Al giorno d'oggi anche la storia e la politica avrebbero bisogno di una somministrazione di sana dimenticanza. Per mettere in luce i danni che derivano da un'interpretazione del passato troppo legata a idee preconcette, Paolo Mieli, con la chiarezza del grande divulgatore e l'accuratezza dello storico, analizza decine di eventi ed episodi del nostro passato, dalla storia antica fino a temi moderni come le origini della mafia, l'eredità del fascismo italiano e del nazismo tedesco, il non detto che segna il racconto della Resistenza e il discorso pubblico del nostro presente, tra virus, pandemie, ipotesi cospirazioniste. Secondo Mieli, infatti, la terapia a base di oblio è necessaria, dato che "gli storici avrebbero dovuto far argine in qualche modo al dilagare della memoria". Perché "quando si hanno idee forti sul presente, è pressoché inevitabile che quelle idee si impongano sulle interpretazioni del passato." Eppure, dobbiamo fare di tutto per evitarlo.
«Questo mettere continuamente in gioco la propria vita ha di per sé un grande fascino» Ernst Jünger «Le granate ci sorvolano fischiando. Sono di buon umore, quasi inebriato dal rombo dei cannoni» Ludwig Wittgenstein Per oltre due secoli la politica è stata una passione che ha indirizzato le scelte di vita delle persone. Un fuoco dentro. Per la politica uomini e donne hanno abbandonato affetti e interessi, si sono gettati nella mischia, hanno dato la vita: nelle lotte per l'indipendenza nazionale, nelle guerre, nelle rivoluzioni e controrivoluzioni. Paolo Macry racconta con partecipazione le storie di questi volontari, dal filoellenico Santorre di Santarosa ai mazziniani di Belfiore, dai giovani accorsi nel carnaio del '14-18, Jünger, Stuparich, Wittgenstein, Gadda, alle gesta di Orwell e Koestler nella guerra di Spagna, dalla resistenza di Marc Bloch, della Rosa Bianca, di Ada Gobetti ai repubblichini Vivarelli e Mazzantini. Fino agli anni di piombo di Moretti, Mambro, Fioravanti. Ragioni pubbliche e inquietudini esistenziali, furori ideologici e narcisismi, senso d'onnipotenza e d'impotenza s'intrecciano nella loro scelta, spesso fatale, di andare fino in fondo con le armi in pugno.
Tenente dell'esercito del Regno, capo partigiano in Val d'Ossola, braccio destro all'Eni di Enrico Mattei, di cui divenne successore. E poi la scalata a Montedison. Fino al colpo di scena del 1977: le dimissioni da presidente del colosso chimico e l'espatrio in Svizzera, con un immenso patrimonio personale. Un improvviso abbandono della scena pubblica di cui era stato a lungo uno dei principali protagonisti. In mezzo, una miriade di polemiche giornalistiche, scandali e inchieste, da cui uscì miracolosamente indenne. Una coltre di sospetti alimentati dalla sua leggendaria riservatezza: le sue interviste si contano sulle dita di una mano, rarissime le foto, inesistenti i filmati in cui compare. La leggenda nera, che da sempre lo avvolge, dopo la sua morte nel 2004 si è arricchita a dismisura, con Cefis messo in correlazione con le morti di Mattei, del giornalista Mauro De Mauro e di Pier Paolo Pasolini che, nell'incompiuto Petrolio, scriveva proprio di lui. E poi la P2, di cui è stato indicato come il fondatore. Questo libro, grazie a una documentazione inedita (compreso un clamoroso retroscena sulla morte di Mattei), è un profilo autentico e senza sconti. Perché raccontare Eugenio Cefis oggi, nel 2021 in cui ricorre il centenario della sua nascita, significa raccontare l'Italia come mai è stato fatto prima.
Il volume, a cura di Giorgio Vecchio, ordinario di storia contemporanea presso l'Università di Parma, narra la storia dell'Azione cattolica negli anni Sessanta e Settanta, nel periodo in cui si svolse il Concilio Vaticano II, e ne fa una ricostruzione a partire dalla laicità, uno dei concetti chiave emersi dalla riflessione conciliare. In particolare, i contributi di Giorgio Vecchio e Paolo Trionfini affrontano il rapporto dell'Azione cattolica con la politica, mentre Elisabetta Salvini ci parla del tormentato processo di promozione ed emancipazione delle donne nella fase di emersione del femminismo. Infine, il saggio di Andrea Villa si occupa dell'acquisizione della laicità da parte dell'associazione nel campo della scienza e della tecnologia.
Nel giro di pochissimi anni, dal 1945 al 1948, l'Italia cambia volto: con la fine dell'occupazione tedesca e il ritorno alla democrazia, dopo aver fatto la resistenza, i partiti antifascisti sono chiamati a rifare l'Italia, a ridisegnarne le istituzioni, a ricostruirne le basi economiche. Dalla Liberazione alla Costituente, dalla definitiva sconfitta del fascismo alla ricostruzione. Sono gli anni di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, di Pietro Nenni e Benedetto Croce. Sono gli anni del decisivo referendum istituzionale in cui bisogna scegliere tra monarchia e repubblica, in un voto tesissimo che la corona perde per un soffio, lasciando in eredità al nuovo sistema un paese profondamente diviso.
