Questo libro, che fu di grande aiuto in un momento di confusione dottrinale e spirituale, conserva in larga parte la sua attualità, perché attinge alla salda riflessione di Tommaso d’Aquino, del quale Massoulié (1632-1706) contribuì non poco a recuperare quel misticismo che, come osserva il curatore Carlo Bonfanti nella Presentazione, fu «spesso trascurato da molti commentatori che ne esaltavano soltanto l’immensa valenza intellettuale, contribuendo a diffondere l’immagine di un san Tommaso freddo ragionatore» e che invece «ogni volta che si apprestava a insegnare, scrivere o dettare, ricorreva innanzitutto all’orazione».
Dalla Galilea a Finisterre nel nome di Cristo: sul luogo della sepoltura di Giacomo detto Maggiore" fu edificato un Santuario, una delle più importanti mete di pellegrinaggio della Cristianità: Santiago de Compostela. Coed. Elledici -Velar. "
In questo libro Antonino Zichichi ripercorre il cammino di Giovanni Paolo II nella sua azione di difesa e promozione della vera grande scienza. Le azioni di Giovanni Paolo II, nel corso del suo lungo e prodigioso apostolato, ne fanno il più grande amico che la scienza abbia mai avuto. Ne sono prova le testimonianze di illustri scienziati tra cui diversi premi Nobel, direttori di grandi laboratori, rettori d'università e presidenti di accademie scientifiche. Nel corso di molti anni la vera grande scienza è stata vittima della violenza politica ed economica senza che una sola voce si levasse in sua difesa. Senza Giovanni Paolo II la scienza avrebbe continuato a essere relegata nelle torri d'avorio e a essere oggetto di scomuniche laiche. Oggi più che mai, c'è bisogno di una grande alleanza tra le due componenti della nostra esistenza: nell'immanente la scienza, nel trascendente la fede. Le radici di questa grande alleanza sono oggetto di attenzione da parte del successore di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. L'opera di Wojtyla ha in Benedetto XVI il più fedele e convinto sostenitore, come dimostrano le prove portate in quest'opera dallo scienziato che ha avuto la stima e l'affetto del papa amico della scienza.
"Il lavoro non è una merce". È con questa citazione, tratta dalla Dichiarazione di Filadelfia del 1944, che inizia il libro di Callea. Il libro è ispirato dalla convinzione che si debba riconoscere la complessità della materia lavoro, ossia dalla consapevolezza che i lati più nascosti dell'attività lavorativa influiscono per concatenazioni causali, non solo sul rendimento del lavoratore stesso, ma anche sul "rendimento" della civiltà dell'intero corpo sociale. Il libro inizia con una riflessione epistemologica sui paradigmi della psicologia. Callea sostiene la necessità di una trasformazione del modo di studiare i fenomeni e nella mentalità scientifica con la quale, fino ad ora, si è studiato il lavoro. Da ciò, la scelta di trattare molte delle categorie basilari della psicologia del lavoro classica, sulle quali, forse, qualcuno pensava non ci fosse più molto da capire. È necessario un allargamento delle prospettive, ossia uscire dalla settorialità dei nostri ambiti, riconsiderare i fenomeni attuali nella prospettiva storica e molto altro che richiede un atteggiamento di disponibilità alla ricerca più esteso e profondo di quanto fosse necessario nello stabile mondo del passato.
"LA SCIENZA HA RADICI NELL'IMMANENTE MA PORTA L'UOMO VERSO IL TRASCENDENTE"
GIOVANNI PAOLO II
Il tenente Guérin è sempre stato un poliziotto un po' speciale.
Misantropo, figlio di una prostituta, vive tutto solo in un appartamento immerso nel caos, con l'unica compagnia di un pappagallo che accoglie l'arrivo dei rari ospiti con vere e proprie esplosioni di turpiloquio.
Ma Guérin è anche uno sbirro di prim'ordine, onesto fino al midollo e poco incline ai compromessi. Proprio per questo è stato spedito a dirigere la Sezione Suicidi della Surété.
Un esilio ben poco dorato, nel quale sembra condannato all'inattività. Fino a quando Parigi viene sconvolta da una serie di suicidi spettacolari e sospetti.
Convinto che l'universo sia una sola, immensa rete di connessioni, e che dunque non esistano fatti isolati, ma solo concatenazioni, Guérin si avvia lentamente a scoprire la verità, tra mille ostacoli, con la coscienza che il caso non esiste e che dietro quelle morti c'è qualcuno pronto a muovere tutte le leve del potere, pur di non essere scoperto...
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio": non sono solo le parole iniziali piene di stupore del Vangelo di Giovanni, ma uno dei pensieri più profondi, veri e arditi, teologicamente parlando, che un uomo abbia mai potuto intuire e pronunciare. Giovanni raggiunge quest'altissima vetta dell'intelletto umano e della fede (e per questo il simbolo del suo Vangelo è l'aquila), perché ha potuto ascoltare, vedere, toccare, conoscere il Verbo della vita, lui un semplice pescatore di Betsaida, fin da quell'indimenticabile pomeriggio in cui decise di seguirlo su suggerimento del suo primo maestro, il Battista. Giovanni è l'ultimo degli apostoli a lasciare questo mondo, dopo aver predicato la buona Novella e sofferto persecuzioni per il suo e nostro Signore.
Il Tempo ha attirato l'attenzione dell'uomo di tutte le epoche e civiltà, ha ispirato poeti, artisti e pensatori. Ma che cos'è, in realtà, il Tempo? in questo saggio il professor Antonino Zichichi si cimenta in una impresa nuova: portare al grande pubblico le conquiste della Scienza sulla natura del Tempo, mettendone in evidenza i valori e le affascinanti problematiche. Il grande fisico di fama mondiale illustra le due componenti in cui si articola la sfida del Tempo: quella mistica sentita da Dionigi il Piccolo, dalla quale nasce il Calendario perfetto, e quella scientifica, derivata dall'atto di fede galileiano che porta al Teorema del Tempo e agli orologi atomici.
La vita di Santa Caterina Labourè, le apparizioni della Madonna a Rue du Bac e la richiesta di far coniare la Medaglia Miracolosa, i numerosi miracoli ottenuti attraverso la Medaglia.
Don Giacomo Cusmano (1834-1888) scriveva sempre "Poveri" con la lettera maiuscola, per il rispetto che portava loro, per la dignità evangelica di cui erano rivestiti: essi erano il motore e l'obiettivo della sua geniale carità. Nella Sicilia tormentata dalla povertà, da epidemie, dal malgoverno, don Giacomo inventa con grande intuizione e capacità organizzativa una maniera per sopperire alle necessità del popolo: il "Boccone del Povero". Coadiuvato da una rete di collaboratori volontari riesce a sensibilizzare le persone più ricche a donare, per poi distribuire capillarmente ai più bisognosi. Grazie al suo esempio e al suo impegno non solo si moltiplicheranno in Sicilia orfanotrofi, centri di accoglienza, laboratori per il lavoro, ma ci saranno uomini e donne che seguiranno le sue orme, dando vita a nuove Congregazioni religiose nella Chiesa.