I profeti di Israele nelle parole del Papa. Nei tempi bui della storia del popolo eletto si è alzata la voce di uomini capaci di risvegliare la memoria delle promesse e, interpretando il presente, di spingere a guardare verso il futuro con speranza. Così il pontefice invita gli uomini del nostro tempo a essere "uomini dall'occhio penetrante"; uomini che fanno memoria del passato, contemplano il presente e aprono il cammino verso il domani. Introduzione di Giuseppe Dell'Orto.
È possibile che giudici che fanno lo stesso lavoro, hanno seguito gli stessi studi, hanno superato lo stesso concorso, applicano le stesse leggi, approdino, sugli stessi fatti e a fronte di identiche prove, a decisioni non solo diverse o molto diverse, ma del tutto antitetiche: assoluzione o condanna; libertà immediata o carcere a vita; inizio di una nuova esistenza o definitiva negazione di un futuro? Insomma, la giustizia è un orologio di precisione, come ci insegnano, o una macchina capricciosa, regolata dagli umori e dall'arbitrio? Dagli interrogativi che ogni sera l'anziana madre gli poneva alla fine della telefonata quotidiana, gli stessi che assillano milioni di cittadini di fronte ai frequenti paradossi della cronaca giudiziaria, Francesco Caringella - che indossa la toga da oltre venticinque anni - trae lo spunto per spiegare, con linguaggio semplice e taglio divulgativo, cos'è la «giustizia», quella amministrata ogni giorno nelle aule d'udienza in nome del popolo italiano. Lo fa in dieci brevi «lezioni» sui punti salienti dell'attività del giudicare e del rito processuale, cioè i mezzi con cui la società cerca, innanzitutto, di «rendere giustizia» alla vittima di un reato, oltre che di punire il colpevole. Ecco allora che prendono corpo, e trovano puntuale risposta, questioni cruciali come il tipo di verità che è lecito attendersi dalla sentenza di un tribunale e quali sono i maggiori ostacoli che ne insidiano l'accertamento. Quesiti ardui come quelli sulle doti tecniche e caratteriali che deve possedere l'uomo chiamato a decidere della vita di altri uomini o su quando un dubbio è ragionevole al punto da imporre al giudice, malgrado l'intima convinzione della colpevolezza dell'imputato, un verdetto di assoluzione. E, infine, domande scottanti su quale giustizia sia quella che richiede tempi superiori alla capacità d'attesa degli interessati e, talvolta, della loro stessa esistenza; se sia accettabile che il reato si prescriva quando invece le lacrime dei parenti delle vittime sono destinate a scorrere per sempre, o se sia giusto che, nel vuoto legislativo, il giudice si arroghi il potere di decidere anche sulla vita e sulla morte dei suoi simili. Se, come afferma Caringella, ogni cittadino dovrebbe poter capire i meccanismi della giustizia e il significato delle decisioni prese da pochi nell'interesse di tutti, queste pagine costituiscono un concreto contributo perché ciò, finalmente, avvenga.
Questo libro s'interroga su ciò che è esperienza religiosa e sul linguaggio adeguato per coglierne la verità interna. Con ciò ci si trova immediatamente trasferiti nel suo lessico «sapienziale» che è il luogo originario più vicino all'esperienza del Sacro e al movimento insondabile della vita, alla radice della nostra stessa esistenza con tutte le immagini formative e i suoi contenuti espressivi. Dentro un tale contesto si tenta di mostrare l'insufficienza del cosiddetto «razionalismo» e della sua forma «astratta» di sapere che ha per lungo tempo permeato l'esegesi biblica e la stessa riflessione sulla religione. Kant ed Hegel sono assunti a figure rappresentative di un tale sapere e con essi in particolare, con i vantaggi e gli svantaggi offerti dai loro paradigmi interpretativi della religione, questo lavoro tenta di definire il terreno di un franco dialogo. Si tratta di restituire legittimazione e dignità a quell'altra forma di sapere che si è sedimentato nel lessico sapienziale ed è da esso veicolato, richiamandone la connessione con i caratteri di ciò che è insieme esperienza individuale e storica, punto d'incrocio di traiettorie lontane e vicine, capacità di andare al cuore delle cose senza trascurarne gli effetti sul presente, sapere, per dirla con un'immagine dantesca, che «spazia» e «sazia». Su questo sfondo emerge il nucleo centrale del libro: quello del rapporto tra religione razionale e religione storica/rivelata; il tentativo di un'interpretazione della religione come esperienza storica, ma anche una lettura della modernità non come pura rottura con la nostra eredità religiosa, ma a partire dalle sue radici religiose.
Basta una mano per animare una fiaba e inventare storie sempre nuove... Libro di stoffa con chiusura di velcro e guanto di stoffa con personaggi da animare. Età di lettura: da 1 anno.
