La Fondazione Beato Federico Ozanam - San Vincenzo De Paoli Ente Morale Onlus è nata nel 1999 per iniziativa della Società di San Vincenzo De Paoli e dei Gruppi di Volontariato Vincenziano allo scopo di promuovere la cultura della solidarietà sociale. Così come fece nel corso della sua breve vita il Beato Federico Ozanam, un intellettuale francese del XIX secolo, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, che si consacrò ai poveri e al volontariato e il cui messaggio, sempre attuale, ha raggiunto ogni angolo del mondo. Nel corso degli anni sono stati prodotti ricerche, studi, documenti e pubblicazioni sulla solidarietà sociale e sulla tutela dei diritti civili. Sono strati promossi convegni e seminari di formazione culturale e tecnica per animatori di volontariato. Recentemente la Fondazione si è fatta promotrice di incontri e dibattiti sui problemi sociali delle carceri, del disagio minorile e della violenza sulle donne. Gli studi e i saggi prodotti sono stati supervisionati da un autorevole Comitato scientifico composto da docenti universitari e da esperti con diverse competenze.
Nell'anno di Expo 2015, la quinta edizione del rapporto di Caritas Italiana, "Famiglia Cristiana" e "Il Regno" sui conflitti dimenticati nel mondo si focalizza sul legame tra guerra e problema alimentare. Gli interrogativi di fondo sono due: in che misura la guerra può essere determinata da fattori legati alla produzione, distribuzione e consumo del bene alimentare? Che tipo di conseguenze sono prodotte dai conflitti in riferimento alla malnutrizione e alla cattiva distribuzione delle risorse alimentari? Il testo è diviso in tre parti. La prima parte fornisce al lettore le principali coordinate culturali e scientifiche sui fenomeni di guerra e sul rapporto tra guerra e cibo. La seconda parte riporta i risultati di due indagini sul campo: una ricerca relativa alla presenza delle persone in fuga dalla guerra nel circuito di accoglienza Caritas e un'altra indagine sulla diffusione dei video di guerra e terrore sulla Rete. La terza e ultima parte presenta alcune proposte e linee di intervento sul tema del conflitto e del problema alimentare, rivolte ai principali attori, pubblici e privati. Alla stesura del rapporto hanno contribuito studiosi ed esperti del mondo accademico, del volontariato, della Chiesa e del privato sociale internazionale.
Questo libro, inserito nella collana dei quaderni della Fondazione Migrantes, nasce da un lavoro del Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione CSERPE ­ Basilea.
Lo CSERPE si propone come piattaforma di incontro e di dialogo interdisciplinare e interculturale per esponenti delle istituzioni politiche e sociali, del mondo accademico, dei media, delle più diverse agenzie formative, della società civile, delle comunità religiose e del volontariato.
La ricerca di sinergie tra i molteplici attori impegnati in ambito migratorio favorisce l’individuazione di percorsi politici, culturali, sociali ed economici verso una società capace di dare riconoscimento e cittadinanza a tutte le sue componenti. In questo processo di promozione e di realizzazione di una nuova e creativa convivenza tra persone di diverse etnie, culture e religioni, i migranti e i rifugiati si rivelano protagonisti costruttivi e interlocutori indispensabili.
Fanno parte delle attività dello CSERPE conferenze, corsi di formazione, organizzazione di giornate di studio e convegni, stesura di articoli per giornali e riviste scientifiche, pubblicazioni e ricerche. Lo CSERPE fa parte della Rete dei Centri di Studio Scalabriniani, presenti a New York, Parigi, Roma, San Paolo, Buenos Aires, Manila e Città del Capo. Il suo lavoro di ricerca e di sensibilizzazione si attua in collegamento con questa organizzazione.
Questo volume raccoglie le relazioni dell'Atto Accademico del SIMI svoltosi nel 2013, che ha avuto come titolo "Non di solo pane. Mobilità umana e sviluppo": scenari possibili. La scelta del tema è stata motivata da una serie di interessanti coincidenze. Nel 2012 ricorreva il 40° anniversario della pubblicazione del rapporto del Club di Roma "I limiti dello sviluppo (The Limits to Growth)", una ricorrenza che aveva riacceso il dibattito intorno al concetto stesso di sviluppo. Il 5 agosto 2013 il Santo Padre, papa Francesco, aveva voluto intitolare il suo messaggio per la 100ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore, evidenziando così il suo personale interesse verso il nesso tra migrazione e sviluppo. Le profonde trasformazioni causate dai processi di globalizzazione, la proliferazione dei processi di regionalizzazione, la sorprendente escalation della tratta e del traffico di esseri umani e i drammatici attentati terroristici contro l'Occidente industrializzato hanno, nel bene o nel male, apportato nuovi elementi alla discussione sulla relazione tra migrazione e sviluppo. Sono così entrati in gioco nuovi fattori quali la sicurezza nazionale e quella personale, l'inalienabilità dei diritti umani indipendente dallo status migratorio, la corresponsabilità internazionale nel governo dei flussi migratori, le dinamiche transazionali delle collettività migranti, il brain drain (furto di cervelli) e altri ancora...
Continuiamo ad assistere passivamente ai naufragi di tanti nostri fratelli disperati, incapaci di opporci a una legge nazionale che prevede il rigetto di chi approda sulle nostre coste. Se tale è il modo di comportarsi, non è il caso di domandarci con don Mazzolari se per caso "il cristianesimo abbia esaurito la sua funzione storica?". Dobbiamo avere il coraggio di prendere atto di un deterioramento estremo dei rapporti sociali a causa della mancanza di un'etica condivisa e di batterci per un tipo di convivenza caratterizzata dal rispetto della dignità di ogni essere umano, la quale potrà essere realizzata solo quando saremo in grado tutti di avvertire "il senso dell'altro" che vive accanto a noi o lontano da noi; quando avremo raggiunto quel modo di essere e di agire che Senner definisce "sociabilità". Nessuna soluzione potrà essere prospettata limitatamente al nostro piccolo mondo nazionale. La globalizzazione ha prodotto una interdipendenza tra i vari Stati, nel bene e nel male, e perciò i problemi dovranno essere affrontati in un'ottica globale.
