Ormai la glottodidattica (ovvero la scienza che studia l'educazione linguistica) è diventata una disciplina a sé stante a tutti gli effetti. È giunto il momento quindi di riflettere non solo sulla sua metodologia, sui suoi strumenti, le sue applicazioni, ma anche sulla sua genesi e la sua storia. Anche perché è necessario che ogni scienza si soffermi anche sul suo farsi nel tempo, per avere piena cittadinanza nella comunità scientifica. Paolo Balboni, con questo libro, colma questa lacuna e traccia un profilo storico della glottodidattica dai suoi albori (quando non era che una branca della pedagogia) fino a oggi. Dalla Legge Casati (1859) alla riforma della Gelmini, 150 anni di storia d'Italia, in cui anche nell'educazione vige la prassi di cambiare tutto perché tutto resti com'è (salvo la rivoluzione copernicana degli anni Settanta): i momenti di intervento reale, innovativo, sono pochi (la politica di Giolitti contro l'analfabetismo, la politica di Moro sul latino e le lingue straniere, le sperimentazioni e i programmi della seconda parte degli anni Settanta), e perfino momenti di apparente rottura, come la riforma Gentile e soprattutto quella Bottai, sono in realtà molto marcati dalla continuità, se si va a studiare che cosa indicano i programmi e gli orari in ordine all'italiano, al dialetto, alle lingue straniere e a quelle classiche. Una lente particolare per rileggere una parte importante della nostra storia e capire perché oggi siamo quello che siamo.
Questa è la storia di Titan Paul,
il ragazzo dal ginocchio bionico.
Ha avuto paura, in questi mesi:
paura di non farcela. Ma ha imparato
a tener duro. Ha capito che deve
continuare a ridere sfrontatamente
di fronte alle sfighe della vita e a
sognare come ha sempre fatto.
Un giorno farà lo chef
sulle navi da crociera.
NON MOLLARE TITAN PAUL!
Paolo ha appena finito la seconda media quando, nell’estate del 2008, mentre è in campeggio con gli amici, si accorge che qualcosa non va, il suo ginocchio sinistro è gonfio. Una volta a casa gli esami lo mettono di fronte all’ultima cosa che si sarebbe aspettato: ha un osteosarcoma… Cento casi all’anno in Italia: “Ma proprio a me?” Da quel momento cambia tutto: niente basket, niente computer (perché in ospedale non ci si può connettere), niente uscite con gli amici. Paolo capisce di dover mettere in campo una risorsa che non gli manca: un po’ di sfrontatezza; il coraggio di affrontare la “sfiga” tra impegni e distrazioni. Una lotta che decide di raccontare prima in un blog e poi in questo libro. Quattordici cicli di chemioterapia, quattro interventi chirurgici, sfilze di esami e terapie di riabilitazione sono narrati, da questo quattordicenne costretto a maturare troppo in fretta, in presa diretta e con incredibile leggerezza di sguardo. La vita d’ospedale (le sveglie all’alba, i deprimenti menù prosciutto-purè), l’antidoto del gioco (le bische clandestine coi compagni di stanza, le sgommate in carrozzina, gli scherzi dei clown). La paura, lo sconforto, e persino il dolore si possono superare grazie all’affetto di chi gli sta vicino e con la caparbia riconquista di spazi di normalità. Paolo rientra in classe dopo mesi di lezioni a domicilio, torna sui campi di basket a tifare per la sua squadra, esce coi compagni per una pizza. L’antidoto più potente, però, è la sua incredibile volontà di non lasciarsi sopraffare dalla malattia e non rinunciare mai ai propri sogni: vuole diventare un grande chef e lavorare sulle navi da crociera. Insieme alla capacità di andare incontro ai giorni con il sorriso sulle labbra.
