Scritto a Montpellier nel 1283 circa. Con esso l’autore ha voluto dare un ritratto completo dell’umanità, dal piccolo nucleo famigliare in cui nasce il protagonista Blaquerna al mondo intero sotto la guida del papato. Questa raffigurazione lo rende un romanzo totale ma non necessariamente utopico, visto che la chiave che permette di risolvere le molteplici avventure che lo caratterizzano é |’ applicazione dei rigorosi metodi dell’ Arte lulliana. La lettura del romanzo permette di acquisire tutti gli elementi necessari alla comprensione del Libro dell’amico e dell’amato, gioiello mistico creato dallo stesso protagonista, incastonato come capitolo 100 del romanzo e parte integrante di esso.
Questa prima traduzione integrale in italiano permette perciò di accedere ad una delle opere fondamentali della letteratura europea medievale, scritta da un laico illuminato che voleva riformare l’umanità per condurla alla giusta intenzione.
Il Libro della Doctrina puerile è una versione in volgare toscano della Doctrina pueril di Raimondo Lullo. Scritta in catalano tra il 1274 e il 1276, la Doctrina pueril è un trattato pedagogico in cui i fondamenti della fede e del sapere del tempo convivono in un unico sguardo d’insieme. Ebbe un’ampia diffusione, come testimoniano le traduzioni in occitano, latino e francese promosse dall’autore stesso e dai suoi collaboratori. Da una versione occitana deriva la redazione, datata 1379, che viene qui pubblicata per la prima volta sulla scorta dell'unico esemplare a noi pervenuto nel codice Riccardiano 1367. Il manoscritto è una copia del 1418 sopravvissuta alla condanna di eresia inferta ad alcune proposizioni della Doctrina pueril dall’inquisitore Eimeric nel suo Directorium inquisitorum del 1376.
Molti sono i motivi per riscoprire oggi, a cinque secoli dalla sua composizione, la Via spirituale di Mariano da Firenze. Anzitutto la personalità sfaccettata del suo prolifico anello di congiunzione tra i cronisti e agiografi: medievali e l'erudizione moderna, di cui qui possiamo comprendere le tecniche di lavoro quasi spiando il suo scrittoio.
Poi un testo ricchissimo di storie, che congiunge un'ampia tradizione memoriale con informazioni inedite, di prima e di seconda mano, sui tempi più recenti e che, con un interessante esperimento letterario, incanala i contenuti agiografici nel reticolo della trattatistica spirituale. Infine la sua copista, la volterrana suor Dorotea Broccardi, esempio di quella scrittura femminile claustrale di cui abbiamo imparato a riconoscere la ricchezza. Lasciata inedita e forse incompiuta per la prematura morte dell’autore, l' opera viene ora pubblicata per la prima volta, in edizione critica, a cura del Laboratorio di agiografia tenutosi presso la Scuola superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, con un'introduzione, che ne illustra gli aspetti letterari e la genesi compositiva e con la prefazione di Carlo Delcorno.
«Nel variegato panorama dei contributi dedicati al pensiero filosofico di Giovanni Duns Scoto, si ritiene mancasse una ricostruzione sistematica di quella dinamica che coinvolge la libertà umana, presupponendola, e che origina – mediante l’agire della sinderesi e della coscienza – il comportamento etico del viator.
L’architettura del presente volume, pertanto, si fonda sul binomio sinderesi-coscienza, sviluppato secondo tre fondamentali dimensioni caratterizzanti la riflessione antropologica: l’essere, l’agire ed il conoscere. L’intreccio di tali dimensioni è colto a partire da chiavi ermeneutiche offerte dalla riflessione antropologica scotiana, tra cui: il primato della volontà sull’intelletto e, di conseguenza, il primato della prassi sulla conoscenza; l’indiscussa libertà quale anima della volontà; la singolarità del soggetto in virtù della quale il viator è relegato in una solitudine ontica (ultima solitudo) che rivela la cifra della sua libertà di autodeterminazione e costituisce, ad un tempo, la premessa del suo agire morale».
«Giammarco Fiore, frate minore, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso la Pontificia Università Antonianum (Roma), specializzandosi nel pensiero degli autori della tradizione francescana del secondo Medioevo e coltivando, in modo specifico, il proprio interesse per l’insegnamento teologico e filosofico di Giovanni Duns Scoto († 1308). Per diversi anni Socio della Commissio Scotistica Internationalis, si è recentemente diplomato Archivista-Paleografo presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica ed Archivistica (Città del Vaticano). Membro della Società Italiana per lo studio del pensiero medievale (SISPM) dal 2020, è attualmente collaboratore con l’équipe dei Frati Editori di Quaracchi.
IL volume si articola in tre parti. Nella prima è presentato un bilancio della edizioni delle opere di Sconto, vengono ripercorsi i criteri delle diverse edizioni critiche, sono esposti i programmi e le prossime uscite. Nella seconda si affronta il delicato tema delle traduzioni in lingua moderna, in particolare in italiano, dei testi scotiani. Nella terza, la più ampia, introdotta da un bilancio storiografico della ricerca su Sconto in Italia, sono presentati contributi su specifici temi della teologia e della filosofia di Sconto, con particolare riferimento alla dottrina della conoscenza, alla metafisica e all'antropologia.
Il volume raccoglie nella prima parte gli Atti della Commissione Ermengol in cui venivano segnalate tre falsificazioni perpetrate dall'inquisitore Nicola Eimeric in relazione all'"Arbre de filosofia d'amor" di Raimondo Lullo. Segue poi la trascrizione di un importante documento reale in difesa di Raimondo Lullo.
Il presente studio intende esaminare il pensiero specifico di Gregorio da Rimini (ca 1300-1358) innanzitutto attraverso l'analisi attenta e approfondita delle fonti primarie, sia dal punto di vista storico che dottrinale. Con il presente libro s'intendono esaminare, nell'ambito del pensiero tardo-medievale, le posizioni filosofiche e teologiche di Gregorio da Rimini. Il volume e un'occasione per approfondire alcuni dei temi piu dibattuti del medioevo e per conoscere un pensatore non ancora pienamente valorizzato.
Come riempire di "terra", di concretezza, di colori, suoni, sapori la conoscenza spirituale; nello stesso tempo, come rendere eterno il frammento spazio-temporale, dandogli un "cielo" e inserendolo come sillaba sonora dentro il "bellissimo canto" della storia: questo si prefigge la Dottrina dei sensi spirituali, indirizzando verso Dio, in un comune afflato conoscitivo, la sensorialità naturale, il senso, e lo spirito della persona.Nata in Oriente e successivamente arricchitasi del contributo dei Padri latini, la Dottrina raggiunge la sua espressione geniale in San Bonaventura, rappresentando un efficace punto di convergenza tra gnoseologia, antropologia, dottrina della grazia, mistica ed estetica.Il presente studio dedica i primi capitoli alla perlustrazione delle fonti, tracciando una storia della Dottrina nei floni orientale e latino e concentrandosi sul periodo immediamente precedente l'insegnamento di S. Bonaventura.
I capitoli centrali presentano i testi dottrinali del Dottore Serafico, mentre la terza parte del libro mostra sistematicamente la Dottrina tanto nel suo duplice fondamento (empirico e soprannaturale) quanto nell'oggetto di conoscenza. Il capitolo finale delinea il Poverello d' Assisi come icona del sentire, come Dottrina realizzata nella pratica della sua esperienza spirituale, là dove il tactus di Francesco è toccato dal digitus Dei vivi nel mirabile contactus delle stimmate.