Due novene per pregare chiedendo l'intercessione di san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II, ispirati dalle parole e dagli sguardi di questi due grandi papi, santi già amati e venerati.
Il volume, proseguendo il discorso avviato in "Una sposa per Gesù", descrive usi e abusi della figura della Maddalena attraverso quasi venti secoli di storia e di leggende. Dall'irrisione dei filosofi pagani all'esaltazione liturgica nelle comunità rette da donne prete cattoliche, la sua immagine rimane segno di contraddizione anche in un mondo come il nostro. Eroina di nuovi miti, che la vedono dea e regina nel panorama sfaccettato della New Age, l'importanza spirituale della Maddalena cresce solcando il web, mentre in frange conservatrici del cristianesimo rimane ancora legata all'antico stereotipo della prostituta pentita, che nemmeno l'Illuminismo e la Riforma erano riusciti a distruggere. Eppure, complice anche un falso frammento di un vangelo inesistente, siamo pronti a credere che fosse amante e forse moglie di Gesù, o magari protagonista d'una fiaba moderna "a lieto fine" per entrambi, fuggiti insieme e morti poi, circondati dai figli e in tarda età, nell'India misteriosa.
Il libro presenta brevi cenni sulla vita di S. Domenica Abate protettore di Cocullo e l'origine storica della tradizionale processione dei serpari.
Il testo è arricchito dalla preghiera a S. Domenico per ottenere grazie e un'inno dedicato a lui.
Le "orme indelebili" di Giulio Andreotti: l'amicizia, la collaborazione, l'ammirazione che lo hanno legato ad alcune tra le figure più significative del cattolicesimo del Novecento. Una ricostruzione storica fatta attraverso i carteggi e i documenti provenienti dall'archivio personale dello statista conservato a Roma presso l'Istituto Luigi Sturzo. Tra le testimonianze più significative rese da Andreotti molte riguardano le cause di canonizzazione.
Paolo VI, il Papa del Concilio, e Romero, il primo martire del Concilio. Due Pastori, uniti nella santità, che in un'ora inquieta e confusa per la vita della Chiesa hanno saputo infondere speranze buone, speranze vere, speranze nuove agli uomini del loro tempo e a quanti si avvicinano al loro esempio e al loro insegnamento.
È raro incontrare i termini "religiosa", "sacra" o "devozionale" tra i diversi aggettivi che accompagnano il sostantivo "fotografia". Si tratta di una tipologia non rilevata, a dispetto di un fenomeno che si presenta fin dalle origini di dimensioni rimarchevoli. Questo volume si prefigge di porre l'accento non tanto sulla fotografia come fonte per la storia religiosa, quanto sul suo utilizzo nei processi di promozione del culto dei santi e nella prassi devozionale: l'introduzione della macchina fotografica nella sfera del sacro e la sua evoluzione in una pratica di "massa" determinano l'inserimento dell'immaginario agiografico nell'universo mediatico in un processo di contaminazione tra sacro e profano. Il volume si caratterizza per un approccio marcatamente interdisciplinare in cui la prospettiva storico-religiosa e agiografica si confronta con la storia della fotografia, l'antropologia, la sociologia, la storia dell'arte.
"Non basta fare il bene, bisogna farlo bene.
La carità è come un unguento prezioso che attira le anime.
Le opere di Dio hanno il loro momento; e la Sua Provvidenza le compie soltanto allora e non prima né dopo. […] Attendiamo pazientemente, ma agiamo; e, per così dire, affrettiamoci lentamente.
Dio ama i poveri e di conseguenza ama coloro che amano i poveri; perché quando si ama molto una persona si sente affetto anche per i suoi amici e per coloro che la servono.
Lasciamo fare a nostro Signore: è la sua opera. E come gli è piaciuto cominciarla, siamo certi che la porterà a compimento nel modo che vorrà […] abbiate molto coraggio, confidate in nostro Signore."
