni destano con forza dentro di noi. La loro storia si può raccontare e scrivere mettendoli al centro di un canovaccio oppure si può raccontare di quello che accade alle vite degli altri grazie alla vita di quello solo. Oltretutto è questo: una biografia delle vite che hanno in modi diversi incrociato la vita di don Tonino Bello. Perché, come scrive Michele Santeramo, "ci sono vite che cambiano le vite".
Il convegno di Studi "Don tonino Bello cantore di Maria, donna dei nostri giorni", promosso dalla diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, sostenuto dal Comune di Alessano e dalla Fondazione "don Tonino Bello", ha coinvolto la Pontificia Facoltà Teologica "Marianum" di Roma e la Facoltà Teologica Pugliese di Bari. I loro docenti hanno compiuto interessanti riflessioni sugli scritti mariani del vescovo Bello pubblicati in questo volume.La convergenza di attenzione della sua Chiesa particolare e dei suddetti centri accademici è significativa della loro apertura all'ascolto dello Spirito che continua a parlare al popolo cristiano, per la voce dei suoi profeti.Di questo vescovo, teologo e poeta, sono riconosciute la densità riflessiva e al tempo stesso la intensità dei sentimenti, la novità del suo linguaggio.Si tratta, infatti, di una "riscoperta" di don Tonino, che gioverà non poco allo studio della sua ricca e complessa personalità e della solida cultura che fu alla base dell'intera attività educativa nelle due diocesi pugliesi. C'è da auspicare che la riflessione complessiva del convegno contribuisca a ri-pensare la fede cristiana e a ri-dirla oggi.
La persona e l'opera del Servo di Dio Antonio Bello sono caratterizzate da una dimensione costitutiva: il francescanesimo. Appartenente all'Ordine Francescano Secolare, don Tonino ha spesso citato gli scritti e i gesti di Francesco d'Assisi, e si è rifatto in modo esplicito all'esempio del santo, come nel memorabile viaggio di pace a Sarajevo. Questo libro è perciò dedicato a illuminare la componente francescana di una luminosa figura contemporanea di santità.
De finibus terrae: dal Sud America argentino e dal Salento profondo. Jorge Bergoglio e Tonino Bello sono uomini di periferia, attenti alle periferie.
Maestri perché testimoni locali e planetari. Il vescovo di Roma si fa chiamare Francesco per incarnare il volto di una Chiesa povera e dei poveri, amante della pace e del creato; il vescovo di Molfetta, nel 1962, entrava nell’ordine francescano secolare incontrando in Francesco d’Assisi i temi vitali della povertà, della minorità, dell’itineranza.
Le meditazioni dell'uno rimandano a quelle dell'altro e viceversa.
Vibrano sulla stessa lunghezza d'onda.
Li unisce la costante meditazione o la ruminazione della Parola di Dio, l'attenzione ai problemi delle persone, la cura dei poveri, la propensione a privilegiare le esistenze (volti) rispetto alle essenze (dottrine), la fresca veracità della loro testimonianza, l'esigenza di annunciare il messaggio di pace in modo coinvolgente.
Evidente è il comune linguaggio esistenziale o “parabolico”.
L'itinerario nonviolento di Tonino Bello, proposto come una serie di tappe lungo il sentiero di Isaia, s’intreccia visibilmente con quello di Jorge Bergoglio.
Vivono la pace come realismo profetico, dono e impegno, inquietudine creativa. Come cristiana “via, verità e vita” o laico “potere dei segni”, moto delle differenze fecondatrici di comunione. Insomma come rivoluzione della tenerezza (Evangelii gaudium 88, 288) o come capacità di misericordia (così Tonino Bello definiva anche la politica), cioè come azione nonviolenta.
Perché la pace è adesione vitale all’unico annuncio cristiano.
Carl Simonton – oncologo, radiologo e pioniere dell’attuale psiconcologia – già negli anni settanta, con il suo team, aveva scoperto la connessione tra fattori psicoemotivi e salute. Da allora egli ha messo a punto e proposto il suo metodo a migliaia di pazienti e ai loro familiari fino alla sua morte, nel 2009. Oggi il metodo Simonton viene utilizzato in alcuni dei più prestigiosi istituti di cura oncologici internazionali ed europei e si sta diffondendo ovunque, vista la sua efficacia nel diminuire lo stress e, quindi, nel rafforzare il sistema immunitario.
Cornelia Kaspar, stretta collaboratrice di Simonton, presenta qui questa pratica straordinaria e ne integra nuovi e recenti sviluppi.
I racconti di chi è passato attraverso l’esperienza della malattia e il metodo illustrato con ricchezza di consigli pratici, esercizi e visualizzazioni, aiutano chi è affetto da patologie gravi a mobilitare le capacità innate di guarigione del nostro corpo e a nutrire la speranza. Essi mostrano a familiari e amici dei malati come affrontare le loro stesse paure e dare il giusto sostegno ai loro cari; insegnano a tutti noi a percorrere la strada della salute prima che la malattia si presenti.
Avviare una riflessione su Maria significa soffermarsi sugli avvenimenti spesso straordinari che ne hanno caratterizzato la vita, ripercorrendone le tappe, riprendendo anche i momenti di ordinaria quotidianità per affiancarla al nostro attuale cammino. In questo viaggio l'autrice si fa accompagnare da un "amico" sensibile e profondo che già aveva ispirato la stesura del suo precedente Preghiere a Maria. Le riflessioni di don Tonino Bello sulla figura di Maria, qualificata in modo semplice e pure straordinario come "donna dei nostri giorni", annullano, nei fatti, lo spazio temporale che ci separa da lei e ne sottolineano le tante analogie con tutte le donne nostre contemporanee.
"La politica è anzitutto arte. Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia. Disposta sempre meno alle costrizioni della logica di partito e sempre più all'invenzione creativa che gli viene chiesta dalla irripetibilità della persona. La politica è, poi, arte nobile. Nobile perché legata al mistico rigore di alte idealità. Nobile, perché emergente di incoercibili esigenze di progresso, di pace, di libertà. Nobile, perché ha come fine il riconoscimento della dignità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria."