La Confutazione di tutte le eresie, di incerta attribuzione, è un'opera eresiologica antica fra le principali a noi pervenute. Costituisce sia una fonte di notevole rilievo per la conoscenza della filosofia greca, delle dottrine e delle pratiche esoteriche tardo-antiche, sia un repertorio sulle diverse sette gnostiche, molte delle quali altrimenti ignote. È un documento unico nel suo genere, dove sono descritte con grande vivacità le controversie teologiche e i conflitti personali entro la Chiesa di Roma agli inizi del III secolo. L'opera, qui tradotta con commento, ha un'introduzione di Emanuele Castelli e un saggio in appendice del curatore Aldo Magris, che ne mostra l'importanza per capire il paradigma gnostico.
Il volume ripercorre le linee filosofiche dell'ontologia e della metafisica di Francisco Suàrez, in relazione sia al mondo medioevale, a cui appartiene la sua cultura, sia al mondo moderno, a cui implicitamente egli si rivolge. Benché Suàrez sviluppi un pensiero filosofico così intrinsecamente legato alle dispute scolastiche, egli ha avuto anche la capacità storica di presentarne i contenuti in modo originale, parlando il linguaggio della modernità. L'autore ripercorre sia la genesi della metafisica suareziana, che l'evoluzione che la sua linea ermeneutica ha compiuto nei secoli successivi, con un breve sguardo anche al dibattito analitico ed epistemologico contemporaneo.
Negli ultimi anni si segnala un notevole risveglio d’interesse per la “questione ippolitiana”, sulla quale gravano tuttavia perduranti incertezze. Quanti sono gli Ippolito? E, nel caso si ritenga ve ne sia più d’uno, come attribuire ai diversi Ippolito gli scritti che vanno sotto questo nome? Pur nella consapevolezza dell’aleatorietà di una presa di posizione su tale materia il curatore propende per individuare tre distinte entità storico-letterarie. Ed è lo scrittore Ippolito – ricordato da Eusebio, Girolamo e da altre testimonianze orientali, verosimilmente vescovo in Asia Minore all’inizio del III secolo, sconosciuto invece in Occidente – che va considerato autore del Contro Noeto, un breve scritto indirizzato contro la dottrina di Noeto, iniziatore del monarchianismo patripassiano.
Nel presentare il Contro Noeto Simonetti inizia col discutere le ipotesi che mettono in dubbio genuinità e integrità dell’opera; tratta poi del genere letterario e della struttura. Affrontati questi argomenti preliminari, presenta la tradizione manoscritta e le varie edizioni con relativa problematica testuale, per poi passare a trattare delle dottrine di Noeto e Ippolito e concludere con un confronto con l’Elenchos, testo attribuito a Ippolito di Roma, che con la nostra opera presenta evidenti punti di contatto.
Curatore
Manlio Simonetti, professore ordinario fuori ruolo di storia del cristianesimo all’Università La Sapienza di Roma, accademico dei Lincei, è uno dei massimi studiosi di cristianistica antica. In questa collana, da lui diretta insieme a Mario Naldini, ha già curato: Origene - Eustazio - Gregorio di Nissa, La maga di Endor; Ambrogio, Inni.
Esiste un diritto all'imparzialità dell'amministrazione? Quali sono il contenuto e i limiti delle pretese dei cittadini con riferimento all'imparzialità? A queste domande prova a dare una risposta il volume. Permane infatti nella prassi una commistione tra interesse pubblico all'integrità dell'amministrazione e interesse privato a una decisione imparziale che impedisce la chiara identificazione di una posizione individuale tutelata dall'ordinamento: dal conflitto d'interessi alla par condicio nei concorsi, sono numerosi i problemi applicativi che ne derivano. La ricostruzione di un diritto all'imparzialità, ispirata dall'ordinamento europeo e da una linea di pensiero rimasta sotto traccia nella letteratura giuspubblicistica, consente di sciogliere alcuni nodi applicativi, nonché di riflettere sulla natura delle situazioni soggettive del privato nel rapporto con la pubblica amministrazione. Ippolito Piazza Assegnista di ricerca in diritto amministrativo presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università degli Studi di Firenze.
L'opera e un commento a Genesi 27 e 49, contenenti le benedizioni di Isacco e di Giacobbe.
Il CD contiene dieci canti a tema religioso magistralmente interpretati da Dajana D'Ippolito, una delle voci più belle e versatili del panorama musicale italiano. I brani, vere e proprie preghiere, sono dedicati al Signore, a Maria, ai salmi, a padre Pio, a Natuzza Evolo, a santa Gianna Beretta Molla; sono arrangiati e curati nei minimi dettagli e sprigionano una forza senza pari. Da ogni canto emerge la fede sincera e profonda di Dajana e la sua scelta di mettere a disposizione di Gesù e della Madonna il suo enorme talento: ogni nota raggiunge il cuore dei fedeli, trasportandoli in una dimensione spirituale molto intensa.
Le epidemie accompagnano l'uomo fin dalla sua comparsa sulla Terra, hanno cambiato il corso della storia e contribuito al tramonto di imperi e civiltà. La pandemia del 2020 non è dunque un "cigno nero", ma l'ennesimo capitolo di una storia che va letta e compresa a fondo. Gli autori, che hanno vissuto l'epidemia di Covid-19 nella "trincea" dell'Istituto Spallanzani di Roma, dove furono ricoverati i primi casi di contagio in Italia, mostrano le analogie tra la pandemia del 2020 e le altre grandi epidemie della storia: le quarantene, le difficoltà economiche, lo stigma sociale, le immancabili fake news. E, come negli anni Ottanta un'altra epidemia, l'AIDS, favorì la creazione di un nuovo e più efficiente modello di sanità, così il Covid-19 ci dà la possibilità, che non va sprecata, di avvicinare la sanità pubblica agli effettivi bisogni dei cittadini. Il "tempo sospeso" che abbiamo vissuto durante la quarantena ci ha dato l'opportunità di immaginare strade nuove e diverse da percorrere in un "dopo" che si annuncia difficile. Gli autori propongono alcune idee: un nuovo rapporto tra scienza e politica che metta al bando una volta per tutte teorie complottiste e fake news che inquinano la convivenza civile e la dialettica politica; i vantaggi della digitalizzazione e dello smart working e il contestuale rischio che essi favoriscano la nascita di nuove divisioni di classe; la direzione che vogliamo dare alla scuola per restituire ad essa la sua funzione di ascensore sociale. Senza dimenticare la politica, il governo di una "polis" che ha ormai i confini dell'intero pianeta; i grandi problemi dell'umanità devono essere affrontati con un approccio ed una leadership globale, ma il cambiamento può e deve venire anche dal basso, dalla consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca e che nessuno può salvarsi da solo.
Cile, 11 settembre 1973, l'instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l'amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell'amore e dell'impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l'ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l'autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso. Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell'inchiesta giudiziaria volta ad accertare l'ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l'autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e online, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia. Il libro è scritto con il rigore dell'inchiesta e lo stile di un thriller. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.
Uno dei temi più alti della riflessione teologica di Hans Urs von Balthasar è la missione di Cristo nel mondo, dall’incarnazione
sino alla sua morte di croce. Questo tema lo vediamo espresso nel prefazio della seconda preghiera eucaristica, nella quale troviamo una preghiera rivolta al Padre, una al Figlio ed una allo Spirito Santo, e descrive ciò che fa il Padre, dicendo: Tu « lo hai mandato a noi come Salvatore e Redentore ». In queste parole noi troviamo la decisione e l’invio del Figlio, dal seno della Trinità, che si fa uomo nel grembo della vergine Maria, per opera dello Spirito Santo, che ci rivela il mistero del Dio invisibile, presentandosi a noi come sua immagine visibile e suo estremo amore nella gloria del suo morire.
Noi ora ritroviamo nella preghiera eucaristica questa decisione eterna di Dio e al vediamo attualizzata oggi nel prefazio della seconda
preghiera eucaristica. Come il Cristo giunge ad essere salvatore in un dramma fino a dare la sua vita, von Balthasar lo presenta nella trattazione della kenosi, in cui Gesù Cristo, versando il suo sangue, stabilisce la nuova ed eterna alleanza, tra Dio e l’uomo redento. In termini balthasariani, noi vediamo ora che nella preghiera eucaristica si ripete, si attualizza il sacrifico di Cristo, si sparge di nuovo il suo sangue. Ora, quel che avviene sull’altare, non è altro che una kenosi totale che Cristo fa di se stesso: offre il suo corpo e versa il suo sangue per noi, per la salvezza di tutti Quello che fa Cristo sull’altare è il modello paradigmatico del suo sacrificio. Questo aspetto kenotico della nostra salvezza è l’elemento fondamenale di una teologia liturgica soteriologica. Proprio in questa kenosi totale dello svuotarsi completamente sull’altare nel sacrifico della messa, noi vediamo, seguendo la riflessione teologica di von Balthasar, concretizzata la nascita di una teologia della salvezza.
Questo libro di Nievo è un romanzo di educazione dei sentimenti. È incentrato sulla figura di Carlo Altoviti che attraverso le sue vicende sentimentali ripercorre il processo di formazione dell'Unità d'Italia, dal senile tramonto della Repubblica di Venezia fino agli avvenimenti del 1856. Alle vicende di Carlo fa da contraltare - modernissima e spregiudicata - la Pisana, un personaggio femminile di assoluta complessità, di cui il protagonista si innamora fin dalla più tenera età. Quando Venezia viene svenduta da Napoleone con il trattato di Campoformio, vediamo la Pisana sdegnarsi verso il suo amante còrso, un ufficiale napoleonico di stanza in Veneto. La Pisana fugge a questo punto verso Milano, Firenze e Roma assieme a Carlo. Questi verrà a sua volta fatto prigioniero dai sanfedisti mentre combatte in difesa della Repubblica partenopea. Condannato a morte, viene rocambolescamente salvato proprio da un intervento della Pisana. Dopo la caduta di Napoleone, Carlo diventa liberale e si arruola tra le forze di Guglielmo Pepe. Ferito e catturato, viene processato per alto tradimento. Ancora una volta l'intervento della Pisana riesce a salvargli la vita e a farlo esiliare a Londra, dove lei amorevolmente si dedicherà a curarlo e a rimetterlo in sesto. Ma stremata dalle privazioni la Pisana muore, non nell'animo di Carlo, però, che continuerà a ricordarla per sempre come propria guida spirituale.
Aiuti per tutti: aeroporti fantasmi, pascoli che sono Boschi, piani di conservazione ambientale fasulli, appalti Truccati, lavori per autostrade inesistenti, spese militari E sanitarie pazze… E poi tre parlamenti (Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo), con sprechi di personale Incredibili. Totale ineffi cienza e opacità nella gestione Dell’immigrazione e del terrorismo. Il cattivo uso delle risorse è uno sgambetto sul cammino Dell’unifi cazione, rende molto più diffi cili le azioni comuni Su fronti delicati come la sicurezza o l’immigrazione e Offre argomenti, facili ma forti, ai suoi avversari. I costi dell’europa sono una delle bandiere dell’avanzata Antieuropeista. L’operazione trasparenza dei conti, al Contrario, può essere una carta decisiva da giocare per Chi vuole rilanciare la costruzione europea oggi ferma e Perfi no a rischio sopravvivenza.