Parte del ricavato dei diritti d’autore sarà devoluto all’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
Diventare genitore può essere considerato uno degli ultimi riti di passaggio del nostro mondo, oggi. Non è tuttavia un evento che si compie da sé, chiede alla coppia di rivedere il patto coniugale, di rinegoziare i ruoli e di fare i conti con valori e aspettative. Chiama anche in causa tutte le generazioni. E noi, come ci poniamo? "Errori ne commettiamo tutti, non bisogna scoraggiarsi. Ma il diritto a crescere dei nostri ragazzi - con serenità e, diciamolo, con delle buone regole - viene tutelato unicamente se noi per primi impariamo a essere adulti veri, a tutto tondo e senza sconti." (Dalla Prefazione di Francesco Antonioli)
"Avremo in queste pagine un oggetto e uno scopo ben precisi: seguire, tra medievale, moderno, postmoderno, una dimensione della storia generalmente trascurata, quella giuridica; una dimensione che, pur immersa nella globalità del divenire storico, ha una sua autonomia, che ha talvolta grossi legami con il potere politico e gli è sottomessa, ma che, soprattutto nelle manifestazioni della pratica quotidiana e della riflessione scientifica, ha la forza e la capacità di percorrere strade proprie. Seguiremo legislatori, giudici, scienziati, semplici uomini di affari in una vicenda segnata da una perenne dialettica fra localismo-particolarismo e universalismo, dove il diritto rivela il suo carattere di realtà affiorante alla superficie della quotidianità dalle radici profonde di una civiltà e pertanto capace di esprimerla nella sua cifra più genuina; rivelando altresì la sua possibile autonomia dalle scelte contingenti del potere politico. Il nostro cammino è lungo: più di millecinquecento anni. Hanno - Medioevo, modernità e postmodernità - una visione uniforme del diritto, della sua genesi e del suo esprimersi, tanto da consigliare di vedere quei millecinquecento anni come un continuum che corre ininterrotto? O constatiamo visioni diverse, se non addirittura opposte?". (Paolo Grossi)
La scienza si scontra sempre più spesso con posizioni che si oppongono alle sue conquiste in nome della religione o dell'etica. Il più delle volte questa opposizione si risolve in un doppio dogmatismo. Da una parte l'inflessibilità di chi, soprattutto nella gerarchia cattolica odierna, ritiene di avere accesso a una verità trascendente o comunque superiore alle conoscenze empiriche. Dall'altra si contrappone la rigidità di quanti, dall'interno del mondo scientifico, tendono a presentare le proprie conoscenze come certezze, ignorandone o fingendo di ignorarne i limiti. I guasti di queste due debolezze travestite da dogmi si vedono nel dibattito, ormai quasi quotidiano, su argomenti come il cambiamento climatico, le cellule staminali, il prolungarsi artificiale e magari indesiderato della vita e della morte. Quasi tutti abbiamo la sensazione di essere "agiti" in queste discussioni, senza mai realmente capire quali sono i fatti e quali sarebbero le decisioni giuste. Il libro non pretende di dare risposte, ma afferma alcuni semplici presupposti che consentono di condividere un metodo di deliberazione partecipata sui temi rilevanti per la società intera. Il primo è che la scienza non è una ricetta per trovare risposte "giuste" ai dilemmi etici e politici della società contemporanea. Il secondo è che le conoscenze prodotte dalla scienza sono comunque quanto di meglio abbiamo a disposizione per illuminare (non dettare) le scelte e soprattutto per scartare le opzioni non più sostenibili.
ISLÂM E MODERNITÀ
Nel pensiero riformista islamico di Paolo Nicelli
prefazione del prof.Paolo Branca.
Nel mondo islamico è in atto da tempo un intenso dibattito circa il rapporto fra tradizione e rinnovamento,all’interno del quale assume un particolare rilievo la questione delle relazioni fra differenti culture.
Dopo alcune premesse che presentano opportunamente le dinamiche interne che hanno animato da sempre il panorama del pensiero islamico, assai meno uniforme e monolitico di quanto si creda, il lavoro di P. Nicelli documenta e analizza il dibattito più recente, ricostruendone il contesto e approfondendo alcune delle posizioni più interessanti emerse a riguardo. Forte della sua conoscenza diretta del mondo musulmano, di un costante aggiornamento tramite letture e di profonde riflessioni, P. Nicelli offre in questo lavoro una ricostruzione attenta delle dinamiche in atto e ne propone una valorizzazione stimolante.