Può stupire che l’Opera Madonnina del Grappa per interna tradizione dedita alla “spiritualità” si interessi di Economia di Comunione nella sua proposta apostolica. Poiché «il Verbo si è fatto carne» (Gv 1,18) la nostra intera esistenza umana è toccata dal mistero e dalla chiamata a vivere in modo nuovo, secondo l’ispirazione della comunione con Cristo alla quale siamo chiamati nello Spirito.
Spiritualità non è dunque spiritualismo ma incarnazione. Incarnazione nella persona e nella storia umana del Corpo di Cristo, che unisce a sé l’umanità sua sposa come un solo corpo ed un solo popolo, facendone la “famiglia di Dio” (1Tim 4,15). Spirituale è l’esistenza umana compenetrata, nel concreto tessuto di tutte le proprie espressioni, dallo Spirito Santo, cioè dal dono e dall’amore di Dio.
Questo universalismo ecclesiale che raggiunge il concreto della dimensione economica è antichissimo e ci vieta di considerare gli aspetti economici della vita estranei alla dimensione di carità/agape che contraddistingue l’esperienza cristiana. Essa si apre oggi a considerazioni specifiche e valide che, nel momento storico in cui viviamo, acquistano un particolare significato e attualità.
Dalla Presentazione di Francesco Pilloni
Ripercorse per cenni le tappe dell'avventura voluta da frère Roger, queste pagine raccontano per la prima volta attraverso la voce del successore frère Alois - raccolta in lunghi colloqui con Marco Roncalli - cosa continua ad accadere ogni giorno a Taizé e nei luoghi legati alla comunità sparsi nel mondo. Si palesano così le motivazioni, i percorsi e le mete condivisi da un centinaio di fratelli e da moltissimi giovani, impegnati, secondo le linee guida del fondatore, ad anticipare ogni forma di riconciliazione, a provocare scambi di doni, a generare nuove solidarietà, a condividere la fede sperimentando la bellezza della preghiera e della vita in comune. Con l'intento di superare le divisioni nella famiglia umana, Taizé offre alla Chiesa e al mondo la sua esperienza spirituale di ecumenismo, vissuto come pratica quotidiana.
Questa pubblicazione nasce da un'occasione di confronto sul tema della multiculturalità e territorializzazione nel Mediterraneo, promossa dall'Università Europea di Roma e, al suo interno, dal Geographic Research and Application Laboratory (GREAL). Il tema della multiculturalità è antico e pieno di contraddizioni e di temi importanti: l'evoluzione del paesaggio, la vita umana nei luoghi trasformati da eventi catastrofici, le migrazioni, le diverse forme di integrazione, le dinamiche evolutive e le relazioni, di estrema complessità, fra componenti geoculturali diverse. I grandi temi appena citati meriterebbero un approfondimento specifico, dal punto di vista sia geografico sia economico. Questo volume non ha come scopo quello di analizzare tutti i possibili aspetti legati a fenomeni tanto vasti e complessi, bensì quello di presentare alcuni specifici casi di studio, riguardanti in primis il nostro Paese. Il volume è suddiviso in due parti. La prima si focalizza sulle nuove concezioni del territorio, nell'ambito di eventi post-sismici. Nella seconda parte del volume si presentano aspetti economici e sociali di particolari fenomeni legati alla migrazione e al ruolo sociale del cooperativismo in Italia.
Il libro vuole tirare le somme della reale portata del fenomeno migratorio nel nostro Paese, attraverso una lettura con senso della realtà e con coscienza storica. Precarietà ed emarginazione possono lasciare il passo a solidarietà e condivisione, che spesso non trovano accoglienza sui media. Comunità civile ed ecclesiale a fianco dei migranti consegnano ai giovani una speranza concreta di bene comune, sfida per un'Italia migliore che sia crocevia di dialogo interculturale e interreligioso.
Stranieri problematici, con multiformi disagi e laceranti sofferenze psicologiche e sociali, raccontati da specialisti di varie discipline, psichiatri, neuropsichiatri infantili, pediatri, psicologi, antropologi, filosofi, criminologi, giornalisti.
I processi di globalizzazione con le proprie contraddizioni, i flussi migratori che sempre più stanno cambiando il volto di molte nazioni, città e persino comunità cristiane, pongono al centro dell'attenzione la questione dell'annuncio del Vangelo, in una realtà complessa segnata da un contesto sempre più multiculturale e multireligioso. Il mondo della mobilità umana diventa una vera "agorà" dove il Vangelo e l'opera di evangelizzazione entrano direttamente a contatto con persone e culture, le plasmano e le aprono alla ricchezza di espressione di ciascuno, in una prospettiva di comunione e di dialogo interculturale. La comunità cristiana è quindi chiamata continuamente ad aggiornare i propri modelli pastorali per far fronte alle nuove sfide; le varie esperienze dimostrano un continuo dinamismo in tal senso, anche se non mancano le difficoltà. Questo volume raccoglie le relazioni dell'Atto Accademico del SIMI nel 2012 e altri contributi che insieme vogliono essere non solo una riflessione, ma anche uno stimolo per gli operatori pastorali e le comunità a rispondere in maniera adeguata ai cambiamenti in atto.