Questa lettera apostolica di Giovanni Paolo II, diretta all'Episcopato, al clero e ai fedeli, è una esortazione a risvegliare l'importanza fondamentale della domenica, Pasqua della settimana. Riscoprirne il senso, il suo "mistero", il valore della sua celebrazione, il suo significato per l'esistenza cristiana ed umana. Una esortazione a non aver paura di donare il nostro tempo a Cristo, perché il tempo donato a Lui non è mai tempo perduto, ma piuttosto guadagnato per l'umanizzazione profonda dei rapporti e della vita.
Nel centenario della pubblicazione dell'epistola enciclica Quamaquam pluries di papa Leone XIII e nel solco della plurisecolare venerazione per san Giuseppe, Giovanni Paolo II offre in questa esortazione apostolica alcune riflessioni su San Giuseppe. Partendo dal quadro che di San Giuseppe offrono i vangeli il Papa riflette sulla sua figura di "Depositario del mistero di Dio" e "uomo giusto e lo sposo verginale" che santificando la vita quotidiana nella perfezione della carità ha saputo coniugare la vita attiva con quella contemplativa.
Incontrarsi, in maniera diretta, con i testi della prima cristianità è sempre affascinante perché attraverso di essi si entra in contatto con la fede della Chiesa primitiva. Accostarsi alle catechesi del Crisostomo significa entrare in contatto con un autorevole esponente di una delle espressioni più feconde della riflessione liturgica della prima cristianità: la mistagogia, intesa come spiegazione e introduzione alla contemplazione e alla celebrazione del mistero di Cristo attraverso il Battesimo e la Santa Cena, che costituivano i sacramenti dell'iniziazione all'epoca in cui Crisostomo operava.
Un tema storico fondamentale per la storia delle civiltà affrontato in un'area geopolitica cruciale, soprattutto guardando le nuove migrazioni contemporanee.
A dieci anni dall'Enciclica "Mulieris dignitatem", prima enciclica interamente dedicata da un Papa alla questione femminile, questo volume, una coedizione con l'Editrice Esperienze, intende evidenziare il filo conduttore che lega i diversi interventi del Pontefice sulla donna. E' la donna la principale artefice di quella "civiltà dell'amore" che l'attuale Papa sogna per il terzo millennio, sollecitando tutti i paesi ad adoperarsi perché un così ambizioso obiettivo non resti pura utopia.