DESTINATARI
Persone interessate al tema del dialogo interreligioso.
AUTORE
Padre Paolo Nicelli, missionario delPontificio Istituto Missioni Estere (PIME), ha lavorato a lungo negli Stati Uniti, Filippine ed Egitto, come parroco e nel dialogo islamo-cri-stiano. È stato direttore del periodico«Missionari del Pime» ed è attualmentedocente di Missiologia, Dialogo interreligiosoe Islamologia presso il Seminario TeologicoInternazionale del PIME a Monza; insegna anche presso la Fondazione Università dellaTerza Età di Milano.Autore di diversi articoliper l’agenzia stampa Asia News, il mensile«Mondo e Missione» e il quotidiano «Avvenire»,ha pubblicato:The First Islamizationof the Philippines, from 13th Century up to the19th Century (Silsilah, 2003); L’Islam nel Sud-estasiatico (Edizioni Lavoro,2007).
La nona edizione dell'opera è stata completamente rivista ed aggiornata con la giurisprudenza e la normativa, pubblicate entro il 30 giugno 2017. Con riferimento alla normativa, si è in particolare tenuto conto delle novità introdotte dal D.L. 2016/59, convertito con L. 2016/119 in materia di esecuzione forzata; del D.L. 2016/168, convertito con L. 2016/197 in materia di giudizio di Cassazione; ed infine del c.d. Jobs Act autonomi (L. 2017/81). Si è tenuto conto anche delle novità della giurisprudenza delle Corti supreme, in particolare delle sezioni unite della Corte di Cassazione. Fra le tante, possiamo segnalare Cass. 2 febbraio 2016 n. 1914, in tema di impugnabilità in Cassazione dell'ordinanza di cui all'art. 348-ter c.p.c.; Cass. 19 aprile 2016 n. 7700 (che sviluppa quanto già deciso con Cass. 4 dicembre 2015 n. 24707); Cass. 20 luglio 2016 nn. 14916 e 14917, che hanno profondamente innovato in materia di inesistenza e nullità della notificazione; ed infine Cass. 21 marzo 2017 n. 7155 sull'art.360-bis c.p.c.
Biografia del fondatore della Famiglia Albertina, composta di suore, il sacerdote piemontese Albert Federico (morto nel 1876, a cinquantasei anni),proclamato beato,nel 1984,da Giovanni Paolo II. Ci sono persone che vivono da protagonisti senza cercare la gloria Ci sono storie avvincenti come un romanzo da leggere tutto d’un fiato Lui è un uomo come tanti Non fa niente di prodigioso! …eppure è Uno che lascia il segno Uno che conquista Uno che ama
UNO OGNI CINQUECENTO ANNI
DESTINATARI: Chi conosce e ama la figura di Alberto Federico
AUTORE Paolo Damosso, nato a Torino nel 1964, sposato,con due figlie,da quindici anni si occupa come autore e regista di produzioni televisive. Sono più di cinquanta i lavori realizzati per la Nova-T,il centro di produzione dei Padri cappuccini italiani. In questi anni ha realizzato programmi di vario tipo:reportage,documentari, docu-fictione film.Tra questi ricordiamo: Un uomo in prestito al mondo sulla vita del card. Schuster;Padre Pio. Uomo di Dio,prodotto con la Rai; I fioretti di San Francesco con Flavio Bucci, Valeria Moriconi, Pamela Villoresi, Giancarlo Dettori e Franca Nuti; Un bel servizio,film con Pamela Villoresi e Silvia Budri (realizzato per le Ancelle della Carità di Brescia); Io non lo so, film con Francesca Draghetti e Anna Ferruzzo (realizzato per le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret). Come autore delle sue sceneggiature,ha proposto il “romanzo” del suo film Una cosa in mente (San Paolo, 2006) su san Giuseppe Benedetto Cottolengo.