"Sotto trascorsi trent'anni da quando, nel 1987, fu pubblicata la prima edizione della parte generale di queste Istituzioni (la prima edizione della parte speciale è del 1989). Un confronto tra la prima e la presente edizione mette in luce le rilevanti modifiche avvenute in questi anni nel sistema tributario italiano. Basti ricordare che nel 1987 non c'era lo Statuto, che ha rimodellato l'attività amministrativa e riconosciuto nuovi diritti al contribuente; non esistevano forme di accertamento "standardizzato"; le investigazioni bancarie erano limitate; il titolo V della Costituzione non era stato riformato. Anche le sanzioni non sono le stesse: nel 1997 sono state riformate le sanzioni amministrative e nel 2000 le sanzioni penali. Il processo è stato riformato nel 1992. Nel 1987 il processo era regolato dal D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 636 e persisteva la giurisdizione del giudice ordinario sulle controversie non devolute alle commissioni. Sono cambiati anche i protagonisti: nel 1987 non c'era né l'Agenzia delle entrate, né Equitalia, divenuta ora (dal 1° luglio 2017) Agenzia delle entrate-riscossione. Ogni nuova edizione, per essere aggiornata, ha comportato tagli, inserimenti e rifacimenti, per riflettere - senza alterare la natura istituzionale e le dimensioni dell'opera - l'evoluzione della legislazione, della dottrina e della giurisprudenza. La presente edizione tiene conto delle novità intervenute nel biennio trascorso dalla precedente..." (Dalla Premessa)
Teo è un bambino intelligente, bello, dalla personalità spiccata, bravissimo a scuola. Tutto sembra procedere nel più luminoso dei modi fino a che, con il passaggio alle scuole medie, qualcosa sembra spezzarsi e Teo entra in una crisi profonda, incomprensibile. Quando i genitori, spiazzati da quella che sembra essere una precoce adolescenza, chiedono aiuto, gli specialisti sono unanimi nel loro verdetto: semplicemente, Teo è dislessico. Da sempre. Fino a 12 anni è riuscito a nasconderlo utilizzando tutte le "strategie compensative" a disposizione della sua mente vivace; adesso - di fronte alla crescente complessità dello studio e delle sue grandi ambizioni - non riesce più a farlo, e la sensazione di inadeguatezza covata a lungo genera un panico cupo, distruttivo. Inizia per lui, per i genitori, per sua sorella Ludovica, per la famiglia intera un viaggio. Innanzitutto nel proprio stesso passato, per leggere a ritroso i segni di un 'problema' che forse non riguarda solo Teo, ma che in lui per la prima volta si esprime con la perentorietà di un'urgenza. E poi fuori, nel mondo degli psicologi, dei neurologi, della scuola: che è la prima linea, il confine cruciale dove una difficoltà individuale può imboccare la via buia del disagio o trasformarsi in una straordinaria risorsa per tutti. Con il lume incerto che ogni madre regge tra le mani, sempre a rischio di oscurarsi quando il vento del cuore soffia troppo forte ma ancor più capace di ravvivarsi miracolosamente per generare luce e speranza, Francesca Magni racconta l'avventura di una famiglia e al tempo stesso, con sapienza e tenacia, traccia una mappa preziosissima per tutti noi: per non perderci, per non permettere che i nostri ragazzi si perdano per strada, per scoprire nuove insospettabili meraviglie della mente umana. Perché è dimostrato che i dislessici usano il cervello in modo diverso, che li porta a un pensiero laterale e a speciali capacità creative e di analisi e sintesi. I dislessici possono indurci a guardare alle neurovarietà umane con occhi nuovi. E possono contribuire a cambiare la scuola, rendendola migliore per tutti.
Roma, agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l'afa, ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia.» All'inizio Ilaria pensa che sia uno scherzo. Di Attila Profeti lei ne conosce solo uno: è il soprannome di suo padre Attilio, un uomo che di segreti ne ha avuti sempre tanti, e che ora è troppo vecchio per rivelarli. Shimeta dice di essere il nipote di Attilio e della donna con cui è stato durante l'occupazione italiana in Etiopia. E se fosse la verità? E cosi che Ilaria comincia a dubitare: quante cose, di suo padre, deve ancora scoprire? Le risposte che cerca sono nel passato di tutti noi: di un'Italia che rimuove i ricordi per non affrontarli, che sopravvive sempre senza turbarsi mai, un Paese alla deriva diventato, suo malgrado, il centro dell'Europa delle grandi migrazioni.
Il IX Volume delle Omelie del Mattino di Papa Francesco raccoglie omelie tenute nella Cappella della Domus Sanctae Marthae dal 9 dicembre 2016 fino al 30 maggio 2017. L'insieme di questi pensieri offerti dal Santo Padre formano delle vere e proprie catechesi e contribuiscono all'educazione del popolo di Dio attraverso gli insegnamenti della Parola che grazie a lui diventa semplice e fruibile a tutti proprio perché contestualizzata nella vita di tutti i giorni.
