Una trattazione ampia e innovativa su temi speculari e costantemente interattivi - quali sono lo stress lavoro-correlato, da un lato, e il benessere e le performance organizzative dall'altro - determinanti sia per la gestione delle risorse umane che per il rafforzamento e lo sviluppo organizzativo. Due facce d'una stessa medaglia. Vengono affrontati i principali problemi relativi alla valutazione dei rischi nell'organizzazione del lavoro, le caratteristiche e risorse individuali, gli strumenti di valutazione e d'indagine. Ciò mediante teorizzazioni, modelli e indagini empiriche. La conoscenza e la padronanza dei problemi, infatti, fanno sì che l'Azienda possa dirsi davvero positiva, ovvero attenta alla salvaguardia e alla valorizzazione delle persone anche nella prospettiva del miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi/prodotti offerti. Costante e ricco è il riferimento alla letteratura e alle prassi maggiormente consolidate. Viene dato particolare rilievo anche alla trattazione di metodiche e prassi applicative, con l'obiettivo di fornire strumenti d'inquadramento, d'indagine, di valutazione e d'intervento, a dirigenti e quadri aziendali, a professionisti, a studiosi e studenti in ambito lavoristico, di management, di gestione e sviluppo delle risorse umane, di prevenzione e protezione.
La Commissione Deontologica dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, nata nel 1995, ha esaminato nel corso del tempo una casistica straordinariamente ampia e varia su cui il Consiglio ha prodotto la propria giurisprudenza interna, che costituisce una importante base interpretativa del Codice Deontologico.
Le riflessioni contenute in questo volume - a opera dei componenti attuali della Commissione - prendono in considerazione i principali aspetti di una problematica di interfaccia etico/giuridica ancora aperta che costituisce il cuore della normativa disciplinare a cui gli psicologi devono attenersi per garantirsi e garantire al pubblico un corretto esercizio della professione.
Questa problematica è caratterizzata da un elevato grado di indeterminazione, dovuto alla difficoltà di tradurre in termini normativi un apparato concettuale in grado di coniugare contestualmente, nella struttura stessa del Codice Deontologico, la certezza del diritto e la dimensione irriducibilmente soggettiva dei valori etici.
La psicologia dell'emergenza è divenuta negli anni recenti area di studi e di ricerca tra le più rilevanti in tutto il panorama delle discipline psicologiche e psichiatriche, oltre che campo di applicazioni, di interventi, di notevole impatto clinico e assistenziale. Nella sua ricchezza di connessioni culturali e riflessioni teorico-cliniche, il volume offre al lettore un modello del destino di un evento catastrofico come esito di un processo di significazione individuale (ossia del processo che porta alla possibilità di attribuire un senso e un valore all'evento nell'ambito della propria storia di vita e delle proprie risorse individuali) e di resilience ed elaborazione, senza per questo trascurare le caratteristiche potenzialmente traumatogene legate all'evento stesso. L'intreccio tra argomenti prettamente teorici e approfondimenti sull'assessment e sulle tecniche e i modelli di intervento, oltre che sancire il legame dinamico tra aspetti scientifici e operatività in ambito clinico, fornisce consistenti strumenti di lavoro e rende questo manuale capace di fornire una visione integrata e multidisciplinare delle problematiche connesse alla psicologia delle emergenze. Tale saggio è un utile strumento per i ricercatori, i professionisti della salute mentale, studenti e chiunque altro desideri approcciarsi alle questioni inerenti i nuovi contesti della psicologia dell'emergenza.
Questo libro tratta la diagnosi e l'assessment dei disturbi depressivi infantili e adolescenziali, concettualizzando le manifestazioni di malessere così come si osservano dalla prima età evolutiva fino all'adolescenza. Inoltre si propone di offrire un approfondimento aggiornato sui percorsi di prevenzione e cura. Uno spazio importante è riservato all'approccio cognitivo tradizionale così come a quelli più innovativi, che stanno acquisendo sempre più rilievo nel trattamento dei disturbi depressivi del minore: Theraplay, Mindfulness, EMDR, Role Play e Tecniche Corporeee. L'attenzione è posta anche ad approcci di cura non psicologici come quello farmacologico, mettendo in evidenza i suoi limiti e i suoi punti di forza, sulla base preziosa delle evidenze scientifiche e delle linee guida. Il testo è dedicato a "Quel minore che vive in quel determinato contesto di vita" poiché si propone di mettere in relazione i disturbi depressivi del minore al momento di vita e al contesto di crescita, prospettando la più adeguata possibilità di cura. Presentazione di Lisa Arduino, Prefazione di Laura Di Giunta.