(da "Lampi di luce" di san Vincenzo de' Paoli)
Francesco Spinelli nasce a Milano il 14 aprile 1853, da genitori di origine bergamasca. È ordinato sacerdote il 17 ottobre 1875 e nell'autunno di quell'anno si reca a Roma per il Giubileo. Nella basilica di Santa Maria Maggiore si prostra ai piedi della culla di Gesù Bambino: «Mi sono inginocchiato, piansi, pregai, e sognai uno stuolo di vergini che avrebbero adorato Gesù in Sacramento». Sogno, visione, intuizione? Per don Francesco l'incarnazione storica di Gesù continua con l'incarnazione quotidiana del Pane Eucaristico, quale presenza d'amore per tutti, da adorare e servire nei poveri. Il 15 dicembre 1882 fonda, insieme a Caterina Comensoli, l'Istituto delle Suore Adoratrici, a Bergamo. Preso infatti dalla passione per Dio e per gli uomini, egli dà vita a un Istituto, il cui scopo è «attingere l'amore più ardente dall'Eucaristia celebrata e adorata per riversarlo sui più poveri tra i fratelli». Egli per primo spende la sua vita in ginocchio davanti all'Eucarestia e davanti ai fratelli, in cui vede la presenza di Gesù da amare e servire con amore e compassione incondizionata. Il 4 marzo 1889, a causa di un dissesto finanziario, in cui involontariamente è coinvolto, viene licenziato dalla diocesi di Bergamo e accolto nel clero di Cremona dal grande cuore di mons. Geremia Bonomelli. A Rivolta d'Adda (CR) continua l'Istituto delle Suore Adoratrici. Lungo la sua vita, costellata di grandi prove, vive e insegna l'arte del perdono più smisurato, perché di fronte al nemico si può applicare solo «la vendetta di un infinito amore». Muore il 6 febbraio 1913 a Rivolta d'Adda. È beatificato da san Giovanni Paolo II il 21 giugno 1992 presso il Santuario B. V. Maria del Fonte in Caravaggio e canonizzato da papa Francesco il 14 ottobre 2018 in piazza San Pietro a Roma.
This is the third volume of Hagiographica Coreana (HC 3), the first critical edition of the Acts of the Canonization Process of the Korean martyrs 1839-1846, based on manuscripts in French and Latin now preserved at the Archivio Segreto Vaticano and, from this volume on, the original Korean Version newly found and published by the “Suwon Research Institute of Catholic Church History”. Every testimony is a narrative of personal tragedies (arrests, tortures, executions, but also firmness of the judges against warders’ abuses) that opens a window onto social landscapes of the XIX century Corea. In this way the collection of the witnesses’ depositions creates an imposing fresco of the drama of conflicting cultures, religions and growing faith, and offers an intriguing page of history to readers of the twenty first century. The editor Ahn, Jaewon, after Classical Studies at the Göttingen University, is now Research Professor of HK Civilization Research Project at the Institute of Humanities in Seoul National University. He edited Alexandri de figuris sententiarum et verborum (2004) and, in 2006, a Korean translation of the Partitiones Oratoriae of Cicero with critical apparatus and scholarly commentary and Suetonius’ De Grammaticis Romanorum (2013). He has also published many articles, including some comparative studies between East and West cultures (such as «A Comparative Research on Cicero’s orator perfectus and Confucius’ rex perfectus », Papers on Rhetoric 11, Bologna, 2010). He edited Hagiographica Coreana 2 (2012) and wrote Rediscovery of Humanities (2014) in Korea.
Attraverso notizie più o meno clamorose e meditazioni (da leggere e praticare) il libro illustra il mosaico che si è composto nel tempo intorno alla figura di Maria di Magdala. Tanti sono i documenti perduti o falsati e il cammino è ancora irto, intriso di miti e leggende. Percorrendo le 19 meditazioni, emergono i diversi volti di Maria di Magdala, primo tra tutti quello di una femminilità che diventa soggetto spirituale, teologico, ed anche sociale. Numerosi i segnali della Sua presenza, scoperte di innumerevoli giacimenti (canti, preghiere, opere d'arte) e tracce disseminate da Oriente a Occidente (chiese, luoghi santi, santuari) che attestano tradizioni e devozione antiche. Un patrimonio, finora tenuto nascosto e sconosciuto ai più, che oggi diventa memoria viva, sulla scorta della rinnovata dignità che papa Francesco ha riconosciuto alla Santa (con la Festa a lei dedicata del 22 luglio).