Alle elementari Francesco è un disastro: non ricorda i mesi dell'anno, confonde le lettere e non riesce proprio a imparare le tabelline. L'ora di matematica - la sua bestia nera - la passa a disegnare, relegato in fondo all'aula. Finché arriva la maestra Diana, che capisce tutto: quello scolaro non è né pigro né poco intelligente, forse è dislessico. I test confermano in pieno i sospetti, ma la supermaestra ha già escogitato un piano strategico: il bambino non studierà leggendo i libri, ma ascoltando e, per esercitare la memoria, recitando. La strada non è sempre in discesa: non tutti gli insegnanti sono così preparati e ingegnosi, non tutti capiscono che, per lui, la calcolatrice non è il rimedio alla fatica di moltiplicazioni e divisioni, ma uno strumento indispensabile come sono gli occhiali per un miope. Ci vuole ostinazione, e anche qualche battaglia, per affermare i propri diritti. Ma intanto Francesco è diventato così bravo a recitare da entrare in un'accademia teatrale. E al momento di realizzare il suo primo spettacolo, mette in scena la storia più bella che conosce: quella di un bambino che, con la sua creatività e il suo talento, ha annientato l'orco-dislessia. Un'idea che porterà più di una sorpresa. Un libro dedicato ai tanti ragazzi che si sentono stupidi perché sono lenti a leggere, scrivere o fare i calcoli, e non sanno che la dislessia non è una malattia, ma solo un diverso modo di funzionare del cervello. Un modo che può rivelarsi originale e a volte geniale, come è stato per Einstein, Agatha Christie, Walt Disney, Mika e tantissimi altri. Prefazione di Giacomo Stella.
Corrado Lazzari è stato il più grande attore del Novecento. Il volto della tragedia shakespeariana, l'interprete sofisticato e potente, acclamato dalle platee di tutto il mondo, è oggi un uomo solo. La fama, il successo, gli amici, tutto perduto. Le giornate si inseguono, uguali, in un appartamento di un palazzo abbandonato nel centro di Roma. Corrado riordina l'archivio di una vita intera, giornali, fotografie, copioni, mescolando la fragilità del presente ai ricordi del passato: gli anni all'Accademia di Arte Drammatica, le tournée in giro per il mondo e il grande amore perduto per Francesca. Sembra che tutto debba continuare così, identico a se stesso, fino alla fine. Poi un giorno arriva lei, e tutto cambia. Alessandra è giovane, poco più di vent'anni, e studia lettere con indirizzo teatrale, così dice al Maestro presentandosi. Timida e impacciata, cerca di entrare nella vita di Lazzari. L'iniziale ritrosia dell'uomo viene spazzata via dall'ansia di sapere della giovinezza. E attraverso le parole del teatro, quelle che hanno riempito la sua essenza, Corrado forse scoprirà, insieme con quella ragazza, il modo di accettare la propria caduta e di rendersi immortale nello stesso, perfetto istante.
"L'umiltà evangelica porta a non puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma a tendere loro la mano per rialzarli, senza mai sentirsi superiori". Con queste parole papa Francesco apriva il sinodo sulla famiglia, spalancando prospettive fino a quel momento impensate per le gerarchie ecclesiastiche e invitando a praticare il comandamento esplicito di Gesù: "Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato anche a voi". Sessualità, unioni omosessuali, contraccezione, coppie di fatto, nuove famiglie, ma anche libertà religiosa, ecologia, finanza, nuove povertà e nuove schiavitù. Sono argomenti spinosi, che mettono a confronto libertà di coscienza e dottrina cristiana. Papa Bergoglio offre la sua lettura inedita, improntata a una visione teologica profondamente riformatrice. È una apertura umana e religiosa, che interessa sempre di più anche i non credenti e che suscita accesi dibattiti dentro e fuori la Chiesa. L'indurimento del cuore giudicante - che il pontefice chiama "sclerocardia" - è conseguenza della chiusura dell'io su se stesso: un io isolato, egoista, ripiegato su tradizioni obsolete che calpestano la dignità delle persone. Occorre che il "cuore di pietra" diventi un "cuore di carne". E, per Francesco, solo le parole del Vangelo che lasceremo cadere, goccia a goccia, nel nostro spirito rigido sapranno renderlo palpitante e compassionevole.
La nascita di ogni fratello aumenta le dinamiche e moltiplica i conflitti che caratterizzano il nucleo familiare. Per ogni figlio allora può essere molto complessa la vita nel gruppo dei fratelli, ma può diventare anche di grande stimolo per il suo processo di maturazione. Ogni figlio desidera avere un amico con cui condividere gli anni della crescita, ma è anche spaventato dall'idea di dover spartire con lui tutto quello che possiede, compreso l'amore e le attenzioni dei genitori.