Le guerre costituiscono un tema che non è certo di pertinenza esclusiva degli studi sociologici. Tuttavia non si può negare che costituiscano un grande problema per la sociologia, sia in quanto forma esacerbata del conflitto collettivo, sia perché segnano potentemente i destini di individui e intere società, agendo come fattore di cambiamento a livello nazionale e sovranazionale. Ma il rapporto tra le società e le guerre è a due vie e la lettura sociologica ha permesso anche di attraversare in profondità i processi che hanno cambiato il volto della guerra e fatto emergere nuove forme, nuovi attori, nuove barbarie. Nel tentativo di fare luce sulla complessità di queste dinamiche, il volume raccoglie saggi di studiosi italiani e stranieri che affrontano il fenomeno sociale della guerra e riflettono criticamente sulla molteplicità delle dimensioni che essa abbraccia nello scenario storico del XX e del XXI secolo. Il discorso sociologico sulla Grande guerra, avviato dai classici, costituisce un tratto importante del dibattito sulla modernità e offre elementi per discutere il ruolo della teoria sociologica nell'analisi delle guerre e delle situazioni sociali ad esse correlate. Altrettanto ricca e interessante è la ricerca del significato delle crisi e dei conflitti contemporanei generati da gruppi non statali e dai movimenti che agitano il nostro mondo.
Nel costrutto di inclusione, oggi al centro del dibattito della comunità scientifica nazionale, confluiscono numerose aree di eterogeneità, concettuali e operative. Il volume rispecchia appieno tale complessità e multidimensionalità. Il testo, infatti, dà voce a una varietà di ricerche, esperienze e riflessioni teoriche sulle istanze di una educazione inclusiva declinata in tre diversi ambiti: scolastico, accademico ed extra-scolastico. Una particolare attenzione viene rivolta ai fondamenti e ad alcune strategie e interventi specifici promettenti per una didattica inclusiva a scuola. Contemporaneamente vengono messi a fuoco i principi giuridici e pedagogici su cui si radica l'inclusione in università, illustrate esperienze virtuose in proposito e discussi alcuni iter formativi dei professionisti dell'inclusione. È esplorato infine il tema della piena inclusione sociale delle diverse forme di marginalità, assumendo la prospettiva che deve caratterizzare l'azione degli educatori e degli altri operatori nel sociale, nell'ottica di una più ampia partecipazione delle persone con disabilità nei differenti domini della qualità della vita. Un libro che restituisce approfondimenti, suggestioni, indicazioni, proposte, promuovendo un legame ricorsivo e generativo tra ricerca, pratiche e nodi concettuali e fornendo strumenti di lavoro per gli operatori del settore che si occupano di processi inclusivi, a tutti i livelli e nei vari contesti.
Leggere l'evoluzione del sistema mediatico attraverso le lenti delle aziende editoriali, delle piattaforme web e social, delle Authority, degli studiosi, dei giornalisti, dei comunicatori e delle nuove figure professionali impegnate nel settore è quanto si è cercato di fare in questo volume. Dar vita a un "coro polifonico" rappresentativo di tutte le anime e identità che popolano l'ecosistema mediale significa offrire ai decisori istituzionali un'analisi non superficiale per valutare possibili interventi legislativi e nuove linee guida finalizzate a governare al meglio gli urti dei cambiamenti indotti dalla digitalizzazione. La multidisciplinarità che anima questa pubblicazione può diventare un sistematico approccio istituzionale alla delimitazione dei confini del terreno di gioco. Scrivere le regole tutti insieme, con una visione prospettica che guarda al futuro senza cedere alla schiavitù del presentismo, vuol dire applicare alla democrazia della Rete il metodo socratico della maieutica. Agevolare, con umiltà e sensibilità al benessere collettivo, la graduale emersione di stimoli costruttivi può orientare l'evoluzione della dimensione digitale verso radiosi approdi, nel segno dell'equità, dell'inclusività e dell'ottimizzazione delle potenzialità di ciascuno.