A 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, questo è il primo libro italiano che ricostruisce, con documenti di prima mano e dando voce agli stessi protagonisti, l'appassionante storia dei movimento pacifisti e nonviolenti, cresciuti nelle Chiese evangeliche della Germania comunista, e il cui centro era Lipsia, che furono determinanti con le loro manifestazioni, diventate poi imponenti, nella caduta del Muro senza spargimento di sangue. Tra repressione e conformismo, ambiguità e solitari atti di coraggio, questo libro accompagna il germogliare e il crescere della rivoluzione anti-regime sin dai primi volantini di protesta contro i sovietici negli anni Cinquanta e lungo una miriade di piccoli grandi gesti che costellano i quarant'anni di esistenza della Germania comunista.
Luogo privilegiato degli scambi affettivi, la famiglia oggi è in crisi. L'autrice affronta il tema della frammentazione e moltiplicazione dei possibili modelli in cui si esprime e si realizza oggi il far famiglia, un'istituzione che comunque continua a imporsi come modello di riferimento. In una società sempre più competitiva, in cui l'uomo chiede spazi di maggiore libertà e autonomia – ponendo in primo piano la realizzazione personale, l'investimento nello sviluppo dei talenti, e la possibilità di strutturare legami altamente flessibili – il ritardo delle politiche sociali non permette di affrontare il declino della generatività e la crisi della coppia.
Vengono analizzate le più recenti proposte di legge, i cus, i pacs, i dico, e le richieste delle coppie omosessuali, ridefinendo i processi che permettono di comprendere l'evoluzione della famiglia, per definire meglio cosa c'è in essa di stabile, di strutturale – e cosa c'è di naturalmente mutevole.
Ma nonostante tutto, secondo l’autrice la famiglia c'è, solida e duratura, vero nodo cruciale del rapporto tra natura e cultura, tra tradizione e innovazione, e resta punto di riferimento affettivo e valoriale, etico ed economico nella nostra società.
Paola Binetti, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, direttore del Dipartimento per la ricerca educativa dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, è stata Presidente del Comitato Scienza & Vita, che si è battuto per la difesa della legge 40 durante il referendum che ne chiedeva l’abrogazione. Membro del Comitato nazionale di Bioetica, attualmente deputato del Partito Democratico, è autrice di oltre 200 pubblicazioni nazionali e internazionali sul tema della famiglia, dell’educazione terapeutica e della formazione.
"La dieta mediterranea difende dal morbo di Alzheimer". "Grande successo della dieta mediterranea in Giappone". "Olio di oliva sempre più sano: è antinfiammatorio". "La dieta mediterranea fa bene alla salute". Per molti anni ci siamo sentiti dire e ripetere - da medici, dietologi, salutisti e opinionisti vari - che il segreto della nostra salute, la grande inconsapevole fortuna di cui noi italiani potevamo godere nel campo del benessere fisico, era la dieta mediterranea. La fatidica, mitica, salvifica dieta mediterranea. Ci voleva un polemista irriducibile come il giornalista e scrittore Paolo Guzzanti per demolire anche quest'ultimo baluardo dell'orgoglio nazionale. "Abbasso la dieta mediterranea" è un atto di accusa, misurato ma fermo, non tanto nei confronti delle buone abitudini alimentari degli italiani, quanto piuttosto verso i "fanatici", gli integralisti del mangiare a base di pasta, pomodori e olio d'oliva. Lungi dal volersi sostituire ai dietisti e agli esperti di nutrizione, Guzzanti ha inteso piuttosto scrivere un "pamphlet gastro-letterario". Il cui punto di partenza poggia su una base reale di polemica medico-scientifica (l'attacco alla dieta mediterranea portato in questi ultimi anni da molti nutrizionisti anglosassoni), per sviluppare poi un percorso di personale narrazione, fatto di ricordi familiari (come mangiavano, o non mangiavano, i padri e i nonni), di esperienze alimentari disperse nella memoria, di sapori e odori che riaffiorano come frammenti di vita vissuta.