Esistono libri completamente diversi da ogni altro e anche dal concetto stesso di libro: non comunicano né informano, ma occultano, sviano, confondono e suscitano inquietanti interrogativi. Libri dal contenuto oscuro, libri dal messaggio enigmatico, libri scritti in alfabeti ignoti o dimenticati, libri scritti da autori inafferrabili... Questi sono gli scritti del mistero di cui tratta questo saggio, proponendo al lettore una carrellata, unica nel panorama culturale italiano. Attraverso le più svariate epoche, dagli sconcertanti Manoscritti di Qumran all'incredibile enigma shakespeariano, dalle perdute conoscenze di antiche civiltà alle folgoranti anticipazioni del futuro di Nostradamus, il lettore è guidato in un viaggio che, per quanto possa apparire frutto di fantasia, è rigorosamente autentico e documentato. Davanti all'incalzare di tanti enigmi, si insinua il dubbio che incrina tutta la consueta concezione della cultura e dello sviluppo della civiltà umana: siamo davvero certi di aver ricostruito esattamente l'albero genealogico della conoscenza umana? Le profezie che hanno annunciato le più grandi catastrofi ed epidemie dei nostri giorni; Gli scritti del mistero; I libri alchemici come metafora; Gli archivi del sapere perduto; Le insospettate conoscenze delle antiche civiltà; I Manoscritti di Qumran; Chi ha paura delle antiche pergamene del Mar Morto? Cerchi di fuoco nel cielo; Il mistero del Papiro Tulli; Il mistero del Sator Formula magica o simbolo paleocristiano? L'enigma della pietra di Bologna; L'inafferrabile Elia Lelia Crispis; L'ultimo tributo alla dea Iside; L'Hypnerotomachia Poliphili e il suo messaggio in codice; Il manoscritto Voynich; Il libro più misterioso del mondo; Come riflessi in uno specchio ardente; Nostradamus e il labirinto delle sue profezie; L'enigma di un genio; Chi era William Shakespeare?; Il libro che descrisse il futuro; Tiphaigne de la Roche e le sue straordinarie anticipazioni
Lontano dalle grandi tombe imperiali e dai sepolcri nobiliari della Via Appia, il mondo sommerso delle necropoli mette in luce la "normalità" e si ha la netta percezione di attraversare d'un colpo duemila anni di storia. Ricche edicole decorate con mosaici e stucchi, oppure povere sepolture in terra, occupano l'area sotto la basilica di San Pietro, e nei settori della necropoli lungo la via Trionfale, con una tale densità da stupire gli stessi archeologi che per primi si sono apprestati a eseguire gli scavi di recupero. La «necropoli vaticana», settore monumentale di un tratto di necropoli lungo la via Cornelia fortunosamente conservato sotto la navata centrale della basilica di San Pietro, fu riscoperta grazie agli scavi eseguiti durante il pontificato di Pio XXII. Un recupero archeologico di portata immensa, nonché il primo e lungimirante esempio di musealizzazione in situ di una necropoli antica. Contestualizzando le necropoli nel panorama complessivo dell'epoca, il volume mostra uno spaccato della società, della cultura, e delle credenze dei Romani tra l'età di Augusto e quella di Costantino - che sopra alla tomba di Pietro costruirà la sua grande basilica -, alle soglie del grande passaggio tra la Roma Pagana e quella Cristiana. Al centro non è la Roma dei monumenti politici e pubblici, ma quella dei monumenti e dell'arte delle famiglie di fronte al mistero dell'aldilà. Opere straordinarie per l'interesse sociale, ma anche di una compostezza artistica e un'inventività iconogra?ca impressionanti.
Balzac scriveva che "i ricordi rendono la vita più bella, dimenticare la rende più sopportabile"; Borges nel racconto La biblioteca di Babele lascia che i suoi personaggi individuino nell'oblio "una forma di memoria"; già Dante alla fine del Purgatorio vuole che il fiume Lete permetta alle anime dirette al Paradiso di lavarsi dei propri peccati, rimuovendo così la memoria delle cose cattive del passato. La letteratura ha sfiorato o trattato con cura il tema dell'oblio, e oggi è necessaria una somministrazione sapiente di dimenticanza anche in ambito storico e politico. Per mettere in luce i danni da "eccesso di memoria", Paolo Mieli, con la chiarezza del grande divulgatore e l'accuratezza dello storico, prende in esame decine di eventi ed episodi del nostro passato, dalla storia antica al Medioevo fino ai nostri giorni: dal ruolo - mal compreso e peggio ricordato - di Caracalla imperatore di Roma a Carlo Magno, da Bisanzio "oscurata" da Costantinopoli alla Napoli rivoluzionaria di fine Settecento. Tra amnesie sospette e memorie riluttanti, queste pagine restituiscono peso anche a temi a noi più cari e vicini, quasi quotidiani, come le origini della mafia, l'eredità del fascismo italiano e del nazismo tedesco, indagando il non detto che segna il racconto della Resistenza e spingendosi a commentare il discorso pubblico del nostro presente, tra virus, pandemie, ipotesi cospirazioniste. Una terapia, quella a base di oblio, che Mieli identifica come necessaria, dato che "gli storici avrebbero dovuto far argine in qualche modo al dilagare della memoria". Perché "quando si hanno idee forti sul presente, è pressoché inevitabile che quelle idee si impongano sulle interpretazioni del passato." Eppure, dobbiamo fare di tutto per evitarlo.