Questo libro è pensato per condividere quanto è stato realizzato, dall'ottobre 2018 al dicembre 2020, nell'ambito del Progetto di sostegno al post-adozione e alle crisi adottive della Regione Lazio, una iniziativa nata per rispondere ai bisogni delle famiglie adottive che affrontano periodi particolarmente critici e complessi. Fil rouge del lavoro è il concetto che ogni "crisi" possa essere un passaggio evolutivo della famiglia, del servizio, del sistema e possa essere vista come un'opportunità per orientarsi nel territorio del cambiamento. Partendo dai temi della ricerca delle origini e del rapporto con la scuola, sono scaturite idee e prassi per intervenire a sostegno delle famiglie adottive e degli operatori coinvolti. Il libro racconta questo processo, dal monitoraggio delle adozioni, attraverso il lavoro clinico con gli utenti e quello di supervisione con gli operatori, per arrivare ad alcune riflessioni metodologiche. Come il Progetto, il libro si presenta multiforme, eterogeneo, aperto, dando spazio al maggior numero possibile di voci (servizi, enti autorizzati, giudici onorari, insegnanti, associazionismo familiare, supervisori e clinici), con stili e punti di vista diversi, con posizioni non sempre coincidenti, che propongono domande più che offrire risposte. Una lettura complessa e stimolante, che invita il lettore a riflettere senza preconcetti e a valutare le proprie emozioni sul tema.
"Storie nascoste" testimonia la ricerca dei fili e delle tracce di storie che chiedono di essere studiate e raccontate. Non storie occultate, ma remote, cadute nell'oblio del tempo e che la paziente ricerca dello storico attende di riportare alla luce. "Storie nascoste" è l'omaggio che una piccola comunità di studiose e studiosi di generazioni, interessi, sensibilità diverse rende a Paolo Simoncelli. I diversi contributi che spaziano lungo tutta la modernità restituiscono in qualche misura la gamma degli interessi con cui lo storico romano ha esplorato il passato e di cui è testimonianza la sua ricca produzione. Ne vien fuori un mosaico complesso che spazia con la solida bussola del metodo storico dalla politica alla letteratura, dalla Firenze del Cinquecento alla Roma risorgimentale; dalla Francia in rivoluzione alla Normale di Pisa; popolato di nomi a cui è facile dare un volto, da Machiavelli a Cantimori, da Pontormo a Sironi, fino a quella folla indistinta, ognuno con una propria vita, dei fuoriusciti repubblicani fiorentini. "Storie nascoste" è la nostalgia di un percorso comune nel passato e la curiosità per un futuro da scoprire.
Il volume raccoglie il carteggio, intercorso tra l'agosto del 1956 e il dicembre del 1975, tra Mariano Rumor (Vicenza, 1915-1990) e Giorgio La Pira (Pozzallo, 1904-Firenze, 1977), protagonisti di primo piano, per oltre un cinquantennio, della vita politica italiana: l'uno, deputato veneto all'Assemblea Costituente, ministro di Stato di vari dicasteri (Agricoltura, Interni, Esteri), parlamentare europeo, presidente dell'Unione europea dei democratici cristiani (Uedc) e poi dell'Unione mondiale dei democratici cristiani (Umdc), nonché presidente del Consiglio dei ministri in cinque governi della Repubblica; l'altro: giurista, docente di diritto romano, anch'egli deputato alla Costituente, per tre mandati sindaco di Firenze e presidente della Federazione mondiale delle città unite (Fmcu). La conoscenza di queste fonti, sino a oggi inedite, consente non soltanto di sondare il loro rapporto ma di gettare nuova luce su alcuni snodi cruciali della storia della Democrazia cristiana e, più in generale, dell'evoluzione della democrazia italiana. Introduzione della curatrice.
Pasolini era influenzato dalle idee sviluppate da Barthes nei primi anni Sessanta e pensava dunque che il linguaggio del cinema dovesse essere considerato un linguaggio che funziona in maniera particolare perché opera una specie di trascrizione della realtà. Può agire pertanto grazie all'esistenza di un vero e proprio "codice della realtà" che corrisponde totalmente a quello del cinema e consente agli esseri umani di comprendere le immagini presentate da tale linguaggio espressivo. Secondo Pasolini, cioè, il cinema dev'essere considerato uno strumento di comunicazione che fissa sulla pellicola i comportamenti concreti dei corpi umani, così come le tracce grafiche su un foglio di carta sono in grado di stabilizzare le parole che vengono pronunciate da una persona. Ogni film, dunque, si limita a raccogliere e a comprimere la realtà e il cinema si caratterizza per funzionare come una specie di lingua scritta della realtà". Dal capitolo "Il cinema"
Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più importanti personaggi della cultura italiana del Novecento. Nel centenario della nascita, il volume raccoglie alcune sue riflessioni che riguardano il mondo dei media. Si tratta di riflessioni che egli ha sviluppato con notevole impegno perché le considerava molto rilevanti. Possono perciò essere utilizzate ancora oggi per comprendere il funzionamento di due strumenti di comunicazione estremamente importanti: il cinema e la televisione. A ciascuno di tali strumenti viene dedicato nel volume uno specifico capitolo, che si avvale anche dei contributi di Gianfranco Marrone e Giulio Sapelli.