A lungo introvabile, quest'affascinante raccolta ottocentesca di preghiere intreccia magia e religione, riprendendo antiche credenze fortemente radicate nelle tradizioni popolari. A San Pantaleone - e agli altri santi - ci si rivolgeva con tridui e novene per trovare l'anima gemella o per sapere cosa pensasse, per farla tornare o addirittura per punirla; ma anche per cose molto più prosaiche, come farsi il corredo vincendo un terno al lotto. L'Aldilà si invocava, insomma, per qualunque grazia: dai figli tanto desiderati alla protezione dei pericolosi viaggi per mare, o per far cessare tuoni e saette. Ai santi si chiedeva intercessione per gli infelici, difesa dal malocchio e dai nemici. Di scongiurare terremoti ed epidemie, e ovviamente il fuoco del Vesuvio. Per chi crede che il mondo abbia un senso e un ordinamento che vada oltre le mere apparenze delle forme esteriori, Il Libro Magico di San Pantaleone resta certamente un prezioso vademecum di preghiere per cercare di ottenere «la grazia di sapere con segni e parole ciò che si desidera, e l'aiuto degli angeli e dei santi in tutte le necessità della vita».
Una straordinaria immersione nell'underground religioso della tarda antichità dove eresie cristiane e giudaismo si confondono nella magia di antichi culti egizi e mediorientali.
Il caos degli oggetti inutili soffoca non solo le nostre case, ma anche le nostre anime. Marie Kondo invita a liberarci di tutto ciò che non ci ispira emozione, perché solo circondandoci di cose che ci danno gioia potremo essere felici. La vita vera comincia dopo aver riordinato. Nel libro che l'ha resa una star, la giapponese Marie Kondo ha messo a punto un metodo che garantisce l'ordine e l'organizzazione degli spazi domestici... e insieme la serenità, perché nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce incommensurabili vantaggi spirituali: aumenta la fiducia in sé stessi, libera la mente, solleva dall'attaccamento al passato, valorizza le cose preziose, induce a fare meno acquisti inutili. Rimanere nel caos significa invece voler allontanare il momento dell'introspezione e della conoscenza.
Oggi si sta comprendendo una cosa di cui il XIX secolo non poteva avere nemmeno un presentimento, ovvero che il simbolo, il mito, l'immagine appartengono alla sostanza della vita spirituale, che è possibile mascherarli, mutilarli, degradarli, ma che non li si estirperà mai... Le immagini, i simboli, i miti, non sono creazioni irresponsabili della psiche; essi rispondono a una necessità e adempiono una funzione importante: mettere a nudo le modalità più segrete dell'essere. Ne consegue che il loro studio ci permette di conoscere meglio l'uomo, l'"uomo tout court", quello che non è ancora sceso a patti con le condizioni della storia. Ogni essere storico porta con sé una grande parte dell'umanità prima della Storia. [...] Oggi si comincia a vedere che la parte anti-storica di ogni essere umano non affonda, contrariamente a quanto si pensava nel XIX secolo, nel regno animale e, in fin dei conti, nella "Vita"; anzi, al contrario deriva e si innalza ben al di sopra di essa: questa parte astorica dell'essere umano porta, come una medaglia, l'impronta del ricordo di un'esistenza più ricca, più completa, quasi beatifica.
Dopo aver distinto tra magia e religione, l'autore identifica nelle tendenze occultiste di una parte divenuta misnoritaria della massoneria i lfilo conduttore che lega fra loro i nuovi movimenti magici, di cui prende in considerazione tre filoni principali: lo spiritismo, la magia e il satanismo.
Monumenti enigmatici, spesso di ignota funzione, furono scolpiti nelle gole vulcaniche tosco-laziali, lì dove sorse la civiltà etrusca: vie semi sotterranee "tagliate" nella roccia, cunicoli, labirinti, tumuli e sepolcri di ciclopiche dimensioni. Ma esiste un altro 'mistero' etrusco: quello delle remote origini, oggi riscoperte, e di un'arcaica religiosità dove, al centro di tutto, era la sacralità della terra e della grande dea che ne tutelava la prosperità.
La spiritualità indiana è qui intesa come ricerca di un cammino spirituale, una ricerca dell'Assoluto che trova le sue origini nello Yoga, via degli antenati, antico sentiero di realizzazione per l'uomo indiano. L'autore si pone l'obiettivo di offrire gli orientamenti introduttivi alla spiritualità indiana con lo scopo di individuare gli elementi spirituali comuni che possano far incontrare le antiche religioni dell'India e la fede cristiana.
L'Alchimia di Partenope presenta una struttura innovativa che unisce narrativa, poesia e saggistica, utilizzando un linguaggio semplice e diretto. È un testo voluto e pensato per le esigenze di chi si accosta per la prima volta ai temi dell'ermetismo, dell'alchimia spirituale e dell'insegnamento esoterico.