Quale è il ruolo dei cattolici in politica? Quale la loro identità e la loro storia? Si può parlare di un movimento cattolico italiano in politica? È una domanda che, a seguito della caduta delle ideologie e del ciclone che ha portato in Italia al passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, torna spesso alla ribalta nel dibattito politico e culturale. Il dialogo tra Michele Marchi e Paolo Pombeni ripercorre la storia del cattolicesimo politico dal Risorgimento ad oggi soffermandosi in modo particolare sul "caso" italiano. È un movimento omogeneo o plurale? La presenza della sede pontificia in Italia ne ha condizionato l'evoluzione? Da Murri a Sturzo, da De Gasperi a Moro, da Andreotti a Fanfani, da De Mita a Prodi, il volume mette a fuoco tutti i più rilevanti snodi della storia contemporanea tra luci e ombre.
I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi anziani di Sion nel diffondere l'antisemitismo. Si falsificano atti diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le antiche epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e l'erudizione vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi della poesia ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell'arte: una legione di imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio con quella dei falsari di merci e di monete. Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell'ombra, ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica o di George Psalmanazar che offre agli inglesi una Formosa inesistente. Sono solo alcuni dei capifila di un esercito che, con alterna fortuna, ha conquistato la nostra civiltà fin dai tempi antichi.
L’eroico ingresso a Fiume del poeta guerriero D’Annunzio è stato usato come mito fondativo dei Fasci di combattimento, eppure molti dei legionari che parteciparono all’impresa non aderirono mai al fascismo. Questo è uno dei trenta episodi di manipolazione della storia che Paolo Mieli smaschera invitando il lettore a diffidare di fonti inattendibili e versioni adulterate. In alcuni casi si tratta di falsi d’autore, come il diario di Galeazzo Ciano corretto ad arte dallo stesso genero del Duce. Altre volte sono invece tentativi, più o meno consapevoli e strumentali, di imporre slittamenti interpretativi e di senso a pagine salienti del nostro passato. Troppo di frequente si riscontra invece un uso politico della – presunta – verità raggiunta.Ecco il filo rosso che collega i saggi qui raccolti: le verità nascoste sono quelle – indicibili, negate e capovolte – che Mieli indaga con il rigore dello storico e l’acume dell’osservatore vigile e inflessibile. Un’analisi che dall’Italia del Novecento, con le sue più ingombranti e fondamentali figure (Mussolini, De Gasperi, Togliatti), attraversa alcuni temi ancora oggi di grande attualità come l’antisemitismo e il populismo. Fino a gettare nuova luce su personaggi dello scenario internazionale quali Churchill, Stalin, Mao e su passaggi poco conosciuti o spesso misconosciuti della storia antica e moderna, dalla rivolta di Spartaco alla “congiura” di Tommaso Campanella.Un tracciato, quello indicato in Le verità nascoste, che suggerisce, nelle parole del suo autore, che “in campo storico le verità definitive, al di là di quelle fattuali e comprovate (ma talvolta neanche quelle), non esistano”.
Nel 1300 gli scozzesi cercavano (e ottenevano) l’indipendenza dall’Inghilterra con la spada in sanguinose ed eroiche battaglie iscritte nell’epopea nazionale, come si vede nel kolossal cinematografico Braveheart. Nel 1707, attraverso l'Atto di Unione approvato dai Parlamenti inglese e scozzese, la Scozia cessava di essere una nazione libera ed indipendente, ricadendo sotto il governo di Londra. Non è però stato possibile mettere da parte le spinte indipendentiste della regione, basate su una forte e persistente identità culturale e religiosa. Questo libro ripercorre le fasi salienti della storia scozzese, dalla cristianizzazione ai nostri giorni, passando per l’organizzazione dei clan, le guerre contro i re inglesi, il genocidio culturale causato dal protestantesimo, le rivolte giacobite, la pulizia etnica settecentesca, fino alla devolutiondel 1997, il referendum per l’autonomia del 2014 e i possibili scenari causati dalla Brexit.